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Autore: Osage_No_Onna    09/04/2013    1 recensioni
Uhm... salve Folk, che dire sulla mia ennesima storia?
A parlare qui è la protagonista della mia storia d' avventura "Il vento del coraggio", Crystal Petranova, che è molto diversa dalla "ragazza-tipo": è sì bella, ma anche coraggiosa, intrapendente, intelligente, abile ed indipendente. Ed è proprio la sua indipendenza il suo tratto distintivo, quello che apprezza di più. Quando incontra Simon Jack Diamond, poeta prodigio ancora in erba ma non per questo un pappamolle, c'è subito un colpo di fulmine. Riflettendo sull' indipendenza la nostra eroina riflette anche sul suo amore.
Lo so, è un po' confusionaria... perdonatemi.
Se volete scoprire i pensieri di una giovane Amazzone sull' amore c'è solo un modo per farlo: leggere qui!
Hope you like it!
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Clover Quartet- But He Loves Me'
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Crystal Petranova

Independence

 
“Vagando in un mondo distrutto
Sono arrivata qui, come se avessi un destino scritto nei tuoi confronti”
[ClariS- Connect]

 
 
“Chi sarà mai? È un guerriero formidabile!”
“Guerriero io? Oh no, state prendendo un granchio bello grosso, cari miei!”
*Lancia in aria il soprabito e si toglie il cappello*
“Io sono una GUERRIERA. Mi presento: Crystal Petranova, la figlia del generale Petranova. Ho quasi quattordici anni e sono in viaggio per ritrovare la mia famiglia. Non provate a mettermi i bastoni tra le ruote, la pagherete cara. Ed ora, buona fortuna.”
Fin da piccola sono stata indipendente. Odiavo i giochi delle bambine. Non volevo giocare a prendere il tè con le bambole o fare sfilate con i teli da mare. Preferivo fare le lotte con i bastoncini, andare a cavallo, sfidare i ragazzi in gare di corsa o andare nell’ orto a studiare le lumache. I bambini mi apprezzavano per questo, si accapigliavano pur di essere i primi a giocare con me. Le bambine non capivano, ma mi ammiravano: ero l’ unica che riuscisse ad andare d’ accordo con gli altri. E soprattutto perché ero la più bella tra loro. Persino le ragazzine borghesi, tanto spocchiose,  davanti a me diventavano docili come agnellini. E mi chiedevano, ammirate, come facevo ad essere così bella.
Ero piuttosto disadorna, se devo dire il vero. Avevo un’ abbigliamento piuttosto semplicistico, ad imitazione di quello dei miei fratelli. Pantaloncini, maglietta e un paio di stivali di cuoio, pratici e funzionali. Le gonne larghe con la crinolina, che mia sorella Giada amava tanto, mi facevano orrore e le detesto ancora oggi.
Io sono Crystal Petranova, e da sempre amo l’ indipendenza. In tutte le sue forme.
Adesso sono a Homemoon, quarta tappa del mio viaggio. Siedo ad una scrivania d’ abete che ha ancora l’ antico profumo di bosco, quel profumo inebriante che adoro.
Mi ricorda le scampagnate nel boschetto alla fine di Tao Town con il mio migliore amico d’ infanzia, Shou. Ci arrampicavamo sugli alberi e lui, agile come uno scoiattolo, mi prendeva a braccetto. Io insistevo per arrampicarmi da sola, con grandi sbucciature di ginocchia, graffi dappertutto e risate. Non mi lamentavo  mai, perché non volevo fare la figura della frignona davanti a lui, anche se le sbucciature facevano davvero male.
Decisamente ho perso colpi: ad Emerald ho trovato un messaggio inciso su pietra da mio padre e sono scoppiata senza ritegno. Austin e Jack però sono stati molto comprensivi e mi hanno lasciato sfogare.
Il fatto è che tanti anni di “solitudine” mi hanno fatto capire che la figura dei genitori è veramente importante. Non ho mai visto mio padre, ma lo ammiravo, conoscendo gli aneddoti di guerra da mia madre e dai miei fratelli Zaffiro, Ambra e Quarzo. Dalla nascita di Giada si è segregato e non è praticamente più venuto fuori. Le rarissime volte che mi capitava di vedere un suo ritratti o le sue armi e la sua armatura, imbevute di canfora, pensavo agli scontri epici di cui era stato protagonista e li guardavo con muta ammirazione. Nei miei sogni mio padre era un’ eroe con il mantello che salvava le ragazzine e le donne in pericolo.
