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Autore: Fallin    10/04/2013    3 recensioni
Yamato scopre che Taichi e Takeru talvolta hanno addirittura degli argomenti di conversazione che non riguardano la camera da letto.
- E allora che c’è? –
- Ma non li vedi, tutti e due lì, sempre vicini, sempre a chiacchierare, ma che avranno tanto da chiacchierare?! –
(…)
- E allora, secondo te, di che stanno parlando? –
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Takeru Takaishi/TK, Yamato Ishida/Matt
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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È una giornata normalissima, una comune giornata come le altre, il pranzo sta avendo luogo sempre nello stesso luogo, allo stesso momento, con la solita gente, nella stessa scuola.

Solitamente il luogo adibito alla mensa è vuoto, gli studenti si sparpagliano tra il tetto, il cortile, la palestra, le scale, i corridoi, il campo di calcio, ma dato l’avvento dell’autunno, la rigida temperatura ha costretto la maggior parte degli studenti ad utilizzarlo, visto che le finestre delle aule sono aperte per far cambiare un po’ l’aria e stare in mezzo alla corrente non è proprio il massimo.

Ed è proprio lì che i digiprescelti si ritrovano, non propriamente tutti insieme, un po’ sparpagliati.

Ken e Daisuke ad esempio, sono al tavolo con i ragazzi della squadra di calcio, a discutere sugli schemi della prossima partita.

Miyako e Koushiro sono poco più avanti, di fronte alla cassa, e probabilmente stanno parlando delle solite questioni da nerd che solo i segaioli di informatica in stato avanzato possono comprendere.

Ci sono Sora e Matt, ad un tavolo piccolo e stretto, a consumare la loro intimità.

E poi, come Yamato sicuramente nota, ci sono loro due.

- Quei due mi fanno venire un nervoso…-

Sora, alla voce del fidanzato, alza gli occhi inquadrando immediatamente Taichi e Takeru, qualche tavolo più in là. Aggrotta le sopracciglia, mentre chiacchierano allegramente.

- Non vedo il problema Yama. Vanno d’amore e d’accordo. Sarebbe strano il contrario. Dovresti essere felice per loro. –

- Ma lo sono! Sono contentissimo per loro, almeno finchè Tai non fa qualcosa di stupido. –

- E allora che c’è? –

- Ma non li vedi, tutti e due lì, sempre vicini, sempre a chiacchierare, ma che avranno tanto da chiacchierare?! –

- Yama. –

- Sono totalmente diversi, uno è alto, l’altro e basso, Tai è moro e ha gli occhi scuri, Takeru è biondo con gli occhi chiari, uno gioca a calcio, l’altro a basket, ascoltano musica diversa, hanno età differenti, di cosa diavolo possono chiacchierare?! –

- Quanto sei invidioso. –

- Non sono invidioso. Sono realista. Non durerà molto. –

- Vorrei davvero non essere io a ricordarti che ormai stanno insieme da sei mesi, ma purtroppo devo farlo. -

Yamato storce la bocca, per il momento non trova nulla con cui ribattere.

- Allora stanno fingendo. –

- Io smetto di ascoltarti. – Sora alza gli occhi al cielo e si alza con l’intento di allontanarsi il più velocemente possibile dal fidanzato in piena crisi per unirsi a Hikari e Mimi che spettegolano più in là, ma lui non è dello stesso avviso:

- E allora, secondo te, di che stanno parlando? –

Sora rimane un po’ spiazzata dalla domanda, poi ci pensa su.

Effettivamente, sul piano della comunicazione almeno, è priva di informazioni. Scocca un’occhiata all’orologio e nota che la fine della pausa pranzo si sta avvicinando e lei deve assolutamente avere i suoi dieci minuti di gossip quotidiano (che poi abilmente dovrà comunicare a Yamato la sera stessa al telefono perché lui si vergogna ad ammetterlo, ma è il più interessato di tutti) e finalmente sbrocca, infastidita.

 - Cosa diavolo vuoi che ne sappia, di che parlano? Sono tuo fratello e il tuo migliore amico, dovresti saperlo tu di che cosa piace parlare a quei due, vai lì e chiedi, no? –

E se ne va.

Yamato rimane lì con la faccia da triglia e già che c’è le sbircia le cosce sotto la gonna che si alza per il passo affrettato.

- Questo fatto che “sono mio fratello e il mio migliore amico” comincia a farmi incazzare.” – Borbotta.

Però non si alza.

 

Primo tentativo, giorno uno: Taichi.

Yamato decide così per una tattica più ‘soft’, presentandosi a casa di Tai quello stesso pomeriggio (scoprendola stranamente vuota, senza nessun biondino che gli somiglia a scorrazzarci mezzo nudo allegramente) con la scusa di costringerlo a studiare, come faceva diverso tempo prima.

Taichi, sorprendentemente, acconsente senza fare storie, anzi, è persino più informato di lui sugli esercizi da svolgere per il giorno seguente, così cominciano in silenzio a fare matematica.

Circa tre minuti dopo, Yamato alza gli occhi dal suo irrisolvibile esercizio di trigonometria per cercare conforto e scopre che Taichi ha invece già scritto una pagina e mezzo di calcoli e sta buttando giù le conclusioni.

Taichi. Taichi Yagami.

