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Autore: Valerie Clark    10/04/2013    1 recensioni
''Sì, l’amavo. Ed era una donna. E non ci avevo fatto sesso. E non volevo farci sesso, la amavo e basta. L’amavo come amo mia figlia, come non ho mai amato nessun altro. E avevo paura di non riuscire più a tornare indietro, ma, forse, semplicemente non dovevo tornare indietro, perché la vita è avanti.
Dove l’avevo conosciuta, come si chiama, di che colore ha gli occhi? Non importa, è passato ormai. Non la vedrò più per la prima volta, il suo nome mi suonerà sempre come una musica, comunque si chiami, e nei suoi occhi vedrò sempre il mare, di qualunque colore siano. Questo è il futuro. Questo è il presente.
In che direzione è diretta la mia vita? Cazzo, non lo so!
Ma poi, bisogna saperlo per forza? Non si può semplicemente vivere, vivere tutto come se tutto fosse una sorpresa? Sono gay, sono etero, sono bisessuale, chi se ne frega, non è una cosa che devo decidere adesso per il futuro.''
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quinn Fabray
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Road to nowhere-

 
Ho sempre odiato le persone che una mattina si svegliano e decidono che devono ‘fare un bilancio della loro vita’; no, dico, perché non te ne accorgi di come si bilancia la tua vita mentre la vivi? E poi, guarda caso, il bilancio ti esce sempre negativo, mentre non tutto ti sembrava sbagliato nel momento in cui lo facevi.
E allora perché rovinarsi, perché tirare fuori il passato, perché guardare al passato con così tanto orrore? Eppure lo fanno, lo fanno in molti.
L’ho fatto anch’io, l’altra notte, erano le due e cinquantasette, lo ricordo bene. A vent’anni, alle due e cinquantasette di notte, non ci si dovrebbe divertire? No, io stavo da sola nel mio letto vuoto a ‘fare un bilancio della mia vita’. Accidenti.
Alla fine però, Quinn, non ti è andata tanto male. Me lo sono ripetuto una trentina di volte, mentre bilanciavo la mia vita, l’altra notte alle due e cinquantasette. E tutto questo bilanciamento mi ha fatto anche bene: ho rivissuto nella mia mente tutte le immagini del mio passato, tutte quelle belle, felici, e mi sono accorta che erano nascoste anche dietro al problema più grande.
 
Mia figlia, per esempio. Una gravidanza indesiderata, un errore. Così la chiamavano, ‘errore’. E invece, quella notte alle due e cinquantasette, mi sono ricordata della piccola gioia che mi veniva dalla pancia, sotterrata dalla paura, per avere il compito di portarmi dentro questa bambina, questa cosa così piccola che avrei potuto ferire anche solo con un respiro, che sarebbe potuta sfuggirmi dalle mani con un soffio di vento. Mi sono tornate in mente le lacrime di gioia che scendevano dopo aver lasciato spazio alla paura.
Tenevo questa cosa minuscola dentro la pancia, e non potevo permettermi di sbagliare. E appena l’ho vista, appena me l’hanno messa in braccio, si sono completamente cancellati i ricordi del dolore, delle lacrime, della sofferenza.
Quella bambina è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, la cosa migliore che io abbia creato.
E allora mi sono accorta che l’amore di una madre va oltre ogni cosa, che non tutti possono essere madre, ma tutti hanno la fortuna di averne una, tutti hanno la fortuna, anche solo per nove mesi, di essere amati in quel modo.
Beth non è stata un errore. Nemmeno Puck lo è stato.
Forse quella sera non ci amavamo, ma, accidenti, avevamo sedici anni, chi è davvero innamorato a sedici anni? Quella sera ci volevamo. Non ci volevamo nemmeno bene, no; noi ci volevamo e basta. Ed eravamo così perfetti che siamo riusciti a creare un qualcosa di perfetto.
Quanti possono dire una cosa del genere?
Ho perso tanto nella vita, rimpiango tutto, ma non rimpiango quello che ho fatto.
Mi sono ritrovata senza una casa, senza una famiglia, senza un posto in cui appartenere, eppure non so se sarei la stessa persona che sono ora se non fossero successe quelle cose. Non so se avrei mai cercato un posto in cui appartenere, se non mi fosse stato tolto.
E quando ti tolgono tutto, non puoi fare altro che andare avanti. Per forza.
 
Poi, quella notte alle due e cinquantasette, mi è venuto da chiedermi dove fosse diretta la mia vita.
Ho pensato alle persone a cui ho voluto bene per anni e a quelle che amato per una notte. Ho pensato che a vent’anni va bene non sapere con certezza dov’è diretta la tua vita.
Poi ho pensato che avrei dovuto avere almeno un’idea. E invece non ce l’avevo.
Ho pensato anche che al glee abbiamo imparato ad accettarci per come siamo, e allora mi è venuto da chiedermi perché non riuscissi ad accettarmi, perché non avessi imparato nulla.
‘Dillo, Quinn, dillo con un filo di voce, almeno per una volta, almeno adesso che sei sola e non ti sente nessuno, almeno a te stessa, dillo.’
Ero innamorata, quella notte alle due e cinquantasette. Ero innamorata di una ragazza.
Ero gay? Sono gay? Sono gay perché mi sono innamorata di una che ha il mio stesso sesso? Sarei stata cosa se mi fossi innamorata di una margherita, allora?
Sì, l’amavo. Ed era una donna. E non ci avevo fatto sesso. E non volevo farci sesso, la amavo e basta. L’amavo come amo mia figlia, come non ho mai amato nessun altro. E avevo paura di non riuscire più a tornare indietro, ma, forse, semplicemente non dovevo tornare indietro, perché la vita è avanti.
Dove l’avevo conosciuta, come si chiama, di che colore ha gli occhi? Non importa, è passato ormai. Non la vedrò più per la prima volta, il suo nome mi suonerà sempre come una musica, comunque si chiami, e nei suoi occhi vedrò sempre il mare, di qualunque colore siano. Questo è il futuro. Questo è il presente.
In che direzione è diretta la mia vita? Cazzo, non lo so!
Ma poi, bisogna saperlo per forza? Non si può semplicemente vivere, vivere tutto come se tutto fosse una sorpresa? Sono gay, sono etero, sono bisessuale, chi se ne frega, non è una cosa che devo decidere adesso per il futuro.
 
Quindi sì, il bilancio della mia vita mi piaceva, e quello che non sapevo mi aspettasse, in un certo senso, mi piaceva anche di più.





W.C.
Bho, non lo so, semplicemente non lo so.
Non so se sono io, se non sono io, se potrei esserlo; è stato un attacco di rabbia alle tre di notte.


Questa è la ff a cui tengo di più
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1328428&i=1
   
 
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