In questo viaggio sto scoprendo molte cose di lui che ancora non sapevo.
E, soprattutto, ho scoperto lui… Simon Jack Diamond.
Ero da poco arrivata ad Emerald e mi ha subito attratta: suonava la cetra al centro della piazza principale, declamando a memoria Il cantare dei Liberatori.
Ha i capelli corti e neri, tutti ricci, gli occhi di smeraldo, il naso un po’ aquilino e gli arti lunghi. Si muove con una strana grazia tutta maschile che peraltro gli dona moltissimo. Si veste di rosso, porpora, bianco e oro. Figlio di una cantante e di un orafo, ha una memoria eccezionale e un grande senso della lealtà. Potrebbe essere un’ ottimo guerriero se lo volesse, ma lui ama l’ arte, specialmente la poesia. Non posso biasimarlo perché le poesie piacciono molto anche a me, in particolare gli haiku e un paio di poesie che mio padre mi ha dedicato. Una di queste mi ha colpito molto:
Bambina dagli occhi cristallini
I tuoi capelli, mantello di seta, seguono i tuoi movimenti.
Sei una lupa solitaria
Segui fieramente la tua strada.
Ancora non sai che un girono sarai
Tu a liberare tutti noi  dalla maledizione.
Tu ridi, bambina, aspirante cavaliere.
Crystal dal sangue puro.
Mi sono sentita per metà tirata in causa e per metà orgogliosa. Ma, ritornando a Simon Jack, per ora si è dimostrato davvero… delizioso è usare un eufemismo. Sempre ad Emerald, mentre visitavo la Cattedrale Nera, sono stata sfidata da un certo Cavaliere Oscuro (che fantasia!) che si è poi rivelato essere il fratello trentenne di Jackie, Austin Diamond, espulso dall’ “Accademia degli Schermidori” (ossia un collegio dove si impara più che altro a tirare di scherma e il mangiare fa schifo, lo so perché mio padre l’ha frequentata per cinque anni e se ne è lamentato spesso), lui mi ha difeso battendosi al fioretto per dieci minuti buoni, fino a quando non è stato ferito alla gamba, poi la situazione l’ ho presa in mano io battendolo. Non è da tutti giorni trovare un ragazzo carino che ti trova un po’ svitata ma ti ammira e si fa in quattro per te. L’ ho apprezzato molto, anche perché ha fatto tutto da solo, all’ improvviso. Da lupa selvaggia quale sono, adoro i ragazzi indipendenti e intraprendenti. E Simon Jack lo è, nella vita come in amore: non ho mai visto un poeta in erba esibirsi in piazza declamando un poema epico a ritmo della cetra. Né tantomeno un ragazzo innamorato che si dichiara in un biglietto in cui dice chiaramente che è cotto e stracotto (forse è un po’ esagerato). Di tutti i ragazzi che conosco nessuno è stato così ardito. Simon Jack –o Jackie, come lo chiamo io tra me e me- mi ha pure regalato una collana con su gli stemmi delle nostre famiglie. Di solito gli altri balbettavano qualcosa di incomprensibile, facevano una risata stupida e scappavano via.
Non lo sopporto quando i ragazzi fanno i pavidi. Non che non mi piacciano le persone timide: la mia migliore amica delle elementari, una bambina bionda tutta boccoli e occhi verdi, era davvero timidissima e mi adorava proprio perché io ero il suo esatto opposto.
È che nella mia mente i ragazzi timidi erano inconcepibili: io li vedevo tutti simpatici, belli, intelligenti, coraggiosi e intraprendenti. Non pensavo che in amore potessero essere così goffi, imbranati e timidi.
E Simon Jack, pur essendo un poeta (che nell’ immaginario collettivo è un tipo timido e chiuso), non è affatto così. In un certo senso è diverso dal “ragazzo-stereotipo”, proprio come la sottoscritta Crystal Petranova, che è una specie di Amazzone furiosa senza famiglia…
Il primo incontro è impresso nel mio cuore così come nel suo.
Sento di amarlo.
E, per una come me… è straordinario.
Aspettami, di certo prima o poi arriverò da te.
Queste sono le parole finali della sua ultima lettera.
Certo, lo farò.
Arriva presto, Simon Jack Diamond. Ti aspetto… 
 

Angolo dell' Autrice Depressa
Yeeee! La mia ennesima storia! Dato che oggi mi sento letteralmente a pezzi e per vostra enorme fortuna non mi va di stare qui più di tanto, lascio direttamente a voi la parola.
Cosa ne pensate? E' un obbrobbrio totale o si merita un' Oscar (ne dubito)?
Spero comunque che vi sia piaciuta.
Fatemi sapere!
See you!
-Puff  

   
 
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