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Autore: Roxar    14/04/2013    17 recensioni
Dieci cose non dette, dieci cose che nessuno ha mai saputo.
6. Il giorno del suo matrimonio arrivò in chiesa a cavallo della sua scopa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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(Scritta in collaborazione con nals)

 

 

 

 

1. Non sapeva fare il nodo alla cravatta.

(Non aveva mai imparato e ci aveva rinunciato pressappoco dodici secondi dopo il primo, disastroso tentativo. Odiava non riuscire ad intrecciare la stoffa a suo piacimento, odiava che le sue dita si allacciassero, creando forme e nodi impossibili.

Sin dal primo anno, ogni volta, chiedeva a Remus di allacciarla e la sera, quando veniva il momento di sfilarla, prestava attenzione a non disfare quel nodo così stretto e impeccabile che mai sarebbe riuscito a riprodurre.)

 

 

 

2. La prima cosa che guardava in una ragazza era il collo.

(Aveva capito di apprezzare quella piccola porzione di corpo quando, da bambino, si rannicchiava tra le braccia della madre, infossando il viso nell’incavo della sua spalla. Con l’orecchio premuto contro il collo della donna, ne sentiva il calore penetrare la pelle e il battito cardiaco, placido e misurato, riempirgli le orecchie.

Era un posto che sapeva di amore, protezione, casa e cose buone.)

 

 

 

3. Non sapeva allacciarsi le scarpe alla Babbana.*

(Aveva realizzato che vi era un problema di fondo, con le sue dita: quando dovevano impelagarsi in movimenti complessi, quali quelli di produrre un nodo, non riuscivano a destreggiarsi e riuscire nel semplice compito.

Per questo tutti i suoi mocassini – parte della divisa scolastica – erano stati accuratamente allacciati da Remus e lui, così come per la cravatta, badava ogni volta di non disfare nulla, limitandosi semplicemente ad infilare il piede, aiutandosi con le dita.

Era un limite di cui si vergognava parecchio.)

 

 

 

4. Aveva l’abitudine di dormire prono.*

(Nonostante gli avessero ripetute infinite volte che quella posizione era pessima, oltre che non salutare, non riusciva ad addormentarsi in nessuna altra maniera.

Gli piaceva sentire il proprio peso distribuito sul materasso, la testa affondata nel cuscino e le braccia intrecciate sotto esso. Aveva la sensazione che, in quel modo, i pensieri scivolassero tutti in un unico emisfero, senza il rischio di perderli.)

 

5. Al quinto anno barò al compito di Incantesimi, accaparrandosi il voto più alto. Remus Lupin, per questo, non l’ha mai perdonato.

(Il tempo a disposizione si era esaurito da un pezzo, ma Vitious aveva concesso loro altri minuti extra. Nella confusione generale, James, che non aveva scritto neppure una riga, scambiò il suo foglio con quello di Remus, seduto dietro di lui, in un momento di distrazione.

Alla consegna dei risultati, Vitious si disse positivamente colpito dall’ottimo risultato raggiunto da James e, al contrario, si mostrò amareggiato per lo scarso impegno mostrato da Remus.

Remus non gli parlò per due settimane.)

 

 

 

6. Il giorno del suo matrimonio arrivò in chiesa a cavallo della sua scopa.

(Si era svegliato con venti minuti di ritardo; la sera prima Lily lo aveva letteralmente cacciato di casa, volendo restare fedele ad una delle molte tradizioni Babbane, secondo cui gli sposi dovessero trascorrere lontani l’ultima notte da fidanzati. Era così andato a chiedere asilo presso Sirius, che si era sentito in dovere di adempiere ad un’altra tradizione Babbana, l’addio al celibato. Un bicchiere aveva tirato l’altro e da lì il passo per l’inevitabile ubriacatura era stato molto più che breve.

La mattina dopo dovette vestirsi in tutta fretta – non si pettinò neppure i capelli – e per recuperare il ritardo fu costretto ad avvalersi della scopa – era troppo intontito e confuso per Smaterializzarsi. Quando lo videro macchiare la distesa noiosa e piatta del cielo azzurro la risata si levò spontanea, anche e soprattutto sulle labbra di Lily.)

 

 

 

7. Sua nonna – affetta da un’incurabile patologia mentale – continuava a rivolgersi a lui come se fosse una ragazza. In punto di morte, in un barlume di lucidità, aveva riconosciuto la sua mascolinità, pregandolo infine di seppellire anche Pod, il suo amato gatto. *

(La nonna materna era schizofrenica da che avesse memoria. Quand’era bambino soleva nascondersi dietro le gambe di Charlus, terrorizzato da quella vecchia donna che urlava, martoriata dalle sue allucinazioni. Quando era cresciuto aveva imparato a tollerarne le grida e perfino il fatto che lei continuasse a scambiarlo per una ragazza – James, cara ragazza, sei venuta a trovare la tua nonna? Oh, che bambina amorevole! – e non aveva mai avuto il coraggio di contraddirla – le sue urla lo spaventavano ancora.

In punto di morte, poi, era accaduto l’impensabile: seduto al suo capezzale, aveva visto la donna riaversi da un lungo sonno e dirle: James, sei diventato un uomo. Un uomo buono e bello. Prima di esalare l’ultimo respiro, gli domandò di seppellire Pod, il suo amato gatto.

Non ebbe cuore di dirle che Pod, in realtà, era morto molti anni addietro.)

 

 

 

8. Prima di Lily Evans, si era invaghito di una Corvonero del quinto anno. Aveva due meravigliosi occhi blu e tante lentiggini sul naso.*

(Credeva di essersene innamorato, credeva di essere finalmente riuscito a togliersi dalla testa Lily Evans.

Si chiamava Beckah ed era bella, bella, bellissima. Si sorprendeva a fissarne i lunghi capelli biondo oro, una nuvola gonfia e morbida che le incorniciava il viso, le lentiggini che spruzzavano le gote e il naso, i suoi occhi d’un intenso blu notte, blu zaffiro.

Poi però, solo pochi giorni dopo, aveva visto Severus Piton sorridere a Lily in maniera che reputò pericolosa e di Beckah restò solo il ricordo di una bella ragazza dai meravigliosi occhi blu e tante lentiggini sul naso.)

 

 

 

9. Preferiva la birra Babbana alla Burrobirra; la bevanda tanto in voga nel mondo magico era fin troppo dolce, per il suo palato.*

(Detestava il sapore dolciastro e vagamente nauseante della Burrobirra, densa, caramellosa e schiumosa. E se Remus ne ingeriva in quantità smisurate, lui se ne teneva ben lontano.

D’estate, però, quando Sirius alloggiava da lui per quelle due o tre settimane, aveva l’abitudine di scendere sino in paese e sedere al tavolo di un bar Babbano, ordinando una birra, meravigliosa e gelida. L’asprezza che pizzicava alla gola e restava appiccicata al palato era squisita, il debole sentore alcolico eccitante.

E ne beveva più di quanto fosse lecito.)

 

 

 

10. Il 31 ottobre del 1981, sebbene fosse disarmato, morì combattendo, morì con coraggio, morì da Grifondoro.

 

 

 

_____

 

 

 

NdA: Questa storia è stata scritta in collaborazione con nals (i punti contrassegnati da asterisco sono suoi; io mi sono solo limitata ad approfondirli) e posso dire di avercela finalmente fatta!

Il primo punto è stato tratto da Aspettare, della stessa nals, che mi ha concesso di usare l'idea di fondo.

Ultimo messaggio a coloro che seguivano Anonymous: nel pomeriggio arriveranno le risposte alle recensioni!

Passo e chiudo.

   
 
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