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Autore: Khayla    13/04/2013    6 recensioni
Il Maestro pensa che nulla abbia mai avuto un senso.
Il Dottore pensa che non sia giusto.
Ma le loro opinioni non contano molto ora, non credete?
Cosa potrebbe contare, nell'Ultimo dei Giorni?
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Master - Simm
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The Last Day
 

Brucia, brucia! Tutto brucia!
Il Tempo, lo Spazio …
Distrutto, ogni cosa cesserà di esistere!
La Fine del Tempo stesso!
Il Maestro si contorse, a terra, nella polvere. Affondò le dita tra i capelli, cercando di azzittirle, o almeno di attenuarle.
Gli scappò un mezzo gemito.
O forse era un singhiozzo?
Non ne aveva idea. Era troppo sopraffatto dai suoi stessi pensieri per rendersi conto di quello che gli succedeva intorno.
E dall’infinito battere, battere, battere, battere.
Quattro volte.
E il dolore che gli squarciava il petto, quello era nuovo. Ricordava i quattro colpi perenni, i tamburi, quello sì, ma poi? Cos’era successo? Doveva ricordarselo, era importante. Doveva, doveva …
Sprazzi di ricordi gli affollavano la mente, disordinati, discontinui …
Rabbrividì e strinse i denti, soffocando un urlo di rabbia e dolore. Non così!
Perché non riusciva a fare ordine nella sua mente confusa? Cosa aveva che non andava? Non riusciva a …
Cosa c’è che non va in me …?
La risata gorgogliante che gli uscì dal petto si mischiò con le lacrime e il dolore.
Che domanda stupida! Stupida e terribilmente idiota!
Cosa c’era che non andava in lui? Ogni cosa!
Nel suo cervello si riversò un carico di ricordi. Tutti, finalmente. Nel giusto ordine.
Ed erano peggio del dolore fisico.

***

Che ironia.
Lui.
Che si sacrificava per il bene superiore.
Suonava come una barzelletta.
Oh, la sorte gli aveva dimostrato di avere senso dell’umorismo a bizzeffe.
Dall’inizio.
Da quando aveva guardato dentro il Vortice.
Riso e pianto si fusero insieme, acuendogli il dolore allo sterno, nell’ingloriosa agonia di un folle.
Qualcosa gli bagnò le guance.
E se il Dottore fosse stato al mio posto? Non credo gli sarebbe andata meglio. Sarebbe cresciuto esattamente come me, sarebbe stato emarginato esattamente come me, passato l’infanzia da solo esattamente come me …
Avrebbe agito allo stesso modo, ne sono sicuro. Forse avrebbe fatto anche di peggio.
Colpi di tosse. Fitte di dolore.
E pensare … Il grande uomo chiamato il Dottore, la cui voce risuona nell’universo … Davanti a cui gli eserciti fuggono … Colui che redime i malvagi.
Un mezzo sorriso di sfida si dipinse sul volto deformato dal dolore.
Una pennellata di bianco nell’oceano rosso di dolore e follia.
Cerca di salvarmi adesso, Dottore. Vediamo se ci riesci …
Il Maestro era consapevole del blocco temporale che separava la Guerra del Tempo dal resto del mondo, la bolla che circondava Gallifrey nella sua eterna agonia. Nulla poteva uscire, nulla poteva entrare.
Nessuno poteva salvarlo.
E per la prima volta in vita sua, anche se non lo avrebbe mai ammesso, il Maestro voleva essere salvato. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di sfuggire alla fine imminente. Perché adesso sapeva cosa c’era dall’altra parte. Buio, oscurità.
Lo sguardo pieno di pietà del Dottore era nulla, al confronto.
Sul serio? Esitò un secondo. Morire era davvero la cosa peggiore? E pensare che …
Per un secondo, solo un secondo …
L’aveva desiderato. Che tutto finisse, che il dolore cessasse una volta per tutte. Basta rigenerazioni, basta resurrezioni inaspettate …
Basta tamburi.
Dum dum dum dum.
L’avevano accompagnato in tutta la vita, perseguitandolo.
L’avevano fatto impazzire.
E ora … Si affievolivano.
Per un secondo si sentì confuso. Non era possibile. La marcia di guerra era una certezza. La odiava, ma al tempo stesso si aggrappava a lei per sopravvivere, nutrendo l’odio con l’odio.
E poi capì.
Rivolse lo sguardo fisso e attonito al cielo di Gallifrey, che gli rispose con un lampo color sangue.
Distruzione e morte. Tutti morti.
E lui non avrebbe fatto eccezione.
Alzò una mano a sfiorarsi il viso. La ritirò e se la portò davanti agli occhi.
Era umida.
Questa volta pianse per davvero. E continuò a farlo, mentre i soli di Gallifrey tramontavano su una nuova giornata di sangue.
Mentre il dolore squassante e l’affievolirsi di ogni suono annunciavano la fine.
La fine dell’ultimo dei suoi giorni.

