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Autore: emme30    11/04/2013    2 recensioni
Tanti Auguri a Ilaria ♥
La Luna e le companion del Dottore, dopo che lui è scomparso dalla loro vita.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Ilaria,
Love you like the Doctor loves his TARDIS

 

 

 

Let The Moon Be The Witness of our Memories

 

 

 

Rose Tyler era sempre stata una ragazza semplice. Non era sofisticata, sapeva abituarsi piuttosto facilmente ai cambiamenti, anche se si trattava di cose che le avrebbero sconvolto la vita.

A una cosa però era sicura che non si sarebbe mai abituata.

La Luna.

La Luna in quel mondo era più piccola. No, forse non più piccola, ma sicuramente diversa. Aveva qualcosa che la rendeva in qualche modo... inusuale, per come si stagliava nel cielo stellato di metà giugno, per la forma e le dimensioni, per tutte le sfumature di grigio quando la si guardava con un telescopio.

Chiunque altro avrebbe detto che non c'era nulla di sbagliato nel satellite che risplendeva nel cielo, ma a tale affermazione Rose avrebbe semplicemente sospirato e guardato la volta celeste con un po' di malinconia.

Quella non era la sua Luna, semplicemente.

Pensare che prima non aveva mai avuto alcun interesse per lo spazio, e stelle, i pianeti o qualunque altra forma vivente esistente al di fuori del suo mondo.

Prima.

Ora non poteva fare a meno di guardare i puntini luminosi sopra il suo naso e domandarsi dove fossero tutti i posti che aveva visitato o di cui aveva sentito parlare. Sorrideva sempre tutte le volte che pensava a quel pianeta con il nome lunghissimo, la dimora degli Slitheen.

Aveva dimenticato il nome, con il tempo.

Aveva dimenticato tante cose con il passare degli anni. Cose che una volta giunta in quel posto era sicura sarebbero rimaste nella sua mente fino alla fine dei suoi giorni, o almeno fino a quando non avrebbe sentito quel familiare rumore che le metteva così tanta malinconia e avrebbe rivisto quel blu così intenso che non sarebbe mai riuscita a paragonarlo a nulla.

Uscì da casa guardando il cielo, sedendosi sui gradini di legno della veranda, beandosi del frinire dei grilli e la gentile brezza estiva. Si strinse le ginocchia al petto e si morse il labbro, portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

Sospirò, cercando di ricordarsi il nome di quel pianeta che l'aveva tanto affascinata una volta. Ricordava la sua voce pronunciarlo, ricordava pure Jack dirlo con un sorriso, ma non aveva memoria di quel fatidico nome.

Deglutì, sperando che la Luna estranea in cielo potesse aiutarla a ricordare, ma quella rimase muta, lassù, intoccabile, lontana come non era mai stata.

Sentì la porta di casa aprirsi con uno scricchiolio, ma non si voltò, sapeva chi la stava per raggiungere.

Rimase immobile a guardare il cielo anche quando lo sentì sedersi accanto a lei e cingergli le spalle con un braccio, per poi baciarle piano il capo.

Ehi,” la salutò con un sussurro.

Ehi,” ricambiò lei.

Non riesci a dormire?”

Pensavo a una cosa.”

Uhm?”

Pensavo al nome di un pianeta, ma non mi viene in mente, l'ho sentito così tante volte, ma adesso non... non me lo ricordo.”

Era sicura che stesse sorridendo accanto a lei. “Vuoi che ti aiuti a ricordarlo?”

Vai a letto, ti raggiungo adesso.”

Lui non le rispose, le lasciò un bacio leggero sulla fronte e si alzò, indugiando con una mano sulla sua spalla. Lo sentì rientrare e chiudersi la porta dietro di sé, mentre il calore di quel bacio ancora le riscaldava la tempia.

E poi sorrise, guardando soddisfatta la Luna splendere sopra di lei. Si morse il labbro quando si rese conto che non aveva dimenticato nulla, che era ancora tutto impresso nella sua mente, che gli anni passati lontana da quella vita non avevano alterato i suoi ricordi.

