Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Walpurgisnacht    09/04/2013    1 recensioni
A quanto pare le rivoluzioni cinesi non bastano mai, da queste parti.
[Raccolta contenente missing moments legati a Secret of the Heart Split in Two e Two-Part Secret Heart, di Kaos e Mana Sputachu]
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Secretception!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6. I’ll be there for you
 
 
No one could ever know me, no one could ever see me 
Seems you're the only one who knows what it's like to be me 
I’ll be there for you - The Rembrandts
 
 
"Vorrei proprio sapere chi me l'ha fatto fare...".
Ranma guardò di sottecchi Ryoga che gli stava dietro di circa un metro mentre cercavano i loro posti sul treno.
Vorrei saperlo anch'io chi me l'ha fatto fare.
Perché a Ukyo è venuto in mente di andare a recuperare Biancanera e i cuccioli, eh? E perché ad Akane è venuto in mente di usare me come guida per Ryoga "il senso dell'orientamento è un condimento da mettere sulle okonomoyiaki" Hibiki, eh?
Va bene, va bene. Sono uno dei pochi, se non l'unico, che sa bene la strada per casa sua. Ma... sul serio? Io e Ryoga a fare un viaggio assieme? Seriously?
"Dillo a me, maiale" commentò sarcastico con un mezzo sorriso sbruffone. Avrebbe preferito... no, non esageriamo. Non avrebbe preferito un concerto enka a Kawasaki, no.
Un concerto enka a Kawasaki significava noia a livelli mai raggiunti prima, orecchie come se ci avessero versato sopra del diserbante, una Ukyo ingovernabile... e soprattutto la cameriera yakuza. Tutte cose che avrebbe volentieri evitato di ripetere. (1)
E poi... era davvero così scazzato all'idea? Capiamoci, gli venivano in mente duecento modi più proficui di passare un pomeriggio piuttosto che di fare da balia all'uomomaialino, ma in tutta onestà non poteva dire di essere realmente disgustato all'idea.
Era solo un compito fastidioso e nulla più. E poi poteva essere in compagnia peggiore, alla fine.
"E a chi altri devo dirlo? Io e te siamo".
"Wow, sai persino contare. Non sforzarti troppo però, potrebbero esploderti quelle poche cellule cerebrali che ti rimangono".
"Vuoi botte, Saotome? Così ti lasciò qui moribondo per terra e a casa mia ci torno da solo".
"Sì, ovviamente. Non dubito che sbrigheresti la commissione a tempo di record, tutto da te. Io sono qui solo per bellezza".
"Grrrrrrr".
"Dai su, cerchiamo di non litigare. Non ne ho nessuna voglia".
"Io invece ne ho parecchia. Mi sono alzato male, stamattina, e ho le nocche che prudono".
"Allora perché non abbracci qualche palo della luce credendo che sia Akane? Anzi no, credendo che sia Ukyo...".
A quest'ultima frecciata l'eterno disperso digrignò i denti.
“Non tirare fuori quell’argomento!”
 “Quale? Ucchan?”
 “NON. LO. FARE.”
 Ranma lo osservò per qualche secondo, decisamente stupito da tanto nervosismo. Ecco, ORA era curioso come una scimmia.
“E sentiamo, perché non dovrei?”
 “Perché... perché... perché non sono fatti tuoi!” balbettò Ryoga, intuendo di essersi fregato con le sue stesse mani.
“Non è una buona motivazione” concluse Ranma, accomodandosi meglio sul sedile e rivolgendo tutta la sua attenzione a Ryoga. “Ritenta, sarai più fortunato.”
L’uomomaialino si ritrovò a ragionare sulla scusa migliore, pur rimanendo convinto che davvero la sua relazione con Ukyo non fosse roba che riguardasse Ranma. Relazione che, tra l’altro, ormai non poteva più definire in modi bizzarri come “non-esattamente-amicizia-ma-neanche-amore”, “forse-infatuazione-ma-non-ne-siamo-sicuri”, “io-vorrei-non-vorrei-ma-se-vuoi” e via discorrendo. Avevano deciso ormai da un mesetto e spicci che la loro era una relazione a tutti gli effetti. (2) E forse era questo a mettere il povero Ryoga tanto in agitazione, la cui unica relazione che aveva avuto prima di Ukyo era durata diversi mesi solo perché non ricordava come arrivare alla fattoria di Akari - ed era un argomento da non prendere davanti ad Ucchan.
