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Autore: Egle    30/08/2004    24 recensioni
Un Natale movimentato per la povera Ginny Weasley alle prese con un certo vampiro dai capelli platinati, protagonista del suo telefilm babbano preferito e che si mette in testa di averle trovato il principe azzurro...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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A strange Cgristmas present

A STRANGE CHRISTMAS PRESENT

“Lascialo stare”.

Attraversò il corridoio in quattro falcate , premendosi i libri contro al petto per non farli cadere.

Draco la fissò furbescamente, mentre un ghigno cattivo gli si dispiegava sulla faccia.

“La fidanzatina di Potter” l’apostrofò, rifilando un altro calcio con la punta dello stivale all’esserino raggomitolato a terra.

“Lascialo. Stare.” scandì lentamente Ginny, inginocchiandosi di fianco all’Elfo e aiutandolo ad rimettersi in piedi.

“Signorina Weasley” bofonchiò Dobby, tremante .

“Non preoccuparti, Dobby, va tutto bene” gli sussurrò piano la ragazza, senza distogliere lo sguardo dalla faccia di Draco. Strinse la bacchetta quasi inconsciamente, mentre Tiger e Goyle si affiancavano al loro capo, circondandola. Odiava Malfoy. Lo odiava con tutte le sue forze e non aspettava altro che le desse un buon motivo per usare di nuovo una maledizione su di lui, come l’anno precedente nell’ufficio della Umbridge. Sarebbe stata più che capace di atterrarlo per la seconda volta, senza difficoltà, e con un certo piacere personale, ma con Tiger e Goyle e molti altri Serpeverde nei paraggi era consigliabile essere prudenti. Malfoy avanzò di un passo e lei si parò davanti a Dobby per proteggerlo, alzando di poco il mento come gesto di sfida.

“Come siamo coraggiosi. Un comportamento da vero Griffondoro”

“Te lo ripeto ancora una volta, Malfoy: lascialo in pace”

“Altrimenti? Andrai a dirlo al tuo caro Potter? O al tuo prode fratellino?”

“No, basto io a sistemarti” rispose lei calma. I suoi occhi furono attraversati da un lampo di divertimento e un’ombra si distese sul viso del ragazzo, incupendogli gli occhi grigi.

“Non…”

“sì, signor Malfoy?” chiese Ginny in tono volutamente provocatorio.

Draco estrasse la bacchetta e la puntò contro di lei così velocemente e con una tale rabbia da non lasciarle nemmeno il tempo di prepararsi all’attacco, ma una voce gli ordinò di fermarsi.

“Non so che cosa intenda fare, signor Malfoy, ma qualunque cosa sia sono certa che le farebbe passare le vacanza natalizie in punizione”

Ginny rilasciò lentamente il respiro, felice che la scena fosse avvenuta poco distante dall’aula di Trasfigurazione. La McGranitt scoccò a entrambi un’occhiata severa, prima di soffermarsi su Dobby, ancora raggomitolato alle spalle della ragazza.

“Tornate nei vostri dormitori. In silenzio” concluse, rimanendo a fissarli finché non si furono allontanati in direzioni opposte, dopo essersi scambiati un’occhiata in cagnesco. Non voleva cedere davanti a Malfoy. Malfoy…chi diavolo credeva di essere con quella spilla da prefetto sempre appuntata sul petto e quell’aria di superiorità? Di certo non poteva vantarsi di avere l’ultima Firebolt uscita sul mercato o i vestiti firmati da Madama Valentine, ma non aveva nulla da invidiare a un Malfoy…Non avrebbe barattato nemmeno un minuto della sua vita familiare per tutta la sua fortuna. Si costrinse ad allentare la presa sulla bacchetta e a ricominciare a respirare normalmente. Non voleva permettere a quell’essere di rovinarle la giornata.

“Signorina Weasley, passerete dei guai a causa mia” squittì il piccolo Elfo , saltellandole di fianco. Ginny si era completamente dimenticata della sua presenza. Si arrestò in mezzo al corridoio e gli sorrise.

“non preoccuparti, Dobby. Malfoy sa che non può farmi nulla. La sua situazione è già abbastanza precaria dopo quello che è successo l’anno scorso e non si azzarderà a rischiare di inimicarsi ulteriormente Silente”.

All’espressione poco convinta dell’Elfo, il sorriso di Ginny si allargò maggiormente.

“E poi…se oserà puntarmi di nuovo addosso la bacchetta, ho già in mente un paio di ControIncantesimi che non faranno troppo bene a quel suo dannato corpo di Purosangue” aggiunse.

Dobby scosse la testa sconsolato, incurvando le spalle in avanti.

“Non gli avrei mai permesso di farti del male” disse piano la ragazza, inginocchiandosi per essere all’altezza dell’Elfo “Ora devo andare. Se arrivo tardi, Piton mi farà una scenata. Ci vediamo” concluse allontanandosi velocemente.

“Io non gli avrei mai permesso di farvi del male, signorina Weasley” mormorò l’Elfo, osservando il profilo della ragazza sparire tra gli studenti.

 

*******

“Ancora quel telefilm?”

Ginny si stiracchiò, sbadigliando. Aveva approfittato del fatto che il giorno dopo non ci fossero lezioni e del fatto che le sue compagne di camera fossero tornate a casa per le vacanze per godersi una maratona del suo telefilm babbano preferito.

“Dovresti andare a dormire se domani vuoi studiare. Dobbiamo approfittare della sospensione delle lezioni per rimediare a tutte le lacune che abbiamo sul programma”

Ginny si chiese quali lacune potesse avere la preparazione di Hermione, ma soffocò la domanda in un altro sbadiglio.

“E tu , allora? Come mai ancora in piedi a quest’ora?”

Le guance di Hermione si tinsero di un acceso e ricco color porpora.

“Stavo leggendo un libro e ho visto la luce accesa…così ho pensato di passare a farti un salutino.”

“Capisco” rispose Ginny poco convinta, tentando di decifrare i pensieri dell’amica dalla sua espressione.

“Beh sarà meglio che vada” disse Hermione affrettatamente. Sembrava nervosa.

“C’è qualcosa che devi dirmi?” le chiese Ginny, prima che la ragazza uscisse dal suo dormitorio. Hermione aprì la bocca per rispondere, poi parve ripensarci e si limitò a scuotere la testa in segno di diniego. Ginny la guardò uscire a richiudersi la porta alle spalle. A lei piaceva Ron, a Ron piaceva lei…non sapeva dove fosse il problema. Quei due non si sarebbero mai decisi a rivelarsi i reciproci sentimenti. Ginny aprì il quaderno rilegato in pelle sopra al suo comodino e ne sfogliò attentamente le pagine.

“se solo avessi uno come te” mormorò a bassa voce seguendo con un dito la linea della mascella del ragazzo ritratto nelle fotografie. Emise un sospiro e posò nuovamente il raccoglitore sul comodino, spegnendo la candela, senza accorgersi che qualcuno stava scivolando silenziosamente nella sua camera.

 

Ginny imprecò a mezza voce , rigirandosi nelle coperte. Si chiese confusamente che ora fosse, mettendosi a sedere e stropicciandosi gli occhi con una mano.

“Oh per la miseria!” mormorò vedendo la stanza illuminata da una luce verde. Scostò con un gesto secco le cortine del suo letto, individuando con facilità la fonte di luce: il suo quaderno con i ritagli di giornali. Rimase immobile a fissare la figura che lentamente stava prendendo forma davanti al suo letto. Corti capelli biondi…guance scavate… e penetranti occhi blu. Il quaderno cadde a terra con un tonfo e la luce si spense, immergendo la stanza nella più completa oscurità.

“ok, niente panico!” mormorò con un filo di voce Ginny, allungandosi verso il comodino per prendere la sua bacchetta. “probabilmente era solo un sogno” disse , certa che non appena avesse avuto un po’ di luce si sarebbe accorta che la camera era vuota.

“Lumus” pronunciò. Ma il ragazzo era ancora lì.

“Beh se è un sogno, stiamo sognando in due, bambolina”

“OH PER LA MISERIA!” esclamò Ginny, balzando giù dal letto e tenendo la bacchetta di fronte a sé.

“Che razza di posto è questo?” continuò il ragazzo,avvicinandosi alla scrivania e cominciando a curiosare in giro. “Una piuma e un calamaio? Ma dove diavolo sono finito? Nel Medioevo?”

“Oh per la miseria”

“ehi ragazzina, svegliati” borbottò il ragazzo, alzando due dita all’altezza del suo viso e schioccandole come se volesse riscuoterla dal trance “sai dire solo quelle quattro parole? Capisci la mia lingua? Comprends-tu ma langue? Come si dice in spagnolo…comprende?”

“Ah sì, io parlo inglese”

“bene, è già un passo avanti. Ora mi vuoi dire dove mi trovo? Stavo facendo i fatti miei nel cimitero quando PUM … sento come una mazzata dietro alla nuca e mi ritrovo in questo posto che sembra uscito da qualche film dell’orrore. Ci manca solo la figlia dell’Esorcista legata nel letto”.

“Siamo ad Hogwarts”

“Hogwarts? Mai sentito nominare. Non sarà per caso uno di quegli alberghi esclusivi dove ci vanno solo i ricconi fuori di testa?”

“N-no. È una scuola”

“una scuola? e che cosa vi insegnano? A fare a meno della tecnologia?” continuò, esaminando ancora una volta una piuma.