Raxacoricofallapatorius,” mormorò alla Luna.

Si alzò, soddisfatta, rassicurata da quella piccola conquista.

Come se avesse mai potuto dimenticare qualcosa che gli aveva detto lui in quell'altra vita che così tanto le mancava.

 

 

*

 

 

A Martha non dispiaceva troppo Cardiff.

Certo, non era nulla in confronto a Londra, ma un po' di calma dal trambusto della metropoli sicuramente le avrebbe fatto bene; inoltre poteva fare il lavoro che amava di più e mettere a frutto tutte le sue conoscenze aiutando un amico. Non ce l'aveva proprio fatta a dire di no a Jack quando lui le aveva chiesto aiuto.

Uscì dalla botola sotterranea chiudendosi nella sua giacca pesante, notando la condensa uscirle dalla labbra in quella fredda sera di gennaio.

Fece un paio di passi, lasciandosi l'obelisco alle spalle senza degnarlo di un altro sguardo, per dirigersi verso il molo, aveva davvero bisogno di una boccata d'aria fresca.

Sentì le travi di legno scricchiolare sotto i piedi e si perse nell'odore di salsedine e nelle luci riflesse sulla superficie dell'acqua, per poi sedersi su una panchina un po' malandata e sospirare, guardando il cielo. Le luci della città oscuravano le stelle, ma la Luna si vedeva bene, era solo un piccolo spicchio, ma splendeva comunque in cielo, riflettendosi anche nella distesa d'acqua davanti ai suoi occhi.

Inclinò la testa di lato, persa nei suoi pensieri mentre guardava la Luna in cielo, fino a quando una risata non le arrivò alle orecchie.

Non starai mica pensando di scappare, Martha Jones.”

Si voltò subito a guardare l'amico che l'aveva raggiunta e ricambiò immediatamente il sorriso di Jack mentre si passava una mano tra i capelli scuri e l'impermeabile frusciava dietro di lui.

Da te? Oh non potrei mai, lo sai.”

Lui ridacchiò e le si sedette accanto, mettendole un braccio attorno alle spalle, come era solito fare.

Martha ghignò, districandosi dalla sua morsa e lanciandogli un'occhiata eloquente che lo fece sospirare. Se Jack non ci provava almeno una volta ogni paio d'ore non era contento, e per fortuna che ormai lei c'era abituata. Era andata ai confini dell'universo insieme a quell'essere impossibile, poteva anche sopportare le sue avance un paio di volte al giorno.

Beh, ma allora cosa ci fai qui tutta sola? Non lo sai che una bella ragazza come te non dovrebbe girare sola la notte? Ci sono un sacco di brutti tizi in giro.”

Credo di sapermi difendere da sola, sai? Anche perchè con te faccio pratica tutti i giorni.”

Ehi!”

Martha rise, tirando un buffetto contro il braccio dell'amico, che si unì alla sua risata.

Rimasero in silenzio per un paio di attimi, quando Martha indicò la Luna con il capo, facendo sì che anche Jack focalizzasse la sua attenzione su di essa.

Ti ho mai raccontato di quella volta che sono stata sulla Luna?”

Lui alzò le sopracciglia. “Ma dai.”

Seriamente. Io con... un intero ospedale.

Mi sembra giusto. Se il Dottore non fa le cose in grande non è soddisfatto, no?”

Martha sorrise. “Non è nel suo stile. Lo sai meglio di me.”

Si scambiarono uno sguardo pieno di ricordi senza dirsi nulla.

Non mi hai mai detto come mai non sei più con lui a viaggiare.”

Uhm?”

Cosa ci fai in questa cittadina a lavorare con me quando potresti viaggiare nel TARDIS insieme al dottore?”

Martha sospirò, tornando a guardare la Luna. Non c'era una risposta semplice a quella domanda, sebbene quando aveva pronunciato quelle parole di fronte a quel viso che le mancava così tanto, si era sentita finalmente libera da un peso troppo grande.

Non si era mai pentita della scelta che aveva fatto, di essere andata per la propria strada a testa alta e con l'orgoglio che la contraddistingueva.

