Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Ricorda la storia  |      
Autore: Sai Sama    12/04/2013    0 recensioni
Una shot che intenzionalmente era stata scritta per un concorso, ma che poi non ho finito in tempo ed è rimasta a marcire nel mio pc. Gli ultimi pensieri di uno dei più potenti e letali angeli del paradiso, morto nel compimento del suo dovere.
"Solo un’altra vittima dimenticata di una guerra infinita."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
As my king command

As my king command

 

Le gocce di sangue colpiscono la neve, macchiando quel bianco immacolato di rosso, petali di una rosa di morte.

Il freddo gelido della cima di quella montagna innevata ucciderebbe qualsiasi essere umano, è per questo che quel posto è ancora così puro.

Alza il volto verso il sole l’uomo, la pelle scura, sporca di sangue e polvere, che spicca così tanto su quella distesa ghiacciata, i lunghi capelli neri che il vento cerca quasi di strappare, la punta di una spada gli spunta dal petto.

In ginocchio sulla neve di quel luogo immacolato guarda il sole, guarda la terra e la sua bellezza, meravigliandosi, forse per l’ultima volta, di come gli esseri umani non si accorgano del dono che gli è stato dato.

-Padre…-

Sussurra, talmente piano che il suono viene subito rapito da una raffica gelida, tanto che quasi non arriva alle sue stesse orecchie.

Nessuna risposta per quello che fino a poco fa era uno dei più potenti angeli del Paradiso, uno dei guerrieri più letali.

Nella sua mano brilla qualcosa, non ha forma, né colore, ma è qualcosa di potente, di così potente da cambiare le sorti dell’eterna guerra tra Inferno e Paradiso, il motivo per cui ha varcato quella soglia, quella porta oscura tra i mondi.

-Ho fatto quello che mi avete comandato mio Signore.-

Guarda di nuovo in alto, senza muoversi, non ne ha più la forza.

Il cadavere di un uomo è poco distante da lui, Azazel è il suo nome, gli occhi ormai ciechi rivolti al Paradiso che aveva lasciato di sua spontanea volontà tanto tempo prima e che mai più avrebbe potuto rivedere.

È sua la spada che ha piantata nel petto, la spada che, infine, lo ucciderà.

Quando aveva varcato la porta per quella dimensione oscura, alla ricerca di ciò che il suo re e padre gli aveva ordinato di riportargli, non si era accorto del diavolo che lo stava seguendo.

I guardiani di quel posto, mostri di oscurità e incubo, lo avevano messo a dura prova, ma, seppur con fatica, era riuscito a farsi strada tra loro, la falce che mieteva vittime, i corpi che cadevano su un terreno fatto di cadaveri in decomposizione, fino a che non era arrivato al luogo dov’era l’oggetto.

Impossibile orientarsi in quel posto tutto uguale, ma lui sapeva dove andare, gli ordini di suo padre ancora gli rimbombavano nella mente.

Solo allora, quando stava per prenderlo, era apparso Azazel davanti a lui, il serpente di Lucifero, il suo primo consigliere e il secondo diavolo più potente dell’Inferno.

La vera battaglia era cominciata in quel momento, nessuna esclusione di colpi, l’angelo e il diavolo avevano portato i loro corpi al loro limite ultimo, avevano utilizzato tutti i loro poteri, tutta la loro grazia e la loro potenza di guerrieri.

L’ultimo colpo, il fatale per entrambi, era stato dato sulla soglia della porta tra i mondi, dopo che Uriel era, finalmente, riuscito a prendere ciò che gli era stato ordinato di cercare.

La sua falce aveva colpito, aprendo una lunga ferita, dall’inguine al collo del diavolo, che a sua volta, approfittando del fatto che l’angelo si fosse voltato senza assicurarsi che fosse morto, nella fretta di oltrepassare la porta che si stava chiudendo, aveva fatto un affondo, spingendo la lama nel sua schiena con una tale forza da farne uscire la punta dal suo petto.

Nel precipitare, legati insieme dalla spada incastrata nel petto di Uriel, l’angelo istintivamente aveva trasportato entrambi su quella montagna, proprio nel punto in cui inizia a nascere il ghiacciaio.

E ora è lì, l’energia di ciò che un tempo era un dio nella mano, gli ultimi respiri nei polmoni, che aspetta che qualcuno prenda in consegna ciò per cui ha sacrificato la vita.

Non ha rimpianti il guerriero, ha obbedito agli ordini del suo Signore, ha portato a termine la sua missione, morire così, per lui è il più grande degli onori.

Anzi si, un unico rimpianto ce l’ha: non aver sentito per l’ultima volta la voce di suo Padre.

Quando un angelo si avvicina a lui per prendere l’energia che ancora stringe con forza nel pugno, l’Arcangelo della Terra e Guardiano del Giardino dell’Eden è già morto, le gigantesche ali grigie che coprono la neve macchiata di sangue.

Solo un’altra vittima dimenticata di una guerra infinita.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Sai Sama