***

Passi. Il fruscio di un cappotto lungo.
Il Maestro aggrottò le sopracciglia. Era tutto così ovattato, aveva sonno …
Eppure si costrinse a socchiudere le palpebre.
Ci mise un po’ a metterlo a fuoco, ma quando riuscì a vederci meglio trovò due occhi castani e familiari che lo fissavano.
Guardò il Dottore, sorpreso.
“Sei un’allucinazione, vero?” Il suo tono era vagamente curioso, quasi disinteressato.
Cosa si poteva pretendere da un uomo che stava per morire?
“Dipende.” Il Dottore continuò a fissarlo “Cosa pensi che sia?”
Oh, sembrava così reale.
“La visione di un moribondo, che altro?” ironizzò, cercando di assumere un tono strafottente.
Non gli riuscì molto bene.
Gli occhi dell’illusione scintillarono “Rigenerati.” Intimò in tono severo.
Un rantolo spezzato “Se avessi potuto … Starei già saltellando in giro … Cercando un modo per andarmene, non credi?”
Miseriaccia, mi sarei rigenerato davvero se avessi potuto?
Sì, immagino di sì.
Un lampo di dolore lo distolse dal suo monologo interiore. Non cercò neanche di mascherare il lungo gemito che gli uscì dalle labbra con un colpo di tosse.
Dum dum dum dum …
Dum dum dum …
Dum dum …
Dum …
Annaspò in cerca d’aria, ma sentiva un peso opprimente sul petto che rendeva ogni respiro una coltellata al costato.
Si arrese e smise di respirare.
Questo non è proprio da te, Maestro … Si disse, iniziando a vedere tutto sfocato Hai ceduto troppo in fretta.
Per qualche secondo sentì i suoi due cuori andare a singhiozzo, i battiti che sfarfallavano.
Poi …
Chiuse gli occhi.
… Nella sua testa calò il silenzio.

***

Il tempo sembrava essersi congelato. L’aria ferma era così pesante che rendeva il respirare una costrizione fisica.
Persino la parabola discendente dei soli si era fermata, avvolgendo il mondo in un eterno crepuscolo rossastro.
Per sempre.
Fino alla Fine del Tempo.
Fino all’ultimo dei giorni.
L’erba ormai rada aveva il colore del sangue.
La figura si fermò per un secondo e rabbrividì, stringendosi nel cappotto.
Aveva così tanto freddo …
L’amarezza gli strinse la gola come un cappio. Tutto questo non era giusto.
Il Maestro era morto per l’ennesima volta, per l’ultima volta.
Lui stesso era morto, ed ora camminava fra le macerie della sua civiltà in attesa di andarsene definitivamente.
Fuori dalla bolla che racchiudeva la Guerra del Tempo, nel mondo dei vivi, un altro tizio con il suo nome se ne andava in giro.
Non era più il Dottore, solo la decima reincarnazione, solo un ricordo.
Subito dopo essersi rigenerato, nel tripudio di fiamme caos, si era trovato sul suo pianeta natale, ormai ridotto a delle macerie fumanti.
Molto curioso, veramente. Non aveva idea del perché, ma una parte della sua coscienza – della coscienza del Dottore – era stata separata dall’individuo originale, in un modo che non comprendeva.
Perché?
Perché là, soprattutto. Perché proprio a Gallifrey, a guardare il suo vecchio amico morire per l’ennesima volta?
Non ne aveva idea.
E il gelo che ormai si diffondeva nel suo petto gli annunciava che il tempo a sua disposizione era terminato.
Sollevò la testa ad ammirare il cielo color rubino un’ultima volta, e si dissolse in una nube dorata, che sfavillò per un attimo, prima di sparire una volta per tutte dal mondo.
 

Anche se … Chi può saperlo?
Forse c’è qualcosa, oltre al buio, dall’altra parte.

 [1.205 parole]


Angolo autrice scribacchina

Yuhuuu!
Già, eccomi qua. 'Sta roba è anche più deprimente del mio solito.
Forse le ultime due righe si salvano.
Forse.
Coooomunque...
Sì, amo il Master. Sì, amo il decimo Dottore. Ma questo si sapeva da un pezzo XD
Ecco, sono estremamente convinta che se si fossero scambiati ruoli, il Dottore sarebbe stato esattamente come il Master, e viceversa. Hanno molto, molto, ma molto in comune, e non sono l'eroe e il cattivo. Doc ha commesso delle belle stragi durante la Time War, anche se non si direbbe. Il Master era il miglior amico del Dottore e alla fine gli ha salvato la vita, anche se non si direbbe.
Ma Ten ha trovato il modo di farsi ammazzare comunque, sigh.
Be', è tutto. Spero di non avervi rovinato il fine settimana, ehm ehm.
  
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