“Magia e stregoneria”

“eh? Ah sei una strega?”. Il ragazzo non ne pareva molto turbato. Non più di essere piombato lì.

“esatto”

“Interessante”

“E tu…tu sei vero?”

Lui la osservò per qualche secondo inclinando la testa di lato e arricciando le labbra, prima di attraversare la stanza rapidamente e sollevarle il mento con due dita. Il respiro di Ginny sibilò bruscamente tra i suoi denti, mentre il suo cuore iniziava ad accelerare i battiti. Quegli occhi erano così intensi…così magnetici…

“Ti sembro…falso?

“N-no”

“Bene. Appurato il fatto che siamo entrambi reali, mi vuoi spiegare come mai mi trovo qui?” ribatté lui, lasciandola andare e aprendo le braccia.

“I-io non lo so”

“Come sarebbe a dire che non lo sai?”

“non lo… aspetta…tu sei per caso James Marsters?”

“chi?”

“Ok, non sei James Marsters. Quindi devi essere...Oddio non può essere...Spike?“

“Ci conosciamo?”

“Oh per la miseria!” esclamò Ginny “ok. Ci sarà sicuramente una qualche spiegazione logica per questo…solo che ora non riesco a trovarla”

“Ehi ragazzina. TIME-OUT! Vuoi dirmi…”

“Tu- tu non dovresti essere qui”

“Su questo siamo perfettamente d’accordo”

“No, non hai capito. C’è solo una persona su questo pianeta che ha il tuo aspetto ed è James Marsters”

“Ti ho già detto che non…”

“Lo so. Ho capito che non sei lui, quindi non puoi essere che…”

“Spike! Mi sembrava che fino a quello c’eravamo arrivati. Prima mi hai chiamato per nome”

“sì, ma tu non esisti!” Ginny si zittì passandosi una mano sulla fronte, madida di sudore. Inspirò profondamente e chiuse gli occhi per qualche attimo, cercando di calmarsi. Quando si voltò Spike era ancora in piedi al centro della stanza, con il lungo cappotto di pelle che sfiorava il pavimento.

“Guarda” disse Ginny, accendendo con un colpo di bacchetta la luce della stanza e dirigendosi velocemente fino al comodino. Raccolse il quaderno con le fotografie e lo porse a Spike.

“Ma questo sono io! Che scherzo è mai…”

“Non è uno scherzo!” lo interruppe Ginny. “Questo è James Marsters, che interpreta … te”

Spike la fissò arcuando un sopracciglio incredulo.

“Beh lui è un attore e tu sei…il personaggio di un telefilm”

“Qui rasentiamo il ridicolo. Non so che scherzo sia mai questo…né chi l’abbia organizzato ma ti assicuro che non appena lo troverò avrà il quarto d’ora più brutto della sua vita” ringhiò Spike, gettando per terra il raccoglitore e uscendo dalla stanza. Ginny lo raggiunse e lo prese per un braccio, dimentica di indossare solo la camicia da notte.

“Aspetta! Non puoi andartene in giro così!”

“E perché no?”

“Prima di tutto perché ormai è quasi giorno e poi perché se ti trovano questa volta verrò espulsa!”

“e cosa vuoi che me ne importi!”

“Te ne importerà quando ti ritroverai polverizzato o peggio. Neanche qui i vampiri sono visti di buon occhio” gli fece presente, riportandolo nel suo dormitorio. Lo fece sedere sul suo letto e accese la televisione.

“Non mi sembra il caso di…”

“Zitto e guarda”

Sullo schermo apparvero subito le scene della sigla del telefilm. Buffy che correva…Buffy che prendeva a calci qualcuno. E poi Xander, Anya, Willow e tutti gli altri…era la puntata del musical, quella che Ginny amava di più in assoluto nella sesta stagione. Spike osservava le immagini susseguirsi come inebetito. Vedeva se stesso, sentiva parlare la sua voce, vedeva spaccati della sua vita, scene che solo pochi avrebbero dovuto conoscere. Quando la puntata finì, Ginny spense la televisione e si sedette accanto al vampiro, appoggiandogli cautamente una mano sull’avambraccio. Spike non si ritrasse. Era come svuotato di ogni emozione.

“ora mi credi?”

“Non lo so. Un vecchio demone mi aveva parlato di universi paralleli, ma…essere il personaggio di uno show televisivo…”

“Lo so” rispose Ginny comprensiva.

“davvero?”

La ragazza abbassò il viso imbarazzata. No, non sapeva come doveva sentirsi Spike in quel momento. Non ne aveva idea. Quello che per lui doveva essere il mondo reale, per lei era solo finzione. Il sangue era solo succo di pomodoro, la trasformazione in vampiro una maschera, la morte di Tara…Ginny deglutì a fatica, sentendo le lacrime pungerle negli occhi.

“Quando è successo quello che hai appena visto?” gli chiese con un filo di voce.

“ieri”

Ginny sospirò. Tara era ancora viva, Buffy e Spike si erano appena baciati e non erano ancora finiti a letto insieme. Lo Spike nella sua camera non conosceva gli avvenimenti futuri, non sapeva neppure qual era il suo destino. La settima stagione sarebbe iniziata di lì a poco, ma lei aveva già letto la trama delle nuove puntate su una rivista. E Spike…

“così è tutto vero?” disse Spike, in piedi accanto alla scrivania. Stava sfogliando ancora una volta il suo album dei ritagli. Assorta nei suoi pensieri non si era neppure accorta che si fosse allontanato.

“Devo aiutarti a tornare nel tuo mondo” disse Ginny , alzandosi a sua volta. “Deve esserci una specie di porta di comunicazione. Dobbiamo trovarla e riaprirla”

Spike annuì , senza replicare. Stettero per qualche minuto in silenzio finché un leggero bussare alla porta non fece trasalire entrambi.

“Ginny”

“E’ Hermione!” sussurrò Ginny, prendendo Spike per un braccio “devi nasconderti!”

“E dove?”

“Sotto al letto! Presto” rispose Ginny, spingendolo sotto al suo letto senza tanti complimenti, poi raggiunse la porta e l’aprì , ravvivandosi i capelli con una mano.

“Sei sola?”le chiese Hermione, ispezionando il dormitorio con lo sguardo

“Sì, sì certo!”

“Mi è sembrato di sentire delle voci.”

“E’ la televisione. Era…l’ho spenta. Che cosa c’è?”

“Volevo solo dirti che noi scendiamo per colazione e poi studiamo per un paio d’ore nella Sala Comune. Ti unisci a noi?”

“Io veramente…” tentennò Ginny, quando un tonfo attrasse l’attenzione di entrambe. Per riflesso Ginny ridusse lo spiraglio della porta, impedendo a Hermione di sbirciare ulteriormente nella stanza. “Sì, ci vediamo nella Sala Grande” la congedò, richiudendo la porta.

“che stai facendo?” sibilò guardando Spike seduto sul pavimento con la sua scopa tra le mani.

“Che figata! Ci sai volare?”

“Mettila subito giù” rispose Ginny strappandogliela dalla mani. “Non-toc-ca-re-nien-te! E ora voltati. Mi devo cambiare. E devo pensare cosa fare di te” . Spike ubbidì,appoggiandosi al davanzale della finestra. Era una bella giornata di sole e il parco del castello era imbiancato da una leggera spruzzata di neve. Ginny indossò comodi vestiti babbani e si pettinò i lunghi capelli rossi. Non poteva lasciare lì Spike ,mentre lei era a fare colazione. Gli Elfi domestici sarebbero arrivati per mettere a posto la camera e non osava pensare cosa sarebbe successo se avessero scovato un uomo…anzi un vampiro nel suo dormitorio. Cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza, tormentandosi una ciocca di capelli con due dita. Un posto dove nessuno sarebbe potuto entrare…un posto segreto…un posto di cui aveva assolutamente bisogno…

“Ci sono!” esclamò “perché non ci ho pensato prima! La stanza in cui abbiamo fatto le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure l’anno scorso. E’ una camera” si affrettò a spiegare notando l’espressione scettica di Spike “che compare solo quando qualcuno ne ha veramente bisogno. Nessuno può trovarla a parte l’interessato”

“E dov’è?”

“l’anno scorso era in un corridoio non molto lontano. Spero che sia ancora lì. Vieni con me. E cerca di non farti vedere” rispose, facendogli cenno di seguirla fuori dal dormitorio. Il castello era immerso nel silenzio. Solo pochi studenti erano rimasti a scuola durante le vacanze di Natale e - Hermione a parte- nessuno era sveglio a quell’ora. Spike osservava tutto attentamente, fermandosi di tanto in tanto a fare conversazione con i quadri e saltando sulle scale , mentre queste si muovevano. Quando la familiare porta della stanza segreta apparve Ginny sospirò di sollievo. Se l’avessero scoperta con Spike…scacciò quel pensiero quando la maniglia si abbassò sotto la sua mano docilmente e lei e il vampiro si ritrovarono nella cappella di Spike. Era in tutto e per tutto uguale a quella del telefilm.

“Ma questa è casa mia” mormorò il vampiro, guardandosi intorno e controllando che effettivamente ci fossero tutte le sue cose. Televisore, poltrona di pelle sfondata, riviste, sacchetti di patatine vuoti e altre schifezze sparse dappertutto. Sembrava che non mancasse proprio nulla. Neppure le ragnatele. Ginny estrasse la bacchetta e con un paio di incantesimi rese la stanza un po’ più decente, facendo sparire l’immondizia e la polvere.

