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Autore: Ya_mi    12/04/2013    3 recensioni
"Oh cielo! Oh cielo! Arriverò in ritardo!" Dite la verità, tutti avete pensato al coniglio bianco che portò Alice nella sua tana... vero? Mi dispiace, ma in questa storia non ci saranno né conigli ritardatari né tantomeno conigli con il panciotto, bensì un altro tipo di conigli, che potremmo definire "Baka Usagi" (per citare un'amico con una katana e luuuuuuunghi capelli blu!)... volete seguire le sue (brevi!) avventure?
Allora datemi la mano e seguitemi nel Paese delle Meravigl... ehm, all'Ordine Oscuro... ^^"
[Questa storia partecipa al contest di fanfiction della pagina facebook "D.Gray-Man Otaku*"]
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allen Walker, Komui Lee, Rabi/Lavi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOME IN CODICE: BIANCONIGLIO

-Lavi, attento con quelle! Se si rompono sono guai per tutti!-

Allen si accertò che le uova nella scatola che il suo amico stava trasportando fossero tutte integre, poi si voltò e continuò la sua strada verso le cucine, facendo attenzione a non versare neanche una goccia del latte che gli era stato affidato. Il rosso sbuffò, lanciando un’occhiataccia alle uova.

-Da quando in qua gli esorcisti sono anche facchini? Come se quel vecchiaccio non mi desse già abbastanza da fare...-

Già, cosa stava succedendo? La spiegazione è semplice: mancava meno di una settimana a Pasqua e Jerry, lo chef dell’Ordine, si era accorto di essere in vertiginoso ritardo con l’organizzazione del menù per quell’importantissimo giorno. Così aveva arruolato a sua discrezione dei “solerti volontari” tra esorcisti e finders che gli facessero trovare pronti tutti gli ingredienti di cui aveva bisogno. E guai se avesse scoperto che mancava un uovo o un grammo di farina: erano già stati avvistati poveri malcapitati correre per i corridoi con un cuoco infuriato armato di mestolo alle calcagna. Un’esperienza che né Allen né tantomeno Lavi voleva provare, così furono entrambi celeri e accorti, cercando di portare il loro carico in cucina, scomparendo quasi altrettanto velocemente per evitare che venissero affidati loro altri incarichi. In cerca di un luogo sicuro dove rintanarsi i due amici passarono davanti a uno dei “laboratori segreti” di Komui. La porta era socchiusa e la luce era accesa, cosa che attirò subito la loro attenzione. Sbirciarono attraverso la fessura dell’ingresso e videro lo scienziato cinese di spalle, davanti ad un banco da lavoro, mentre armeggiava con qualcosa che i ragazzi non riuscivano a vedere. Lavi non si lasciò sfuggire l’occasione e decise di mettere in pratica uno dei suoi scherzi infantili. Trattenendo una risatina fece segno ad Allen di stare in silenzio e spinse piano la porta, aprendosi lo spazio minimo per entrare. Mosse alcuni passi fino ad arrivare alle spalle di Komui. A quel punto gli mise le mani sulla schiena, lanciando un grido acuto. Il povero scienziato fece un salto per la sorpresa e alzò istintivamente le braccia rivelando due provette, il cui contenuto andò a rovesciarsi completamente addosso a Lavi. E allora fu il panico.

-Lavi! Che cavolo ti è saltato in mente?!-
-Wah! Brucia! Komui, cosa diavolo c’era in quelle provette?!-
-Aaaaaah! Lavi, i tuoi capelli!-

E in effetti sulla testa del guercio stava avvenendo una metamorfosi non indifferente: i suoi capelli da rosso fuoco erano passati ad un bianco immacolato simile a quelli di Allen e avevano persino cambiato consistenza. Sembravano più fitti e corti e... morbidi, come il pelo di un animaletto. Il ragazzo si toccò il capo e cacciò un altro urlo.