 “Ryoga? Sei ancora qui con me?”
 “Uh?”
“Bentornato sulla terra, ti eri perso nelle tue paranoie? Riesci a perderti proprio ovunque...”
 Ryoga ringhiò, anche se con poca convinzione; era troppo impegnato a constatare come Ranma lo conoscesse molto meglio di quanto entrambi avessero mai ammesso.
“Ranma... da quando mi conosci così bene?”
 “Hm?”
 “Si insomma... ammetto che ci hai preso riguardo le mie crisi esistenziali di prima, e non è nemmeno la prima volta” ragionò.
“Beh maialino, ci conosciamo da tanti anni ormai... sarà per questo.”
 “Ok, ma due persone possono anche conoscersi da una vita e non essere capaci di intuire cose sull’altro in quel modo...”
 “Ryoga, questi discorsi profondi a stomaco vuoto no per favore...”
“È una domanda che mi assilla da un po 'e vorrei riuscire a trovare una risposta, e comunque ti sei fatto fuori tre okonomiyaki prima di partire.”
 “Era uno spuntino quello.”
“Hmpf, poi sono io il porco...” borbottò.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, entrambi ragionando sul discorso tirato fuori da Ryoga; quest’ultimo si chiedeva ormai da un po’ a che punto del loro rapporto fossero lui e Ranma, mentre il codinato aveva già accettato da un po’ il cambiamento ma senza mai ammetterlo apertamente.
Kami, neanche stessi parlando di un’altra fidanzata, pensò Ryoga.
"No, sul serio. Mi interessa molto capirlo. In fondo, a ben guardare, attorno a tutti noi le cose sono cambiate parecchio. Tu stai con Akane senza che pazze isteriche o io cerchino di ucciderti, io sto con Ukyo, Shan-Pu sta con Mousse... non credevo che sarei mai sopravvissuto per vedere simili novità". (3)
Ranma lo osservò con attenzione. Sul suo volto non vedeva smargiasseria o voglia di competizione o un qualsiasi stupido motivo che poteva presupporre una tal domanda. Era solo curioso, turbato e curioso. O forse non tanto turbato quanto... curioso e basta.
Gli premeva davvero sapere. E Ranma, dentro di sé, alzò le spalle e si disse che poteva anche soddisfarlo. Che male c'era, d'altronde. Già con Mousse, in occasione di quel disastroso concerto, aveva scoperto un po' le carte e non vedeva motivo per non fare lo stesso con lui, che anzi conosceva da pure più tempo e con cui i trascorsi, nel bene e nel male, erano più profondi.
Eppure, con sua stessa somma sorpresa, non riuscì a non giocare sporco: "Va bene Ryoga, va bene. Ma solo quando saremo arrivati a casa tua".
"E perché?".
"Così. Non ho voglia di snocciolarti tutto subito. Sai che noia. Adesso noi, da bravi ragazzi, ce ne arriviamo a Tokorozawa, entriamo nella villetta Hibiki, prendiamo Biancanera e relativi cuccioli, ce li riportiamo a Nerima e poi, solo poi, affronteremo per bene il discorso".
"Evviva la coerenza. Adesso, dopo o mai più? Perché non credere che ti permetterò di usare la schizofrenia come giustificazione per non farlo".
Ranma sbuffò. Quel ragazzo sapeva essere duro come il titanio, se ci si metteva. "Da te. Facciamo da te".
"Devi promettermelo, Saotome. Promettimelo o ti scaravento fuori da questo treno in corsa".
"Ellalà Ryoga, come sei su di giri. Te lo prometto, te lo prometto. Da dove ti salta fuori tutta questa smania, poi...".
"Ho solo intenzione di essere chiaro con più persone possibili. Quando Ukyo mi ha definito «fidanzato» per la prima volta, ed eravamo davanti a Kyoko la Sanguinaria...".
"Oh beh, battesimo del fuoco col botto".
