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Autore: kimskins    14/04/2013    5 recensioni
“Io non potevo vedermi vivere. Non posso vedermi vivere senza di lui. Mi sento sola.”
“ Non sei sola quando non hai nessuno accanto.
Sei sola quando la persona che hai accanto non è quella che hai nel cuore.”
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                             A hospital for souls – one shot.




 (Leggete fino alle note d'autore, vi prego.)














“C'è qualcosa in particolare che la disturba?”
“No. Cioè, non credo.”
“Non sembra tanto sicura.”
“Non lo sono per niente.”
“Se vuole parlare di
lui, ne parli pure.”
“Non ne ho mai parlato con nessuno prima d'ora..”
faticavo davvero tanto anche solo pensarci.
“C'è una prima volta a tutto.” Sorrise e strinsi la collana, d'istinto.





 

Sembrava buio in una stanza dove il bianco dominava e la luce non tardava a mancare.
Sembrava buio ai miei occhi, indolenziti dalla troppa luce che penetrava dalla finestra.
Era strano. Tutto molto strano
Che era successo? Dov'ero? E lui? Quel ragazzo dov'era finito? Mi aveva salvato la vita.
Ero morta per caso? No, avrei dovuto ringraziarlo prima.
Raccolsi tutte le poche forze che avevo e mi alzai dal letto barcollando.
“Signorina, dove sta andando? Deve rimanere a letto!” Le urla di quell'infermiera sembravano lontane, oppure erano un lontano eco. Cercavo di correre, correre, correre.
Dov'era lui? Dov'era il mio eroe?
Vidi una signora piangere e mi fermai, come se sentissi che quella donna potesse aiutarmi.
La guardai meglio: i suoi occhi celesti come il cielo erano pieni di lacrime, offuscati dalla tristezza e dal dolore. Potevo mai essere così sensibile?
Mi notò ma io non mi mossi, continuai a guardarla come se lei potesse veramente aiutarmi.
Mi inginocchiai di fronte a lei e mi guardò, provò a parlare ma gli uscirono solo dei singhiozzi che le mozzarono il fiato. La abbracciai di scatto e lei non si allontanò.
“Cosa succede?” Le sussurrai. La mia tranquillità e naturalezza nel muovermi mi inquietavano.
“L-lui.. se ne sta andando.” Mi staccai tanto da guardarla dritta negli occhi e sentì un balzo al cuore, senza motivo. Almeno apparentemente.
“Chi?” guardò dietro di me e mi voltai. Attraverso una vetro notai un ragazzo disteso su un lettino, solo, sembrava dormire beatamente.
Mi alzai e mi avvicinai a quella finestra. Il suo petto si alzava e abbassava.
Respirava. Cosa aveva quel ragazzo di così importante da spingermi ad entrare? Nemmeno lo conoscevo. Io ero in cerca del mio eroe, di colui che avrei dovuto ringraziare. Perchè ero lì?
Entrai e continuai a guardarlo. Nonostante fosse mal ridotto, era di una bellezza inaudita.
Lineamenti perfetti, capelli spettinati ma che gli davano quell'aspetto da duro.
Labbra semichiuse, a cuoricino, di un color così vivo che mi trasmettevano sicurezza.
Mi avvicinai al letto e notai la sua mano stesa lungo il corpo. La sfiorai con la mia e mi sentì presa da un forte brivido lungo la schiena. Perchè non me ne andavo? Dovevo correre e trovare quel dannatissimo ragazzo.
Piano piano accarezzai la sua mano sentendomi sempre meglio.
La botta mi aveva per caso distrutto quell'unico neurone buono che mi era rimasto?
“Allora sei qui..” Sentì un sussurro e una carezza sul dorso della mia mano. Quasi mi spaventai.
Alzai di scatto lo sguardo e incontrai i suoi occhi color caramello ancora semichiusi.
Era.. era indescrivibile. Ti incantava talmente era bello.
Sembrava avessi perso l'uso della parola, sembrava avessi la gola secca, che da bambina non mi avevano mai insegnato a parlare o a formulare qualche suono. Così continuò a parlare e mi si mozzò il fiato quando fece un mezzo sorriso.
“Hai ancora la collana..” Ero confusa.
“quale coll-” Mi toccai il collo e notai qualcosa. ”Oh.” Non era mia. Io avevo sempre detestato portare gioielli, l'unica collana che avevo mai portato era quella che mi aveva regalato mia nonna da bambina. Poi quella era una collana da uomo.
“Vieni qui.” Lo guardai e mi incantai di nuovo. Con non so quale forza mi avvicinai a lui e mi sedetti sul bordo del letto. Si spostò a malapena per farmi spazio, ma quando il mio fianco toccò il suo tremai per non so quale ragione.
“Tu..” Dissi tutto d'un tratto. Eppure era così familiare. Lo sentì ridere seguito da un colpo forte di tosse.
“Diciamo che ti ho salvato la vita.” Aspetta..
“Tu..” Era lui il mio eroe? Era per questo che lo sentivo così familiare?
“Si, piccola.” Mi sorrise, era evidente lo sforzo che stava facendo. Ma perchè era ridotto così?
“C-che ti è successo? Perchè sei ridotto così?” Ero preoccupata e sentivo gli occhi pizzicare.
Eppure lui sembrava così tranquillo e.. sereno con me.
“Ti ho salvata. E' questo l'importante.” Lo abbracciai nonostante lui emise un lamento per il dolore.
Mi strinse a se e io piansi senza riuscire a trattenermi.
“Sei il mio eroe.” Sussurrai ad un passo dal suo viso, mi sorrise.
“Ho fatto ciò che sentivo di fare.”
“E adesso?” Lo guardai.
“Cosa, piccola?”
“Starai bene, vero?” Non mi rispose e distolse lo sguardo. Mi crollò il mondo addosso.
Mi distesi accanto a lui nonostante le infermiere mi avessero pregato di tornare nella mia stanza e lasciarlo riposare. Rimanemmo in silenzio per non so quanto tempo e cominciai a pensare, mi vennero degli improvvisi flashback dell'incidente. Per la mia solita distrazione nel correre verso la fermata dell'autobus, non avevo visto un'auto arrivare, sentì il suono di un clackson e qualcuno che mi spingeva via, poi il buio.
Man mano che lo guardavo meglio, cominciai anche a riconoscerlo. Era il ragazzo preso di mira da diversi bulli della scuola anni prima, eppure era cambiato tantissimo.
Era diventato più biondo, i lineamenti del viso erano più marcati e soprattutto aveva tagliato i capelli molto più corti. Non lo avevo mai notato prima di quel momento.
Perchè sembravamo così affezionati l'uno all'altra nonostante ci fossimo rivolti la parola si e no tre volte? Non avevo amicizie con lui, ma giravano voci che a lui piacessi.
A quelle voci di corridoio non avevo mai creduto però.
Tutto d'un tratto sentì la sua mano accarezzare la mia mano per poi stringerla nella sua. Era così bello sentirlo lì accanto a me.
“Mi dispiace.” Sussurrò.
“Per cosa?”
“Di amarti e dirtelo così.” Alzai il viso e lo guardai meglio, aveva gli occhi chiusi.
“Justin?” Sorrise e sentì la stretta della sua mano allentarsi, l'apparecchio che controllava il suo battito cardiaco accelerò il suo beep velocemente. Cominciavo a preoccuparmi davvero tanto.
“N-non avevi m-mai detto il mio nome..” Sorrise ancora e voltò lentamente il volto verso il mio, sentì gli occhi pizzicare di nuovo.
“Cosa ti succede? Devo chiamare qualcuno?” Notai fuori la stanza un'infermiera che cercava un dottore per lui. Non volevo mi portassero via da lui.
“Rimani con me. Voglio guardare te per l'ultima volta, in modo che sia per sempre.” Cominciai a piangere senza rendermene conto. Lui mi guardava e io morivo dentro.
“Bianca, promettimi che mi verrai sempre a trovare.” Cosa voleva dire?
“Tu non te ne andrai, sei il mio eroe.” Non potevo crederci. Non volevo crederci. Mi accarezzò il viso delicatamente e mi asciugò le lacrime.
“Sarò il tuo angelo d'ora in poi.” Sorrise e non vidi sorriso più bello di quello.
“Ti prego..” Sussurrai e i dottori entrarono di tutta fretta cercando di allontanarmi.
Tenevo la mano stretta alla sua mentre cercavo di dimenarmi.
Continuava a guardarmi e lo vidi piangere con un sorriso sulle labbra.
“Ti amo Bianca.”