“Ehi ragazzina! Chi credi di essere? Mary Poppins? Con un poco di zucchero…”

“Beh così va molto meglio. E poi anch’io ho un nome ed è Ginny! Capito?”

“Sì, dolcezza”

“No, non hai capito. Gin-ny! Non bambolina, ragazzina o dolcezza…Ginny! Ginny Weasley.”

“Sì, Ginny Weasley”

Ginny roteò gli occhi, sbuffando. Ora cominciava a capire perché Buffy aveva sempre così tanta voglia di prenderlo a sberle.

“Io devo andare. Mi stanno aspettando. Tornerò dopo pranzo. Voglio andare in biblioteca per cercare qualche incantesimo che ti faccia tornare nel tuo mondo.”

“credi che ce la farai?”

Ginny si strinse nelle spalle. “Forse. Nel frattempo tu…beh fai quello che vuoi. Nessuno può entrare, ma per sicurezza tieni il volume della tv non troppo alto e cerca di non fare molto rumore. E soprattutto non uscire di qui per nessun motivo. Nemmeno se il castello stesse andando a fuoco. Ora devo andare. Ci vediamo” disse, voltandosi per uscire, ma la voce di Spike la fermò.

“E Buffy?”

“Che intendi dire?”

“anche lei è interpretata da un’attrice?”

Ginny annuì. “Si chiama Sarah Michelle Gellar. Lei è…molto bella”

“sì, lo è”

“vuoi vedere dei film…con lei?”

Spike parve soppesare l’offerta buttando all’infuori il labbro inferiore. Dopo qualche istante scosse il capo in segno di diniego. “Farebbe troppo male” mormorò con un filo di voce.

“Farò il possibile per farti tornare indietro” promise Ginny, uscendo con circospezione. Guardò i contorni della porta scomparire , prima scendere le scale velocemente, progettando una scusa da dire a Ron e agli altri per non studiare con loro. Non poteva raccontar loro quello che era accaduto. Loro non avrebbero … capito. E soprattutto non voleva vedere di nuovo quello sguardo, quello che le avevano riservato dopo la storia di Tom Riddle. Non voleva che loro dubitassero ancora di lei. Che cosa hai combinato stavolta, Ginny? Le sembrava quasi di udire la voce di suo fratello ripetere quelle parole nella sua testa. No, doveva sbrigarsela da sola. Immersa nei suoi pensieri non si accorse che stava per scontrasi con qualcuno. Sollevò lo sguardo per incontrare quello pieno di disgusto di Draco Malfoy.

“Weasley” sogghignò, mentre le scale cominciavano a ruotare su loro stesse , cambiando direzione. Erano perfettamente soli.

“Malfoy” rispose Ginny, pronunciando il suo nome come se fosse una bestemmia.

“Dove te ne vai così da sola?”

“Non credo che questi siano affari che ti riguardino”

“Io credo di sì. Sono un prefetto”

“E sei anche un idiota. Nessuno è perfetto”

La mano di lui saettò verso il suo viso, mozzandole il respiro in gola. Invece che un ceffone, però, il suo tocco fu leggero. Una carezza a fior di pelle. Le scostò lentamente alcune ciocche di capelli rossi , sfiorando con il palmo la sua guancia.

“povera piccola Virginia Weasley. Ho saputo che il tuo caro Tommy Lee Green ha trovato più confacente alle sue … esigenze la compagnia di Martha Callaghan. Naturalmente ha raccontato a tutti con molti particolari la natura del tuo rapporto con lui…non so se mi spiego…”

Un singhiozzo restrinse la gola di Ginny fin quasi a soffocarla. Era incapace di muoversi. Incapace di mandarlo semplicemente al diavolo. Di tutto quello che poteva dirle proprio…

“e ho saputo solo pochi minuti fa che il tuo caro fratellino dall’espressione vuota trascorrerà le prossime due settimane a trapiantare mandragole. Farsi beccare da Piton mentre riempiva di botte il tuo ex spasimante…” Malfoy scosse la testa in segno di disapprovazione. “Un vero pivellino”.

“levati di mezzo, Malfoy” sibilò Ginny, stringendo i pugni.

“Altrimenti?”

Ginny estrasse la bacchetta, ma Draco le bloccò entrambi i polsi attirandola contro di sé. Se solo quelle maledette scale avessero smesso di girare e si fossero di nuovo stabilizzate!

“Che cosa vuoi fare piccola Weasley? vuoi schiantarmi?”

“Mi sembra di averlo già fatto una volta. Ed è stato molto, molto piacevole”.

Malfoy aumentò la pressione sui suoi polsi, avvicinando il suo viso a quello di lei.

“Non giocare con me, piccola Weasley”

“Altrimenti?” ribatté lei, usando lo stesso tono di lui “lo dirai al tuo caro paparino? Farsi beccare nel Ministero. Quello è da vero pivellino”

“Credere che i Malfoy non riescano a cavarsela anche stavolta. Questo è da vero pivellino. Sbavare per uno come Harry Potter e diventare la troietta dei Grifondoro, questo sì che da vera…”. Non riuscì a terminare la frase dato che Ginny cominciò a dimenarsi per poterlo perdere a pugni. Ma Malfoy scoppiò a ridere, come se quella situazione lo divertisse oltre ogni misura.

Finalmente le scale smisero di muoversi e Ginny si liberò della sua stretta.

“Se solo tu sapessi quanto mi fai schifo” ringhiò, voltandosi e cominciando a correre. Doveva trovare suo fratello e doveva chiedergli che cosa aveva combinato. Essere l’ultima nata in una famiglia di maschi era molto complicato. Tutti si sentivano in dovere di proteggerla, di vegliare su di lei, come se non fosse in grado di badare a sé stessa. E dopo il suo primo anno a Hogwarts le cose erano peggiorate. I gemelli avevano già abbastanza guai di loro, ma Ron la sorvegliava, in modo che solo lui poteva dire discreto. Per fortuna Ron non era...molto sveglio per certe cose e sperava che la sua rottura di due settimane prima con Tommy Lee passasse inosservata. Anzi, sperava che Ron non si fosse neanche accorto che loro due stavano insieme.  Raggiunse la Sala Grande, nel momento esatto in cui Ron e i suoi due amici si alzavano dal tavolo.

“Ron, che cosa gli hai fatto?”

Il ragazzo strabuzzò gli occhi, sbattendo le palpebre incredulo.

“A chi?”

“So tutto e quindi smettila di fingere. So che cosa hai fatto a Tommy Lee! Quante volte ti ho detto di non immischiarti…”. Ginny scorse Hermione alle spalle del fratello scuotere la testa decisa formulando la parola “no” con le labbra.

“Tommy Lee…Tommy Lee chi? Green? Lui? perché credi che avrei dovuto fargli qualcosa? Che cosa ti ha fatto?”. Ginny maledisse mentalmente Malfoy , mentre cercava di spiegare a suo fratello che non era successo niente, che probabilmente si era sbagliata e che , anche se gli fossero giunte alle orecchie strane voci, non avrebbe dovuto muovere un dito. Trascorse mezz’ora prima che Ginny potesse andare in biblioteca con una scusa. Ron sembrava tutto tranne che convinto dalle sue parole, ma non poteva perdere tutto il giorno raccontandogli un mucchio di bugie per calmarlo. Ci avrebbe pensato Hermione. Ginny era più che certa che l’amica sapesse toccare i tasti giusti per far ragionare suo fratello e per tenerlo fuori dai guai. La biblioteca era pressoché deserta e Ginny ebbe tutto il tempo necessario per esaminare gli scaffali, scegliendo con cura ogni titolo che potesse venirle in soccorso e alla fine si sedette di fianco a una delle grandi finestre, lanciando di tanto in tanto occhiate nostalgiche al bel cielo limpido, l’ideale per volare.

 *******

“Dove sei stata?” l’aggredì Spike non appena entrò nella cripta.

“A fare ricerche in biblioteca per tutto il giorno. Ho trovato diverse formule interessanti, ma ci vorrà un po’ di tempo per metterle in pratica”

“E io nel frattempo che faccio? Mi annoio a stare tutto il giorno qua dentro!” rispose Spike, balzando in piedi.

“Sto facendo del mio meglio” ribatté Ginny inviperita. Lo scontro con Malfoy e poi la discussione con Ron, senza contare la comparsa in camera sua di un personaggio del suo telefilm preferito quella mattina presto, l’avevano messa di cattivo umore. “E’ già stata una giornata abbastanza stancante…e frustrante e non ho voglia di sentire anche le tue lamentele! Rimani chiuso qui senza far rumore e…”

“E’ per quello che ha detto oggi quel tipo biondo?”

Ginny lo guardò spalancando la bocca. “e tu come cavolo…”

Le labbra di Spike si arcuarono furbescamente.

“Beh parlavate talmente forte che era impossibile non sentirvi”

“Parlavate…e allora come facevi a sapere che era biondo?”

“Forse ho lanciato un’occhiatina nel corridoio…”

“Tu…tu…Ti avevo detto di rimanere qui”

Il vampiro si sedette sul sarcofago in pietra , giocando con una pallina di gomma, sbucata da chissà dove.

“Allora, chi è quel tipo?” le chiese , ignorando volutamente la sua ultima affermazione.

“Uno stronzo” sbuffò Ginny , accomodandosi sulla poltrona.

“e?”