-Cosa mi sta succedendo?!-

Komui non poté fare a meno di ridacchiare... quella sua inquietante risatina da scienziato pazzo...

-Beh, caro Lavi, sembra che tu ti sia appena offerto volontario per fare da cavia per il mio esperimento pasquale... aspetta e vedrai...-

Non si dovette attendere molto. In pochi secondi il posto dell’esorcista dai capelli rossi fu preso da un soffice coniglietto bianco che si guardava intorno spaventato.
Komui si mise le mani sui fianchi ed eruppe in una risata soddisfatta, autocongratulandosi per la riuscita dell’esperimento. Allen invece era meno euforico.

-Signor Komui, non è il momento di ridere! Faccia tornare Lavi com’era prima! Gli dia un antidoto!-

L’allegria del Supervisore evaporò così come era arrivata.

-Un antidoto, eh? Uhm...-

Sia il ragazzino dai capelli bianchi che il coniglietto rannicchiato sul pavimento lo guardarono con gli occhi spalancati.

-... perché lei ha creato un antidoto... vero??-

Il silenzio che seguì li mise ancora più in agitazione.

-Ma signor Komui! Lei deve fare qualcosa! Per colpa sua Lavi si trova in questo stato!-

L’altro arricciò il naso.

-Tecnicamente la colpa non è mia! Se lui non mi avesse fatto spaventare tutto questo non sarebbe successo!-
-Rimane il fatto che lei stava progettando un esperimento pericoloso, la stessa cosa sarebbe potuta capitare a qualcun altro!-

Komui si innervosì e iniziò a gesticolare.

-Aaaaah e va bene, va bene! Penserò a qualcosa! Adesso esci e portati via quel co... cioè, Lavi!-

Allen si avvicinò al coniglietto con l’intenzione di prenderlo in braccio, ma quest’ultimo non sembrava affatto intenzionato a lasciarsi toccare. Appena il ragazzo ebbe allungato le mani Lavi sgusciò via e scappò fuori attraverso la porta ancora aperta.
Ci fu un momento di silenzioso sconcerto poi, come uscito da uno stato di trance, Allen corse all’inseguimento dell’animaletto urlando:

-Lavi, fermo! Che caspita stai combinando?! Vieni qua!-

Uscì dal laboratorio e si guardò a destra e a sinistra per rintracciare anche solo un minimo segno della presenza di Lavi. Per fortuna individuò il movimento fulmineo di una codina bianca a pompon scomparire dietro la curva di un corridoio e si mise a seguirlo di corsa.
Già di per sé la presenza di un soffice coniglietto all’interno dell’Ordine Oscuro non era una cosa normale, se poi il coniglio in questione aveva la mente criminale di Lavi c’era ancora più da preoccuparsi...!
Appena girato l’angolo si fermò di colpo per non andare a sbattere contro la figura imbronciata di Kanda ferma in mezzo al passaggio, che sulle prime non si accorse nemmeno della presenza di Allen: era troppo impegnato a trapassare da parte a parte qualcosa con il suo tipico sguardo assassino.
Quando il ragazzino con i capelli bianchi vide che cosa aveva in mano il samurai gli venne quasi un infarto.

-Lavi!!-

Eh già! Kanda aveva intercettato la corsa del coniglietto e lo aveva afferrato per la collottola, sollevandolo e scrutandolo con attenzione. Ma ovviamente non poteva sapere di avere tra le mani proprio Lavi.
Quando sentì la voce di Allen alzò gli occhi e lo guardò come se fosse stato un insetto.

-Ohi mammoletta! Hai detto qualcosa?-

Mentre l’altro cercava le parole giuste per spiegargli la situazione, lo spadaccino tornò a scrutare torvo il povero animaletto, che nella condizione in cui si trovava aveva tutti i motivi di essere spaventato.

-Dì un po’, mammoletta: hai idea di cosa ci faccia qui questo coso?-

Allen esitò qualche secondo prima di rispondere.

