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Autore: agaetis    09/04/2013    4 recensioni
La tavolozza ha sette mutamenti,
uno per ogni bacio che mi hai dato.
Sette baci di labbra e assoluto. [Alda Merini]

I sette baci di Arthur e Merlin, le sette tappe del loro amore.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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Pre-lettura: I fatti di questo primo capitolo sono riferiti alla 2x10, puntata in cui Arthur è sotto un incantesimo di re Alined, che desidera vedere Camelot in guerra con Olaf. Arthur quindi è follemente accecato da Vivian, la figlia di Olaf, re rivale di Uther. Quando Olaf scopre la tresca fra i due, sfida Arthur a duello. Per spezzare l'incantesimo, Arthur deve baciare il suo vero amore, così Merlin e Gwen organizzano un piano...





La tavolozza ha sette mutamenti

 

La tavolozza ha sette mutamenti,
uno per ogni bacio che mi hai dato.
Sette baci di labbra e assoluto.
                                                                                          Alda Merini



Il Primo
 
 
Il primo fu un dovere, avvenne per esigenza.

Merlin scostò le stoffe ruvide della tenda allestita per il torneo: c’era lei, Guinevere, con le labbra incollate a quelle di Arthur, proprio secondo il loro piano.

Fu il volto del suo principe, però, a non tranquillizzarlo per nulla: aveva gli occhi ancora assenti, l’espressione babbea di quegli ultimi giorni. E il fatto che, quando Gwen si allontanò dal suo viso per vedere gli effetti del suo gesto, Arthur rimase imbambolato a fissarla, ripetendo per ben tre volte che lei non era la sua Vivian, complicò ancor più la situazione.
 
Merlin stava sudando freddo, la faccenda era più problematica del previsto: era sicuro che Gwen fosse l’amore della vita di Arthur, non si era neanche posto il problema che un suo bacio non avrebbe funzionato! E adesso doveva assolutamente allontanarla, e provare lui stesso a far tornare Arthur normale, ricorrendo alla magia. Era la loro ultima possibilità.

Il primo passo non fu difficile: nemmeno il tempo di muoversi che Guinevere si era già precipitata fuori dalla tenda correndo, le lacrime che rigavano il suo viso tremante.
Per un attimo Merlin pensò che sarebbe stato giusto confortarla, ma non ne aveva il tempo; ci avrebbe pensato dopo. Mascherando la tensione dal viso, irruppe nella tenda.


«Sire, sta per iniziare il duello, lasciate che vi risistemi l’armatura» chiese pur di avvicinarglisi per portare a termine il suo compito.
«Merlin, ma che dici? Me l’hai messa neanche una veglia fa» bofonchiò Arthur «È già a posto così com’è».
«Sì, ma, vedete, non vorrei che durante il duello-»
«Sì, sì, capisco» lo interruppe Arthur agitando una mano per aria. «D’altronde sapevo già di avere un servitore idiota, non è una novità. Fa’ pure» sbuffò.

Merlin incassò il colpo e gli si mise dietro; armeggiò prima con lo spallaccio e poi con il busto dell’armatura, sistemando più e più volte la gorgiera per prendere tempo. E, grazie a Dio, Arthur iniziò a farneticare frasi sconnesse, complimenti e discorsi pomposi, la sua Vivian di qua, la sua Vivian di là… così poté lavorare più tranquillamente.

«Oh, è proprio la più bella ragazza che io abbia mai incontrato» Sospirava a ogni frase «È un dono degli dei, te lo dico io» e intanto Merlin provava.


Ma il primo incantesimo non funzionò.


«I suoi occhi… oh, i suoi occhi sono zaffiri che brillano alla luce del sole»


Riprovò.


Neanche quello.


«La sua bocca… un bocciolo di rosa in primavera»


Niente. Si leccò le labbra e ritentò.


«E la sua voce! È come il canto soave di un usignolo all’alba»
Santissimi numi, nulla.
 