“E basta. Tutto quello che è Draco Malfoy si può riassumere con quella parola. È uno stronzo”

“Posso darti un consiglio del tutto disinteressato?”

Ginny si strinse nelle spalle, facendo una smorfia.

“Tienilo alla larga”

“Gran bel consiglio, genio! Lo so anch’io che devo tenerlo alla larga…anzi no! Perché dovrei tenerlo alla larga? Io non ho paura di lui”

Spike la guardò con uno sguardo talmente intenso che Ginny dovette abbassare il capo.

“Chi è Harry Potter? È vero quello che ha detto quel tipo?” proseguì dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio.

“Harry è…l’amico di mio fratello” rispose Ginny facendo un cenno con la mano “e se vuoi sapere se è vero che sono la troietta dei Grifondoro la risposta è no. Soddisfatto ora?”

“No. Non hai per niente l’aria della troietta. Quello che volevo sapere è se tu sbavi per lui?”

“Mi stai chiedendo se sono innamorata di lui?”

“Più o meno”

“Non sono affari tuoi, Spike”

“Beh non ho nient’altro da fare quindi devo trovarmi qualche distrazione.”

“E suppongo di essere io, con i miei problemi e la mia vita, la tua distrazione”

“precisamente”

Ginny gettò la testa all’indietro simulando una risata. “Come sei spiritoso. Ora devo andare a prepararmi” tagliò corto, alzandosi. Spike scese dal sarcofago , frapponendosi tra lei e la porta.

“ma io mi annoio”

“ne sono desolata, signor vampiro, ma io devo uscire stasera.”

“uscire? Uscire per andare dove?”

Ginny sbuffò nuovamente, cercando di mantenere la calma.

“A Hogsmeade. Devo prendere delle erbe per una pozione che potrebbe farti tornare a Sunnydale” rispose superando Spike per raggiungere la porta.

“Posso venire con te?”

“Non se ne parla”

“Ma è notte! E avrai bisogno di protezione!”

Ginny gli mostrò la bacchetta.

“ma un po’ più di sicurezza non guasta” insistette Spike, appoggiandosi con la schiena contro alla porta per impedirle di uscire. Ginny chiuse gli occhi rilasciando il fiato debolmente. Forse la sua bacchetta, mettendoci un po’ di forza, poteva funzionare come un paletto di legno. Il cuore del vampiro doveva trovarsi all’incirca all’altezza del suo viso…

“Spike”

“Io mi sto annoiando segregato in questa fogna”

“e’ casa tua!”

“credi che non lo sappia? Ma fa schifo ugualmente!”

“Effettivamente”

“prometto” disse il vampiro congiungendo le mani davanti alla bocca “che non mi farò scoprire. Sono molto, davvero molto più vecchio di te e conosco un sacco di trucchetti per passare inosservato. Senza contare che i miei sensi sono di gran lunga più affinati dei tuoi quindi…”

“Spike” sospirò Ginny esausta “vuoi venire con me?”

Il vampiro sorrise, prendendo la giacca di pelle e indossandola velocemente.

“Grandioso! Ci sono posti nel tuo mondo dove un povero vampiro possa bere un buon bicchiere di sangue?”

“Come credi che possa saperlo?” ribatté Ginny precedendolo nel corridoio, attenta che non ci fosse nessuno. Il divieto di aggirarsi per il castello era entrato in vigore quasi un’ora prima,ma non voleva rischiare. “Dovremmo passare nel dormitorio a prendere il mio mantello”

“ah non c’è tempo” rispose il vampiro, sparendo nella stanza e ritornando pochi istanti dopo con una giacca di pelle tra le mani.

“metti questa. Ti terrà al caldo”

“Ma io credevo che avessi solo il giaccone che hai rubato alla cacciatrice che hai ucciso”

“beh anche questo è di una cacciatrice”

“non voglio mettere qualcosa che è appartenuto a una donna morta”

Spike alzò gli occhi al cielo. “L’ex proprietaria non è morta”

“Questo significa che…è di Buffy?”

“Ha il suo profumo” mormorò Spike abbassando il capo imbarazzato.

“Glielo hai rubato?”sbottò Ginny alzando la voce per la sorpresa.

“Mi sentivo solo, ok?”

“Ma…”

“Ragazzina, dacci un taglio”borbottò il vampiro, allontanandosi.

“Aspettami” lo richiamò lei, correndo per raggiungerlo “Non conosci la strada”

“Non credo che ci voglia molto per uscire da questo castello. Basta una finestra, no?”

“Sbagliato! Ho in mente qualcosa di meglio. Non sai quanto sia comodo avere dei fratelli maggiori molto propensi a infrangere le regole e così sciocchi da non mettere sottochiave i loro…” rispose estraendo qualcosa dalla tasca dei pantaloni “tesori”.

“Che cos’è?”

“Una mappa. La mappa dei Malandrini. Ci fa vedere dove sono tutte le persone del castello” spiegò Ginny dispiegandola di fronte a sé “vedi, noi siamo qui…cioè io sono qui. Tu…”

“Io non sono vivo” precisò Spike, notando che il suo nome non compariva accanto a quello della ragazza.

“Tanto meglio. Così non corriamo il rischio che qualcuno si accorga di te , guardando la mappa”.

Raggiunsero silenziosamente la statua della vecchia gobba e si infilarono nel tunnel buio indisturbati, con Ginny che faceva strada con la bacchetta illuminata.

“Almeno ci saranno mostri da prendere a calci?Mi va bene qualsiasi cosa. Non faccio lo schizzinoso. GRRR fammi ammazzare qualcosa!”

“Spike, questa sera non faremo risse. Non ci sono mostri…cioè non ci sono molti mostri intorno ad Hogwarts.”

“ma se per caso…”

“se per caso ne incontrassimo uno, ci gireremo al largo!”

“Ma…”

“niente ma! Si fa come dico io o niente. E adesso chiudi quella boccaccia e seguimi.”

Un fischio di ammirazione uscì dalle labbra di Spike quando sbucarono nel negozio di dolciumi di Hogsmeade. Un buon odore di caramello e zucchero impregnava l’aria e sacchi pieni di dolci traboccavano in ogni angolo della stanza. Spike aprì una scatolina e una cioccorana gli saltò sul naso, cogliendolo di sorpresa. Il vampiro indietreggiò di un passo, finendo contro un barattolo di caramelle , che si rovesciò inondando il pavimento di sferette di zucchero colorate.

“Spike!” lo sgridò Ginny , salendo le scale.

“non è colpa mia”

“Vieni via subito da lì. Non dobbiamo farci scoprire”

Il vampiro la seguì fuori dal negozio. Ginny sembrava pratica delle vie della cittadina e camminava spedita , rabbrividendo appena per il freddo.

“Allora che si fa? Dove si va?” chiese Spike sfregandosi le mani

“Dallo speziale. Ho bisogno di alcune erbe rare. E poi torniamo di filato a Hogwarts”

“ma sono appena le…quasi l’una di notte! Abbiamo ancora almeno sei ore prima dell’alba”

“Io domani devo studiare”

“Oh andiamo! Non hai lezione! Non vuoi essere una ragazza cattiva per una volta?” la punzecchiò dandole un leggero colpettino con il gomito.

“e tu non vuoi essere un bravo ragazzo per una volta?”

“Nah! Fare il cattivo è più entusiasmante. Più eccitante. E poi i buoni non possono fare a meno di essere buoni. I cattivi no . I cattivi posso fare una cosa buona quando meno te lo aspetti. Sono meno rigidi con loro stessi”

“E’ per questo che sei cattivo?”

“non lo so. Forse. O forse perché mi piace. Mi diverte. O almeno mi divertiva. Ora…sai, il chip”

“Sì, lo so” mormorò Ginny fermandosi di fronte all’entrata di un negozio dall’insegna verde scuro. Diede una rapida occhiata in giro per assicurarsi che non ci fosse nessuno, mentre Spike s’inginocchiava davanti alla porta estraendo un grimaldello dalla giacca.

“che stai facendo?”

“si chiama furto con scasso punibile con…boh un po’ di anni di galera.” rispose, dandosi da fare per forzare la serratura.

“Spostati” esclamò Ginny, puntando la bacchetta contro la maniglia.
”Alhomora” disse e la serratura cedette con un rumore secco.

“Così mi piaci , ragazza!” sogghignò Spike, facendo un mezzo inchino e spalancando la porta “dopo di te”

“Grazie” sorrise Ginny entrando. Prese velocemente le erbe che le servivano , mentre Spike curiosava in giro, senza fare rumore. Aveva appena terminato di tagliare una radice di cicoria rachitica quando si accorse che il vampiro non era più nel negozio.

“Spike?” lo chiamò debolmente, ma invece che la voce del vampiro le rispose il fischio acuto di una sirena.

“Bambolina,sarà meglio evaporare” le disse Spike facendo capolino dalla porta. Ginny si precipitò in strada tenendo il sacchetto di erbe con una mano. Molte luci si stavano accendendo dietro alle persiane delle case lì intorno e alcune voci maschili provenivano da poco distante e non sembravano del tutto amichevoli.

“Ci hanno beccato” mormorò Spike, solo leggermente allarmato. “Ci …ci…sei tu che ci hai fatto scoprire” balbettò Ginny con voce stridula per la paura.

“Non è il momento adatto per addossare delle colpe. Dobbiamo sparire” ribatté il vampiro prendendola per un braccio e cominciando a correre.

