Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Anima Evans    09/04/2013    3 recensioni
Ciel è stato lasciato da Lizzy per l'ennesimo capriccio ma dopo un periodo nero ora ha una nuova lady.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Meirin, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda estate del 1885 e io stavo andando a trovare il mio amato, gli ero stata promessa ancora prima di nascere ma non mi ero mai pentita della mia scelta. Lui aveva già avuto una ragazza nonostante la giovane età ma lei presto si stufò di lui e del suo sorriso mancato e lo lasciò, che stupida. Mi ero messa il vestito che a lui piaceva tanto, era con delle balze non molto vistose e color vinaccia perché faceva risaltare i miei occhi e i capelli li lasciai sciolti con dei piccoli boccoli e qualche fiore tra i capelli. Arrivai alla sua residenza e subito il suo maggiordomo mi salutò

«Buongiorno signorina Mary, il signorino vi aspetta in giardino. Ci tiene a farle vedere le rose che devono ancora fiorire. »

Io poggiai la mano su quella del bel maggiordomo che ho sempre invidiato a lui e dissi

«Buongiorno a te Sebastian, ha avuto un pensiero molto dolce potresti portarmici? Sono ansiosa di vederlo.»

Dico io allegra ma sempre educatamente e lui risponde educatamente

«Yes, my lady. »

E passammo per casa Phantomhive, l’enorme casa del mio amato che io amavo moltissimo sin da quando ero piccola, ricordo che io e lui giocavamo sulle scale facendo cadere le biglie e ridevamo spensierati. Poi Sebastian aprì la porta di legno finemente lavorata e fui subito inebriata dal profumo delle rose bianche che il mio fidanzato preferiva. Appena mi vide mi prese la mano e mi fece un elegante baciamano

«Mia cara ti aspettavo. »

Io sorrisi arrossendo un po’ e dissi

«Buongiorno mio amore. »

Quegli occhi azzurri a cui non potevo mai resistere, uno era coperto con una strana “deformazione” violastra che lui chiamava “sigillo” e che forse amavo ancora di più, il suo naso piccolo e dritto, la sua bocca che era un delicato bocciolo e i denti dritti e bianchi, i capelli lisci e blu come la notte incorniciavano il suo bel viso dalla pelle di luna. Lui mi chiese

«Hai fatto un comodo tragitto, Mary? »

Io gli risposi

«Abbastanza, Ciel. »

E lui mi intrecciò le mani e mi fece vedere delle splendide rose, bianche come la neve e grandi quanto il mio pugno. Ne staccò uno attento a non pungersi e me ne mise una tra i capelli

«Sei incantevole oggi, hai messo il mio vestito preferito. »

Io gli sorrido e chino leggermente il capo

«Yes, my lord. Sono lieta che vi piaccia. »

Intanto che noi parlavamo Sebastian aveva già preparato un tavolo imbandito con il migliore servizio da the e aveva fatto il mio dolce preferito: custard pie alla vaniglia con crema di violette e more e serviva il nostro the preferito ossia il Jackson earl grey tea.  Con Ciel discutemmo sul ballo che si sarebbe tenuto la sera e beh come sua abitudine ormai voleva sapere cosa mi sarei messa ma era un segreto. Per il resto parlammo di scacchi e anche di affari, potevo vantarmene di essere l’unica a cui il conte Phantomhive raccontava anche i suoi affari e disse che la sua azienda andava a gonfie vele anzi, voleva espandersi e io gli feci i miei complimenti, era sorprendente come un ragazzo cosi piccolo possedesse già una fortuna del genere. Dopo essere stati in giardino io mi ritirai nelle mie stanze e feci un bagno caldo. Nel pomeriggio lessi un libro e successivamente chiesi a Ciel di fargli un ritratto e lui paziente mi disse di si. Lo disegnai nella maniera migliore possibile e quando glielo feci vedere paragonò addirittura il mio disegno ad una foto. Disegnai anche Sebastian che ne fu onorato insieme agli altri della servitù, lui era cosi diverso da loro che all’inizio mi spaventava ma poi ho imparato a relazionarmici amichevolmente. Il pomeriggio passò placido e rilassato e verso le 6 mi preparai per il ballo e dopo un ora esatta mi presentai sulla scalinata di casa Phantomhive, il salone era pieno di aristocratici e uomini d’affari importanti ma per me il più importante era ai piedi della scalinata che mi guardava ammirato. Avevo un elegante vestito viola, il colore era simile al suo “sigillo” ma che alla luce poteva anche cambiare nel blu notte simile ai suoi capelli. Avevo i capelli raccolti in una crocchia scomposta volutamente e fermata con la sua rosa e i guanti bianchi come il bel fiore. Ciel mi sorrise impercettibilmente ma per me che era raro vedere un suo sorriso quello era un onore. Mi prese per mano e mi presentò all’aristocrazia ovviamente come sua futura consorte ed attuale fidanzata, in seguito Sebastian iniziò a suonare il violino e lui mi invitò ad aprire le danze con lui e io sorrisi accettando. Ballammo e volteggiammo per tutta la sera e una volta nella mia camera mi preparai per la notte ma poi Mey-rin mi bussò alla camera dicendo che Ciel voleva vedermi e come potevo rifiutare? Andai in camera sua e lui mi accolse calorosamente

«Mary, perdona l’ora mia cara ma non so stare senza guardarti. »

Sorrisi e dissi

«Beh non sono adatta a te cosi…»

Ma lui mi baciò la mano e disse

«Sei troppo modesta…ti va una partita a scacchi? »

Io adoravo gli scacchi e cosi dissi

«Certo, se vinco io dormirò nel tuo letto. »

Dico io quasi superba ma poi lui disse

«E se vinco io, my lady mi concedereste un bacio? »

Rimango spiazzata da quella richiesta ma un raggio lunare rende il mio amato quasi un angelo oscuro, una figura eterea e bellissima. Cerco di darmi un contegno e dico

«Pensate a vincere, conte Phantomhive. »

E rido divertita. Lui mi fa accomodare e come sempre lui sceglie i pedoni neri mentre io quelli bianchi. Giochiamo una partita sostanzialmente alla pari, parlando del ballo appena svolto e su propositi del giorno dopo ma poi lui dice

«Scacco matto. »

Ed era vero, senza accorgermene mi aveva fregata.

«Avete vinto Ciel, complimenti»

Lui si avvicina a me e dice

«Oh andiamo Mary, ritorniamo al tu. »

E io dico sorridendo

«Ok Ciel, ma bando alle ciance io so cosa vuoi…»

Lui annuisce e mi fa alzare portandomi alla finestra ed esponendomi alla luce lunare, io ignoro delle trasparenze della vestaglia e mi dice

«Sei bellissima. »

Io gli confesso

«Anche tu, occhi di cielo.»

Era un nomignolo affettuoso che gli davo spesso. Lui mi carezzò la gota arrossata e piano piano si avvicinò alle mie labbra. Quando si posò delicato su di esse una zaffata calda ma anche fredda mi invase, ero inebriata da lui. Gli carezzai i capelli e lui mi abbracciò, si stacco un secondo e mi disse

«Ti amo Mary Sue Brighton»

E io risposi innamorata quanto lui

«Ti amo Ciel Phantomhive.»

E di nuovo posò le sue tenere e morbide labbra sulle mie.
 

   
 
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