Dovevo finire gli studi, volevo stare con la mia famiglia...”

Ero innamorata di un uomo che non avrebbe mai potuto ricambiare i miei sentimenti.

Jack sembrò capire persino ciò che non aveva detto e annuì in silenzio.

Non te ne penti mai?”

Di essere rimasta qui?”

Già.”

Quella era una domanda più facile.

No.”

No?”

No.”

Perchè no?”

Lei alzò le spalle. “Per una serie infinita di motivi. Il mio posto è qui, non lassù con lui. Porterò sempre nel cuore tutto quello che ho visto, le cose che ho fatto e il suo ricordo, ma semplicemente, preferisco essere Martha Jones, non l'aiutante del dottore.”

E non ti manca?”

Lei lo guardò alzando un sopracciglio, sorridendo sincera. “Tu che ne dici?”

Jack non rispose, si morse il labbro e si alzò in piedi, porgendole la mano. Lei la afferrò, non prima di aver dato un ultimo sguardo alla Luna, e si incamminò insieme all'amico per tornare alla base.

E ti ho mai raccontato di quella volta che ho incontrato Shakespeare?”

Ah qui mi trovi preparato, il buon vecchio Willy l'ho conosciuto pure io.”

Oh ma davvero? Vinco io comunque, la dark lady dei suoi sonetti sono io!”

Jack rise, portandole un braccio attorno alle spalle e guardandola eloquente. “Direi che siamo pari dolcezza, visto che io ero il suo fair youth.”

Ma non ci credo!”

Si allontanarono ridacchiando, portando alla mente ricordi, lasciandosi dietro il tremolante spicchio di Luna riflesso sull'acqua.

 

 

*

 

 

Certo che sembra tutto così inquietante senza Luna.”

Wilfred alzò il naso dal thermos di the caldo per poi voltarsi verso la nipote, seduta al suo fianco con le gambe raccolte al petto, i lunghi capelli rossi sciolti che le coprivano la schiena e gli occhi all'insù, intenta a fissare il cielo stellato.

Ti sembra a te, perchè c'è poca luce,” le spiegò lui paziente, passandole la sua tazza con la bevanda calda. “Però le stelle si vedono bene, hai provato il telescopio?”

Seh nonno, tanti puntini luminosi di cui non so nulla,” sbuffò lei, “Lo sai che io non me li ricordo mica tutti quei nomi.”

Lui la guardò con un sorriso sdraiarsi accanto a lui sulla coperta pesante che avevano appoggiato sull'erba.

Wilfred non replicò, ci avrebbe pensato un'altra sera a farle l'ennesima lezione sulle costellazioni e sulle stelle, in quel momento non riusciva a guardarla e non sentirsi malinconico. Perchè Donna sembrava così estranea a ciò che aveva davanti quando in realtà prima quello era tutto il suo mondo.

Ricordava ancora quando l'aveva vista sbracciarsi dal TARDIS, ricordava la prima volta che gli aveva raccontato del Dottore, ricordava la sua eccitazione ogni occasione che tornava a casa da un viaggio.

Era lei a non avere alcuna memoria di ciò, non più ormai.

Beh allora, non hai ancora fatto amicizia con qualche alieno?”
Oh Donna, se tu solo sapessi, se potessi dirti tutto quello che hai visto, che mi hai raccontato.

Non ancora.”

Peccato, dovrebbe essere davvero divertente incontrare un... che ne so... un marziano.”

Wilfred sbuffò piano, sorridendole apprensivo. “Divertente sì.”

Rimasero in silenzio per qualche attimo a guardare la volta celeste senza luna, fino a quando lui non sospirò.

Secondo te quanti altri mondi ci sono là fuori?” domandò lei mordendosi il labbro.

Tanti.”

Mi piacerebbe visitarli, alcuni almeno. Sai tipo... quei pianeti che si vedono nei film che hanno queste SPA gigantesche e hai tutti al tuo servizio. Ecco, quello è un viaggio che vorrei fare.”

Wilfred rise, gli sembrava di ricordare che Donna fosse davvero stata in un posto del genere una volta.