“aspetta! Devo lasciare i soldi sul bancone per…”

“cosa? E da quando i ladri lasciano i soldi per quello che rubano?”

“Da sempre!” rispose Ginny svoltando nella via dove si trovava il negozio, in cui era celato il passaggio segreto per Hogwarts, ma la strada era già piena di gente con lunghe camice da notte e le bacchette in pugno.

“questo sì che è interessante” esclamò Spike compiaciuto, ma Ginny non gli diede il tempo di rimanere lì imbambolato a osservare gli uomini in strane camicie da notte, trascinandolo verso la collina.

“hai un piano B?”

“Certo che ho un piano B! per chi mi hai preso? Per una dilettante?”

“E da quando avresti un piano B?”

“da quando ti sei fatto scoprire” rispose la ragazza piccata, fermandosi ansante davanti alla Stamberga Strillante. Appoggiò le mani sulle ginocchia per riprendere fiato, mentre Spike si voltava verso il centro del paese ormai completamente illuminato.

“Ci stanno seguendo?”

“Non credo. Non penso che si siano accorti di noi” le assicurò il vampiro. Sembrava completamente immune alla fatica, al contrario di Ginny.

“C’è un altro passaggio per la scuola, ma questo sarà un pochino più…movimentato, rispetto al precedente” gli disse, precedendolo nella grande casa diroccata. Le assi del pavimento scricchiolavano sotto ai suoi piedi e l’aria era impregnata di un intenso e nauseante odore di muffa.

“E poi dice che la mia cripta fa schifo”

“la tua cripta fa schifo”

“beh non più di questo posto” ribatté Spike togliendosi delle ragnatele dalla giacca con faccia schifata. Percorsero il basso cunicolo in silenzio, aiutandosi di tanto in tanto con le mani. Arrivati in fondo , Ginny si arrestò titubante.

“Ok” disse, respirando profondamente “ora dovremmo correre”

“Perché?”

“Sbucheremo nel cortile del castello, dal tronco di un Platano Picchiatore” rispose lei, come se fosse la cosa più naturale del mondo “pronto?” gli chiese aprendo la porticina e senza dargli il tempo di rispondere corse fuori, con la schiena arcuata in avanti. La chioma dell’albero cominciò subito a muoversi cercando di colpirli. Spike vide un grande ramo nodoso tendersi verso Ginny e la spinse di lato, evitandole un impatto doloroso. L’afferrò per le spalle e la rimise in piedi a forza, mentre il Platano si piegava di lato nell’ultimo tentativo di colpirli.

“Wow! Che forza! Lo rifacciamo?”

“Magari domani sera” sospirò Ginny scostandosi alcune ciocche di capelli umide di sudore dalla fronte e precedendolo nel castello. Era quasi l’alba e lei poteva concedersi soltanto pochissime ore di sonno prima di doversi alzare. Consultando la mappa dei Malandrini , riaccompagnò Spike nella Stanza delle Necessità.

“Grazie per prima” mormorò, mentre il vampiro stava entrando nella sua cripta.

“Dovere” rispose, abbozzando un breve saluto militare con due dita.

Ginny annuì, prima di tornare verso il suo dormitorio. Era stata davvero una lunga notte. Si gettò sul letto, accorgendosi solo in quel momento che aveva indosso la giacca di pelle di Buffy. Se la tolse e l’appoggiò sul letto vuoto accanto al suo, sprofondando subito dopo in un sogno senza sogni.

 ******

“E ora la vostra pozione dovrebbe avere un color rosso cupo. Di che colore è?”

“verde”

Ginny si abbandonò sulla poltrona con un sospiro, mentre Spike osservava ancora una volta la pozione arricciando il naso.

“Non è venuta?”

“Sul libro c’è scritto che dovrebbe essere rosso scuro e non verde, quindi credo che nemmeno questa vada bene” sospirò la ragazza, chiudendo gli occhi. Aveva trascorso tutto il giorno nella cripta del vampiro, preparando pozioni su pozioni nel tentativo di realizzarne una che lo facesse tornare a casa, ma era stato tutto inutile. Aveva provato quella dello spostamento nel tempo, trasportandosi, ingurgitando mezzo calderone, a mezzo minuto di distanza, quella del ritorno a casa, che era fallita dacché a Hogwarts non ci si poteva smaterializzare e perfino quella contro i vampiri e il suo controincantesimo, invano.

Spike si coricò nel sarcofago incrociando le braccia dietro alla nuca e guardando il soffitto.

“mi dispiace” mormorò Ginny con un filo di voce.

“Non è colpa tua. O almeno non credo. E in ogni caso forse non è del tutto negativo”

La ragazza aggrottò le sopracciglia chiedendosi dove il vampiro volesse andare a parare. “Forse è una specie di segno. Con Buffy non avrò mai speranze, lo so io , come lo sai tu. Lei…semplicemente non può amarmi. E io, da maledetto idiota quale sono, non riesco a starle lontano. Forse sono piombato qui per ricominciare daccapo. Sono fisicamente impossibilitato di stare con lei, quindi prima o poi mi sparirà anche dalla mente…e dal cuore”

“credi davvero a quello che dici?”

“Non lo so dannazione” imprecò sbattendo di lato il coperchio di pietra del sarcofago e scattando in piedi.

“Guardami! Tu dici di conoscermi, no? Ebbene guardami! Guarda il caro e vecchio Spike ancora una volta al punto di partenza! Se non è Drusilla è Buffy, se non è Buffy sarà qualcun’altra! Dovrei smettere … dovrei smettere di amare”

“ma non ci riesci” aggiunse Ginny con un filo di voce.

“No maledizione” sbottò Spike prendendosi la testa tra le mani.

Ginny si alzò lentamente, mordicchiandosi il labbro inferiore. Erano passati tre giorni da quando Spike era comparso in camera sua e da allora aveva avuto modo di scoprire tanti lati differenti del suo carattere. Spike era pazzo. Era un pazzo furioso. Cercava il pericolo e si divertiva a giocare con esso, come quando la sera prima era dovuta andare a ripescarlo in giardino , dove stava ballando davanti al Platano Picchiatore. Spike era scanzonato, divertente, terribilmente ironico. Ed era un osservatore eccezionale. Coglieva i particolari , le sfumature di ogni situazione. Ricordava che era stato il primo ad accorgersi del rapporto particolare tra Tara e Willow. E aveva fatto lo stesso quando aveva visto lei ed Harry insieme.

“Non potrai mai amarlo” le aveva detto quando lei gli aveva fatto cenno di uscire dal nascondiglio da cui aveva seguito il loro dialogo.

“E’ una persona dolce e sensibile. Harry è un eroe nel nostro mondo.”

“Non ho detto che sia una mezza tacca. Ho detto che non potrà mai renderti felice. I tipi come lui non sono fatti per quelle come te.”

Ginny aveva riso di gusto, prendendolo sottobraccio, mentre passeggiavano nella Foresta Proibita – Spike aveva insistito per andare a cercare un unicorno-.

“e quali sono i tipi che piacciono a quelle come me?”

“quelli come me” aveva risposto il vampiro.

Ginny si era scostata leggermente per poterlo guardare in faccia, aggrottando la fronte.

“Non ci sto provando con te” sbuffò Spike continuando a camminare “sei un po’ troppo piccola…e innocente per i miei gusti”

“Io non sono innocente! E nemmeno piccola!tra poco compirò diciassette anni…tra qualche mese”

“Ciò non toglie che a te piacciano i tipi come me. O come quel tizio”

“quale tizio?”

“quello biondo. Quello che ci stava provando con te sulle scale”

Malfoy? Malfoy non ci stava provando con me! Al massimo poteva progettare di buttarmi giù dalle scale”

“non ne sono così sicuro”

“e come fai a dirlo”

“perché ai tipi come lui piacciono i tipi come te”

“perché io come sarei?” ribatté Ginny in tono allegro.

“Forte. Forse molto più forte di quanto tu stessa sospetti. Ma al tempo stesso fragile. Hai sofferto molto nella tua vita, ma hai seppellito quel dolore da qualche parte dentro di te. Io riesco a sentirlo. È come un buco nero, che hai cercato di arginare. Non so a cosa sia dovuto. Forse alla perdita di una persona a te cara”

“Il mio migliore amico mi ha tradita” mormorò Ginny, fissando i suoi profondi occhi azzurri.

“Puoi sembrare una ragazza solare…all’apparenza, ma hai bisogno di qualcuno che sappia scoprire quel buco nero e sappia colmarlo. Ma non è quel Harry Potter di cui mi hai parlato. Lui è troppo convinto della sua luce. Troppo deciso a fare del bene. Harry Potter sarà anche l’eroe del tuo mondo, ma non potrà mai essere il tuo. Non potrà mai capirti.”

“Anche Harry ha sofferto. Anche Harry si è avvicinato alle tenebre”

Spike scosse la testa , sorridendo di quel suo sorriso sempre un po’ triste.

“io ti sto solo dicendo quello che penso. Harry Potter è troppo…bravo, troppo perfetto per te”

“vuoi dire che io non sarei alla sua altezza?”

“voglio dire che lui non sarebbe alla tua. E’ troppo indeciso, troppo impegnato a valutare le conseguenze delle sue azioni per agire”

“ma se così non fosse potrebbe far del male alle altre persone”

“ma se così non fosse potrebbe rendere le persone felici. Forse la sua indecisione, il suo aver paura di ferire gli altri è più nocivo dell’agire d’istinto. Hai bisogno di qualcuno che abbia il tuo stesso fuoco, Ginny. Non di un eroe. Hai bisogno di una persona che abbia paura, ma che sappia prendersi cura di te”

“io non ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me” ribattè lei convinta.

