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Autore: Osage_No_Onna    13/04/2013    1 recensioni
[Slash://]
[STORIA SOSPESA]
Wueilà Folk! Quanti di vuoi ricordano il mio cross-over "Nemesis"?
Questa è la stessa storia, ma raccontata sotto il punto di vista di Yumiko Santoro, che, ricordo, è la protagonista femminile del crossover, una ragazza piena di virtù non riconosciute e ingiustamente bollata come "diversa", molto depressa ma con tanta voglia di cambiare le cose.
Dal primo capitolo:
"E come posso…”
Lui sembrò intuire ciò che volevo chiedergli e rispose: “Basta stipulare un contratto con me: tu esprimi un desiderio qualsiasi e io ti do i poteri per poter diventare una Puella Magi.”
“D’ accordo, facciamolo.”risposi io d’ impulso, volendo salvare al più presto il mio amato.
“Qual è il tuo desiderio, Yumiko Santoro?”chiese Kyubey ventriloquo e superinteressato.
“Io… voglio salvare tutti i miei cari che si trovano in pericolo nel modo più efficace possibile, ma senza mettermi in mostra.”
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '*For my love I'll survive*'
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Capitolo 3
What I really need

 
“Tomoya, se noi potessimo sapere in anticipo se una scelta si rivela inutile o no ci risparmieremmo un sacco di sofferenze. Ma purtroppo non possiamo. Per ora posso solo dirti solo che se quella ragazza non si accorgesse di ciò che hai fatto per lei, io la prenderei a legnate. Tu puoi anche essere insopportabile, ma hai un grande cuore. Solo il tempo può rivelare la risposta alla tua domanda, quindi puoi solo aspettare e continuare ad andare avanti.E lo dico con il senno di poi.”
Pausa.
“Cavolo, Yumiko, tu sì che sei una filosofa! Comunque ti ringrazio moltissimo. Le tue parole sono sempre profonde e, in un modo o l’ altro, danno sempre una risposta.”
Pausa lunga, quasi interminabile. Attimo d’ incertezza.

“Trovi? In questo caso sono io a doverti ringraziare. Anch’ io sto cercando una risposta ad un quesito, sai? Ma ho paura di trovarla.” 