"Puoi dirlo forte. Comunque: quando l'ha fatto, io... ne sono stato felice, da una parte. Dall'altra tremavo come una foglia perché, e in quanto mio biografo lo sai meglio di me, questo tipo di avvenimento mi terrorizza. Ma era l'ufficializzazione di qualcosa che entrambi sapevamo, perché eravamo usciti e vivevamo insieme e la aiutavo al ristorante e bla bla bla bla".
"Vieni al sodo, Ryoga. Non ho tutto il giorno per i tuoi vaneggiamenti".
"Ti piacerebbe. Sei incastrato con me finché la missione non sarà conclusa e lo sai. O vuoi provare a vedere come reagirebbe Akane se non dovessimo tornare col mio cane sano e salvo?".
A Ranma venne un brivido.
"Quindi mi farai finire, ok?".
"Ok ok ok ok. Che lagna".
“Il punto è: voglio chiarire tutto con tutti. L’ho fatto con Akane, l’ho fatto con Ukyo... manchi solo tu.”
 La frase di Ryoga colse un po’ di sorpresa il codinato, da un lato contento di poter definire per bene qualcosa che anche lui pensava già da tempo, ma che dall’altro lo imbarazzava perché l’incapacità di saper gestire i propri sentimenti è roba difficile da mandar via. E come sempre faceva in questi casi...
“Guarda Ryoga, sono lusingato ma non sei proprio il mio tipo.”
 “...demente.”
 
 
Il viaggio in treno proseguì abbastanza tranquillamente, tra battibecchi di routine, frecciatine di Ranma a Ryoga perché era costretto ad accompagnarlo al bagno per evitare di perderlo dentro il vagone, e ostinazione nel voler giocare in due con giochi di carte per tre o più persone - chiedendosi pure “Perché la partita sembra infinita!” o “Ma perché continuiamo a palleggiarci la carta dell’Uomo Nero come un pallone da spiaggia?”.
Il tragitto a piedi dalla stazione a casa Hibiki fu un po’ più drammatico, in cui Ranma si ritrovò più volte a inseguire Ryoga che si avventurava per viuzze sconosciute commentando “Ma questa mica c’era quando sono venuto qui l’ultima volta!”, e finiva per maledire i Kami in silenzio borbottando da solo che “Al primo negozio per animali che vedo entro e ti compro un guinzaglio”. Alla fine decise di tagliare la testa al toro e tenere per mano Ryoga per il rimanente percorso - cosa che non piaceva a nessuno dei due, ma risolveva alla radice un problema non da poco.
 
 
Quando finalmente giunsero a casa Hibiki, battibecchi e malumori vennero dimenticati e cancellati da una marea di batuffolini bianchi e neri a quattro zampe pronti a far loro le feste.
 “Ma come siete carini! Ma io vi porto tutti a casa e vi faccio giocare con zia Akane! Siete meravigliosamente pelosi e morbidosi e carini!”
 Ryoga osservava sconvolto e al contempo divertito Ranma che, mandando al diavolo i suoi discorsi da “vero uomo”, si stava rotolando sul pavimento insieme ai cuccioli di Biancanera.
"Tu non sei reale, vero? Non sei Ranma Saotome. Sei posseduto da un oni col senso dell'umorismo" scherzò Ryoga con voce secca, un po' divertito e molto stupito dall'esibizione così poco caratteristica.
"Che cavolo vuoi, Hibiki? Cerchi di farmi pesare il fatto che adoro i tuoi adorabilissimi animali domestici, per caso?" rispose quello mentre si divertiva a giocare a una versione improvvisata di Twister.
"Oh, quando le nostre signore sapranno di questo tuo lato teneroso..." buttò lì con nonchalance, sperando di attrarre la sua attenzione.
Si ritrovò la sua faccia a dieci centimetri dal proprio naso.
Sei proprio bravo, Ryoga.
"Tu azzarditici. Azzarditici solamente e...".
"E niente. Lo farò, a meno che...".
"...".
"A meno che...".
"... Ryoga, ho capito che mi stai ricattando. Biancanera è spupazzosa ma non sa ancora assorbire le mie pur limitate facoltà mentali".
