Eravate lì, seduti sul divanetto blu e arancio, aspettando che uno dei due dicesse qualcosa per spezzare quel silenzio di solitudine che si era creato in qualche secondo, o minuto, il tempo scorreva lentamente quanto velocemente.
Tu, eri fragile e i tuoi sentimenti  volevi tenerli nascosti per non sentirsi dire un “no”. Era alla tua destra ed aveva lo sguardo basso e guardava a terra, tu invece lo osservavi in ogni suo piccolo particolare: il volto, i capelli, gli occhi che avresti voluto non veder soffrire.
MAI.
 Invece, sapevi che si sentiva uno schifo perché la sua cotta era andata in frantumi, non si era dichiarato ma era venuto a sapere che la ragazza era già fidanzata.
Ma quando ti dichiarasti tu, piccolina, eri stata presa in giro per un anno intero, ti salvarono le vacanze estive, periodo in cui non ti facesti vedere per un po’.
Arrossisti. Eri da sola con lui in quel salotto illuminato dalla luce del sole. Il quadro appeso alla parete sembrava più colorato di quanto non fosse, ti piaceva e ti dava una sensazione di pace, ma ti sentivi vuota.
VOLEVI LUI.
Ma lui non ti accettava, saresti stata il suo peso più grande. In fondo, era solo una cotta per te, ma ti ha ustionata, piccola.
UNA LACRIMA.
Una lacrima ti scese da un occhio, e l’altro era sull’orlo di straripare.
La tua mano, fredda e cupa, passò sotto l’occhi sinistro.
PIANGEVI.
Avresti voluto che lui ti consolasse, ma era proprio lui la causa del tuo male.
SOFFRIVI.
Era forse troppo chiedere un po’ d’affetto, per una volta?
Lui scattò: ti vide in volto e notò i tuoi occhi intrisi di lacrime.
TI SI AVVICINO’.
TI BACIO’.
I tuoi occhi piansero ancora, non era così che avresti voluto quel bacio.
LUI NON TI AMAVA.
Lo sapevi. Eri solo un rimpiazzo. Il tuo cuore cessò di battere.
IN FONDO ERA MEGLIO ABBANDONARSI A QUEL MOENTO DI PIACERE, PIUTTOSTO CHE SOFFRIRE PER TUTTA LA VITA.