-Ehm... sì, più o meno...-

Kanda, che di certo non era famoso per la sua pazienza, lo rimbrottò:

-Non farmi perdere tempo, pidocchio che non sei altro! Lo sai o no?-
-Mi chiamo Allen, degenerato mentale!-

Lo storpiamento del suo nome annullò nella sua testa la presenza della domanda. Per fortuna il dimenarsi di Lavi lo fece focalizzare di nuovo sulla realtà.

-Ehm, quello... sì, insomma...-

A quel punto Kanda doveva aver deciso che ne aveva avuto abbastanza, perché aveva tirato fuori la sua spada e l’aveva puntata contro il coniglio, che iniziò a squittire disperato.

-Beh, visto che non sembra poi così importante potrei anche divertirmi un po’...-
-Wah! Va bene, va bene!-

Gesticolando agitato, Allen gli spiegò la situazione. Il samurai lo ascoltò con scarso interesse. Finito il racconto guardò distrattamente il suo piccolo prigioniero e sentenziò:

-Così il Baka Usagi si è trasformato in un vero coniglio, eh?-
-Beh, ehm... sì, così pare...-

Sul viso del giapponese comparve un ghigno inquietante.
Guardò prima Lavi, poi la sua spada, poi di nuovo Lavi.

-Quand’è così direi che potremmo provare a vedere se questi cosi sono buoni per affilare le spade... e ho sentito che Jerry cercava idee per l’arrosto per Pasqua...-

Allen si mise le mani nei capelli in cerca di una soluzione, mentre Lavi pensò bene di liberarsi da solo mordendo forte la mano di Kanda.
Quello lo lasciò andare con un gemito di dolore e l’animaletto ne approfittò per rifugiarsi tra le mani di Allen, che lo raccolse e corse via mentre il samurai imprecava sonoramente alle sue spalle.
Avrebbero avuto non pochi problemi, più tardi...
Il ragazzino scrutò con attenzione il coniglietto e fece un sospiro.

-Credo che la prossima volta ci penserai due volte prima di fare una scherzo...-

L’altro lo fissava con i suoi occhietti rossi, arricciando di tanto in tanto il nasino rosa.
L’espressione pacifica e lo sguardo innocente rendevano difficile credere che in quella graziosa creaturina si celasse proprio Lavi.
Oh beh, ora l’importante era tenerlo al sicuro prima che a qualcuno venisse la bella idea di scambiarlo per un arrosticino o un cuscinetto da piedi.

-Ehi, Allen caro! Avrei bisogno di un’altra cassa di uova...-

Allen si voltò e si trovò davanti Jerry con una spatola unta di olio in una mano. Quando adocchiò l’animaletto che il ragazzo teneva in braccio gli si illuminarono gli occhi.

-Ma è perfetto...!-

Il ragazzino guardò prima il coniglio e poi il cuoco.

-Ehm... perfetto...?-

Ma l’altro era già perso nel suo mondo fatto di ricette e torte alla panna.

-Potrei farlo in umido! Oppure arrosto! Sì, con rosmarino e salvia! O anche stufato! Sì sì, con pomodoro e olive! E se lo facessi freddo? Oh sì, con della gelatina e tanta maionese!-

Finalmente Allen capì e strabuzzò gli occhi.

-Non vorrà cucinarlo?!-
-Ma certo che sì! Non me lo stavi portando in cucina?-
-NO!! Lei non può cucinare questo coniglio!-
-E perché no?-

Ecco, a questo punto iniziavano i problemi.

-Ehm... beh, lo guardi! E’ magrissimo, con poca carne...-
-Oh, basterà cucinarlo insieme ad altri conigli con un po’ più di sostanza, dove sta il problema?-

E allungò le mani per prendere Lavi. Allen cercò di allontanarsi, ma Jerry lo incalzava.