"Allora accompagnami in cucina. Ho voglia di un tè, e non sono il solo".
"Ma...".
"Non sono il solo" ribadì, glaciale. E a Ranma non restò che abbassare la testa, sconfitto, e andargli dietro. Anzi no, troppo bello. Gli toccò pure fargli strada.
Andare in giro con Ryoga Hibiki era peggio del fil rouge a Giochi senza Frontiere. E chissenefrega se Ranma e Ryoga non sanno cos'è Giochi senza Frontiere.
C'è da dire che Ranma non metteva piede in quella casa da parecchio tempo e non è che si ricordasse perfettamente la planimetria, quindi ci vollero un paio di tentativi a vuoto prima di trovare la cucina.
"Uff. Meno male, ce l'ho fatta" sussurrò, più rivolto a se stesso che al suo compagno d'avventura. Il quale, però, lo sentì e non perse occasione per prenderlo in giro: "E bravo il navigatore Saotome. Meno male che non ti fai pagare, sei pessimo".
"Si dà il caso che questa sia casa tua, non mia. Dovresti essere tu a condurre me, non viceversa".
"Se se" commentò l'uomomaialino, consapevole di non avere argomentazioni ficcanti con cui controbattere. "Basta ciance. Come lo vuoi il tè?".
"Non lo voglio, grazie tante".
"Oh su, non farmi il bimbo offeso. Quanti anni hai, tre?".
"Anche di meno, se ti fa piacere pensarlo. Ma questa cosa mi ha molto indispettito, sappilo. E comunque il tè non mi va, davvero".
"Oh santo cielo, sei impossibile".
"Ha parlato l'ometto facile, ha parlato".
Momenti di silenzio, invero piuttosto teso. Ryoga spignattava con la pentola e la bustina, mentre Ranma si era seduto al tavolo aspettandolo. Si era rassegnato al discorso che l'altro voleva assolutamente estorcegli e non cercava di rifuggirlo più, ma questo non significa che lo affrontasse con un sorriso. Neanche troppo piccato, in realtà. Era solo l'insistenza di Ryoga a maldisporlo. Se fosse stato meno calcato può darsi che il suo approccio sarebbe stato diverso.
"Meno male che il tè si conserva bene" commentò casualmente il padrone di casa mentre se lo versava nella tazza "altrimenti tanta fortuna". E lo bevve tutto di un fiato.
Quando divenne verde in faccia... diciamo che a Ranma saltò in testa un leggerissimo dubbio su quest'ultima affermazione.
“Si conserva BENISSIMO eh, soprattutto dopo anni che non torni a casa...” commentò mentre attendeva fuori dal bagno che Ryoga finisse di rimettere anche l’anima.
“Ta... taci...” balbettò lui, bianco come uno spettro “ho... ho solo bisogno d-di... di qualcosa per lo stomaco e poi starò meglio, non ho scordato il... il nostro discorso. Devo solo trovare l-l’armadietto dei medicinali...”
 “Tu sei fuori” ringhiò Ranma, trascinandolo in salotto “la tua cucina pullula di roba andata a male che probabilmente ha ormai  preso vita e cammina per casa, e tu vorresti addirittura ingurgitare medicinali risalenti a chissà quale anno? Fai prima a chiedermi di farti da kaishakunin per il tuo harakiri.”
 “Eh già, tu sei un esperto in quel campo...”
 “...giuro che ti mollo qui, poi ti voglio vedere a cercare di tornare a Nerima da solo.”
Tornati in salotto si buttarono entrambi sul divano, dove ad attenderli c’erano Biancanera e i suoi cuccioli. Ranma riprese a giocare con loro osservando di tanto in tanto Ryoga, che agonizzava sull’altro divano.
“E quindi...”
 “E quindi... dovremmo andare...”
 “Quando sarai meno verde in faccia e riuscirai a reggerti in piendi ci avvieremo in stazione, non prima. Già devo evitare che tu ti perda uscendo di casa, se devi pure farlo vomitando in giro e con i cani al guinzaglio non se ne parla proprio.”
 “Mamma mia come sei melodramattico...”
 “Solo realista.”