“Tutti abbiamo bisogno di qualcun altro. E il tuo qualcun altro non può essere Harry Potter”

“ma perché no?”

“Perché lo so. Lo vedo. Lo sento. Non c’è un motivo preciso. Non c’è un manuale in cui si spiega perché certe persone si amano e certe persone no. Accade e basta. E io ti dico che con uno come Harry Potter potrai avere solo il timido tepore del sole d’inverno. Tu hai bisogno di un fuoco che brucia, che ti avvolga, che ti strappi dalla tua pseudo-vita-perfetta. Può far paura, ma è così. Fattene una ragione”.

L’aveva seguito con lo sguardo tornare a passo spedito verso il castello. Spike era così, sempre in bilico tra il tragico e il ridicolo, tra il divertente e l’amaro.

Gli posò una mano sulla spalla, ma lui la scacciò.

“Non si può scegliere chi amare” mormorò Ginny piano, quasi avendo paura che il suono della sua voce potesse ferirlo. Spike sollevò il capo di pochi centimetri per poterla guardare negli occhi.

“hai ragione. Non avresti per caso un altro di quei biscottini?”

 *****

“N-non può essere! Lei è…una bambina! E’ mia sorella! Non sa nemmeno che esistano certe cose!”. Ginny si fermò udendo la voce di Ron provenire dalla sala comune dei Grifondoro. Sprofondò nell’ombra , rimanendo in ascolto. Quando suo fratello aveva quel tono di voce acuto e stridulo doveva essere per lo meno scioccato. Lo aveva sentito ben poche volte nella sua vita e una di queste era quando non era in sé l’anno precedente nella battaglia al Ministero della Magia.

“Ron, Ginny non è una bambina. Ha soltanto un anno in meno di noi”

“ma è mia sorella!”

“Ma è anche una ragazza! Ed è una ragazza molto bella. Non hai idea di quanti siano innamorati di lei. È molto popolare tra i ragazzi”

“C-chi chi è innamorato di lei?”

“A volte mi chiedo se anche tu vivi qui per gran parte dell’anno o se il tuo corpo è a Hogwarts e la tua mente rilegata in un mondo tutto suo!”

“ma quello…”

“quello mi ha solo chiesto di consegnarle una lettera d’amore, dato che non voleva spedirgliela via gufo per non far sì che la ricevesse davanti a tutti.”

“E tu- tu hai intenzione di dargliela?”

Ginny decise che aveva ascoltato abbastanza ed entrò nella camera. Le orecchie di Ron erano oltremodo rosse.

“Buonasera” li salutò, sedendosi accanto al caminetto acceso. Era l’antivigilia di Natale e la Sala Comune dei Grifondoro era splendidamente decorata con il vischio e i filoni colorati rossi e gialli. Hermione le porse una lettera dicendole che gliel’aveva data un ragazzo del primo anno di Serpeverde.

“Grazie” rispose Ginny infilandola nella tasca della gonna.

Ron seguiva ogni suo movimento con gli occhi fuori dalle orbite, come se la vedesse per la prima volta in vita sua quella sera.

“che c’è?” gli chiese Ginny spazientita “sembra che tu abbia visto un fantasma!”

Ron s’inumidì le labbra con la punta della lingua prima di poter parlare. “Hai intenzione d-di tenerla?”

“Certo!”

“Ma non sai neanche chi l’ha scritta!”

“Appunto per questo voglio leggerla”

“M-ma Ginny!” ribatté Ron con la voce improvvisamente stridula.

“Ho delle cose da fare” rispose lei sbrigativamente uscendo dalla stanza per non sentire più la voce di suo fratello.

“Ma quando si renderà conto che non sono più una bambina?” sibilò  tra sé e sé, salendo le scale verso il terzo piano.

“Più che una bambina mi sembri un’aragosta, Weasley”.

Ginny sbuffò sonoramente riconoscendo il proprietario di quella voce insopportabile. “Vorrei sapere perché ti aggiri sempre con aria furtiva in questa zona della scuola”

“Primo : io non mi aggiro con aria furtiva. E secondo: mi stai per caso seguendo, Malfoy?”

“E’ compito dei prefetti assicurarsi che gli studenti non infrangano regole”

“Vuoi scherzare? Tu che impedisci agli altri di infrangere le regole? E poi non sto infrangendo proprio nessuna regola. Sto solo camminando” rispose lei con sicurezza, mentre il ragazzo dai capelli biondi le si avvicinava.

“problemi con il tuo amato Potter?”

Ginny roteò gli occhi. Possibile che fossero tutti convinti che lei fosse innamorata di Harry? “Dodici anni. Avevo dodici anni quando ho preso una cotta per Harry! Devi aggiornare il tuo repertorio, Malfoy” disse, superandolo velocemente, ma lui le impedì di proseguire parandosi di nuovo davanti a lei.

“Potrei per esempio dire che da quando tu e Tommy Lee vi siete mollati sei in una valle di lacrime?” ribatté con un ghigno cattivo disteso sulle labbra.

“fa’ come ti pare” rispose Ginny, cercando di svignarsela, ma il ragazzo le impedì ancora una volta di andarsene.

“che-cosa-vuoi?” scandì Ginny lentamente fulminandolo con lo sguardo.

“Cosa ti fa pensare che io voglia qualcosa da te?”.

“Tu sei l’essere più insopportabile dell’intero universo” ribatté Ginny, imboccando il corridoio, parallelo a quello che conduceva alla Stanza delle Necessità, per evitare che il ragazzo s’incuriosisse per il fatto che un ex membro dell’ES passeggiasse continuamente lì davanti.

“Lo devo prendere come un complimento?” rispose il ragazzo, continuando a seguirla.

Ginny si voltò verso di lui, arrabbiata. Perché Malfoy non si decideva a lasciarla in pace? Era più fastidioso di un intero sciame di mosche intorno a un barattolo di miele!

“senti, mi piacerebbe molto fare conversazione con te, ma…”

“Chi ti dice che io voglia fare conversazione con te?”

“E allora perché mi stai seguendo?”

“Io non ti sto affatto seguendo. Stiamo semplicemente andando nella stessa direzione”

Ginny non rispose, limitandosi ad entrare nel bagno delle ragazze, aprendo la porta con una manata. Voleva vedere se avrebbe avuto il coraggio di pedinarla anche lì dentro.

“Ciao Mirtilla” salutò distrattamente il fantasma della ragazzina con i codini, prima di sedersi con la schiena appoggiata al muro e le caviglie incrociate l’una sull’altra. Si era rifugiata lì diverse volte negli ultimi anni, ingraziandosi la custode fantasma stando a sentire le sue lamentele di tanto in tanto, accaparrandosi, così la sua simpatia.

Dopo qualche secondo Malfoy fece il suo ingresso nel bagno delle ragazze.

“Voi maschi non potete entrare qui dentro!” strillò il fantasma fluttuando davanti al lui.

“Sei sempre stata così brutta o è solo perché sei morta?” ringhiò il ragazzo, degnandola appena di uno sguardo.

Mirtilla lanciò un grido e si tuffò in una delle tazze, inondando parte del pavimento d’acqua.

“Come hai potuto farlo?” sbraitò Ginny balzando in piedi.

“Fare cosa?” rispose il Serpeverde con noncuranza.

“hai ferito i suoi sentimenti!”

“E allora?”

“E’ stato meschino e cattivo da parte tua! Non avevi nessun diritto di dire quelle cose”

“Credi? Io invece penso di averne avuto tutto il diritto. Le persone brutte non dovrebbero essere libere di andare in giro a far venire il voltastomaco”

“Ma che stai farneticando?”

“Sto solo dicendo che la sua presenza mi stava infastidendo!”

“Solo perché ti ha detto che stavi infrangendo una regola entrando nel bagno delle ragazze? Non mi stavi giusto facendo presente che voi prefetti dovete far rispettare le regole?”

“No, mi stava solo dando fastidio, ok?”

“e io? Io non ti do fastidio? Non mi pare che tu abbia dei problemi a stare qui in mia compagnia…” esplose Ginny, stringendo la bacchetta, quasi si aspettasse di dover duellare con Malfoy nel bagno delle ragazze, ma il Serpeverde distolse lo sguardo imbarazzato. Ginny aprì la bocca diverse volte per parlare, ma non sapeva che cosa dire. Non era preparata a quell’improvviso cambiamento di atteggiamento. E perché il suo cuore aveva cominciato a battere più forte? Perché sentiva le guance bruciare per la vergogna? Perché provava quella strana sensazione di nervosismo e di…nascosto , profondo piacere? Piacere per cosa? Per aver avuto solo per un istante l’impressione che Draco volesse stare solo con lei? Che avesse deliberato mandato via Mirtilla per poter…

“Devo andare” disse infine uscendo di corsa dal bagno e raggiungendo la Stanza delle Necessità. Vi entrò come una furia e sbatté la porta alle sue spalle.

“Mi sono perso qualcosa?” chiese il vampiro, osservandola con occhio critico.

“Ehi Weasley” chiamò la voce di Malfoy dal corridoio.

Spike si avvicinò velocemente alla porta e si accostò con il viso allo spioncino, per guardare il ragazzo biondo che attraversava il corridoio con passo spedito.