Chissà come mai non avevo dubbi. E non ti piacerebbe viaggiare nel tempo?”

Perchè no? Magari conoscere qualcuno di famoso. Mi piacerebbe fare due chiacchiere con Agata Christie, te l'ho detto che ultimamente sto leggendo solo suoi libri? Mi sembra di essere drogata.”

Giusto, perchè Donna aveva conosciuto la sua scrittrice di gialli preferita, le aveva parlato, avevano risolto un enigma insieme. Il dottore, Agata, Pompei, i Sycorax ormai vivevano solo nei ricordi di Wilfred, cancellati così brutalmente dalla mente di Donna per sempre.

L'uomo si morse il labbro, sentendo quasi le lacrime pungergli gli angoli degli occhi, ma si costrinse a trattenere il tutto con un sospiro.

Perchè era vero che Donna non aveva alcuna memoria del Dottore o di tutto quello che avevano fatto insieme, ma in qualche modo era come se qualcosa di lui le fosse rimasto nel cuore.

Lo aveva notato subito nel suo modo di comportarsi, per come si approcciava alle cose, per come era cambiata dopo il suo ritorno permanente a casa. Era più forte, più determinata, più intelligente e coraggiosa.

Non ci aveva messo molto a capire che lo spirito del TARDIS viveva in lei, era sempre presente, e sapere che non l'avrebbe lasciata mai bastava a rincuorarlo che non tutto era andato perduto, che era rimasto un disegno sbiadito dell'opera d'arte dipinta tempo addietro.

L'altra notte ho sognato una cosa strana, sai?” disse a un certo punto lei, tirandosi di nuovo su a sedere.

Ovvero?”

Beh, non so quasi come spiegarlo. Però ero in mezzo alle stelle e ai pianeti, erano colorati, quasi come il disegno di un libro. C'era persino qualcuno con me, cioè, sentivo che c'era, e ogni volta che mi voltavo però riuscivo a vederne solo l'ombra.”

Oh Donna, quanto vorrei che tu ricordassi.

Buffo.”
“Già, e sappi che è tutta colpa tua, passo troppo tempo qui con te, forse mamma ha ragione.”

Lui sospirò nel guardarla avvicinarsi al telescopio, ma sorrise al pensiero che la sua memoria stava lottando in qualche modo per recuperare ciò che era stato perduto.

Lo sapeva che la sua Donna non mai avrebbe lasciato che tutto ciò le scivolasse via dalle dita.

Passò il resto della notte a pensare che non era mai stato così tanto fiero di lei e del suo inconscio, incapace, anche lui, di dimenticare il Dottore nella sua cabina blu.

 

 

*

 

 

C'era troppo silenzio in casa, il che non era strano, di più. Rory chiuse la luce in cucina, controllando di aver messo a posto tutto, per avventurarsi nell'appartamento alla ricerca di un segno di vita, raccogliendo nel tragitto una macchinina e una sciarpa a righe colorata.

Controllò tutte le stanze ma non riuscì a trovarla, fino a che non optò per il piccolo balcone in salotto.

Sorrise quando la vide tutta raggomitolata in una coperta su una delle sedie pieghevoli che avevano sistemato accanto a un paio di vasi con dei fiori. Agguantò anche lui un plaid per poi aprire lentamente la finestra e uscire fuori, notando che Amy era intenta a scribacchiare qualcosa su un foglietto che teneva sulle gambe, così concentrata che non lo aveva neanche sentito arrivare.

Sbirciò dietro la sua spalla la sua grafia piccola e ordinata per cercare di decifrare cosa stesse scrivendo.

E fai ancora un'ultima cosa per me. C'è una bambina che sta aspettando in un giardino.

Sorrise, perchè sapeva già cosa sarebbe venuto dopo. Le appoggiò dolcemente una mano sulla spalla, facendole voltare la testa sorpresa.

Ehi! Mi hai spaventata!”