“Allora, visto che dobbiamo aspettare che io mi riprenda” sorrise sornione Ryoga massaggiandosi la pancia “direi che possiamo dedicarci a quel discorso...”
 “Uff! Va bene, va bene!” rispose Ranma, intento a farsi mordicchiare le dita dai cagnolini, cosa che lo metteva stranamente in pace con l’universo. Avrebbe voluto rimanere ancora piccato per il puro piacere di esserlo, ma tutta la carineria emanata da quelle piccole palle di pelo scioglieva tutto il suo acidume nei confronti dell’insistenza di Ryoga.
“Sentiamo maialino, cosa vuoi che ti dica?”
 “Cosa siamo io e te?”
 “Sfigati?”
 “A parte quello.”
“Beh... se l’ho ammesso con Mousse non vedo perché non posso farlo con te che sei il diretto interessato” sospirò, continuando a far grattini ai cuccioli. “Ok Ryoga, la verità è questa: io ormai ti considero un amico. Sul serio, senza ironia. Sono passati i tempi in cui ce le davamo di santa ragione solo perché nessuno dei due sopportava la vista dell’altro, ti urlavo di smetterla di girare attorno ad Akane in veste di suino da compagnia - e te le facevo passare TUTTE, e via discorrendo. Ormai sono cambiate tante cose e sarebbe perfettamente inutile continuare a tirar fuori vecchi discorsi solo per il principio di fare gli stronzi a vicenda. Nessuno ci impedisce di continuare a picchiarci solo per divertimento, cosa che ai miei allievi del dojo piace parecchio tra l’altro. Ma di motivi reali direi che non ne abbiamo più. Insomma, condividiamo entrambi un destino infame e una maledizione altrettanto odiosa, e ci siamo parati il culo a vicenda più volte in questo senso, perché continuare coi litigi?”
 Ryoga lo osservò, piacevolmente stupito da quel discorso: la pensava esattamente alla stessa maniera, ennesima prova di quanto loro due in fondo non fossero poi così diversi.
 “E ti dirò di più” proseguì Ranma, ormai in vena di grandi rivelazioni “credo di averti sempre considerato un amico, o quantomeno la cosa che più si avvicinava a quella definizione. Intendiamoci, voglio bene a Hiroshi e Daisuke, ma... io e te condividiamo lo stesso amore per le arti marziali, le stesse situazioni ridicole e un’infanzia tremenda e solitaria, per non parlare dello stesso essere sentimentalmente e socialmente inetti...”
 “Era un complimento quello?”
 “Taci, fammi finire. Dicevo... io e te ci somigliamo più di quanto non vogliamo ammettere, ed è qualcosa che con Hiroshi e Daisuke non ho. Il feeling di capirsi al volo quando succedono determinate cose, di...”
 “...trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda?”
“Già.”
 Ryoga annuì. Non avrebbe potuto esprimere meglio quel concetto.
“E tutta questa pappardella l’hai detta prima a Mousse e non a me?” (4)
 “Geloso per caso?”
 “Forse. Potrei avanzare pretese solo perché ti conosco da prima.”
 “Lo sai che sei l’unico maialino nero per me.”
"Per forza, sono l'unico che conosci".
"Non fa alcuna differenza. Non potrei mai consegnare il mio rozzo cuore a un altro quattrozampe che non sia tu".
Si guardarono e si mandarono vicendevolmente a quel paese. Erano amici e l'avevano appena ammesso (più implicitamente per Ryoga, d'accordo, ma l'ammissione era stata comunque abbastanza palese) ma questo non significava che dovessero improvvisamente diventare liceali zuccherosi e abbracciarsi e darsi i bacetti sulla guancia. Brrrrrrrrr.
Trascorsero le successive due ore attendendo che la colonia di batteri, funghi e muffe che stava festeggiando il capodanno dentro la pancia di Ryoga gli desse tregua quel tanto che bastava per consentirgli di viaggiare. Il malato stette sdraiato tutto il tempo, con le mani sulla nuca e ci mancava giusto la spiga di grano in bocca per farlo assomigliare al Tom Sawyer dei poveri; Ranma invece aveva proprio deciso di darsi alla pazza gioia con Biancanera regredendo, se possibile, all'età mentale di un bambino dell'asilo nido. No, per la scuola materna era ancora troppo presto.
