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Autore: TangerGin    09/04/2013    35 recensioni
Non potremmo essere più distanti l'uno dall'altra, lo dicono persino i nostri nomi.
{in revisione}
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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daaz21

~ Capitolo 21 ~
Epilogo

 

 


Da: a.vogel@ucl.uk
A: zayn.m@ucl.uk
Oggetto: PUNTUALE!
“Ti giuro, se alle 14.30 non ti vedo, vestito decentemente, in cima a quelle scale, preparati ad essere evirato.
Jess è di là in camera che sbraita, mi sta facendo provare venti milioni di paia di scarpe diversi, quindi non posso dilungarmi in minacce degne di questo nome. Spero che la prospettiva di una vita senza il tuo amichetto Javadd sia stata abbastanza intimidatoria.
A ♥
PS: ti amo, ma se arrivi in ritardo la situazione potrebbe cambiare.
PPS: scherzo, mi sa che ti amo in ogni caso”
 
Da: zayn.m@ucl.uk
A: a.vogel@ucl.uk
Oggetto: Re: PUNTUALE!
“Guarda bella mia che quella che ci rimette, da un’eventuale mia castrazione, sei tu. Ci penserei bene due volte prima di lanciarmi queste avvisaglie.
Comunque è tutto pronto, sta’ tranquilla, dormi, e rompi meno le palle ;P
Z.
PS: ti amo, anche se sei una cazzo di ansiosa :) ”
 
 
Mi sveglio alle cinque e cinquantacinque del mattino, con la faccia impastata dal sonno, ma l’adrenalina già scorre frenetica. Se sono riuscita a chiudere occhio per qualche ora posso ritenerlo un traguardo.
Comincio a camminare nervosa per la camera, controllando che tutto sia pronto: il vestito c’è, è stirato ed è pulito, le scarpe – alla fine scelte da Jess e con un tacco decisamente troppo alto – sono al loro posto, accanto alla sedia. Orecchini e ciondolo da abbinare, sempre scelti dalla mia amica, sono riposti con cura sulla scrivania. Insomma tutto è pronto tranne io.
Si sono fatte le sei e venti. Vado a sciacquarmi la faccia, mi faccio una tisana cercando di sciogliere qualche nodo di quel gomitolo d’ansia, e mi pianto davanti alla finestra della cucina, a fissare l’alba che sta pian piano riempiendo con il suo rosa ogni facciata di ogni palazzo di Londra.
“E ti pareva. Lo sapevo.”
Mi giro, e trovo una Jess assonnata che si stropiccia gli occhi, con addosso una delle maglie da calcio di Louis.
Sospiro, senza risponderle, mentre lei si avvicina e mi cinge le spalle con il braccio infreddolito.
“Coraggio, Vogel, non morirà nessuno. È un gran giorno, ma arriverai in fondo e ti sarà sembrato una passeggiata, come per tutti le miliardi di persone che ci sono passate prima di te. E poi ci saremo tutti noi, insomma, cos’hai da temere?”
Appoggio la testa sulla sua spalla, sospirando ancora.
“Non lo so… voglio dire, è una cosa che ho sempre sognato, non mi sembra vero che sia davvero arrivato questo giorno ma… se faccio una figura di merda? Se inciampo? Se mi dimentico qualcosa?”
Jess mi stringe un po’ di più a sé.
“E se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola! Insomma, piantala di ossessionarti con tutti questi se e questi ma!”
Dal salotto sento provenire un rantolo strano, seguito da un “Ahi!” e dei passi strascicati che arrivano fino in cucina, così da rivelare che l’origine di quei versi animaleschi non è altro che Joe.
Si gratta la nuca, sbadigliando, e “Certo che potreste fare un po’ più piano, cristo santo! Sono le sei e mezza! Si può sapere perché cazzo siete sveglie a quest’ora?”
Jess scrolla le spalle, indicandomi con il pollice “Lo sai com’è fatta tua sorella” e, come se questo spiegasse tutto, Joe lancia uno sguardo complice e rassegnato alla mia amica. Devono piantarla di trattarmi come una pazza sclerata – anche se forse, adesso, potrei sembrarlo davvero.
“Sentite, mettetevi nei miei panni! Voglio vedere quando toccherà a te, cara mia: ti rinfaccerò queste parole accondiscendenti – dico, fingendomi offesa – quanto a te, Joe, dubito che ti troverai mai al mio posto quindi non puoi capire” e riservo un sorrisetto sarcastico a mio fratello che, di tutta risposta, mi tira uno scappellotto.
Mancano ancora otto ore e probabilmente morirò prima, mangiata viva dall’ansia.
 