***

Queste esatte parole. L’ ultima parte di una conversazione tra me e Tomoya-chan. Sì, il tibetano dagli occhi azzurri che mi piace da morire (Atropo* non c’ entra!) oppure lo sfigato che non mi degna di uno sguardo, dipende dai punti di vista.
Comunque sia, giuro che lo amo, e non storcete il naso nel leggerlo: diventate brutti.
Vi chiederete: cosa mai può saperne una marmocchia depressa di tredici anni dell’ amore? Avete ragione, ne so davvero poco. Per ora conosco i cosiddetti SCNC, Sintomi da Cotta Non Corrisposta, che su di me sanno essere davvero devastanti.
Giusto per farvi un esempio: io che avevo già gli occhi leggermente cerchiati adesso ho le occhiaie, perché  di notte non riesco a dormire a causa del Megafigo, Stupendoman, Handsome Tibetan o, per farla breve, Tomoya. E quando non dormo, piango come una fontana. Di solito Matilde, la mia compagna di stanza, una fiorentina studiosa vestita da studentessa giapponese in blu con gli occhi verdi e un caschetto rosso, capisce subito quando ho passato una notte insonne ma, sapendo che non mi va di parlarne, si limita a nascondere le borse degli occhi con del fondotinta.
In effetti certe volte i cosmetici fanno miracoli. E se lo dice una tizia che è praticamente disadorna, allora potete crederci.
Il cervello degli innamorati, poi, certe volte va proprio in tilt. Sarà perché il cuore pompa tutta l’ energia del corpo e lo prosciuga? Con me fa così: certe volte sono così stanca e depressa (sai che novità!) che mi dimentico di fare quasi tutto, studiare latino, prendere gli appunti o semplicemente vestirmi. Una volta stavo particolarmente male, ma così tanto che rimasi tutta la giornata in pigiama. Oppure crollo sul leggio facendo volare via gli spartiti e, senza il minimo ritegno, russo leggermente… non chiedetemi come sia riuscita a farlo, ma una volta nel crollare a dormire ho rotto un pezzo della mia custodia porta-violino in legno. È proprio bella, sempre lucida e con tanto di decorazioni floreali fatte a mano.
Non da me, ovviamente.
Aspetta aspetta… perché sono così incostante? Parlavo del cervello in tilt, giusto? Ecco, la cosa più assurda che mi ha fatto fare è stipulare quel contratto con quel gatto stalker bianco e bordeaux di nome Kyubey. Adesso mi ritrovo catapultata in un mondo simil-majokko, ma molto più horror: per ogni barriera di strega che trapasso mi ritrovo almeno due o tre cadaveri spolpati, sangue dappertutto e immagini di gente morta dissanguata. Non chiedetemi perché, ma mi ricorda l’ avventura di Odisseo con il Ciclope Polifemo, il quale gigante uccideva uomini spappolandone il cervello.
Mai sopportato il macabro. E neanche l’ horror.
E la cosa bella è che, a detta di Kyubey, le streghe erano ex-Puellae Magi morte di disperazione perché non avevano purificato la Soul Gem.
Dannazione gente, allegria: ci sono più streghe che Puellae. Stiamo messi così male?
Insomma, dopo questo comincio a vedere un altro lato del mondo fatto di streghe, demoni familiari, urla disperate e lotte continue per salvarsi la pelle. Di Puellae che neanche la salvano, di altre che cacciano solo per i Grief Seed, neanche fossimo una catena alimentari, di disperazione profonda, di speranze sbocciate ed altre profondamente deluse. In compenso, i miei lamenti da ragazzina che non si sentiva amata erano una bazzecola.
Ma questo mondo ha fatto crescere in me nuovi sentimenti, dei quali alcuni negativi. Mi sento più male che mai e tra poco mi ritroverò in un coma d’ ospedale, internata e con tanto di flebo. Vedo già la fila di parenti che mi porta i fiori ogni giorno e dice le solite idiozie da usare in queste situazioni attraverso il vetro e i miei amici che, all’ avviso “Ragazzi, dobbiamo passare all’ ospedale a trovare Yumiko: peggiora ogni giorno di più ed è prossima al… ad andarsene, è più sola che mai e cerca sostegno. Dobbiamo starle vicina.”, mugugnano: “Ancora?!? Ma ci siamo stati per tre settimane di fila!”.
Certo, fa sempre piacere avere amici fidati che ti sostengono sempre.
Li capirei però: nessun ragazzo vorrebbe passare i suoi giorni di vacanza in ospedale… nemmeno io.
D’ accordo, basta paranoie: morirò ignorata da tutti.
Non è certo una prospettiva migliore della precedente.
Sono sul letto-pietra della mia stanza del campus e, senza sapere bene il perché, ho le gambe sollevate, parallele al muro. Kyubey lo Stalker è qui accanto a me e mi osserva.
Non pensate male.
La cosa strana di questo animale è che è totalmente inespressivo: che sia allegro, triste, arrabbiato, curioso, annoiato, stanco o che stia complottando qualcosa per rendere altre povere fanciulle delle vittime sacrificali (si giustifica dicendo che è per il bene dell’ Universo –ma che me ne frega dell’ Universo?!?-) ha sempre la stessa, candida e vuota espressione, cosa che mi da’ sui nervi. Se cambiasse espressione muovendo quei bei muscoli facciali che si ritrova, ammesso che ne abbia, avrei potuto rifiutare il patto. Ora non sono molto felice di averlo stipulato. Quest’ avventura è sostenuta solo da un ultimo sprazzo di energie prima della data finale. Solo allora dirò addio a tutti, senza rimpianti. Non revocherò questa decisione perché non ho intenzione di farlo. Per adesso voglio solo dimostrare a me stessa che sono ancora capace di combinare qualcosa di buono, di essere ancora in grado di rendere felice qualcuno oppure salvarlo. E quando sento i racconti increduli ed entusiasti di gente che dice di essere capitata in luoghi assurdi e di essere stata salvata da una ragazza in bianco, per strada, provo una gioia immensa, anche se sono costretta a sorridere in silenzio e continuare indifferentemente per la mia strada: non posso svelare la mia identità.
“A cos’ è che pensi, Yumiko?”
Porca paletta, pure la sua voce è irritante. E una carriola di fatti suoi potrebbe pure farseli ogni tanto!
“Niente che t’ interessi… Incubator.”
Mi piace chiamarlo così: chissà se è consapevole, il pollo, del fatto che una delle sue tante vittime conosca il suo vero nome. Quando lo faccio indietreggia: se provasse dei sentimenti, direi che sia paura. O qualcosa di simile. Ma del gatto stalker non m’ importa  un emerito piffero. Per il resto cerco di pensare a me.
All’ improvviso arrivo alla conclusione che il mondo in cui vivo, ora come ora, non mi piace affatto, ma per renderlo più bello, almeno per me, basterebbe un po’ più d’ amore.
“All you need is love” dicevano I Beatles in una canzone.
Sono d’ accordo con loro, ma l’ amore che serve a me in particolare è quello di una sola e certa persona.
E voi sapete a chi mi riferisco.
Cado addormentata all’ improvviso: la solita stanchezza da depressione profonda che mi coglie all’ improvviso.
Ma, stranamente, sorrido.
Da quanto tempo non lo faccio? Da quanto non mi sento così bene?

*Atropo: Una delle tre Moire, divinità greche che controllavano lo svolgersi della vita. Atropo ("colei che non si può evitare") era colei che recideva il filo della vita facendo morire le persone.


Angolo dell' Autrice (che oggi assomiglia ad una Menade Invasata)
Troll. Ce l' ho fatta! Non aggiornavo dal 29 di marzo! Vi sono mancata, fedeli lettori? 
Scusatemi per questo capitolo che sembra scritto da una tizia mezza ubriaca (chissà perchè -.-), ma spero comunque che vi sia piaciuto. E la cosa bella è che siamo a quasi metà racconto!
Se da un certo lato preferisco scrivere long per dare liberamente sfogo alla mia immaginazione (i caratteri prefissati mi mandano in tilt D:), dall' altro preferisco le storie brevi, perché così non mi dimentico di aggiornare. Inoltre spesso mollo le storie a metà. Gente, sono decisamente inaffidabile LOL.
Allora, cosa ne pensate?
Confido nelle vostre recensioni!
See you!
-Puff  

 

   
 
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