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Autore: ikumi    12/04/2013    1 recensioni
D'altronde, era perfettamente logico, naturale. Il ragionamento seguiva sempre lo stesso percorso, bello, fino e liscio come l'olio: quando lei era sempre lì, accanto a te, l'idea di non essere totalmente innamorato pazzo di lei appariva come un'idea folle, quasi insana; come se fosse qualcosa di terribilmente sbagliato non esserlo. Come se fosse stata una promessa solenne con te stesso: “io sono innamorato di Tsunade!”. E... “io sono innamorato di Tsunade!”.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Ormai, è acqua passata

 

Alle volte, percorrendo un paese dopo l'altro, durante viaggi infinitamente lunghi e solitari, ti è capitato che Tsunade ti tornasse improvvisamente alla mente, riaffiorando così, da sé, dal nulla più completo.

Ciò a cui ogni volta sei arrivato è: ormai, è acqua passata.

D'altronde, era perfettamente logico, naturale. Il ragionamento seguiva sempre lo stesso percorso, bello, fino e liscio come l'olio: quando lei era sempre lì, accanto a te, l'idea di non essere totalmente innamorato pazzo di lei appariva come un'idea folle, quasi insana; come se fosse qualcosa di terribilmente sbagliato non esserlo. Come se fosse stata una promessa solenne con te stesso: “io sono innamorato di Tsunade!”. E... “io sono innamorato di Tsunade!”.

Non poteva essere altrimenti. Non esserlo, era un insulto. Ridicolo. Impossibile.

Ora invece, era del tutto naturale non essere innamorato di Tsunade. Il tempo guarisce tutte le ferite! Quando te lo dicono e ci sei in mezzo, non lo capisci mai. Poi il tempo passa effettivamente, ed allora il concetto diventa chiaro: ormai, è acqua passata. Semplice così.

Quando hai quindi promesso ai vecchi saggi del consiglio che l'avresti trovata, riportata al villaggio e fattole indossare il copricapo di Hokage, l'idea che un tempo lei rappresentava tutto l'amore, l'odio, il dolore, il piacere, la gioia e il terrore, per te; non t'aveva neanche sfiorato la mente.

Dunque, in marcia verso la futura Quinta Hokage, il pensiero di un te giovane e speranzoso – ingenuo, sognatore – che compie mille pazzie e sconsideratezze pur di averla tra le braccia, ti ha fatto un poco ridere, visto che ormai... è tutta acqua passata, insomma, non ci sono parole migliori di queste per dirlo. Somiglia quasi ad una vittoria, se in contrapposizione all'ostinatezza del giovane Jiraiya.

Così, quando entri in quel locale di ubriaconi come te e lei e l'odore del saké ti penetra le narici, raddrizzi il capo, dritto davanti a te, trovandoti dinanzi gli occhi senza fondo di lei, che incontri dopo anni e anni corrente di acqua passata e ripassata, e ripassata, e ripassata; ti senti improvvisamente un fottutissimo, disperato, eremita credulone.

Fai finta di niente. Reprimi questa pazzia, metti il broncio, ti lamenti del fatto che ci hai messo una vita per trovarla – stupida, stupida, leggendaria babbea – ti assicuri che ci sia sufficientemente saké sul tavolo; ti avvicini, lasciandoti seccatamente sedere davanti a lei. Niente convenevoli nostalgici e diritti al punto – il villaggio ti vuole come Hokage e bla bla bla – sorsata di saké e di nuovo, broncio.

Se Gamabunta cascasse in mezzo all'oceano, proprio adesso, probabilmente non riuscirebbe a provocare un'onda così alta e spaventosa come quella che in questo esatto momento stai vedendo e ti sta travolgendo: probabilmente perché tutta quell'acqua passata consiste in davvero tanti, tanti, anni di sua assenza, ma ciò non toglie che a questo punto preferiresti venire spiaccicato al suolo e diventare un tutt'uno con esso, piuttosto che sentirti ancora più imbecille di quanto non ti avesse mai fatto sentire Orochimaru in vita tua. E realizzare che, sì, l'acqua passata è pur sempre parte della stessa che passa nel presente e maledizione, no, il tempo non cura un'accidente – e al diavolo quell'idiota che per primo ha formulato un'idiozia simile e che crepassero pure tutti quelli al suo seguito – non solamente era proprio quello che, in fondo, ti aspettavi, ma è anche qualcosa che hai sempre saputo fosse così.

  
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