Liscio il vestito un’ultima volta, prima di indossare i tacchi, e mi guardo allo specchio: Jess mi ha sistemato i capelli in una complicatissima treccia (ho scommesso che non durerà fino a stasera, ma vedremo) e mi ha truccato in modo perfetto, tant'è che mi sento quasi carina.
“Ollallà, Vogel, ti sembra il caso di voler fare strage di cuori?” esclama Tommo, sporgendosi dalla porta di camera, mentre mi infilo le scarpe. Gli lancio un’occhiataccia, per poi afferrare la borsetta che avevo lasciato sul letto e seguirlo all’ingresso dove Jess e Joe mi stanno aspettando.
“April, lasciatelo dire: oggi mi assomigli quasi, da quanto sei bella” esordisce mio fratello, con la sua solita ironia spicciola, mentre io lo ringrazio con una linguaccia.
“Dopotutto, è opera della sottoscritta” dice, battendo le mani entusiasta, Jess.
“Sì, okay, adesso possiamo muoverci? Sono vagamente nervosa” sbotto io, afferrando il cappotto nuovo e precipitandomi fuori dall’appartamento. Ho bisogno di aria fresca, o non sopravvivo.
 
Arriviamo davanti all’edificio incriminato alle due e mezza in punto. Troppo tardi, secondo i miei standard di ansiosa cronica.
Esco in fretta e furia di macchina, seguita da Jess che cerca in tutti i modi di evitare mie eventuali cadute plateali, o che mi si sporchi il cappotto, o che si distrugga l’acconciatura.
Entro nel maestoso atrio e seguo la freccia rossa, inizio quindi a salire, quasi correndo, la lunga scalinata, lasciando la mia amica qualche metro dietro di me, ed inizio a pregare tutti gli dèi di tutte le religioni esistenti che Zayn sia là. La mia minaccia di ieri sera non era tanto per dire, spero se ne sia reso conto.
Mi fermo per riprendere fiato, lanciando un’occhiata in cima alle scale e riconosco subito quella nuca di capelli corvini che conversa, apparentemente divertito, con Niall.
Alzo la mano per farmi notare dal biondino che, vedendomi, si illumina ed inizia a gridare “È arrivata! È arrivata!” come un demente.
Non sto mica andando a sposarmi, non c’è bisogno di fare tutti quei versi.
E quindi Zayn si gira, e mi regala uno di quei sorrisi che solo lui è in grado di donarmi. Un sorriso in cui non c’è solo amore, ma c’è amicizia, c’è comprensione, c’è supporto, c’è coraggio. E mi basta vedere quel sorriso, un po’ infantile se dobbiamo dirla tutta, perché tutte le ansie inizino a scorrere via.
Li raggiungo velocemente e mi getto tra le braccia del ragazzo.
“Sto crepando di ansia” biascico, liberandomi dal suo abbraccio, per poi posare un fugace bacio sulle sue labbra, e mi sporgo per abbracciare anche Niall.
“Sì, è piuttosto palese – ridacchia lui, accarezzandomi la schiena – non noti niente di diverso in me?” dice poi, ammiccando.
Mi volto e lo guardo confusa per qualche secondo, per poi illuminarmi.
“E’ SCOMPARSO! QUEL CIUFFO RIDICOLO! – esulto, iniziando a toccargli con frenesia i capelli, scompigliando tutto il gel che nonostante tutto aveva messo – oddio Zay, è il più bel regalo di laurea che potessi farmi!”
Lui e Niall iniziano a ridere di gusto mentre io continuo a bearmi del fatto che quel ridicolo pennacchio platinato sia morto. E fissando Zayn, in giacca e cravatta, senza più quell’oscenità tamarra tra i capelli, mi sobbalza per un attimo il cuore, e mi dimentico per qualche secondo del fatto che di lì a poco dovrò discutere la tesi, e che dovrei ripassarmi il discorso, e penso solo al fatto che il mio migliore amico è veramente bello da farmi mancare il fiato.
Sì, okay, ancora mi è difficile chiamarlo “il mio ragazzo”, men che meno “il mio fidanzato”, perché lui resta comunque, per prima cosa, il mio migliore amico. Zayn è quella persona su cui ho potuto contare anche quando eravamo entrambi troppo ciechi per capire che forse quel sentimento che ci univa andava al di là dell’amicizia, quella persona che ha saputo accettarmi e amarmi anche per ogni mio singolo difetto, senza però chiedere nulla in cambio.
 