"Conosco quello sguardo, Ryoga" disse ad un certo punto "e non mi piace. Cosa stai tramando?".
"Io?" rispose innocentemente l'accusato, indicandosi con un dito "Cosa dovrei star tramando? So a malapena cosa significa quella parola, figurati se so metterla in pratica".
"Non fare l'ignorante buzzurro con me. Cioè, sei ignorante e buzzurro ma non fino a questo punto. Rispondi".
"Obbligami".
Un gesto di diniego e Ranma si voltò: "Non picchio gli infermi".
"Infermo? Saotome, devo considerare i tuoi connotati come i pezzi di un puzzle da smontare?" sibilò alzandosi in piedi.
"Ecco, stai bene. Possiamo andare".
"...".
“Su su, muovi quel tuo sedere suino o perdiamo il treno!”
 
 
Il rientro fu abbastanza tranquillo: Ryoga riuscì non solo a non perdersi per strada e sul treno, ma al contrario delle previsioni di entrambi non ebbe bisogno di chiudersi in bagno per vomitare; Biancanera si comportò egregiamente, e i cuccioli rimasero buoni buoni nello scatolone in braccio a Ranma - autoproclamatosi zio nonostante le frecciatine di Ryoga.
A Nerima trovarono ad attenderli due ragazze che credevano di avere le allucinazioni.
“Ryoga, ma a Ranma che hai dato da bere?”
 “Niente. Sono io quello che è stato male per il tè avariato semmai, grazie per la preoccupazione.”
 “Suvvia, sei un omaccione grande e forte! Cosa vuoi che ti faccia un po’ di tè andato a male?”
 “Ti prego Ukyo, non disperarti così tanto che poi ci rimango male.”
 “Basta battibeccare, piccioncini” si intromise Akane “qui ci sono situazioni più urgenti: che ne è stato del mio fidanzato che si atteggiava a macho della domenica?”
 “Guarda che ti sento, maschiaccio, e non apprezzo per niente queste tue battutacce. È vero che la zia Akane è cattiva, piccolino? È vero?” chiosò il codinato mentre teneva in braccio uno dei cuccioli.
 I tre continuarono a guardare allbiti il fu Ranma Saotome, portavoce del comitato di quartiere “Sono un vero uomo, non faccio cose da donnicciole” sciogliersi in una marea di squittii e versetti mentre giocava con quei cagnolini.
“La cosa che più mi inquieta” commentò Akane “è che fino a qualche tempo fa, per lasciarsi andare in questo modo, lo faceva diventando ragazza! Così aveva una... giustificazione!”
 “Non è vero! Menti!” borbottò lui.
“Ah no? E tutte le volte che siamo usciti a comprare un gelato e tu eri donna?”
 “Che c’entra, in quel caso sfruttavo il mio innegabile fascino femminile per avere uno sconto o del gelato in più!”
Akane roteò gli occhi e lasciò cadere il discorso, dedicandosi anche lei a Biancanera e i cagnolini insieme a Ukyo, mentre Ranma ancora strillava cose come: “Zia Akane è vero che ce ne portiamo uno a casa? È vero?”
 “Scoperta del lato tenero di Ranma a parte” riprese Ukyo “e mal di pancia di Ryoga, che poi si offende perché non lo considero abbastanza...” al quale il suddetto Ryoga rispose con una pernacchia. Ukyo ridacchio, poi proseguì: “Dicevo, a parte questo com’è andato il viaggio? Avete perso una giornata intera, credevo ci volesse meno tempo...”
 “Sai com’è, ho preferito essere sicuro di essermi ripreso del tutto prima di affrontare il treno...”
 “Mi sembra giusto.”
 “E ne abbiamo approfittato per chiacchierare - senza picchiarci e con pochi insulti, lo giuro” aggiunse Ranma.
“Oh, questo mi fa piacere!”
 “E poi abbiamo svelato un po’ di altarini, dichiarandoci amore reciproco.”
 “Anche quest-NO ASPETTA. Cosa.”
 Akane e Ukyo si augurarono di aver capito male.