-Ma non può! Perché... perché è malato! Già, stavo giusto portandolo via, perché... è malato, e non vorremmo che mangiandolo ci infettasse tutti, no?-

Jerry però non sembrava convinto.
A quanto pareva non c’era via d’uscita, poi però ad Allen venne un’idea.
Era un’idea stupida, lo sapeva anche lui, ma almeno forse avrebbe guadagnato un po’ di tempo.
Si voltò, dando le spalle al cuoco, e iniziò a correre più veloce che poteva. Sentiva alle sue spalle le urla e i passi pesanti di Jerry che si era messo a inseguirlo.
Corse alla ricerca di un nascondiglio. Ormai anche spiegare come stavano realmente le cose non avrebbe funzionato: sarebbe sembrata l’ennesima scusa e Lavi sarebbe finito su un piatto, contornato da patate e insalata.
Individuò finalmente la strada della salvezza in una porta socchiusa. Non importava dove portasse, purché ci si potesse nascondere.
Afferrò la maniglia, la aprì quel tanto che bastava per passare, ci scivolò dentro e la richiuse. Poi vi si appoggiò per riprendere fiato.

-Allen?-

Una voce femminile velata di preoccupazione lo raggiunse. Aprì gli occhi e scoprì di trovarsi in una delle palestre dell’Ordine, al centro della quale si trovava Lenalee, che lo guardava senza capire cosa stesse succedendo.

-Oh, ehm... Lenalee...-

La ragazza gli si avvicinò cautamente.

-Va tutto bene?-
-D-direi di sì... stavo solo scappando da Jerry...-

Lei ridacchiò.

-Hai fatto cadere qualche ingrediente anche...?-

Si interruppe. Aveva visto Lavi.

-Oh, ma che carino! Da dove sbuca?-
-Ehm, è una storia lunga... diciamo che l’ho salvato da tuo fratello...-

Lenalee scosse la testa rassegnata, poi allungò le braccia per prendere in braccio il coniglio, chiedendo il permesso con un delicato “Posso?”.
Allen glielo lasciò prendere (sapeva di potersi fidare di Lenalee) e restò ad osservare come Lavi si fosse messo subito a suo agio tra le braccia della ragazza.
Anche troppo a suo agio...! Mentre lei lo accarezzava e ridacchiava per il solletico che le facevano i baffi e il morbido pelo bianco, il coniglietto pensò bene di approfittare della situazione favorevole per fare un po’ di esplorazione.
Con naso e zampette aveva iniziato ad aprire come poteva i bottoni della giacca di Lenalee, ficcando il muso all’interno dello spazio che si era creato.
Inutile dire che la ragazza rideva ignara di tutto mentre Allen, che nel frattempo era diventato bordò per l’imbarazzo (al pensiero di quello che stava combinando Lavi), cercava di non sembrare troppo geloso per la condizione in cui si trovava l’amico.
Quando però lo vide muoversi un po’ troppo tranquillamente verso i meandri più oscuri della scollatura di Lenalee, decise che era venuto il momento di riprendere un po’ il controllo.

-Ehm, Lenalee?-

Lei gli rispose tra una risatina divertita e l’altra.

-Sì?-
-Mi sono appena ricordato che devo portare questo coniglio... uhm... da qualche parte... sai, per nasconderlo da tuo fratello...-
-Ma che problema c’è? Posso tenerlo io!-
-NO! Cioè... davvero, il signor Komui ti cerca ad ogni ora del giorno, se restasse con te potrebbe trovarlo in ogni momento... davvero, meglio che lo porti via io...-

Lenalee non sembrava molto convinta, ma in ogni caso si tolse il “coniglietto curioso” dal seno (cosa che parve dispiacergli tantissimo, perché continuò a squittire e allungare le zampine per un bel po’!) e lo allungò ad Allen, che lo prese in braccio con malagrazia.
Dopo aver salutato l’amica ed essere uscito dalla palestra, il ragazzo dai capelli bianchi prese Lavi con entrambe le mani e se lo portò davanti, in modo che potesse guardarlo in faccia per bene.

