LULLABY 

 
 
Sol la si do re…
Mi sol la si do…
Le note viaggiano leggere nell’aria notturna, mentre le creo sulle corte tese del violino, pizzicandole con dita schioccanti per esaltarne il dolce suono.
Fa sol la sol mi…
Muse di sogni ispiratori, le note ballano nell’aria, allietando la notte con una sinfonica ninna nanna.
È leggera, morbida e dolce, come potrebbe essere la carezza di una madre.
Addossato al parapetto di poppa, suono senza fretta la mia canzone, ammaestrando le note a navigare per la Sunny con leggerezza e affetto, arrivando a cullare delicate il sonno dei miei Nakama. Come uno zefiro notturno e danzante, la ninna nanna volteggia per il sotto coperta, scivolando sotto le porte socchiuse delle cabine, andando ad offrire il dono del riposo di Morfeo ai pirati, custodendo i loro sogni e ripagando le forze dei loro animi.
Ho impiegato molto tempo a comporre una nenia adatta per ogni mio compagno, un’unica cantilena notturna che richiudesse un po’ di ognuno di loro, e che riuscisse ad accompagnare ogni mio familiare nel mondo dei sogni.
Con ritmo allegro e a tratti scatenato per il mio capitano Rufy, in modo da conciliare la sua sfrenata voglia di festa e banchetti con il bisogno di riposo del suo energico spirito.
Docile e rassicurante per Usop, per non fargli temere alcun incubo.
Femminile e tentatrice per Sanji, per cullarlo tra le curve delle sue manti notturne.
Tenera e affettuosa per il caro dottor Chopper.
Fa sol la sol mi…
Dai suoni antichi e ricercati per la dolce Robin, ma con accenni più scanditi e ferrosi per Franky.
Per Zoro non ho avuto alcun dubbio: bastava che riuscisse ad addormentarlo e per lui era già la sua ninnananna perfetta.
In realtà ho avuto dei problemi nel creare la giusta sinfonia per la cara Nami.
Leggera come un vento?
Serena come una giornata di sole?
Costante e fresca come la pioggia?
Sol la si-di Esis la sol mi mi…
-Non so Brook…- mi sorrideva mentre glielo chiedevo -… le tue canzoni mi piacciono in qualsiasi forma siano…-
-Ma non sto parlando di semplici canzoni, mia cara, yohohoho-ho. Io parlo di una giuda per i sogni…-
-Bhè allora credo ti sarebbe più utile una bussola, che un pentagramma…-
Do mi re re…
Ho provato a comporre strofe allegre, malinconiche, leggere come farfalle, fragili come ragnatela sotto la pioggia, splendenti come stelle, calde come fuoco, ma la cara Nami restava sveglia e vigile durante i miei concerti notturni, sorridendomi benevola per ogni mio musicale fallimento.
-È solo una ninnananna Brook…- mi rincuorava -… non prendertela se non riesci a farmi addormentare come le principesse delle favole…-
Ma io non mi arrendevo e, inforcato il mio violino, suonavo ogni ora della notte, zizzagando la cordicella tesa dell’archetto sulle canapi dello strumento, facendole gemere in acuti infiniti nel cielo stellato, lanciando le note nell’oceano blu della notte.
Fa sol la sol mi…
La ninnananna era perfetta per ognuno di noi tranne che per lei, è ciò non mi dava pace.
Anche lei è una mia sorella, una mia compagna di vita e di viaggio, una mia Nakama.
Volevo che la mia musica accompagnasse anche lei tra le braccia di Morfeo nelle lunghe notti di navigazione, regalandole sogni gioiosi e infiniti.
Perdevo notti complete nel comporre e suonare le melodie che inventavo interrogando le stelle, smembrando le note e ricomponendole in nuovi e soavi suoni di musica.
Ma era sempre inutile: Nami non si addormentava.
Stavo per perdere la speranza, quando una mattina, all’albeggiare del sole, scendendo dall’albero maestro dopo il mio turno di vedetta, sono rientrato nel sottocoperta per riposare.
Silenzioso come se fossi privo di peso, cosa che in effetti non ho, avanzavo nella penombra mattutina della sala comune, canticchiando a denti stretti l’ultima sinfonia composta nella notte. Mi avvicinai ai divani della stanza, quando un orribile russare, cavernoso e baritonale, stridette con il mio canterellare, facendomi fischiare le orecchie.
Stordito dal grugnire profondo e brutale, mi affacciai sopra a un divano lungo e spazioso alla mia destra, stupendomi dell’immagine che si apriva davanti ai miei occhi buchi.
Zoro, addormentato e russante, era spaparanzato sopra al sofà, e su di lui, stretta tra le braccia muscolose del ragazzo e abbracciata al suo torace e con il capo infossato nell’incavo tra spalla e collo, dormiva pacifica e serena Nami.
Non era per niente disturbata dal stonato russare del mio verde amico, ma anzi, sorridendo a ogni suo profondo respiro.
Mi stupì non poco.
Non solo per la tenerezza inconsueta e amorevole che traspirava tra quei due, sempre bellicosi da svegli ma silenti amanti da dormienti, ma soprattutto per la ninnananna inconsapevole e scordata dello spadaccino, che in barba a tutte le mie soffici canzoni, era riuscito ad addormentare la bella rossa senza alcun problema.
E capii…
Capii perché la mia ninna nanna sarebbe sempre stata incompleta per Nami.
Capii perchè i suoi sogni non sarebbero mai stati protetti dalla mia musica.
Capii che da sempre, il suo dolce cuore, si assopiva solamente al suono di una cantilena speciale e personale, profonda come il respiro dell’uomo che ama.
Da sempre Nami si addormentava ascoltando la ninna nanna che il suo cuore esigeva: la ninnananna di Zoro…
 



 
ANGOLO DELL’AUTORE:
Ad Aluah, sperando che trovi la sua ninnananna…
E sappi, tu, si, proprio tu che le hai scritto tutte quelle cattiverie insensate e abominevoli, sappi che te la vedrai con me e la mia glok da 21 e mezzo…

Zomi