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Autore: Nezu    31/10/2007    10 recensioni
Ho qualche talento? No. Importerà mai a qualcuno? No.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho alcun talento.

E’ da quando sono nata che me lo ripeto.

Cosa so fare, io?

Niente.

Cosa posso fare per gli altri?

La risposta è quella.

Niente.

Assolutamente niente, non mi conviene neanche provare.

Perché avrò solo l’ennesima conferma.

Sono inutile.

E probabilmente anche antipatica.

Non trovo altra spiegazione per quello che mi sta succedendo a scuola.

Le medie le ricordo come un sogno, un sogno in cui i miei sforzi venivano ricompensati.

Dove sapevo di avere degli amici, dove mi fidavo dei professori.

Ora che io esista o no non importa niente a nessuno.

Basta vedere come mi trattano in classe.

Parlo e nessuno mi ascolta.

Sto zitta e gli altri se ne vanno per i fatti loro.

Una volta ho provato a parlare con una ragazza che conoscevo dalle medie e che ho ritrovato qui al liceo.

Le ho chiesto quando c’era l’elezione dei rappresentanti d’istituto.

La risposta me l’ha data un ragazzo vicino a lei.

< Cazzo vuoi?>

Lei si è messa a ridere.

“Cazzo vuoi?”

Bella domanda.

Forse avere un minimo di rapporto umano.

Forse semplicemente parlare con qualcuno.

O solo riuscire a parlare.

“Senza il confronto non si cresce”

Me lo ripetono i professori, me lo ripete mia madre.

Ma chi è che si vorrebbe confrontare con me, se non vogliono nemmeno che io parli?

Ad eccezione delle persone con cui ho un legame di sangue (ma a volte neanche quelle) che provano affetto per me, a chi importo?

Solita risposta.

Nessuno.

Oltre ai miei familiari, nessuna delle persone incontrate nella nuova scuola piangerebbe una sola lacrima in caso di mia morte.

Non so parlare.

Quante volte mia madre si è arrabbiata perché non le rispondevo.

“Preferisci me o papà?”

Mi sembrava di sentire continuamente quella domanda.

“Ti credo se poi non riesci a fare i compiti, se chatti mentre li fai!”

Se non so parlare, allora l’unica salvezza è scrivere.

Ma se poi anche lo scrivere mi viene tolto.

Se anche quest’ultima forma espressiva mi viene tolta, cosa mi rimane?

Una famiglia che spesso e volentieri non riconosco come mia.

Sempre presa dai suoi problemi materiali, schizzata fino all’inverosimile.

E quel cretino che dovrebbe interessarsi minimamente di me se ne frega alla grande.

Anche se non mi vedrà per sei mesi.

Che gliene può importare?

Finchè i suoi argomenti al telefono sono “quando esce il prossimo numero di GMC?” potrò mai illudermi di essere qualcosa per lui?

No.

Nessuna illusione.

Niente.

Come al solito.

Niente.

Niente.

Piangi e rimani nella tua disperazione finché la morte non ti raggiungerà.

Allora sarai ricordata da qualcuno.

La vita ti disprezza, la morte ti onorifica.

   
 
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