Jess, Joe e Tommo arrivano qualche minuto dopo, seguiti da Liam, Harry e Doniya.
A quanto pare, i due hanno iniziato a frequentarsi dopo che Harry andò a parlare con Zayn, in quella fredda giornata di Gennaio. Doniya infatti si trovava in casa ed, avendo assistito alla scena, ritenne opportuno cercare di consolare Harry – dopotutto si conoscevano da una vita, anche loro. Evidentemente è stata molto brava a consolarlo, perché ormai fanno coppia fissa da quasi quattro mesi, e la cosa non potrebbe rendermi più contenta, davvero. Vedere Harry sorridere sincero, sentirlo scherzare con leggerezza, non sentire più nessuna traccia di rancore nelle sue parole, e non vedere più quella tristezza che sfumava nelle sue iridi verdi, è stata la ciliegina che ha coronato questi ultimi mesi di – beh, ormai posso ammetterlo anche a me stessa - felicità.
Perché credo davvero di essere felice, in questo momento: sono innamorata, senza provare alcun rimorso né risentimento, sono innamorata di un ragazzo che mi fa star bene ma che talvolta mi fa anche incazzare come una biscia, ma non ho paura.
Perché, anche se il rischio di soffrire resta comunque, ho capito che non devo pensare al futuro, ma pensare al presente. Ho capito che quella impulsività, che ritenevo tanto nociva, è in realtà il mio pregio maggiore, e da quando mi sono resa conto di ciò ho imparato ad amare veramente la vita. E viverla con accanto un ragazzo straordinario come Zayn è un onore che non posso lasciare andare sprecato solo perché ho paura di poter soffrire, in un possibile domani.
Saluto tutti i miei amici, e mi sento sempre più fortunata ad averli incontrati. Perché nei loro sorrisi, nelle loro parole di incoraggiamento, c’è tutta la forza di cui ho bisogno, tutta quella forza che da sola non possedevo e che adesso invece mi aiuta ad andare avanti.
 
