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Autore: uadjet    15/04/2013    1 recensioni
“Devo trovare assolutamente Will” stava spiegando la ragazza con uno sguardo pieno di determinazione negli occhi nocciola, “dobbiamo sposarci”.
“COME??” urlammo all’unisono io e il Commodoro.
“Che ci fai ancora qui? Questa non è una conversazione che ti riguardi” sibilò Norrington al mio indirizzo, mentre gli occhi si erano ridotti a due fessure.
“Non credo proprio” lo rimbeccai saccente, “dopotutto Will è mio fratello, no?”
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davy Jones, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, James Norrington, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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ROSE TURNER E LA MALEDIZIONE DEL FORZIERE FANTASMA

 

Il mio nome è Rose Turner. Sono capitano del Cigno Nero da cinque anni, due mesi, e tre settimane oggi; ricordo perfettamente quel giorno, il modo in cui mio padre, allora capitano della nave, morì sotto i miei occhi dopo un attacco di predoni, il sapore delle mie lacrime nel momento in cui mi nominò suo successore, i volti di molti dei valorosi uomini con cui ero cresciuta martoriati dalle cannonate. Da allora qualcosa in me si è spezzato, e sono cambiata profondamente: sono diventata in pochissimo tempo la donna orgogliosa, forte, e determinata che i miei compagni vogliono vedere, nonostante il dolore che porto ancora dentro di me. Questa è la mia storia, questo è il racconto di come incontrai il Capitano Jack Sparrow e la mia vita cambiò radicalmente. Di nuovo.

 

1.

 

L’attracco a Tortuga avvenne a tarda sera, contrariamente ai miei calcoli; pensavo che le scorte sarebbero bastate ancora per altre due settimane, ma poi ci si erano messi pure i topi, intrufolatisi chissà come all’interno dei contenitori del cibo durante l’ultima sosta. Fu con indole piuttosto amareggiata che mi fermai in quel porto, conscia che la ciurma non sarebbe potuta ripartire prima della tarda mattinata: sapevo che gli uomini il giorno dopo sarebbero stati presi dalla sbronza più potente mai vista e che quindi non avrei potuto interpellarli in aiuto. “ Odio dover pensare a tutto da sola” pensai mentre sistemavo i sacchi vuoti nei carri per prelevare le scorte necessarie. Negli ultimi giorni poi i marinai si erano rivelati ancora più intrattabili, a causa della presenza, secondo loro, del fantasma di una giovane sposa; le versioni erano molteplici, ma il fatto che potesse essere morta per il dolore della perdita del giovane sposo era finora la più probabile. O forse sotto sotto speravano che fosse andata così, per nutrire la propria vena romantica: dal canto mio, credevo che qualcuno si fosse intrufolato nella nave, ma decisi di non approfondire. Anche se forse avrei dovuto.

<< Capitano, perché non viene anche lei a bere qualcosa? Sarà stanca di essere sempre così rigida>> urlò Marcus, uno dei miei uomini più fidati, ridendo nella mia direzione. << L’unico momento in cui non sarò rigida sarà quello della tua morte, perché allora saprò che i miei guai saranno finiti!!!>> gli risposi con il sorriso sulle labbra; in quel momento comunque avevo cose più urgenti da fare. << Buonasera, vorrei registrare la mia nave al porto per la notte>> dissi al funzionario, dirigendomi verso di lui. << Certo, signor… ina, vedo>> mi rispose squadrandomi da capo a piedi con un sorriso sdentato che, riflettei trattenendo una risatina, avrebbe fatto scappare tutti quelli nel giro di qualche metro. << Capitano, veramente, capitano….>> ripresi allontanandomi leggermente: quell’uomo doveva farseli togliere assolutamente, quei denti << Rose Turner>> << Certamente, sono tre galeoni, prego>> Porgendogli le monete mi diressi verso la taverna in cui era entrato Marcus; avrei potuto chiedere che la nave venisse sorvegliata, ma non avevo voglia di spendere altri soldi, e, in più, il Cigno di certo non se la passava bene: la chiglia era tappezzata di assi di legno per coprire i buchi, mancava il tagliamare, e persino la sirena che decorava in principio la prua si era largamente deteriorata, lasciando il posto ad una massa informe. “ A cosa mi sono ridotta, questa nave era tutto per mio padre … e me” pensai improvvisamente riguardo alla vacuità della mia attuale vita da piratessa: da quel giorno la mia vita aveva preso una strada non ben definita per me, da tutti i punti di vista. E la nave non era certo l’unico problema; a causa dell’ambiente in cui mi trovavo, della mia posizione e della mia giovane età non avevo mai avuto rapporti intimi con un uomo che non fossero di amicizia, come nel caso di Marcus, e il mio aspetto banale nonché il mio corpo privo di forme non aiutavano di certo. Il fatto era che non mi importava nulla, per me l’unico uomo che avrebbe mai potuto avere un posto nel mio cuore sarebbe stato mio padre, fino alla fine, e fu proprio con questi pensieri che entrai nel locale. Dio, quanto mi sbagliavo.

  
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