Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Yu_    13/04/2013    3 recensioni
Questa è la storia di una ragazza qualunque che un giorno torna a casa e la sua vita cambia completamente: Caspian e i re di Narnia la trascinano in questo meraviglioso mondo scoprendo, successivamente, di avere anche un fratello. Tuttavia le cose si complicano: la guerra contro Miraz è imminente e le forze per contrastarlo sono poche, ma fortunatamente alla fine arriverà un aiuto da più lontano.
Dal quinto capitolo:
"Io sono tua sorella"dissi titubante.
"E cosa te lo fa pensare?"mi chiese Caspian.
"Te l'ho già detto!"gli urlai.
"Tutto questo è impossibile! Io non ti credo"
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Uhaaaaaaaaaaaaaaaa!”urlò una voce, mentre entravo in camera mia.

Sobbalzai e poi urlai anche io! Il mio spavento fu così grande che non si poteva nemmeno immaginare.

Poi la porta si scostò leggermente e Edmund sbucò da dietro.

“Ed!”esclamai. “Ma sei completamente impazzito? Mi hai fatto spaventare a morte!”.

Edmund scoppiò a ridere.

“Sei un idiota!”esclamai.

“Quanto adoro quando ti arrabbi!”esclamò continuando a ridacchiare.

“Se non la smetti ti faccio vedere io eh!”.

“E come?”disse sorridendo in un modo a cui non potevo resistere.

Mi tirò a sé e mi baciò appassionatamente. Intrecciai le mie mani nei suoi capelli e lo strinsi a me. Lui chiuse la porta e piano piano mi fece indietreggiare fino ad arrivare al letto. Mi sedetti e poi mi sdraiai. Si fermò, mi guardò un attimo e poi ricominciò.

Sentivo il suo respiro affannato mentre ci baciavamo. Le mie mani cercarono la sua camicia e cominciarono a sbottonarla. Adesso riuscivo a toccare la sua pelle liscia, i suoi addominali, i suoi muscoli.

Mi carezzò il collo e piano piano arrivò alla cerniera del corpetto. Me la slacciò e poi me lo sfilò.

In breve tempo, tra baci e carezze rimanemmo entrambi nudi e la stanza si riempì di gemiti.”.

 

Ma che diavolo…?

Che stava succedendo? Perché quel ricordo? Ero morta, oppure solo svenuta?

Aprii gli occhi piano piano. Ancora non riuscivo a vedere nitido. Quando iniziai a riprendere conoscenza realizzai che ero ancora viva. Ero a terra su un pavimento che mi pareva alquanto familiare, ma non era quello di Cair Paravel.

Mi alzai da terra e mi trovai davanti… i mobili di casa mia.

No, fermi tutti! Quello era solo un brutto sogno dal quale ancora dovevo svegliarmi. Chiusi gli occhi di nuovo e mi misi le mani davanti al viso, mi stropicciai gli occhi e alla fine molto lentamente li riaprii.

Non era successo assolutamente nulla! Ero proprio a casa mia e non mi ero sognata un bel niente.

Guardandomi allo specchio notai che ero vestita esattamente come quando i re di Narnia erano venuti a prendermi. Ero ritornata precisamente a quel giorno.

L’unica differenza era che in quel momento ero da sola. Niente vestiti sfarzosi. Niente armi. Niente re. Niente Ordine. Niente “Volare”. Niente di niente.

Ma non potevamo essere spariti così dal nulla e soprattutto tutti insieme. Un motivo ci doveva pur essere.

Pensai ai miei figli. Li avevo praticamente lasciati da soli con il regno.

E Caspian? Oddio Caspian! E ora come avrei fatto senza il miglior fratello mai esistito?

E Edmund e gli altri? Indubbiamente si trovavano in Inghilterra, a Finchley a farsi domande su domande come me. L’unica cosa di cui ero certa era che sicuramente non si ricordavano di me.

Tutte queste cose mi misero una tristezza assurda e non resistetti. Scoppiai a piangere.

 

Perché? Perché mi avevano fatto andare a Narnia se poi dovevo tornarmene a casa?

 

È il genere di cose che proprio odio. Avrei preferito non esserci andata e quindi non aver mai conosciuto mio fratello. Così non avrei sofferto.

Decisi di uscire in giardino. L’aria stava cominciando a diventare consumata dentro quel salotto. Mi sdraiai sull’erba fresca appena tagliata. Ricordai tutti i bei momenti passati con Caspian. Per una volta dopo anni ero riuscita a trovare un fratello dolce che mi stava vicino e mi consolava nel momento del bisogno.