“Signorina Vogel, si tenga pronta perché tra venti minuti è il suo turno” mi avverte l’assistente del mio relatore.
Comincio quasi a tremare, iniziando a ripetere a raffica tutti i concetti della mia tesi, camminando in su e in giù nell’atrio davanti all’aula magna.
Zayn, dopo aver salutato gli altri, mi raggiunge nel bel mezzo del mio sclero pre-laurea, e si appoggia al muro, con le braccia conserte, fissandomi dall’alto del suo metro e settantacinque. Sento i suoi occhi indagatori seguirmi, quindi mi blocco, sbottando in un “Che c’è?” esasperato. Non voglio trattarlo male, ma sono veramente alla frutta, in questo momento.
Lui sorride, e apre le braccia, invitandomi a trovare un conforto in esse: sa perfettamente che quel gesto potrà darmi la calma, la forza e la fiducia per affrontare ogni cosa.
“April, stai tranquilla. Mi hai ripetuto il discorso allo sfinimento tanto che ormai penso di potermi laureare pure io in Chimica – dice lui, soffiandomi dolcemente le parole sul viso, accarezzandomi piano la schiena – e poi ci sono io, no? Quindi non preoccuparti di nulla, d’accordo?” conclude, posando un leggero bacio sul naso.
Alzo lo sguardo, per incontrare quelle due iridi profonde e cangianti che mi hanno dato coraggio in più di un’occasione. Quegli occhi che inizialmente quasi odiavo, quegli occhi che ho imparato ad apprezzare, e poi ad amare in ogni loro sfumatura ed emozione, occhi che non solo sono capaci di trasmettere, ma anche di leggere. Perché quello sguardo è sempre stato uno scanner preciso per la mia anima, a lui è sempre bastata solo una semplice occhiata per capirmi completamente.
Sospiro, annuendo con la testa.
“A volte sei quasi fastidioso da quanto sei perfetto” borbotto io, affondando il viso nell’incavo del suo collo, e suscito in lui una leggera risata.
“E te a volte sei quasi fastidiosa da quanto sei scema” risponde lui ironico, a tono.
Vedo l’assistente sbucare nuovamente da dietro la porta, facendomi cenno di seguirla.
Sento il cuore che mi arriva fino in gola, bloccandomi il respiro.
Riesco solo a sussurrare un “che palle, ti amo da morire” a Zayn, lasciandolo con un sorriso divertito sulle sue labbra, che poi mimano un “anche io”, proprio prima che io entri nell’aula magna.
 

 
“Senti, ma adesso come dobbiamo chiamarti? Dottoressa Vogel?”
“Beh, certo, lo pretendo. Non risponderò ad altro nome se non quello di Dottoressa. Anche Professoressa può andar bene, ma solo per voi perchè siete miei amici” rispondo scherzando a Liam, dopo aver fatto cozzare il mio bicchiere contro il suo, ennesimo brindisi di una lunga serie che ci vede ormai quasi tutti brilli, a forza di bollicine di spumante.
Finisco di versare l’ultimo goccio dell’ultima bottiglia di quel liquido dorato inebriante nel calice e cerco di alzarmi in piedi dal divano, traballando un po', suscitando le risate scomposte di tutti i miei amici, mentre sento la mano salda di Zayn che cerca di sorreggermi per non farmi crollare definitivamente sul tappeto. Dannate scarpe col tacco di Jess.
“Voglio dedicare quest’ultimo brindisi – dico con tono solenne, alzando in aria il bicchiere – al professor Mahajan: un vecchio indiano rincoglionito senza il quale oggi non eravamo qua!” concludo quasi urlando, facendo scoppiare a ridere nuovamente tutta la compagnia, che adesso mi guarda anche con fare interrogativo.
“Cosa c’entra il tuo prof di Chimica Fisica?” mi chiede innocentemente Niall.
Mi accascio sulle ginocchia di Zayn, appoggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi. Forse ho bevuto un po’ troppo, ma se non sono legittimata a ubriacarmi il giorno della mia laurea, allora quando lo sono?
Sento le labbra del moro posarsi dolcemente sulla mia fronte, incrinate in un sorriso.
“Se questa deficiente non avesse sbagliato l’indirizzo mail del suo professore, a quest’ora io ero un ragazzo libero e spensierato” risponde ironico alla domanda di Niall, beccandosi conseguentemente una gomitata nello stomaco da parte mia, che mi fingo offesa. Un’altra risata irrompe nell’aria, e mi ubriaco ancora di più grazie ai volti allegri e  sereni dei miei amici.
“Sarei stato più libero e spensierato, ma devo dire che questa prigionia mi piace un sacco” mi sussurra Zayn nell’orecchio, ed io mi volto per far incontrare le nostre labbra, soffocando una risata in un bacio spontaneo, privo di senso di colpa, privo di malizia, un bacio che racchiude tutti quei mesi passati a cercarci e non trovarci, perché troppo spaventati.
In effetti, l’amore può considerarsi quasi una prigione, se ci pensate bene.
Però, a differenza delle galere comuni, l’amore è una suite d’albergo a 5 stelle, con petali di rosa in ogni dove, fiumi di cioccolata che scorrono dai rubinetti, letti soffici con cuscini altrettanto morbidi, e divertimenti senza fine.
L’amore è una prigione perché ti tiene stretto ad un’altra persona, ma è una prigione dolce e volontaria ed, ora come ora, è l’unico posto dove vorrei stare.
Perché potrei seriamente vivere per sempre così, seduta sulle gambe del mio ragazzo (oddio, l’ho detto), cinta dalle sue braccia, e circondata dalle persone che amo.
Certo, essermi laureata in Chimica non avrebbe più molto senso, se vivessi per sempre così. Ma, almeno per stasera, voglio credere che questo attimo possa considerarsi infinito.


