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Autore: FitzChevalier    12/04/2013    9 recensioni
Le avevano detto che arriva sempre un giorno in cui un soldato si rende conto che può solo continuare a fare il soldato. E quando la fine della guerra segna anche la fine di questa continuità, tornare alla vita civile non è semplice.
Genere: Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'I soldati della Konoha dimenticata'
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REDUCE

 

 

Pareva che, con il numero spropositato di bare che avevano fatto il loro ingresso per le porte di Konoha, la fine della guerra avrebbe significato il fiorire di infinite possibilità di far carriera in fretta. Tenten era tornata dal fronte con una gamba infetta, e aveva passato molto tempo in ospedale. Non che se ne fosse preoccupata. Ci sarebbe stato tutto il tempo del mondo per ricostruirsi una vita. Di questo era certa.

Ma poi era uscita dall'ospedale, e per tornare a casa l'unica strada da fare passava davanti alla sede dell'Hokage. Ed era stato proprio là che aveva visto una folla vociante che si ammassava attorno ai cancelli, spintonandosi e insultandosi. Tenten si era avvicinata, aveva chiesto ad un vecchio col naso rotto di cosa si trattasse.

«È arrivato un cliente» aveva risposto quello, squadrandola con sospetto. «Al primo che vedono gli affidano la missione.»

Tenten si era allontanata, troppo sfinita per fare a botte per avere solo un barlume di speranza di racimolare qualche soldo, e dopo giorni di tentativi si era fatta assumere in un piccolo ristorante per tirare avanti e continuare a pagare l'affitto. Lavava i piatti e spazzava il pavimento dopo la chiusura. Si ripeteva che sarebbe stato solo un lavoro temporaneo, che presto le cose avrebbero ripreso a girare e lei sarebbe tornata a fare missioni più redditizie. Ma andando avanti divennero le missioni il lavoro saltuario, e potevano passare mesi senza che fosse convocata nell'ufficio dell'Hokage.

Nessuno aveva più denaro da buttare per i servigi di un ninja, e perfino le missioni di scorta si erano fatte rare, nonostante l'abbondanza di tagliagola accampati nei boschi attorno a Konoha. Tutti i soldi erano stati spesi per rifornire di armi e vettovaglie l'esercito, ed ora non rimaneva nulla delle grandi ricchezze ostentate negli abiti di seta che una volta indossavano gli emissari. Nei due anni di guerra il numero dei genin e dei chuunin era quintuplicato, quello dei jonin triplicato. Per quanti che ne fossero morti, erano ancora troppi per il numero di missioni che Konoha offriva, e se le contendevano lottando davanti alla sede dell'Hokage come mendicanti davanti a degli avanzi. Mentre i più furbi si erano accaparrati tutti i lavori di ufficio e i relativi stipendi fissi subito, quando Tenten era ancora in ospedale. Era per colpa di tutti i delinquenti tirati fuori dalle prigioni e buttati al fronte in cambio dell'annullamento della condanna. Ne erano tornati più del previsto, e alcuni di loro sedevano negli uffici a cazzeggiare mentre là fuori la gente per bene si faceva il culo per arrivare a fine giornata.

«Oppure potresti metterti il cuore in pace e ammettere che una che sa solo lanciare kunai non vale una sega per Konoha» aveva sbottato Sakura, ubriaca, quando Tenten gliene aveva parlato.

Lei era rimasta zitta a fissare la macchia scura sul soffitto che ogni giorno pareva allargarsi un po' di più. Doveva essersi rotto qualche tubo, là sopra, ma Tenten non aveva i soldi per chiamare un idraulico, così beveva e sperava che l'appartamento tenesse ancora un po', almeno finché non fosse riuscita a risollevarsi. Sakura se l'era cavata con un lavoro da infermiera, e da qualche tempo era lei a portare gli alcolici che si dividevano, nascoste in quell'appartamento sporco perché nessuno le vedesse.

Tenten beveva spesso, ora. Se lo ricordava bene, come aveva iniziato. Era stato per gioco, dopo la chiusura del ristorante in cui lavorava. La vetrina degli alcolici era aperta, il titolare era fuori vista e lei stava riportando la scopa nello stanzino. Aveva preso una bottiglia a caso e se l'era nascosta in fondo alla borsa. L'alcol è la morte di uno shinobi, le aveva detto una volta il maestro Gai. Beh, Tenten non era più una kunoichi, e l'alcol non era l'unica morte per uno shinobi. Per il maestro Gai era stato l'esibizionismo, per Rock Lee idem, e per Neji... Neji si era buttato come un cretino a fare da scudo alla cugina, che era durata solo due giorni in più.

Aveva pensato a loro mentre buttava giù uno dopo l'altro i bicchieri di rum e ghiaccio, da sola, sul divano di casa sua, col bicchiere da una parte e la bottiglia dall'altra, un sorriso nostalgico appena abbozzato. Cazzo, quanto si era odiata, la mattina successiva, china sul cesso a vomitare anche l'anima. Eppure la sera aveva preso un'altra bottiglia, e poi un'altra e un'altra ancora, finché il titolare non l'aveva scoperta e sbattuta fuori davanti a tutti. E da quel giorno anche farsi assumere come lavapiatti o spazzina era un'impresa.

Solo una cosa era diventata più facile.

Una sera un passante l'aveva afferrata per un braccio. Forse era davvero un delinquente; oppure era un altro ubriacone come lei in cerca di una spalla su cui piangere o qualcuno a cui scroccare un'ultima bevuta. Non aveva importanza: non si prende la gente alle spalle in quel modo, di notte, in un vicolo buio.

La sua gola si era aperta come burro sotto il kunai di Tenten. L'uomo aveva strabuzzato gli occhi per un attimo prima di cadere di schiena. Lei aveva proseguito per la sua strada pulendo la sua arma con un fazzoletto di carta e si era accesa una sigaretta con la mano che tremava solo un po'. Se per paura o eccitazione, non sapeva dirlo. Forse era per entrambi; forse era per il freddo.

 



 

Noticine Eeeeeee... niente, mi mancava il capitolo “reduci” per completare il quadro della guerra che ho più o meno disegnato con Flashfic Festival. Questo doveva essere l'undicesimo capitolo, ma dal momento che l'ho tirata troppo per le lunghe ho dovuto pubblicarla come one shot...

Ah, a proposito! Se mai quei quattro gatti che seguono Flashfic Festival dovessero leggere anche questo shot, sappiano che ho deciso di chiudere la raccolta per mancanza di idee decenti (sigh). Grazie a chiunque abbia commentato i miei deliri in formato ridotto *o*

(Tanto non sarà arrivato nessuno fino a qui T.T)

   
 
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