E invece no! Le cose sono belle finchè durano. Il sogno di Narnia era durato più di cinquant’anni e come dal nulla era comparso dal nulla si era dissolto. Non avevo avuto nemmeno il tempo di salutare qualcuno.

Dopo circa venti minuti immobile sul prato decisi di rientrare.

Accesi la radio, ma non c’era nessuna canzone interessante. Niente sembrava più interessante in quel momento.

Allora presi un cd dei Queen e lo inserii nello stereo. Magari le loro canzoni mi avrebbero rallegrato. Purtroppo nemmeno quelle funzionarono, anzi, peggiorarono la situazione. Non era mai successa una cosa del genere. Di solito mi mettevano di buonumore.

Spensi la radio. Che potevo fare?

Improvvisamente ebbi un’idea. Mi girai verso l’armadio. Magari potevo provare ad attraversarlo di nuovo, ma sicuramente non funzionava più.

Poi vidi sbucare qualcosa: sembrava metropolvere. Cosa poteva significare? Magari il passaggio non si era chiuso del tutto e potevo tornare indietro a Narnia. O magari faceva davvero tutto parte di un incubo che si sarebbe dissolto appena riattraversato l’armadio. Ed era seriamente quello che speravo.

Aprii le ante e un soffio di aria calda mi arrivò in faccia. La speranza si riaccese: forse potevo davvero tornare.

Ci entrai facendo attenzione a non far cadere i piatti.

Appena sbucai dall’altra parte però non mi ritrovai sulla spiaggia di Narnia. Sinceramente non somigliava a nessun posto in cui fossi mai stata. Sembrava una specie di limbo.

“Dove diavolo sono?”mi chiesi tra me e me. “C’è nessuno?”.

“Miriam!”esclamò una voce profonda dietro di me.

Mi girai. Il grande leone, colui che governava l’equilibrio di Narnia era davanti a me.

“Aslan!”esclamai abbracciandolo.

“Che ci fai qui, mia cara?”mi chiese.

“Sinceramente non lo so…”risposi. “Io volevo solo tornare a Narnia!”.

“E hai tentato nello stesso modo con cui ti ci hanno portato la prima volta?”mi domandò.

Annuii.

“Ma dove mi trovo?”chiesi. “E’ la tua terra?”.

“No, la mia terra si trova oltre i confini del mondo.”rispose. “Sei nel posto in cui sono stati tutti quelli che hanno cercato di tornare a Narnia attraverso una maniera ovvia.”.

“Ma qui non c’è nessun altro!”esclamai.

“Perché sei stata tu la prima a farlo!”esclamò il leone. “Questo posto lo hai inaugurato tu e ciò ti fa onore!”.

“Perché scusa?”.

“Vuol dire che ti sei affezionata veramente a Narnia e che la porti nel cuore.”.

“Affermazioni esatte!”dissi. “Però vorrei tornare veramente lì, superare questo posto e arrivare lì!”.

“Mia cara Miriam, mi dispiace dirtelo, ma non potrai tornare a Narnia. Almeno non per il momento.”.

“Ma Aslan!”esclamai. “Avevi detto che i passaggi di Narnia sarebbero rimasti aperti per sempre!”.

“Non ho detto questo!”precisò. “Ho detto che sarebbero rimasti aperti per un lungo periodo!”.

“Sessantasette anni ti pare un lungo periodo?”strepitai.

“Non hai capito!”esclamò lui. “I passaggi in questo momento sono aperti, ma non per te, Peter, Edmund, Susan e Lucy!”.

“Ma perché?”urlai.

“Voi siete morti!”ruggì il grande leone. “Se tornaste lì loro impazzirebbero perché siete morti e non vi crederebbero. Sareste come dei fantasmi!”.

“Ma ti pare logico?”gli chiesi. “Siamo morti tutti insieme! I miei figli, quelli di Caspian e Susan, quelli di Peter e Alexandra, insomma, tutti quelli al castello non sono scemi! La cosa non desta sospetti?”.

“Calmati!”esclamò calmo. “Questo era il vostro destino e nemmeno io posso cambiarlo!”.

“Ma ti rendi conto? Non ho nemmeno salutato mio fratello!”dissi con voce rotta. “Per una volta ero riuscita a trovare una persona buona, un fratello che nella vita reale non ho! Lui era tutto per me! Era protettivo, a volte geloso, ma gli volevo bene per questo. Quando ero triste lui c’era, sempre pronto in ogni momento ad asciugarmi le lacrime. Faceva lo stupido quando mi prendeva in giro per via di Edmund e quando facevamo discorsi cretini. Era orgoglioso, tremendamente orgoglioso. Tutto questo era Caspian. E io vorrei vederlo almeno per l’ultima volta.”.