“Direi di sì” si rispose da solo il vampiro, sorridendo furbescamente.

“non è successo niente” disse Ginny, sprofondando nella poltrona con un gemito.

“ne sei sicura? Dalle vostre facce non sembra. Anzi…sembrate piuttosto …colpevoli”

“Colpevoli? E colpevoli di cosa?” ribatté Ginny fingendo che non fosse davvero successo nulla- in fondo non era successo nulla, giusto?- . Si alzò e cominciò a decorare la cripta con festoni natalizi a colpi di bacchetta.

“dimmelo tu” rispose il vampiro, raggiungendola.

La ragazza si strinse nelle spalle, aggiungendo dell’altro vischio sopra al sarcofago di pietra. “non so a cosa tu ti riferisca”

Spike inclinò la testa da un lato, arricciando le labbra nello strano modo che gli era proprio.

“Ricordi quello che ti ho detto quando stavamo passeggiando nella Foresta Proibita? Ti ho detto che non c’è un manuale per scegliere chi amare. Non è più giusto amare una persona piuttosto che un’altra. Si ama e basta. Io lo so bene…”

Ginny abbassò il capo, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.

“E adesso vedi di tirare fuori da quella bacchetta qualche bastoncino di zucchero!”

 *******

Ginny incrociò le braccia sotto al mento e sospirò sonoramente.

“Ancora niente?” chiese il vampiro, facendo dondolare una gamba mollemente.

Non sembrava particolarmente preoccupato dal fatto che non riuscisse a trovare un incantesimo per rispedirlo nel suo mondo.

“Sono stanca di passare tutti i giorni di vacanza sui libri! Oggi è la Vigilia di Natale! Dovrei essere a festeggiare! Non a studiare!” borbottò la ragazza, imbronciata.

“Spiacente” rispose il vampiro, scrollando le spalle “Perché non andiamo a divertirci? Il tramonto è passato da un pezzo”.

“Basta dar fastidio al Platano Picchiatore! E’ diventato più irascibile del solito per colpa tua!”

“Vorresti dire grazie a me”

“Come ti pare” mormorò Ginny chiudendo gli occhi.

“scusate” bisbigliò una vocina. Spike e Ginny scattarono in piedi contemporaneamente, mentre Dobby avanzava tremante nella stanza.

“Dobby!” esclamò Ginny, sbattendo le palpebre incredula.

“E’ amico tuo questo?” chiese Spike colpendolo leggermente con la punta dello stivale…gesto che a Ginny portò immediatamente alla memoria qualcuno di sua conoscenza…

“Lascialo stare! Dobby, come facevi a sapere che ero qui?”

“Signorina Weasley non deve più passare le sue vacanze natalizie sui libri. Il signor Spike…”

“Il signor Spike” borbottò il vampiro compiaciuto

“…tornerà nel suo mondo alla mezzanotte di oggi”

“E tu come fai a saperlo?” chiese Ginny, mentre un sospetto si faceva strada nella sua mente.

“Ehm…signorina Weasley…lui è il mio regalo di Natale per voi”

“Il mio COSA?” sbraitò la ragazza, mentre l’elfo domestico si piegava su sé stesso intimorito.

“la signorina Weasley non deve arrabbiarsi con Dobby…Dobby voleva solo ringraziarla” rispose l’elfo con la sua vocina dolce.

Ginny sbuffò chiudendo gli occhi

“Beh almeno possiamo andarci a divertire” esclamò Spike indossando il giaccone di pelle. “andiamo?” le chiese aprendole la porta per farla uscire. Ginny sbuffò nuovamente. Sembrava una cospirazione per farla uscire di testa. Prese il suo mantello e seguì il vampiro per i corridoi della scuola in direzione della statua della vecchia gobba.

“arriva qualcuno” disse il vampiro arrestandosi improvvisamente.

“Qui dentro” . Ginny lo prese per un braccio e lo fece entrare in una stanzina stretta e angusta.

“Che schifo!” si lamentò Spike, tentando di non toccare niente.

“E’ il ripostiglio delle scope per pulire. Zitto!” lo ammonì la ragazza sbattendogli la porta in faccia appena prima che Draco Malfoy sbucasse dall’altro corridoio.

Ginny sentì il cuore accelerare i battiti e il respiro sibilare aspramente tra i denti al ricordo di quello che aveva provato l’ultima volta che si erano visti. E come quella volta erano nuovamente soli…Spike a parte.

“Noi due dovremmo smetterla di incontrarci. Sta diventando una fastidiosa abitudine” ringhiò il ragazzo avvicinandosi. Ginny pensò che lui e Spike si assomigliassero molto come modo di camminare con quell’andatura spavalda, leggermente strascicata.

“Perché non vai a nasconderti nel covo di serpenti di cui fai parte? Lì di sicuro non potremmo incontrarci”.

Draco si portò una mano all’altezza del cuore, arcuando le labbra in una smorfia come se le parole di lei lo avessero ferito fisicamente.

“mi spezzi il cuore, Weasley”

“Come se tu ne possedessi uno” sibilò lei prima che potesse trattenersi.

Era più forte di lei…insomma lui era un Malfoy. Era naturale che lei dovesse trattarlo così. Giusto?

Giusto? E allora perché si sentiva così in colpa? Non aveva il diritto di dire cose così cattive…per quanto lui fosse insopportabile, arrogante, offensivo, lei non avrebbe dovuto abbassarsi al suo livello. Ma non era solo quello. La verità era che le dispiaceva e che sperava  che lui le rispondesse a tono per riportare la situazione in parità. Ma lui continuava a tacere. Perché non parlava? Perché non la insultava? Sarebbe stato tutto più facile se lui si fosse comportato nel solito modo da stronzo.

Draco avanzò lentamente, senza mai distogliere gli occhi da quelli di lei, finché la distanza che separava i loro corpi non si ridusse a pochi centimetri. Ginny era come priva di qualsiasi volontà. Non riusciva a muoversi. Non riusciva a non essere risucchiata dallo sguardo magnetico di quegli occhi grigi. Si era aspettata una sua battuta velenosa, pungente e invece niente. Non c’era odio in quegli occhi.

“Che ne sai tu del mio cuore?” disse infine lui, ma non c’era strafottenza o arroganza nella sua voce. Non sembrava neppure la sua voce.

Ginny non sapeva che cosa fare, cosa pensare…riusciva solamente a rimanere lì pietrificata a fissarlo. Quella strana e inattesa intimità era così sconvolgente.

Vide una mano di lui alzarsi verso il suo viso e paralizzarsi quando un rumore proveniente dallo stanzino dietro di lei fece sobbalzare entrambi.

Spike! Si era quasi dimenticata di Spike!

“c’è qualcuno”

Prima che potesse reagire, Draco l’aveva spostata di malagrazia e aveva aperto la porta alle sue spalle.

La stanza era deserta.

Ginny sbatté le palpebre incredula , improvvisamente in grado di respirare di nuovo, mentre delle voci risuonavano nel corridoio. Malfoy si voltò verso di lei per qualche istante, prima di andarsene a passo spedito, senza rivolgerle una sola parola. Un gruppettino di ragazze di Corvonero del terzo anno le passò accanto ridacchiando.

Che cosa sarebbe successo se non fossero arrivate e se lei e Draco non fossero stati disturbati? Lui l’avrebbe…l’avrebbe…baciata? E lei? Lei avrebbe risposto al bacio? Lei avrebbe…

“Quello è uno che ci sa fare con le ragazze!”

“Spike! Ma dove cavolo ti eri nascosto?” sbraitò Ginny, girandosi dalla sua parte.

“Mi sono arrampicato sugli scaffali e mi sono aggrappato al soffitto” rispose , sistemandosi la giacca di pelle “ma non divaghiamo dal nostro argomento di conversazione…” proseguì il vampiro ricominciando a camminare fino a raggiungere una finestra. L’aprì e uscì dalla scuola dirigendosi verso la Foresta Proibita. Ginny lo seguiva in silenzio. “Quello è il ragazzo che fa per te. Non quel Harry di cui tutti parlano”

“che ne vuoi sapere tu!” borbottò Ginny.

“Io commento solo quello che vedo. Mi sembrava che non fossi contraria al fatto che lui ci provasse spudoratamente con te. E poi quella frase…che ne sai tu del mio cuore…molto ad effetto! da vero intenditore”

“Io non credo”

“Ah no? E allora perché sei così rossa?”

Ginny immerse il viso nel mantello, mettendo il broncio, ma il vampiro non si accorse neppure del suo malumore.

“Quello sì che è uno che mi piace. Forse ancora un po’ inesperto, ma ha tempo per imparare. Non gli frega niente di quello che pensano gli altri. Se gli piace una cosa se la prende, se una cosa non gli va a genio non cerca di cambiarla, la butta semplicemente via.”

“Io non sono una cosa” mugugnò Ginny, scavalcando un tronco caduto. “E poi ti sembra un comportamento corretto? Fare quello di cui si ha voglia senza preoccuparsi dei sentimenti degli altri?”

“Si chiama decisione”

“Si chiama egoismo o egocentrismo…come preferisci”

Spike si arrestò al centro del sentiero, respirando profondamente, prima di riprendere a camminare.

“Però ti piace?”

“Cosa?”

