Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |      
Autore: leleblink    08/04/2013    1 recensioni
"Perché? Spiegami allora il perché, Jinn!" le urlò contro Carl guardandosi intorno "Siamo da due giorni sperduti in questa baia, lontano da tutto e tutti, con continui Déjà-vu di noi due che ci baciamo, che ci amiamo, ma la verità è che io... non ti conosco!"
---
Carl, Martin, Jinn e Samantha sono 4 diciottenni, fidanzati tra loro, che durante una gita in barca sono vittime di una terribile tempesta che li porterà sulle rive di un luogo che non hanno mai sentito, "Bridge Bay". Senza ricordare più la loro personalità, il loro carattere e l'esperienze amorose che li accomunavano, i 4 si trovano prigionieri di questa piccola città di mare che, misteriosa e piena di segreti, sembra proprio non volerli far ripartire. Attraverso avventure e mille pericoli, i ragazzi tenteranno di ricomporre il complicato puzzle del loro passato con continui Déjà-vu che sentono in ogni momento. Ci riusciranno ad uscire da questa situazione, ricordando tutto e ridando un senso alle loro vite... ormai in balia del loro destino?
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il suo corpo sudato e scultoreo sembrava di marmo, soprattutto dopo essersi concessi l’uno all’altro. Jinn accarezzò il suo torace completamente glabro e sorrise ripensando a quella splendida nottata; Carl dormiva ancora, con la testa rivolta verso la finestra e i capelli neri arruffati come al solito: anche lui, seppur nel sonno, sorrideva.
I suoi genitori erano andati via per il week-end lasciandogli casa libera e, naturalmente, da giovane diciottenne qual’era, ne aveva subito approfittato per passare la nottata con la sua ragazza. Jinn non era bellissima di viso come ci si aspetterebbe dalla fidanzata di uno come Carl, ma la sua simpatia, la sua gioia e il suo corpo sodo e slanciato, lo avevano subito catturato e difficilmente ne avrebbe fatto a meno di lì in avanti. Si amavano e niente li avrebbe divisi!
La ragazza si alzò silenziosamente da sotto le coperte e coprì il suo corpo, privo di ogni indumento, con la prima felpa e i primi pantaloni più grandi, presi dal cassettone del fidanzato.
«Hey... ti sei svegliata»” mormorò lui nel sonno, alzandosi sui gomiti e squadrandola dall’alto in basso «Vuoi già andare a casa?»
«Ma no... ricordi però che Martin e Samantha ci hanno invitato in barca per il pranzo?» gli rammentò lei sedendogli accanto sul materasso «Non possiamo non andarci, ed è poi una così bella giornata...»
«Ma io voglio andarci!» ribatté Carl sorridendole ed andando ad un palmo dal suo viso «Solo che... beh, credano possano aspettare ancora un po’, no? »
Jinn capì al volo le intenzioni del suo ragazzo e si sfilò nuovamente il felpone dell’Adidas e la tuta, per infilarsi ancora nuda sotto le lenzuola con lui. Carl le salì subito sopra e, senza ulteriore indugio, la trasportò di nuovo in quel vortice di passione e piacere che tanto era gradito da entrambi.
 
«Ma dove sono?» brontolò Martin osservando il suo orologio da polso «Avevamo appuntamento alla mezza, ma ora è quasi l’una!»
«Vedrai che stanno arrivando... Carl aveva detto che i suoi erano fuori per il week-end e che Jinn probabilmente dormiva da lui.» lo tranquillizzò Samantha osservando il tempo «Magari stanno insieme. Sono sicura che tra poco li vedremo...»
«Martin! Samantha!» urlò loro da lontano Carl, alzando un braccio ed agitandolo forte.
«Oh, eccoli finalmente!»
La banchina del porto sul quale si trovavano, la numero 3, era la più vecchia ma anche la più economica del posto, ma i ragazzi si erano accontentati ben presto del posto dove ora era ormeggiata la loro barca. Non era uno yacht, ma una modesta imbarcazione in legno, con una piccola ma comoda cabina interna, perfetta per una gita in compagnia o un pomeriggio alternativo; il padre di Martin, uno dei più grandi avvocati della contea, nonché membro del Congresso Americano da circa 2 anni, gliel’aveva regalata per la sua maggiore età, e il ragazzo l’aveva accettata ben volentieri, soprattutto per giornate come quella.
I quattro salirono sull’imbarcazione, a coppie di due e, mentre le ragazze si sistemarono sulle sdraio, Carl e Martin iniziarono a slegare gli ormeggi per iniziare ad accendere il motore ed allontanarsi un po’ a largo. Ben presto il porto fu lontano e i ragazzi decisero di fermarsi lì per cominciare a mangiare il pranzo preparato in precedenza da Samantha, alla ben meglio.