 
Il panico riempì gli occhi di Merlin, tornati azzurri per un’ultima volta. E lasciò cadere le mani dall’armatura; il buio riempiva la sua mente, non aveva più alcuna risorsa.

«Merlin?» si voltò Arthur, non sentendo neanche una risposta alle sue continue orazioni.
 



Il panico. Le parole del Drago rimbombavano nella sua mente:
 



 “Giovane mago… La soluzione si trova nella forza più antica e potente di tutte, l’Amore”

“L’Amore?”

“Un bacio dalla persona amata spezzerà l’incantesimo, e lui non avrà più desiderio per Vivian”

 




Esatto.
 

E si sa…


«Non credi anche tu che sia la ragazza più fantast-»


… Quando è il panico a prevalere, la ragione impazzisce.

Merlin si buttò verso Arthur, fece aderire le loro labbra prendendolo per le spalle e sbilanciando il suo equilibrio. Arthur si ritrovò spinto contro il tavolo, le spade su esso che tintinnarono per il colpo.

L’ultima spiaggia per Merlin, per Arthur, e per Camelot era quella. E il Mago premette ancora di più sulle labbra del Principe sperando che finalmente avrebbe funzionato.

Arthur rimase interdetto, e il suo corpo si bloccò. Perché quelle non erano le labbra di Vivian né quelle di Guinevere: non gli davano respiro, erano calde e allo stesso tempo rigide come la corda di una cetra… ma gli piacevano, ammise a se stesso.

Si stava per abituare a quel contatto, dimenticando chi avesse di fronte, quando Merlin gli si allontanò notevolmente.

Aveva le gote arrossate e lo sguardo che non riusciva a trovare un appoggio, vagando velocemente nella stanza… Tutto pur di non fissare il suo padrone.


«Merlin» disse Arthur a bocca aperta, e un fremito lo accolse nel pronunciare quel nome.
Ma una scossa maggiore s’impossessò di lui e, come se fossero tornate le sue priorità, continuò «… Che cosa sto facendo?»
Almeno ha funzionato, pensò Merlin.
«State duellando... all’ultimo sangue» lo fissò negli occhi. «State perdendo»
«M-ma cosa» La sua voce era disorientata.
«Arthur, non c’è tempo per spiegare, ma ora dovete vincere» Merlin sorvolò sull’accaduto.
Il suono delle trombe intanto annunciava l’inizio dell’incontro; si diressero verso l’arena.
 

 
 
Arthur sconfisse l’avversario, Merlin non ne aveva dubbi. Ma un peso interiore lo trafiggeva.
Prese un respiro profondo.
 

E ora?

E ora avrebbe dovuto convincere Gwen che l’effetto del suo bacio si era verificato in ritardo, ma di non preoccuparsi, che era lei l’unico vero amore per Arthur. Lei.
 
Ma l’unico che doveva veramente preoccuparsi, era proprio lui.

E ripensandoci un altro brivido gli oltrepassò il corpo. Era stato ingiusto, illegale, malsano, un peccato mortale; era stato necessario… ma piacevole.
Si diede dello stupido per quell’ultimo, insignificante e assolutamente non vero pensiero.


E tornò nella tenda di Arthur per liberarlo dall’armatura.
 


Il primo fu un dovere, avvenne per esigenza.     






Note:
Buonasera a tutti :)
Spero abbiate gradito questo primo capitolo! Non voglio sbilanciarmi troppo nel parlare, quindi sarò breve. Sono sette capitoli che descrivono la storia d'amore fra Merlin e Arthur, saranno ripresi alcuni dialoghi o scene del telefilm, che mi hanno ispirato alla lettura.
Anche se, tutta questa pappardella, è nata dalla bellissima frase della grande Merini, che per me è sempre fonte di ispirazione.
Al prossimo "bacio"
Mara
   
 
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