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Autore: Francine_92    12/04/2013    4 recensioni
[Questa storia fa riferimento a "il principe mezzosangue" ed a "i doni della morte" interpretati in modo molto differente dagli originali.]
“Guardami.” Hermione, che stava con la testa china e continuava a piangere, sollevò il viso specchiandosi negli occhi di Draco. “Sopravvivremo a tutto questo.” allungò la mano destra per stringere il braccio di Hermione, portandoselo vicino alle labbra e posando poi quest'ultime sulla cicatrice che Bellatrix le aveva inciso. Hermione a quel gesto parve calmarsi e smise di piangere. Draco le lasciò il braccio e lei ne approfittò per fare lo stesso; usò entrambe le mani per sollevare la manica della camicia di Draco, scoprendone il Marchio Nero e si chinò a baciarlo. Poi si allontanò e tornò a guardare il giovane serpeverde negli occhi color ghiaccio, che già avvertiva il cuore più leggero e colmo di una gioia mai provata. “Ci prenderemo cura l'uno dell'altra e saremo sempre pronti a sanare le nostre cicatrici, me lo prometti?”
“Te lo prometto, Hermione.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"La vita appartiene ai viventi,

e chi vive deve essere preparato ai cambiamenti."

- Goethe.

 

Il Principe Mezzosangue.


Quella mattina la luce solare filtrava attraverso le finestre molto più insistentemente del solito, o almeno così sembrava al giovane Draco. Il ragazzo dai capelli biondo platino, infatti, non faceva che rigirarsi nel letto da almeno una decina di minuti cercando di evitare la scia luminosa di quel sole primaverile in qualsiasi modo possibile. Un’altra persona avrebbe optato per premersi il cuscino sul viso, ma in quel frangente il problema era solo uno: dov’era finito il suo cuscino? Frustrato e scocciato decise di terminare quella inutile battaglia e con un sonoro sospiro posò entrambe le mani sul comodo materasso e si tirò su. Si mise a guardare davanti a sé e vide i visi flebilmente illuminati dal sole di Tiger e Goyle chiedendosi per un attimo come facessero a sopportare quella fottutissima luce. Successivamente voltò il busto verso il lato sinistro del letto e posò i propri piedi sul freddo pavimento del dormitorio maschile dei Serpeverde; il cuscino giaceva proprio lì come a volerlo prendere in giro. In effetti la scorsa notte aveva avuto un sonno molto movimentato, anche se non ricordava precisamente il perché, e il cuscino avrebbe potuto benissimo scivolare via da sotto la sua testa.

 Sollevò le braccia verso l’alto e si stiracchiò prima di emettere uno sbadiglio e portare infine la propria mano esile dalla pelle diafana a stropicciarsi un occhio; doveva avere un aspetto davvero terribile in quel momento.

Infilatosi le ciabatte, prese infine il coraggio per alzarsi in piedi e dirigersi verso il bagno per sistemarsi a dovere. Tra poche ore avrebbe dovuto recarsi a lezione di Erbologia e non voleva di certo trovarsi in ritardo e perdersi la colazione.

*

“Giuro che se mi aiuti con questi maledetti compiti farò qualsiasi cosa tu voglia!” era la terza volta che Ron cercava di convincere Hermione a dargli una mano, ma la giovane strega non aveva per niente intenzione di cedere.

“Ti ho detto di no, Ronald Weasley! Devi imparare a cavartela da solo, non ci sarò io ad aiutarti durante i tuoi esami!” Hermione sollevo il dito indice e lo puntò verso Ron con fare minaccioso, ormai spazientita per la sua insistenza. Lo guardò dritto negli occhi come a volerlo fulminare con lo sguardo e poi  sbuffò.

“Miseriaccia, stai calma! Finirai per farmi prendere un infarto un giorno di questi!” Ron deglutì e si allontanò dalla streghetta compiendo un paio di passi indietro e sollevando un sopracciglio stupito per la sua reazione improvvisa.

Harry in quel momento si trovava a leggere un libro accomodato sul divano della sala comune e nel sentire quella discussione roteò gli occhi con fare divertito lasciandosi scappare una mezza risata tra sé e sé. Quei due non sarebbero cambiati proprio mai.

“Beh, forse a me verrà una crisi di nervi invece, la tua insistenza mi innervosisce!” Hermione corrucciò la fronte, arricciando il naso così da assumere un’espressione offesa e imbronciata e si allontanò dal ragazzo dai capelli color carota per raggiungere il suo amico Harry. Ron scosse la testa e senza proferire una parola si avviò verso il quadro della Signora Grassa per poi sparire dietro di esso.

“Non lo sopporto proprio quando fa così.” mormorò Hermione mentre puntava gli occhi su Harry. Notando la sua concentrazione nel leggere, però, la sua espressione imbronciata mutò in una molto più incuriosita. “Cosa leggi?” chiese con discrezione.

“E’ un libro di Pozioni, ma è diverso da tutti gli altri. Guarda.” Harry aprì le prime pagine del libro e puntò il dito su una frase alquanto strana.

“Questo libro è di proprietà del Principe Mezzosangue.” pronunciò Hermione a voce bassa con una punta di stupore. “Il Principe Mezzosangue? E chi è?”

“E’ quello che vorrei scoprire, Hermione. Sai, con tutta la faccenda di Voldemort qualsiasi cosa possa esserci d’aiuto a capire o che sia minimamente collegata a lui è più che importante.”
“In effetti ne sappiamo qualcosa. Come il tuo nome nel calice non è finito lì dentro per puro caso al quarto anno, potrebbe non essere un caso nemmeno questo.” Hermione sospirò e si lasciò cadere contro lo schienale del divano socchiudendo gli occhi. “Tutta questa situazione è un incubo. Finirà mai?”

“Quindi pensi che c’entri con Lui?” la strega inarcò un sopracciglio ponendo quella domanda al giovane Harry con lo stesso stupore di prima.

“Non lo so, ma è comunque molto strano come libro. Ed è ancora più strano il fatto che io lo abbia trovato per caso. Insomma, nulla è un caso no?”

“Lo spero Hermione, lo spero.” Harry strinse i pugni premendo quest’ultimi sulle proprie cosce e voltò il viso verso la finestra. Il sole era di una bellezza accecante quella mattina e i propri pensieri si concentrarono sui suoi genitori; James e Lily. Avevano sacrificato tutto per lui, eppure gli avevano lasciato un bel brutto affare da risolvere.

“Ma com’è che hai trovato questo libro?” Hermione si tirò su con la schiena e pose quella domanda, più che legittima, ad Harry. Quest’ultimo smise di fissare il cielo limpido e scosse la testa come a voler cacciare gli ultimi pensieri che gli avevano attraversato la mente, tornando subito dopo a guardare la sua amica pronto a rispondere alla sua domanda con tutta la sincerità possibile.

  
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