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Autore: sopra_al_rumore    13/04/2013    0 recensioni
"E' un ragazzo perso, mi dispiace, ma è la verità..." dice la professoressa chiudendo il registro.
-Non è così, lui non è ciò che sembra. Lui è diverso...- penso.
"Ha solo qualche problema che non riesce a gestire..." ammetto a denti stretti lasciando l'aula.
Se il tuo mondo cade a pezzi ma qualcuno resta, non sarebbe opportuno dargli una chance così da risorgere da terra come un grattacielo?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ogni volta che qualcuno perde le speranze in lui, 
lei cerca di fare il possibile per dimostrare che in fondo son solo parole.
Certo, non le cambierebbe nulla se tutti prendessero le distanze da lui ma in cuor suo sa che nessuno,
compreso il ragazzo in questione, merita quelle parole tanto dure da far tremare un cuore.
Per questo si batte, in silenzio, delle volte anche solo nella sua mente,
per una causa persa in partenza.
A lei piace pensare che sia perso, che tutto con lui sia vano sin dal principio,
eppure è consapevole di quanto di buono quel ragazzo ha da offrire al mondo, per questo solo lei puo' definirlo "perso".
Lei è la prima, quando è il caso, a difenderlo dalle ingiurie di chi non crede in lui.
Lei gli crede, lei evita di guardare i suoi atteggiamenti in pubblico,
lei si sofferma sulle sue parole quando nessuno è lì ad ascoltarlo,
o più semplicemente quando con quattro amici riesce ad aprirsi e a raccontare un po' di sé.
A lei piace guardarlo negli occhi, delle volte si sofferma troppo sul suo sguardo,
ma quando lui esprime i suoi desideri, i suoi sogni e le sue fantasticherie sul futuro,
lei non puo' proprio farne a meno.
Le capita di essere così presa dai suoi discorsi che sfociano nell'intellettuale che non si capacita con l'immagine che gli si propone davanti,
ha anche pensato di registrarlo, così da poter mostrare a tutti quelli che la pensano diversamente che non è così.
Però c'è una cosa che la frena: le manca il coraggio.
Lei proprio non ci riesce ad intorromperlo una buona volta e a dirgli:
"Sei molto più di ciò che vuoi dimostrare agli altri, non appisolarti sulla terra, punta alle stelle."
Così resta in silenzio, sorride o aggiunge qualcosa per intensificare i suoi concetti ma resta comunque inerme durante lo svolgimento dell'azione.
Lei sa di che pasta è fatto, ma ha capito che anche quelli duri come rocce alla fine vengono danneggiati dall'acqua e giorno dopo giorno s'infrange su di esse.

"Per lui conta solo l'apparire."
"Pensa solo a giocare."
"Non ha un cuore."
"E' stupido, ignora i segnali."
"Non ha futuro."
"E' un peccato, ormai ci è troppo dentro, avrebbe potuto darci un taglio prima..."

Ma quale "taglio", pensava lei.
Gli unici tagli che le venivano in mente erano quelli che avrebbe potuto procurarsi lui dopo che ogni giorno gli toccava affrontare un mondo che gli consigliava di diventare un coniglio, parlandogli da leone.
Eppure sapeva che lui era forte, con un po' di fiacca ce l'avrebbe fatta, avrebbe superato comunque tutto.
Lei lo conosceva, lei non aveva mai perso le speranze con lui, perché inconsapevolmente il ragazzo da evitare riusciva sempre a strappare un sorriso sulla bocca di tutti.
E delle volte, meditava, era così preso dal voler divertire gli altri, da dimenticarsi dei suoi problemi e, le veniva da pensare, fosse fatto tutto di proposito.

Puo' capitare a tutti di sentirsi smarriti durante questo viaggio chiamato vita,
delle volte non ne siamo nemmeno consapevoli, ci lasciamo cullare senza capire bene dove andare.
Ma non siamo persi, vogliamo solo essere salvati. E se non arriva nessuno, magari proviamo anche a rimetterci sulla retta vita,
facciamo grandi sforzi e passi da gigante, ma la paura di smarrirci nuovamente ci perseguita, sempre, come un'ombra,
a tal punto da indurci a non riuscire più a trovare una soluzione e così capita di sederci al centro di un labirinto, 
quello in cui solo una persona precedentemente toccata può metterci piede e tentare di recuperare anche quello che per tutti sembra irrecuperabile.




"E' un ragazzo perso, mi dispiace, ma è la verità..." dice la professoressa chiudendo il registro.
-Non è così, lui non è ciò che sembra. Lui è diverso...- penso.
"Ha solo qualche problema che non riesce a gestire..." ammetto a denti stretti lasciando l'aula. 
"Sai qualcosa che a noi docenti sfugge?"
"Quanto basta per credere fermamente nella mia idea che lui non è perso..."
"L'amicizia deve anche riconoscere i difetti, cara..."
"L'amicizia, infatti. Io e lui non siamo amici, non so esattamente cosa siamo, ma so certamente che quando parla di sé è così serio da far paura.
Ha qualcosa che lo annienta. C'è una voce dentro di lui che ultimamente lo tormenta e nessuno riesce ad aiutarlo, anzi, voi lo buttate giù e lui si adegua, striscia."

"Allora parlagli Annie, tu puoi aiutarlo!" consiglia pacata la donna in procinto di alzarsi dalla sedia.
"Non ce la faccio." rispondo sulla soglia della porta.
"Si che ce la fai, solo tu puoi." 
Abbandono definitivamente la conversazione precipitandomi fuori dalla scuola.

Parlagli, fosse facile, ripeto tra me e me.
Io ci parlerei anche, con lui, se non mi mancasse il fiato o mi sentissi stupida.
Io ci parlerei anche, se fossimo soli e lui si aprisse senza timore, io non lo giudicherei, anzi, probabilmente gli direi che passa tutto,
gli direi che lui è più forte della pressione di essere perfetto, nessuno lo è, anche se credo che lui ci sia molto vicino comunque, a quella parola che tanto ossessiona tutti.
E sottovoce magari ammetterei anche di volergli bene e che mi distrugge vederlo così, debole, afflitto.
Si, gli direi che mi sento un fallimento, specialmente quando dice qualcosa tra le righe, io la colgo ma non la commento per paura di sbagliare.
E poi ammetterei che mi manca, mi manca dannatamente quando non è con me,
ma successivamente puntualizzerei che in realtà, mi manca molto di più quando è seduto accanto a me ed è troppo silenzioso anche per sorridere.
Magari concluderei anche con una frase ad affetto: 
"Stiamo tutti cercando qualcuno i cui demoni giochino bene con i nostri."
Forse, un domani. Per ora voglio ascoltarlo e dire alla gente che lui non è ciò che pensano: perché lui, lui è molto meglio.

E solo allora inizierò a rispondere alle sue affermazioni sempre in sospeso, che lasciano un margine di dubbio su qualsiasi cosa.

Serva me, servabo te. 
  
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