“Il suo modo di fare. Non hai mai conosciuto nessuno come lui…per questo ti attira. Non capisci il suo modo di agire, il suo modo di pensare…lui è così lontano dal tuo mondo che sembra provenire da un altro pianeta e questo ti affascina. Come ti affascino io”

“Non sono poi così sicura di essere affascinata da te” borbottò la ragazza, guardandosi intorno per cercare di capire dove si trovavano.

“Solo perché io ho messo una specie di barriera tra noi e perché ho deciso di adottarti”

“Adottarmi?”

“Come una sorellina. Mi sono divertito qui a giocare con il tuo amico Platano Picchiatore e con quel tipo dal naso a punta e i capelli unti”

Ginny si bloccò, avvertendo un dolore allo stomaco come se qualcuno le avesse appena tirato un pugno.

“Con chi?”

“Mah un tipo che sta sempre curvo sui calderoni e ce l’ha sempre con quello di cui eri innamorata...mi sembra che si chiami Boa”

“Piton?”

“Piton esatto! gli ho fatto qualche scherzo”

“TU COSA?  Ti avevo detto di rimanere nella Stanza delle Necessità! Quando sei uscito?”

“Quando non c’eri…non mi ha visto nessuno! E poi mi stavo annoiando! Comunque…come stavo dicendo…dato che mi sono divertito ho deciso di condividere con te la mia lunga esperienza in campo amoroso”

“Non ti offendere , ma non mi sembra che questa tua lunga esperienza in campo affettivo non sia piena di aneddoti intelligenti. Non mi sembra che tu non sia molto fortunato con le donne”

“dipende dai punti di vista. Senza ombra di dubbio , però, sono un ottimo sc…”

“non lo voglio sapere!” lo interruppe Ginny, sentendo che le sue orecchie stavano andando a fuoco.

“Di cosa stavamo parlando? Ah sì della tua cotta colossale per il biondino”

“Io non ho una cotta per Draco Malfoy” ribatté Ginny convinta.

“e io non sono innamorato di Buffy…non manca molto alla mezzanotte” disse Spike, fermandosi in una radura, imbiancata di neve, “e voglio che tu ti ricordi sempre quello che sto per dirti”. Il vampiro s’interruppe, per voltarsi verso di lei e guardarla negli occhi “Non si sceglie chi amare. Come non si può scegliere come amare. Tu sei nata per amare totalmente, con tutta te stessa…come me. Non possiamo sfuggire a quello che siamo. Vuoi bene a Harry Potter, ma non potrai mai amarlo…non come potrai amare qualcuno come quel Draco Malfoy. Forse sarà lui, forse no, ma voglio che tu sia pronta quando te ne renderai conto…”

“che intendi dire?”

“non ero pronto ad amare Buffy. Mi sono illuso per troppo tempo. Sono scappato da lei, sono scappato da me stesso, ma alla fine…alla fine non puoi fare altro che amare, contro ogni regola, contro ogni barlume di raziocinio…non cercare di essere quella che non sei. Non cercare di amare chi ti sembra più….indicato. Non funziona così”

“E allora come funziona, Spike?”

“dannazione non lo so” borbottò il vampiro, tirando un calcio a della neve “ma non così. Non…”

Spike si bloccò all’improvviso, con lo sguardo fisso oltre le spalle di Ginny.

“cos…” bofonchiò la ragazza, quando si accorse che sul limitare della radura era in piedi un unicorno. Il manto lucido risplendeva sotto la luna piena, catturando tutte le sfumature del celeste fino al perlato. Gli occhi scuri scintillavano nella semioscurità, fissandoli attentamente.

“Un unicorno” mormorò Ginny con un filo di voce. L’animale li guardò ancora per qualche istante, prima di immergersi nel fitto della foresta silenziosamente così com’era venuto.

“E’ la cosa più bella che io abbia mai visto” sussurrò Ginny ancora emozionata.

“Ehm…sì. Non era niente male” rispose Spike, passandosi una mano sulla mascella.

“niente male?”

“Ok, forse era qualcosa di più di niente male. E’ quasi l’ora per me di … sai … andare

“No…voglio dire…c’è ancora tempo” esclamò Ginny improvvisamente allarmata. Non voleva separarsi dal vampiro. Era lunatico, pazzo…completamente pazzo, ma tra loro si era instaurato un profondo legame. Non voleva dirgli addio.

“Niente scene strappalacrime, ok? Ci salutiamo adesso, così posso allontanarmi un bel po’ e flippare nel mio mondo con tutta calma”

“no, Spike…no…non voglio….”

“E’ meglio così” disse il vampiro appoggiandole le mani sulle spalle “Addio ragazzina. E ricorda quello che ti ho detto. Forse il tuo amico elfo – a proposito pensavo che gli elfi fossero esseri un po’ più decenti- forse non mi ha trasportato qui per caso. Forse dovevo insegnarti qualcosa…”

“O forse dovevi far uscire di testa Piton”

“Sì questo è più probabile! Vieni qui” rispose Spike, attirandola contro di sé e abbracciandola strettamente.

“mi mancherai, Spike”

“anche tu , dolcezza” disse il vampiro, liberandosi delicatamente della sua stretta e accarezzandole piano la testa.

“beh e ora levati dai piedi prima che io perda quel poco di autocontrollo che mi è rimasto e beva il tuo sangue…chip o non chip”

“va bene” mormorò Ginny asciugandosi le lacrime, che avevano cominciato a scivolare lungo le sue guance.

“Non dimenticare quello che ti ho detto”

“non lo farò” rispose, osservando il vampiro che spariva velocemente nella notte.

Rimase ferma per diversi minuti, incurante del freddo, sperando che tornasse indietro, ma Spike non lo fece. Sapeva che non sarebbe tornato, come sapeva che doveva dirgli addio. L’aveva saputo dal momento in cui era comparso in camera sua cinque giorni prima, ma quel breve incontro l’aveva cambiata. L’aveva resa confusa e disorientata.

Un bagliore verde illuminò per qualche istante la Foresta Proibita e alcuni uccelli lanciarono il loro richiamo spaventato, spiccando il volo.

Se n’era andato.

“Buon Natale, Spike” mormorò con un filo di voce, facendo per ritornare verso il castello, quando un’ombra emerse dalla boscaglia. Ginny cercò la bacchetta attaccata alla sua cintura meccanicamente. Sperava solo di non essere costretta a usarla…

“Sei impazzita per addentrati così tanto nella Foresta Proibita?”

“M-Malfoy?” balbettò Ginny sorpresa, mentre il viso del ragazzo veniva rischiato dai deboli raggi lunari.

“Certo! Chi aspettavi che fosse? Vorrei solo sapere che diavolo ti è preso per venire fin qui! Ti avevo detto al limitare della Foresta! Non nel mezzo della Foresta”

“Limitare?”

“Nella mia lettera , Weasley? stai per caso dormendo?” ringhiò lui, facendole schioccare due dita davanti alla faccia.

“La…tua….lettera…”mormorò Ginny, infilando una mano nella tasca del mantello e trovando la lettera che Hermione le aveva dato due giorni prima. Con il trambusto che Spike aveva portato nella sua vita si era dimenticata di leggerla. La estrasse dalla tasca accorgendosi che la busta era strappata. Dentro vi erano due bigliettini. Su quello più piccolo una grafica spigolosa e irregolare aveva scritto:

 

Vediamoci la sera del 24 dicembre a mezzanotte al limitare della Foresta Proibita.

DM

 

Mentre sull’altro

Ricorda che non si può scegliere chi amare…ma a volte qualcuno può indirizzarci sulla strada giusta…

William

 

Spike…Spike aveva letto la sua lettera, aveva capito che era da parte di Draco e l’aveva portata lì perché…

“beh Weasley, ti sei incantata? Non ho intenzione di congelare quindi muoviti” ringhiò Draco, cominciando a camminare verso la scuola.

Ginny lo raggiunse, stringendosi nel mantello per cercare di ripararsi dal freddo. Il ragazzo continuava a procedere , con lo sguardo fisso di fronte a sé e senza spiccicare una sola parola. Ginny gli lanciò un’occhiata di sottecchi per poi abbassare subitaneamente il capo.

Draco Malfoy le aveva dato un appuntamentoDraco Malfoy le aveva dato un appuntamentoDraco Malfoy le aveva dato un appuntamento…più lo ripeteva e più le sembrava inverosimile.

“Ma se dovevamo incontrarci sul limitare della Foresta perché sei venuto fin qui?” chiese, dopo qualche minuto di silenzio, ma lui non le rispose.

“E-eri preoccupato per me?” azzardò. Il ragazzo si voltò verso di lei con rabbia, facendo un gesto con la mano per abbassare il mantello che si era alzato.

“Mi sembra ovvio! Sei talmente imbranata da farti ammazzare senza troppe difficoltà” ringhiò.

Ginny sobbalzò involontariamente, abbassando lo sguardo e rabbrividendo.

“Dannazione a te, Weasley. Prendi questi” disse Draco sfilandosi i guanti e mettendoglieli in mano

“I-Io…”

“Puoi tenerli. In fondo è Natale” rispose lui, riprendendo a camminare senza accertarsi che lo seguisse.

Ginny lo raggiunse e lo prese a braccetto. Il ragazzo trasalì, ma non si sottrasse, sollevando leggermente il braccio per permetterle di infilare più facilmente la mano.

“sai una cosa?”

Draco grugnì.

“Questo è il Natale più strano che mi sia mai capitato”

“Per una volta in vita tua, Weasley, hai ragione”.

 

FINE

   
 
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