“Sai com’è, Ryoga stava diventando geloso di Mousse...”
 “Ne ho tutte le ragioni! Hai detto che mi consideri un amico prima a lui che a me, è normale che io sia geloso!”
 “Oh suvvia, te l’ho già detto che non ho altri maialini neri che te! Cos’è, non ti fidi?”
 “Hai un passato di poligamia non indifferente, e io non voglio soffrire.”
 Le due ragazze si scambiarono uno sguardo allibito. Cosa diamine stava succedendo tra quei due buzzurri?
"Però, per mantenere una parvenza di enerosessualità, ci conviene tenere le qui presenti come schermo per la nostra bollente storia d'amore" disse Ranma mentre Biancanera gli saltava sulla faccia per riempirgliela di affetto e bava.
"Ouch! Ti voglio bene anch'io, cagnolona, ma ti prego ora smettila!".
"Penso che tu abbia ragione. Non mi sento ancora pronto ad andare in giro con te mano nella ma..." rispose Ryoga, venendo però interrotto da un rumorosissimo THUD.
Sulla sua testa un bozzo gigantesco che andava ingrossandosi di secondo in secondo.
A pochissima distanza da lui una Ukyo furibonda con in mano la sua fida spatola da guerra.
"Ryoga, ciccino!" guaì Ranma, ma ogni ulteriore sussulto da ragazzina isterica venne interrotto da Akane che lo prese per un orecchio.
"Dimmi che stai scherzando o ti castro" dissero pressoché all'unisono le due ragazze.
"STOSCHERZANDOMOLLAMIPERFAVORE" supplicò Ranma.
"STOSCHERZANDOTIPREGONONBASTONARMIPIÚ" supplicò a sua volta Ryoga.
"Kuonji, personalmente penso che questi due deficienti vadano puniti in maniera esemplare per aver cercato di farci venire un infarto quadruplo".
"Sono d'accordo, Tendo. Pane e acqua per i prossimi trenta secoli?".
"Troppo poco. Devo studiare qualcosa di più appropriato...".
"Come vuoi, Crudelia De Mon. Portati il tuo tomo a casa, che io penso al mio. Oh, idea: perché non ti fai consigliare da quello squalo di tua sorella?".
"Eccellente trovata. Bene Ranma, vediamo se un paio di giorni in mano a Nabiki ti faranno pensare dieci volte prima di rimettere in piedi una scenetta simile" ruggì trascinandolo fuori dall'Ucchan. Si era pure dimenticata dei cuccioli e di Biancanera, i quali guardavano il loro nuovo migliore amico venire portato via da una Erinni in guisa umana.
"Mi raccomando Akane, quando hai trovato qualcosa di efficace non dimenticarti di telefonarmi!".
"Ma... ma...".
THUD.


***
(1) Successo in La Follia della Donna, quinto capitolo di questa raccolta.
(2) Relazione nata in Two-Part Secret Heart, e "consacrata" in The Rest is Still Unwritten (terzo capitolo di questa raccolta).
(3) Tutto cominciò in Secrets of the Heart Split in Two :D
(4) Sempre in La Follia della Donna.

***

 

*Mana si augura di non dover di nuovo litigare con l'editor html*
Sesto capitolo di questa (un po' ignorata ;_; ) raccolta, tutta dedicata a Ranma e Ryoga e al loro rapporto di nemici/amici (ormai in via di miglioramento!), all'entrata in scena in questi lidi di Biancanera e prole (questi ultimi dovrebbero ormai essere abbondantemente cresciuti, ma ci servivano adorabili palline di pelo per far rincretinire Ranma *propositi importanti*) e, soprattutto, focosi risvolti shonen-ai! *ride*
La citazione musicale di questa oneshot viene da I'll be There for You dei The Rembrandts, che fa anche da titolo.
Speriamo che tanta idiozia e tanto fluff siano stati di vostro gradimento - e in caso fatecelo sapere anche con due righe, che a noi fa sempre piacere!

PS: Il "seriously" di Ranma è voluto, così come "enerosessuale" (citazione goliardica da una storia di Kaos). Just sayin' :D
Alla prossima,

Mana e Kaos

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Walpurgisnacht