-Ringrazia che lì ci fossi io e non Komui, o a questo punto saresti ridotto a polpette di coniglio!! Comunque una volta che sarai tornato umano faremo i conti, non preoccuparti!-

Lavi ricambiò il suo sguardo con un’espressione innocente, come se non sapesse di cosa stesse parlando.
In quella, Komui entrò nel campo visivo di Allen, corricchiando in giro con una provetta in mano.

-Ah, Allen! Ti cercavo!-
-Già, anche io non vedevo l’ora di vederla, signor Komui!-
-Oh? Lavi non si è comportato bene...?-

Allen scrutò torvo il coniglio per qualche secondo.

-No, è andato tutto benissimo, non si preoccupi...-

Se quel pazzo di uno scienziato/fratellone apprensivo avesse saputo cos’era successo con Lenalee... beh, non si sarebbe potuto garantire sull’incolumità di Lavi... meglio lasciar perdere.

-Oooooh, benissimo!! L’ho fatto! Funzionerà! Al 100%! Sì, assolutamente! In questa provetta c’è l’unico antidoto... fondamentale! E l’ho creato io, proprio io!-
-Signor Komui! Può vantarsi dopo di essere stato lei a creare la soluzione a questo problema (problema che, per inciso, è stato sempre lei a creare!), in ogni caso adesso si sbrighi ad usarlo!-
-Sì, dunque...-

Komui fece un passo maldestro in avanti, ma inciampò e... tutto il contenuto della provetta finì sul pavimento di pietra.
I tre spettatori (coniglio compreso) restarono senza fiato per qualche secondo.
Poi Allen ebbe la forza di chiedere:

-Signor Komui... lei ne ha dell’altro... vero?-
-Uhm... no...-

Silenzio.

-Signor Komui... lei è in grado di crearne altro... vero?-
-Uhm... credo di aver lasciato la formula da qualche parte... o forse non l’ho scritta... in effetti credo di aver provato ingredienti a caso fino a giungere alla soluzione...
dovrei ricominciare daccapo... credo...-

Bene, la nostra storia si conclude qui.
Non so dirvi molto altro su quello che accadde quel giorno, se non che alcuni testimoni giurerebbero di aver visto il Supervisore Komui Lee correre avanti e indietro per tutto l’Ordine inseguito da Allen Walker e un soffice coniglietto bianco.
Alla fine dovettero chiamare il direttore Bak dalla Sede Asia per risolvere l’ennesimo casino di quel povero imbecille di un Supervisore... passerà mai un giorno senza che all’Ordine Oscuro succeda qualcosa?
Nessuno lo sa... io protendo per il NO... e voi?

Author corner: bene, ragazzi! Spero tanto che questa storiellachemihafattadannareperunmeseintero vi sia piaciuta!
Ora dovete sapere il motivo di tanta dannazione (IMPORTANTE! LEGGETE QUI, PER FAVORE!!): questa fiction è stata scritta per il contest di fanfiction della pagina facebook "D.Gray-Man Otaku*" (link: 
http://www.facebook.com/pages/DGray-Man-Otaku/197503773603196?fref=ts). Se vi è piaciuta vi chiederei il piacere piacerissimo di farci un salto e votare la mia storia (basta mettere "mi piace" a quest'immagine: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=561770063843230&set=a.551743634845873.1073741825.197503773603196&type=3&theater) ... ringrazio in anticipo chi lo farà (ovviamente mettete prima "mi piace" alla pagina, che merita tantissimo, mi raccomando! <3)! Ovviamente se vorrete anche lasciarmi delle recensioni ne sarò più che felice! Un grazie speciale a chi ha letto tutta la storia fino a qui, a chi mi voterà, a chi recensirà e a chi farà tutte queste cose! Un bacione,
Yami =^.^=
   
 
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