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Autore: Demolition    15/04/2013    3 recensioni
A quindici anni Sebastian osservava le opere degli artisti di strada, sorseggiava cioccolata calda nei caffè parigini e leggeva buoni libri. Amava sedersi sulle panchine dei viali alberati e perdersi ad osservare i particolari dei passanti: un neo un po’ buffo, un cappello bizzarro, un cane disobbediente, una coppia di anziani.
«Mi trasferisco» mormorò tra sé e sé Sebastian, posando la testa sul petto nudo di Damien.
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Cosa è successo nel passato di Sebastian Smythe? Cosa lo ha portato ad essere così cinico?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Camminare per le vie di Parigi di notte era qualcosa che gli sarebbe mancato.
Sbuffò pesantemente, osservando il suo respiro diventare fumo a contatto con la notte gelata. 
Era solo, realmente solo.
A quindici anni si dovrebbe essere felici. A quindici anni si dovrebbe passare il tempo in strada, a stupirsi della bellezza della propria città, a fare quattro passi con gli amici, a prendere un gelato con il ragazzino che ti piace.
A quindici anni non si dovrebbe essere infelici, stretti in una vita priva di affetto con dei genitori incapaci d’amare, intrappolati nelle loro noiose convenzioni sociali, nei loro ruoli lavorativi. Schiavi dell’apparenza.
A quindici anni Sebastian osservava le opere degli artisti di strada, sorseggiava cioccolata calda nei caffè parigini e leggeva buoni libri. Amava sedersi sulle panchine dei viali alberati e perdersi ad osservare i particolari dei passanti: un neo un po’ buffo, un cappello bizzarro, un cane disobbediente, una coppia di anziani.
Amava mentire a sua madre, amava dirle che alla sua scuola aveva molti amici e che spesso si fermava a dormire da uno di essi. Sebastian aveva un solo amico, eppure.  Damien era il suo nome, Damien con cui Sebastian amava passare i pomeriggi nei caffè, Damien con cui faceva allenamento di lacrosse, Damien che lo aspettava negli spogliatoi, Damien che lo sbirciava mentre faceva la doccia.
Damien con cui aveva fatto l’amore per la prima volta. Damien con cui dormiva spesso, stretto a lui nel suo appartamentino in periferia, così diverso dalla villa degli Smythe.  
«Vado a dormire da Basile» mentiva Sebastian a sua madre e correva a prendere l’autobus, con la borsa a tracolla che sbatteva contro il suo fianco.
Saliva sul mezzo appena in tempo e per tutto il viaggio immaginava in che modo salutare Damien, come stringerlo a sé, come baciarlo. Piano. O con foga. O spingendolo contro il letto dove tanto sarebbero finiti comunque, alla fine.
Quel giorno, invece, Sebastian aveva fatto di tutto per arrivare tardi al suo appuntamento con Damien. Aveva pregato che il tempo rallentasse, aveva cercato di aggrapparsi a quegli ultimi istanti d’amore, a quelle ultime ore di felicità.
A quindici anni si dovrebbe promettere al proprio ragazzo amore eterno. Non si dovrebbe mai dire…
«Mi trasferisco» mormorò tra sé e sé Sebastian, posando la testa sul petto nudo di Damien.
Sperava che il ragazzo lo sentisse, nutriva la segreta speranza di non dover ripetere quelle dolorose parole, quell’annuncio funesto. Ma Damien non lo sentì e, insolitamente silenzioso, continuò a fissare il soffitto, passando distrattamente una mano tra i capelli di Sebastian.
«Ho detto ai miei che stiamo insieme, Bas» disse all’improvviso, senza distogliere lo sguardo dal soffitto bianco.
«Uh?» mormorò Sebastian, alzandosi un poco per riuscire a guardare il suo ragazzo negli occhi. I suoi occhi castani pieni di lacrime, gli occhi che lo avevano guardato con amore così tante volte.
«Hanno detto che non dobbiamo frequentarci più» mormorò Damien, stringendo le dita attorno ai capelli dell’altro, facendogli male.
«Ma… ma noi potremo ancora…» balbettò Sebastian, disorientato, allontanandosi appena.
No, non potremo, pensò disperatamente, perché io sarò in America.
«E’ da un po’ che te lo volevo dire…» continuò Damien, senza neanche ascoltarlo. «Da quando è successo… quella cosa di tuo fratello Edgar, intendo.»
Sebastian sentì le lacrime cadergli sulle guance.
Edgar che aveva tentato il suicidio, Sebastian che l’aveva trovato in agonia, Sebastian che aveva chiamato l’ambulanza.
«Non sei più stato lo stesso da allora e io ti ho sentito distante» mormorò Damien, scostando la testa dell’altro e alzandosi a sedere sul letto, dando le spalle a Sebastian.
«E’ mio fratello» esclamò il ragazzo, gli occhi verdi gonfi per le lacrime «Come ti sentiresti tu, se trovassi tuo fratello tra il vomito, dopo aver inghiottito una boccetta di pillole?»
«Denis mi ha baciato, Bas» mormorò Damien, infilandosi lentamente i pantaloni ed evitando accuratamente lo sguardo dell’altro «Un mese fa ormai.»
Sebastian strinse i pugni, il dolore delle unghie conficcate nella sua carne non erano nulla in confronto a ciò che sentiva dentro di sé.
«Tu… tu mi hai tradito?» balbettò, alzandosi in piedi a sua volta e fissando Damien come se lo vedesse per la prima volta.
Le loro notti d’amore, i loro pomeriggi per le vie parigine, i loro allenamenti di lacrosse, i loro segreti, le loro dita intrecciate, le scuse per i genitori. Tutto andato in fumo.
«Sì» ammise Damien, guardandolo negli occhi. «E ora i miei genitori non vogliono che io e te ci frequentiamo» completò, mordendosi le labbra.
Un addio per un addio, era finita.
Un trasferimento, un tradimento, un suicidio, una casa fredda, un aereo per gli Stati Uniti: non sono queste le cose che dovrebbero preoccupare un quindicenne.
«Ti amo» sussurrò Sebastian, tra le lacrime.
E lo amava, lo amava davvero. Amava le sue dita pallide che sfioravano le sue durante gli allenamenti, amava i libri che Damien gli leggeva quando Sebastian era malato, amava i baci che gli posava sulle palpebre, prima di addormentarsi insieme.
Mai lo aveva sentito così distante, mai lo aveva guardato con quegli occhi imploranti, mai aveva provato quel sentimento per lui. Delusione. Rabbia.
«Bas, ti prego, è già abbastanza difficile…» balbettò Damien, a disagio.
Mai così lontani.
«Sarai l’unico che amerò mai» giurò Sebastian, le lacrime che gli salavano il viso e gli offuscavano la vista.
Damien piegò appena la testa, abbozzando un sorriso di scuse.
«Non dire così, troverai qualcuno che…»
Non terminò la frase e si limitò a guardare Sebastian che si rivestiva. Che si allontanava. Che sbatteva la porta.
«Sarai l’unico che amerò mai» aveva giurato Sebastian.
Uno Smythe mantiene sempre le sue promesse.
 

 
 
 





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Ok, volevo postarla da tanto tempo ma mi sono decisa solo ora. Sebastian è il mio personaggio preferito e mi sono ritrovata più volte a fantasticare sul perché fosse diventato...così. Alla fine ho deciso di scrivere la mia versione, visto che probabilmente il caro Ryan Murphy non ci rivelerà mai la verità.

Questa è la pagina che ho creato da poco su facebook con una mia amica, se avete voglia di passare: DEMOLITION FACEBOOK
H. ♥
  
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