“..Furono le sue ultime parole.” Eccole che non tardavano ad arrivare. Care lacrime, ci rivediamo.
Non riuscivo a guardarla in faccia, era troppo, davvero troppo per me rivivere quel momento attraverso i ricordi.

“Ti amava davvero, Bianca.” La guardai di sfuggita e sorrisi stringendo quella collana.
Chiusi gli occhi e ricordai ancora quel momento. Mi mancava, mi mancava da morire nonostante fossero passati quasi due anni. Era incredibile il dolore che provavo dopo tutto quel tempo.

“Io non potevo vedermi vivere. Non posso vedermi vivere senza di lui. Mi sento sola.”
“ Non sei sola quando non hai nessuno accanto. Sei sola quando la persona che hai accanto non è quella che hai nel cuore.”
“Non sono mai riuscita ad amare come lui amava me. Avevo sempre saputo che il vero amore è al di sopra di tutto e che sarebbe stato meglio morire, piuttosto che cessare di amare. Ma pensavo che solo gli altri ne avessero il coraggio. In quel momento, invece, scoprivo di esserne capace anch'io. Anche se avesse dovuto significare partenza, solitudine, tristezza, l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo.”



 

                                                               

 




________________________



Per prima cosa, scusatemi da morire se torno solo ora, ma quasi sei mesi fa è successo un fatto che mi ha abbastanza segnata.
Dedico questa one-shot al mio migliore amico, che da lassù, spero mi stia guardando.
Mi manca, mi manca da morire ma ormai non posso farci proprio niente.

Vi chiedo troppo se vi chiedo di lasciare una recensione? Anche piccola, solo un vostro parere, negativo o positivo che sia, accetto tutto.
Sono tornata e non sparirò più, promesso. *
mignolino*
ah, se avete vostre ff da consigliarmi fate pure nella recensione, ricambierei molto volentieri:)



Jacky.

 

  
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