“Miriam, non tutto è perduto…”disse il leone.

“Che vuoi dire?”gli domandai asciugandomi le lacrime.

“Ho detto che per il momento non potrai tornare a Narnia. Magari in futuro potremo avere ancora bisogno di voi…”rispose vago.

“E mio fratello?”chiesi ancora.
“Tu ti fidi di me?”mi domandò.

“Ma certo!”esclamai.

“Allora stai sicura che lo rivedrai molto presto, molto prima di quanto tu possa immaginare!”concluse.

Ci fu una breve pausa.

“Credo che sia arrivato il momento di salutarci.”disse infine.

“Ti rivedrò ancora?”gli chiesi abbracciandolo.

“Naturalmente!”rispose. “Ma un giorno, mia cara, un giorno!”.

Iniziai di nuovo a piangere.

“Non disperare, non è la tua ultima volta qui!”mi consolò.

“Ma mi dispiace!”esclamai.

“Lo so, ma è arrivato il momento di andare.”mi esortò.

Mi avviai verso l’armadio, ma guardai un’ultima volta Aslan. Mi sorrise e io andai avanti. Aprii l’anta dell’armadio e rotolai fuori rompendo un numero incredibile di piatti.

“Questa non ci voleva!”esclamai. “E ora chi la sente mia madre?”.

Poi sentii qualcosa spuntare dalla tasca dei miei pantaloni: era la mia bacchetta.

“Reparo!”urlai contro i piatti rotti, ma non accadde nulla.

Ancora per un attimo avevo sperato che potessi ancora fare magie. Prima di avere uno scatto di rabbia la presi, la rimisi in tasca e uscii.

Non ce la facevo a stare un attimo di più in casa. Mi sarei fatta una bella passeggiata e quando mi fossi calmata sarei rientrata. Cominciai a camminare per strada molto velocemente. In genere era così che sfogavo parte della mia rabbia.

Ero quasi arrivata davanti alle scuole medie, quando inciampai e caddi distesa a terra. La cosa strana era che avevo il dizionario di latino in mano. L’avevo preso prima di uscire? Non mi sembrava…

Però quando ero caduta si era rotto tutto (già che era vecchio). Si erano sparse addirittura le pagine. Mi rialzai e cercai di recuperare le pagine. Un ragazzo alto corse verso di me.

“Tutto a posto? Stai bene?”mi chiese.

Che strano. Conoscevo molto bene quella voce, ma era impossibile.

“Sì, tutto a posto!”esclamai.

Lui mi aiutò a recuperare le pagine sparse per la strada. Ancora non l’avevo visto in faccia. Aveva un paio di jeans lunghi, una maglietta a maniche corte nera e converse nere. Io nel frattempo cercavo di ricomporre il vocabolario. Sfogliandolo mi soffermai sulla lettera n e in particolare mi colpì la parola Narnia. C’era scritto “antico nome della città di Narni”. Ma che volevano dire tutte queste cose? Erano solo coincidenze?

“Mi dispiace, ma una pagina è volata via…”si scusò porgendomi le altre.

Lo guardai per bene. No, era impossibile. Non poteva essere lui. Mi alzai in piedi.

“Caspian!”esclamai.

Prima che potesse dire qualcosa lo abbracciai più forte che potevo.

“Miri!”.

“Come può essere?”gli chiesi. “Insomma, sei tu! Vivi a Narnia! Come puoi stare qui?”.

“Una volta sono venuto qua, nel tuo mondo, ricordi? Questo mi ha in un certo senso legato qui.”rispose.

“Pensavo di averti perso!”gli dissi.

“Anche io. Quando mi sono risvegliato qui è stato strano. Sapevo di non essere più a Narnia, ma sapevo cosa dovevo fare: aspettare. E aspettando sono comparsi i Pevensie uno dopo l’altro. Mancavi solo tu.”raccontò.

“E loro dove sono?”gli domandai impaziente.

Mi indicò i tavolini della pizzeria proprio lì davanti. Erano seduti lì e ci guardavano.

Su un altro tavolino c’era Elia, il mio compagno di scuola, quello stupido. Era insieme ai suoi amici e guardava i Pevensie in maniera strana.

“Ma almeno si ricordano qualcosa?”domandai a Caspian.

“Si ricordano tutto!”esclamò e io sorrisi.

“Puoi scusarmi un attimo?”dissi.

“Ma naturalmente!”rispose. “Credo che Edmund sia impaziente di salutarti…”.

