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Autore: Cornfield    13/04/2013    1 recensioni
"Da dove vieni?"
"Non lo so.."
"Non sai da dove vieni?!"
"Non so neanche chi sono."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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5.

I'm spiralling down to the hole in the ground.
Train riuscii ad aprire gli occhi a fatica, le palpebre sembravano di piombo.
Non riusciva a pensare a causa del mal di testa che gli soffocava il cervello.
Quelle immagini … quelle immagini gli avevano fatto capire da dove veniva, ma non perché era steso sull’asfalto ruvido e freddo e sentiva un fitto dolore alla trachea.
Scorse un imponente edificio che si ergeva davanti a lui.
Cos’era poi quella cosa appesa?
Un foglio?
Un cartello?
Cosa c’era scritto?
Provò ad alzarsi ma le gambe erano molli, ci rinunciò sconsolato.
“Train… Train Sta..”
Strinse gli occhi per riuscire a leggere.
“Train Stat..tion ..”
Era una stazione ferroviaria.
Decise che il suo nome sarebbe stato Train.
Lo decise cosi, perché era l’unica cosa che poteva decidere. Non poteva decidere di alzarsi, non poteva pensare, non poteva fare niente.
E quella fitta alla trachea si stava facendo sempre più forte.
E non capiva niente.
E quella nebbia era cosi opprimente.
Sentiva un vuoto dentro di lui, qualcosa che gli mancava.
Camminò a gattoni per raggiungere la stazione ma si accorse che era completamente abbandonata. Notò un altro edificio dall’altre parte della strada. Con grande sforzo arrivò fin li.
“CLOSE.”
Fottutamente chiuso. Era come se tutti si fossero dimenticati di lui apposta e lo avessero abbandonato in una città di fantasmi. Da solo.
Sotto la scritta “CLOSE” ce ne era un’altra, consumata dal vento.
“Dark..”
Train tolse la polvere dal cartello.
“Dark side..”
“Dark Side Pub.”
Pub.
Quella parola gli ricordava qualcosa.
Tristezza?
Assolutamente no.
Lacrime?
No.
Rimorsi?
No.
Felicità?
Poteva darsi, Train non conosceva la felicità.
Eccitazione?
Si.
Goduria?
Si.
Un nome si scagliò come un proiettile nella sua testa dolente e confusa.
Lady Cobra?
Si.
Train lo disse quasi ad alta voce.
Dov’era l’oggetto del suo desiderio? Lo aveva abbandonato?
Si guardò intorno e la cercò affannosamente con lo sguardo ma ciò che riusciva a vedere erano catapecchie in rovina, strade non asfaltate e nient’altro.
Le ultime immagini frammentarie riguardavano Lady Cobra che lo spogliava. E poi?
E poi fin li non ricordava nient’altro.
Si stese di nuovo sull’asfalto granuloso e chiuse gli occhi per cercare di ricordare qualcos’altro. Niente.
Perché non era nel suo letto?
Perché non era a casa sua?
Perché tutti lo avevano abbandonato?
Anche lui voleva abbandonarsi da solo. Era ad un punto morto, non aveva concluso niente. Forse era realmente morto?
E dov’era Lady Cobra? Le mancava. Lei non c’era e lui era un completo disastro.
Era perso.
Perché non c’era?
Voleva assaporare la sua pelle. Le mancava davvero.
Lei era riuscito a farlo sentire un altro.
Lei invece no. Gli sfuggiva il nome.
Juliet?
Juliet era cosi opprimente, ossessiva. Gli aveva raccomandato di non bere troppo. Cazzo, quella ragazza aveva seri problemi. Per tutta la vita, Train non aveva fatto altro che barricarsi in casa e lei lo sapeva benissimo. E quando si presentava l’occasione di divertirsi, ecco che diventa isterica. E l’aveva anche abbandonato.
Lady Cobra invece era con lui. Sentiva la sua presenza, il suo profumo. Sapeva che lo stava aspettando. Per qualche assurdo motivo la notte scorsa successe qualcosa. Qualcosa in quel pub che Train non riusciva ancora a ricordare.
Forse lo avevano aggredito? Ciò spiegava il fitto dolore che si era impossessato di lui.
Che cosa doveva fare?
Cercare, trovare Lady Cobra. Era l’unica persona di cui si ricordava e che gli ispirava fiducia.
Era l’unica cosa che poteva fare.
Non aveva ancora capito molto di quello che era successo.
Quindi si chiamava Train. E poi? Poi doveva cercare una ragazza che gli mancava da morire. Dopo ciò?
Non lo sapeva.
Perché non lo sapeva?
Troppe domande.
Dove si trovava?
Basta.
Dov’era Lady Cobra?
Finiscila Train.
Perché era dolorante?
“Lasciatemi in pace cazzo!” Gridò in preda all’ansia e la sua voce echeggiò.
Ma nessuno lo senti.
Nessuno.


*Spazio all'autrice*
Si, questo capitolo è corto e non dice nulla di nuovo, ma bhò, volevo lasciare un pò di suspence (?) TAN TAN TAN. Se a voi non vi spiace, mi lusinga avere una recensione (Traduzione: per favore porca Boia recensitemi perché nessuno mi caga :c)
Ciauz.
No one knows.

  
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