Non esiste che Tai Yagami sappia la matematica meglio di lui. Forse vi è sfuggito il nome ‘T-a-i-c-h-i-Y-a-g-a-m-i’. Avete presente, ‘io’, ‘tu’, ‘clava’, ‘calcio’? Proprio lui.

Yamato Ishida reprime la sua inquietudine con uno sforzo di immane pazienza e si rivolge al migliore amico accanto a lui.

- Come hai fatto a risolverlo? –

- Mh, cosa? –

- L’esercizio di trigonometria, come hai fatto? Io sono a malapena all’inizio. –

- Ah, è che tuo fratello mi sta dando un po’ di ripetizioni. A scuola mi va decisamente meglio. –

Tai torna scarabocchiare l’angolo del foglio, tranquillamente.

- Taichi, posso farti una domanda? –

- Dimmi. –

- Stai usando mio fratello per alzare i tuoi voti? –

Il moro alza gli occhi.

- Come diavolo ti viene in mente? –

Matt non ribatte, aspettando la risposta.

- Non è che studiamo soltanto. – continua l’amico visto il silenzio del biondo.

Tai sorride come un ebete chinando la testa in avanti e incrociando le gambe all’altezza delle caviglie, pressando con più forza la punta di grafite sulla carta.

- No- Non voglio saperlo che cosa fate! –

Tai ghigna reputando chiusa la questione, Yamato torna all’esercizio.

- Non hai negato, però. – Aggiunge poco dopo.

- Oh, Cristo. –

Il tentativo numero uno fallisce, data l’evidente indisposizione di Yamato di affrontare “quella” questione.

 

Secondo tentativo, giorno due: Takeru.  

- Takeru? –

- Mh? –

Il più piccolo si volta in mezzo al corridoio della scuola, alla ricerca del fratello maggiore. Lo trova, appoggiato allo stipite della porta della sua classe, è ricreazione e gli si avvicina con un sorriso ebete stampato in faccia.

- Che c’è? –

- Ti volevo chiedere una cosa. –

- Dimmi pure, fratellone. –

- Ecco…-

- … -

- ... no, io in realtà volevo chiederti…-

- … -

- …cioè… -

- Che devi chiedermi Yama? –

- Nel senso, tu e Tai, quando… -

- Quando…? –

- Quando… cioè, quando voi due… -

- Lo facciamo? –

- No, maledizione, non è quello che voglio sapere! –

- Fratellone, guarda che non c’è nulla di male a essere curiosi, anch’io all’inizio… -

- Ti ho detto che non voglio saperlo, vattene via!  -

Tentativo numero due: fallito.

 

Mi dispiace che ora gli sfortunati lettori che hanno avuto il coraggio di aprire l’ennesima puttanat-ehm... puntata di questa serie si aspettino il terzo tentativo, ma se avete imparato a conoscere bene questo Yamato Ishida, sapete che quest’ultimo si è già stufato e ha preferito agire nel modo in cui gli sta più comodo.

 

- Yamato? Che diavolo ci fai lì in mezzo ai cespugli? –

Koushiro aggrotta le sopracciglia e viene tirato brutalmente in mezzo ai rovi dal giovane Ishida.

- Abbassa la voce, vuoi farmi scoprire? –

- Scoprire da chi? – Koushiro è giustamente perplesso, ma Yamato, Yamato è stoico.

- Da Tai e Tk, naturalmente. –

Certo, naturalmente.

- Ah già. – Koushiro s’illumina – Sora mi aveva detto della tua ossessione sui loro discorsi. –

- Con Sora ci devo fare un bel discorsetto a proposito del fatto di raccontare in giro i fatti miei. –

- Comunque, che vuoi che sia andare lì e chiederglielo, sinceramente, dove sta il problema? –

- No, ho paura ad avvicinarmi troppo. – il rosso non fa in tempo a chiedere il motivo di una risposta del genere che Yamato prende a strattonargli un braccio. – Zitto, zitto, eccoli che arrivano, ascoltiamo. –

La conversazione che avviene rispettivamente tra Taichi e Takeru, nel breve momento in cui passano proprio davanti le frattaglie in cui sono nascosti Yamato e Koushiro è la seguente:

- Ma che scherzi? La Cosmic Era è dopo la fondazione delle colonie! –

- Ma è quello che ti ho detto prima, solo che tu l’hai confusa con l’Anno Domini! –

- Tai, tu non mi ascolti. –

- Amore mio, certo che ti ascolto, ma se tu mi confondi la Mobile Suit Gundam 00 con la Mobile Suit Gundam SEED, la cosa è grave! –

- Facciamo così, adesso andiamo a casa e controlliamo per bene, d’accordo? –

- D’accordo. –

 

Terzo giorno. Ora di pranzo.

 

- Quei due mi fanno venire un nervoso… -

- Yama, adesso il problema qual è? –

- Insomma, stanno insieme da sei mesi e ancora parlano insieme dei loro numeri preferiti di Gundam! Santo cielo, sei mesi, affrontare argomenti più seri oltre ai fumetti e al sesso non sarebbe di certo un male! –

- Parlando di sesso, dove sei stato questi due giorni, avevo casa libera ieri sera. –

- Veramente? Anche stasera? –

- Tecnicamente sì. –

- Quindi tecnicamente potrei passare la notte da te? –

- Tecnicamente, mi sono tornate stamattina. –

- Maledizione! –

 

 

Stupido Gundam.

 

- Ehi, com’è che Koushiro non ti parla più da ieri? -

 

  
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