Mi fece l’occhiolino. Non si smentiva mai eh! Continuava ad essere stupido quando si trattava di queste cose. Gli feci la linguaccia e poi attraversai la strada. Mi stavano aspettando.

Gli feci segno di non alzarsi perché prima dovevo prendermi una piccola rivincita.

Andai verso il tavolo di Elia e posai il dizionario di latino davanti a lui.

“Questo domani me lo metti sotto il banco!”ordinai.

“Oh, ma che vuoi da me?”mi disse scontroso.

“Te l’ho appena detto!”.

“Perché non ce lo porti tu, secchiona?”disse ridendo di me con i suoi amici.

Eh no, questo non doveva dirmelo. Non ancora! Ero al limite e mi ero veramente stufata.

Venivo da Narnia, diamine! Ero una regina e sapevo combattere e difendere il mio orgoglio! Avevo combattuto ben due battaglie e mai l’avevo fatta passare liscia a chi mi prendeva in giro!

Gli rifilai un pugno talmente forte in faccia che cadde a terra e il suo enorme naso iniziò a sanguinare.

“Voglio il mio dizionario sul banco domattina!”esclamai di nuovo e lui non seppe controbattere.

A quel punto andai verso il tavolo dei Pevensie. Li osservai meglio: erano…wow!

“Ma siete davvero fighi oggi!”esclamai.

Abbracciai Lucy, Susan e Peter. Quando arrivai a Edmund non seppi resistere. Lo baciai con foga stringendolo forte a me. Mi erano mancate le sue labbra giovani e carnose sulle mie. Intrecciai le mie mani dietro al suo collo.

“E’ un po’ che ti aspettiamo, sai?”mi disse Susan. A malincuore mi staccai e mi girai verso di lei.

La guardai un attimo ed era veramente bella. Aveva i capelli legati in un elegante chignon. Portava una canottiera rosso fuoco e dei jeans molto aderenti. Le scarpe erano dei tacchi a spillo che si intonavano con la canottiera.

“Davvero?”le chiesi.

“Almeno due ore…”rispose Lucy.

“Ma come siete arrivati qui?”domandai loro.

“Con questo!”esclamò Edmund tirandomi qualcosa. “Ti ricorda niente?”.

Me lo rigirai tra le mani.

“Il Cappello Parlante!”esclamai.

“Ci ha portato fino qui!”affermò Peter.

“Tuo fratello invece si trovava già qua!”disse Susan.

“Già, e ho anche aspettato un bel po’ prima che arrivaste!”esclamò Caspian da dietro le mie spalle.

Ora che ce li avevo tutti davanti li guardai meglio. Edmund aveva un paio di jeans lunghi, converse e la maglia degli Who, mentre Peter ce l’aveva dei Pink Floyd. Lucy invece aveva un vestitino verde molto carino. Caspian una giacca di pelle e occhiali da sole tondi. L’unica vestita fuori luogo ero io.

“Mi ha chiamato Fred!”esclamò Lucy.

“E loro dove sono?”chiesi impaziente.

“Esattamente dove devono stare!”esclamò Caspian.

“E in cui andremo anche noi!”aggiunse Susan.

“Dopo ti spieghiamo…”mi sussurrò Peter.

“E insomma tu dove sei stata?”mi chiese Edmund.

“Ho cercato di tornare a Narnia attraverso l’armadio…”risposi.

“Ma non ci sei riuscita, vero?”mi disse Susan.

“No, però ho incontrato Aslan!”esclamai.

“E che ti ha detto?”mi chiese Caspian.

“Che per ora non possiamo tornare, ma che forse in futuro potrebbero avere ancora bisogno di noi.”risposi.

“Sarebbe davvero bello…”disse Peter improvvisamente triste.

“Che hai Pete?”gli chiesi.

“Quando ce ne siamo andati Alexandra è rimasta a Narnia…”rispose.

“Dai, la rivedrai!”lo consolò Susan. “In fondo ha detto che torneremo, no?”.

Annuii.

Lucy che nel frattempo era andata da una parte per parlare al telefono con Fred tornò.

“Non è ancora capace a usare il telefono che ancora chiama feletono!”esclamò sorridendo. “Ma se ho capito bene ci aspettano tutti quanti alla stazione di King’s Cross a Londra!”.

“E poi che facciamo là?”le domandai.

“Hogwarts!”esclamarono tutti insieme.

“Oddio, veramente?”esclamai.

“Ma certo!”rispose Caspian.

“Inizia una nuova avventura, non stupirti!”mi disse Peter.

“E con che cosa ci andiamo?”domandai.