 

Boh vabbeh ora mi riprendo *si soffia il naso*
Se penso che questa fanfic è finita... boh, mi sento VUOTA. Ormai raccontare delle vicende di April, Zayn & Co. era diventata talmente un'abitudine che l'idea che martedì prossimo non sarò qua a postare mi rattrista seriamente. Perchè, volenti o nolenti, ci si affeziona davvero ai personaggi di cui si scrive, e poi io detesto gli addii :'(
Però, dai, era il loro momento. Se avessi continuato a tirarla per le lunghe non solo mi sarei stufata io, non solo si sarebbero stufati loro personaggi (lol), ma soprattutto vi sareste stufate voi, le lettrici più splendide di questo Universo ♥
Due parole due sul capitolo:
1) all'inizio ho cercato di "far credere" che stessero andando a sposarsi, quando in realtà era la laurea di April AHAHAHAH non so se sono riuscita nell'intento, a dire il vero, ma mi ha divertito scriverlo c:
2) È scritto al presente perchè ho questa abitudine, se scrivo tutta la storia al passato, mi piace pensare che l'epilogo sia un "presente" da cui viene raccontata la storia *non si sa spiegare*
3) datemi impressioni su Zayn ed April FINALMENTE assiemeeee :DDD io gli voglio troppo bene, ci scriverei altre 120233481 fanfic solo su loro due ahahah ma voglio sapere cosa ne pensate voi ♥

E ora il momento più importante. I ringraziamenti.
Davvero, vi ringrazio una ad una.
Da chi ha seguito la storia dal primo capitolo, da chi invece è arrivato da poco, da chi ha recensito a chi invece ha letto silenzioso, da chi mi ha fatto sapere anche solo con un messaggio che la storia gli piaceva, a chi mi ha scritto su twitter.
Siete meravigliose, e non ci sono parole sinceramente adatte per descrivervi: non lo dico per "leccare il culo" o chissà che, anche perchè sono una schiappa a mentire: il supporto che ho percepito da ciascuna di voi è stato davvero prezioso, ed è una benzina che mi carica ogni giorno, sia per continuare a scrivere sia per darmi forza nel quotidiano, quindi potete capire quanto siate importanti ♥
Quindi, grazie alle 100 persone che hanno messo la storia tra le seguite (CENTO! Mi sembra assurdo da leggere quel numero!), alle 70 che l'hanno messa tra le preferite e alle 22 che l'hanno aggiunta alle ricordate: vi a-do-ro.
E ora la pianto perchè ho seriamente il magone, ed è meglio se levo le tende.

Grazie ancora, per tutto ♥
xx Gin~

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