Nonostante fosse quasi buio, la prima cosa che Rory vide fu una piccola lacrima scivolarle lungo la guancia, brillare sul suo viso pallido. La asciugò con il pollice, prima di lasciarle un bacio sulla fronte e sedersi accanto a lei sull'altra sedia pieghevole, ignorando il suo tirare su con il naso e i gesti imbarazzanti di chi si asciuga gli occhi lucidi.

Stai scrivendo la postfazione?” le chiese dolce e comprensivo, cercando la sua mano.

Sì, ho letto la nota che mi ha lasciato River insieme al manoscritto e sono preoccupata per quello che farà il Dottore. Credo abbia bisogno di me ancora una volta.

Rory non riuscì a fare a meno di pensare che sarebbe stata l'ultima volta, ma scacciò subito quel pensiero. Dio solo sapeva quanto gli mancavano il Dottore e-

River ti manda tutto il suo amore,” Amy anticipò i suoi pensieri, stringendogli la mano.

Già, River. Non aveva neanche potuto dirle addio.

Alzò lo sguardo e i suoi occhi subito si persero nella forma rotonda della Luna che troneggiava sopra le loro teste, splendente e un poco offuscata da pigre nuvolette chiare che coprivano a tratti il cielo.

Rimasero in silenzio per un paio di attimi, a stringersi la mano e ricordare, cosa che ormai facevano troppo spesso e con troppa frequenza, fin da quando era arrivato il giallo di Melody Malone pronto per essere pubblicato.

Certe volte quei momenti mi mancano così tanto da non riuscire a respirare.”

Rory la guardò triste mordendosi il labbro. La capiva, la capiva davvero tanto. Poteva non aver avuto un rapporto così tanto stretto con il Dottore, ma era entrato a fare parte in modo fisso e permanente anche nella sua, di vita. Quando ancora avevano la possibilità di mettere piede nel TARDIS pensava spesso che non sarebbe mai riuscito a immaginarsi una vita senza il dottore. Non aveva mai avuto occasione di dirlo ad Amy, ma adesso non ne aveva più bisogno, stavano già vivendo senza il Dottore e sapevano benissimo entrambi quanto fosse difficile andare avanti sapendo che non lo avrebbero mai più rivisto, che non ci sarebbe stato il TARDIS ad aspettarli fuori dalla porta di casa.

Nella vita precedente doveva aver fatto qualcosa di davvero brutto per meritarsi un angelo custode del genere.

Si portò il dorso della sua mano alle labbra per lasciarle un piccolo bacio, stringendola ancora, temendo di sentire le sue dita scivolare dalla sua presa.

Poi però,” continuò Amy, “Penso a quello che abbiamo costruito qui io e te, e allora l'aria torna.”

Rory allungò le labbra in un piccolo sorriso, genuino, amorevole, ma allo stesso tempo triste.

Nessun rimpianto di avermi seguito, quel giorno?”

Amy stava per rispondere, ma una voce da dentro casa richiamò la loro attenzione.

Mammaaaaa, non riesco a dormire, vieni a raccontarmi ancora la storia del dottore stropicciato e della sua cabina blu?

I due si guardarono, e questa volta nel sorriso che si scambiarono non c'era malinconia, o tristezza o dispiaceri, c'era la complicità che da sempre era stata loro alleata, e l'amore che mai si era spento, che aveva resistito 2000 anni e li aveva tenuti insieme anche nel passato, anche con la maledizione degli angeli.

Amy si alzò dalla sua sedia pieghevole, stringendosi la coperta attorno alle spalle con una mano e la sua preziosa lettera nell'altra, chinandosi per baciarlo piano sulle labbra e far combaciare la fronte con la sua.

Non potrei mai rimpiangere una vita passata insieme. Te l'ho già detto una volta.”

Rory sorrise, tenendo gli occhi chiusi e sentendo la malinconia scivolargli via di dosso.

Insieme, o per niente.”

 

 

 


Spero di non aver fatto troppi danni con questa shot, primo tentativo di scrivere per DW e boh, ci tenevo a scrivere qualcosa sul mio show preferito.

Grazie a tutte le persone che l'hanno letta e mi hanno rassicurata

   
 
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