“Con questo!”esclamò Susan indicando il Cappello Parlante. “Ma non dobbiamo farci vedere dai babbani.”.

“Quindi usiamo quelle!”aggiunse Edmund indicando delle moto nere al lato della pizzeria.

Ero rimasta a bocca aperta. Erano delle Harley Davidson. Forse erano completamente impazziti, ma l’idea mi piaceva.

“E voi sapete guidarle?”chiesi.

“Tranne Caspian. Infatti guido io!”esclamò Susan dandogli un bacetto sulle labbra.

“Allora che stiamo aspettando?”disse Lucy.

Ci incamminammo verso le moto, ma prima mi fermai di nuovo al tavolo di Elia.

“Ora che ci penso il dizionario mettimelo nell’armadietto!”gli dissi sprezzante. “Non credo che tornerò a scuola! Almeno per un bel po’!”.

Non osò rispondere. Non dopo il cazzotto che gli avevo rifilato.

Edmund mi cinse le spalle. Salì sulla moto e aiutò anche me visto che erano così alte.

“Verso Hogwarts e oltre!”esclamò Peter.

Edmund mise in moto e partimmo a tutta birra.

Sinceramente non sapevo che cosa aspettarmi, andavo verso l’ignoto. Non tornare a Narnia per un po’ mi dispiaceva, ma conoscevo bene i miei figli e sapevo che sarebbero stati in grado di governare con saggezza e giustizia. Un giorno li avrei rivisti, ne ero certa!

Una nuova avventura stava per iniziare e non mi importava. Ero con le persone che più amavo, con i Pevensie, con Edmund, con Caspian e niente era più importante di questo. Sarei andata a Hogwarts, la scuola che avevo sempre sognato di frequentare.

Ero semplicemente felice.

E dovevo solo dire grazie ad Aslan.

 

 

 

The End

 

E fu così che le lacrime cominciarono a scendere lungo il mio viso! D:

Ebbene sì, eccoci giunti al capitolo finale di quello che considero il mio piccolo capolavoro! È stata la mia prima FF, la prima che ho deciso di scrivere in seguito ad un sogno. La cosa è iniziata così, quasi per gioco e poi un giorno una mia amica mi ha parlato di questo sito. Quindi ho cominciato a svilupparla e quindi eccomi qua!

Finirla è stato brutto, ma purtroppo tutte le cose hanno la parola fine (anche se io la odio questa parola xD).

Come avete potuto notare si conclude bene e non come pensavate nell’altro capitolo xD

Ma ora veniamo ai ringraziamenti!

Devo veramente ringraziare tutti, ma proprio tutti: chi l’ha messa tra le preferite (angie_ange, Dream96, Fiammetta Scott, KaMiChAmA EllY, Lily45, Livingyoungwildandfree, MrNiam, Muffins, risotto, tinny e weasley_fg), chi tra le ricordate (Lily45, Maddi97 e tinny), chi tra le seguite (Alambil, AliAliEfp, AniaS, bertuccia95, GilmoreGirl_, Lils_lover, Lily45, LittleWitch_, LuceLu, Muffins, Penelope Potter, piccola_cullen, SummerEnd, tinny, _Mik_ e _Sister_).

Grazie a chi ha recensito (scusate se non faccio la lista, ma non riesco a ritrovare l’elenco di chi mi ha recensito D: ), senza la quale non sarei riuscita ad andare avanti.

Grazie a chi ha solo letto: anche voi mi date conforto e soddisfazione.

Questo capitolo è per tutti voi, ma in particolar modo voglio dedicarlo ad un mio caro amico. Diciamo che ultimamente mi sono ispirata parecchio a lui per scrivere il personaggio di Caspian proprio perché mi ci sono avvicinata parecchio e ho avuto l’occasione di conoscerlo meglio. Lui è il mio migliore amico, quello di cui sono gelosa, quello con cui parlo di cavolate ma anche di cose interessanti, quello un po’ scemotto, quello che sa sempre consolarmi e cui voglio un bene dell’anima. In poche parole ha tutte le caratteristiche di Caspian.

Insomma, questo capitolo finale (ma anche la storia in generale) è per te, Mattia! Perché ti voglio troppo bene e non ti cambierei assolutamente con nessuno!

Dopo quest’ultima dedica vi devo lasciare! Non vi dirò più “al prossimo capitolo”, ma “alla prossima storia”.

Miriam <3

PS: tinny, mi riferisco specialmente a te! Sto pensando ad un sequel, ma (e dico MA xD) non farci troppo la bocca perché non è detto che lo scriva (:

   
 
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