Il tempo non era dei migliori e, a differenza della mattinata, le nuvole si iniziarono a fare più dense e scure del solito.
«Non sarà meglio tornare verso la riva?» suggerì Jinn preoccupata, quando si erano ormai fatte le tre. «Se qui comincia a piovere, ci sarà poco da ridere!»
Martin aveva fatto il corso per il patentino nautico appena un anno prima e sapeva che, in casi come quello sarebbe stato più giusto quantomeno riavvicinarsi al porto, ma probabilmente pensò che era pressoché inutile vista la situazione... ma si sbagliava!
Ben presto, una goccia dopo l’altra, la pioggia iniziò ad abbattersi sull’imbarcazione, costringendo i ragazzi ad entrare nella cabina interna per ripararsi.
«Cazzo!» esclamò Martin mentre provava a girare le chiavi e a far ripartire la barca «Questo coso non va più! Sarà il tempo... l’acqua del mare in agitazione deve aver danneggiato il motore!»
«E adesso?» gridò preoccupata Jinn, aggrappandosi impaurita alla t-shirt del suo ragazzo.
«Non preoccuparti che una soluzione si trova.» fece più calma Samantha «Ora ci basta solo...»
Ma fu interrotta.
Un colpo. Un altro, e un altro ancora. Ora la barca stava tremando ed era nettamente in balia delle onde. Chiusi nella cabina, i ragazzi riuscivano a capire ben poco di ciò che stava succedendo all’esterno, ma ora iniziavano ad avere paura ed essere decisamente più spaventati di prima; anche l’apparente calma di Samantha sembrò venir meno a quel punto.
Jinn tornò a gridare, ma questa volta era un urlo di terrore che le uscì dal più profondo della gola, mentre Carl la stringeva ancora forte a sé: un oblò della cabina si spaccò in mille pezzi sul pavimento, ferendo anche duramente Martin ad un braccio. Ora l’acqua era iniziata ad entrare e stava pian piano riempiendo la stanza.
I quattro si catapultarono fuori, per assistere però ad uno spettacolo apocalittico. Il mare era grigio e le onde si infrangevano indistintamente sia su un lato che dall’altro della barca, il tempo era nero e stava iniziando a grandinare, mentre la costa si faceva sempre più lontana all’orizzonte.
«Jinn!» gridò Carl verso la ragazza, che le era stata portata via dalle braccia dall’ennesimo “strattone” dell’imbarcazione: era caduta in acqua.
«Carl, no!» gli urlò dietro Martin, ma era troppo tardi: il ragazzo si era tolto la t-shirt e si era tuffato in mare, dietro Jinn.
Anche se a fatica, Carl riuscì quasi immediatamente ad aprire gli occhi sott’acqua, notando lì un’apparente calma che non sembrava affatto rispecchiare ciò che stava accadendo appena sopra di lui.
«Jinn! Jinn, dove sei?» strillò, riemergendo con la testa fuori per prendere aria e guardarsi intorno. Di Jinn nessuna traccia, così come della barca con Martin e Samantha che pareva allontanarsi sempre di più.
Senza pensarci due volte, Carl si rituffò nuovamente sotto, sentendo una corrente fredda attraversargli il corpo, e fu allora che la vide. Jinn era a qualche metro da lui, immobile e con gli occhi chiusi, che sprofondava verso le profondità marine. Spinto da una forza sovrumana, il ragazzo riuscì a raggiungere Jinn e, in un attimo, a portarla nuovamente con la testa fuori.
Tossì. La prima cosa che Jinn fece riacquistando conoscenza fu tossire, e questo fece ben sperare Carl, nonostante gli altri due amici fossero ormai molto lontani sulla barca.
Qualcosa però lo fece sorridere e tremare allo stesso tempo: sul pelo dell’acqua, nella furia del mare più totale, Carl riuscì a vedere un asse di legno appartenente all’imbarcazione, che oramai non riusciva più a vedere.
«Samantha! Martin!» gridò sotto la pioggia, ma in lontananza nessuna risposta. Cos’era successo agli altri due ragazzi? La barca era andata distrutta e i due erano morti?
 La tempesta impazzava e le forze, che prima sembravano grandiose, ora iniziavano a venir meno anche a Carl che, con un ultimo sforzo, poggiò Jinn e sé stesso sul pezzo della barca che stava venendo loro incontro, poi iniziarono a non sentire più niente. Chiusero gli occhi. Tutto si fece nero e la tempesta sparì improvvisamente nel nulla...
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: leleblink