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Autore: LittleLoveDream    16/04/2013    1 recensioni
Bridget Kelly, avvolta nei suoi pensieri dinanzi il video con sua sorella Shioban; la differenza fra loro due, i loro mondi la loro scelta di percorrere due strade distinte.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bridget Kelly, Siobhan Martin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NONONNONNNON 

NOTE DELL'AUTRICE: Questa serie televisiva l'adoravo letteralmente ed è stato un dispiacere che si sia fermata alla prima serie, ma il bello del mondo delle fan-fiction che possiamo mandarle avanti noi  autori in qualche forma e figura. Questa è una one-shot, parla dei pensieri di Bridget dopo aver appreso che sua sorella Siohban è viva, analizzando brevemente tutto ciò che ha passato nella prima stagione. Una fan fiction introspettiva e di analisi del personaggio, non aspettatevi nulla di diverso da ciò. Baci LLD 



NON E' TUTTO ORO CIO' CHE LUCCICA



Non è tutto oro ciò che luccica.
Bridget l’aveva imparato a sue spese, non che fosse così sprovveduta da credere che le apparenze corrispondessero al vero, ma nel caso di sua sorella, sì, aveva creduto fosse tutto vero.
Aveva creduto al mondo dorato in cui Siohban sembrava vivere: case lussuose, splendidi vestiti, cibi raffinati,  un marito di successo, una vita sociale frizzante.
Poi aveva preso il suo posto, per scappare dall’agende  Machado e soprattutto dall’animale che voleva tapparle la bocca per sempre: Bodaway.  
 Il piano era semplice, veloce, istintivo:  essere Shiv solo il tempo per far calmare le acque e scappar via.
Sua sorella si era gettata in mare togliendosi la vita e la sua era un vero casino, fatta di droga, prostituzione, alcool, gruppo di recupero, agenti che volevano farla testimoniare.
Così si era rifugiata lì, in quella realtà all’apparenza così suntuosa e sicura, ma quel mondo tutto era al difuori che dorato; in breve si era trovata immersa nei problemi di sua sorella, di cui oramai era consapevole di sapere poco o nulla.
In quei mesi si era accorta che la vita di Shiv non era rose e fiori; prima l’idea che si fosse tolta la vita sembrava quella più assurda ma convincente. Shiv aveva come amante il marito della sua migliore amica ed era incinta. Andrew era distante e sempre irritato, poi era arrivata l’idea che qualcuno volesse ucciderla.
Un conto era Bridget  Kelly e scappare da un’orda di assassini  diverso era se qualcuno attentasse alla vita di una delle donne più facoltose delle New York bene.
Aveva provato prima a rimetter in ordine la vita della sua gemella, voleva, prima di lasciare quel ruolo che il ricordo di Shiv fosse dorato come in apparenza era.
Recuperare il  rapporto con Andrew.
Crearne uno con la sua figliastra Juliette e stroncare sul nascere la sua dipendenza da droghe ed alcool.
Provare a restaurare il rapporto padre-figlia fra loro.
Poi era arrivato Malcom, nuovamente nel tunnel della droga, per colpa sua ed aiutarlo nei panni di Shiv era decisamente più semplice.
Ma quando giochi con le persone, alla fine ne resti immischiata fino al collo.
Aveva preso ad mare Andrew e Juliette.
Non riusciva a lasciare loro.
Poteva fare a meno del lusso, ma non al loro benessere.
Se in un primo momento era rimasta con loro perché sentiva i doverlo a Shiv, dopo quanto accaduto fra loro anni prima con Shean, era rimasta per loro, ed in parte per sé stessa.
Da piccole, lei e Shiv, si scambiavano spesso le identità: un gioco da gemelle. Ricordava che le piaceva muoversi, vestirsi e pensare come sua sorella. Era stato un piacere anche al principio di tutta quella storia, un sentirsi vicina a Shiv e al suo mondo, da cui era stata tagliata fuori totalmente.
Shiv si era ben guardata da raccontare di lei a suo marito, a Gemma e Henry.
L’aveva nascosta rinchiusa in un angolo del suo enorme armadio, dove non meritava un pensiero o un volto da parte di nessuno di loro.
L’aveva rivista.
Aveva creduto nel suo perdono.
Invece alla fine, era stata tuta una farsa.
Shiv l’odiava, non l’aveva mai perdonata.
Bridget aveva cercato la via del perdono, Siohban quella della vendetta.
Abili si erano mosse in quei mesi per raggiungere i loro obiettivi.
E adesso, con la verità rivelata ad Andrew e Juliet.
Con la loro partenza.
Il suo cuore spezzato e il senso di colpa per averli sempre ingannati, seppur a fin di bene.
A tutto ciò doveva aggiungere ciò che i suoi occhi ancora non riuscivano a crederci  davvero:  Shioban, viva e vegeta.
Aveva inscenato la sua morte.
La voleva morta al suo posto.
Da dietro le quinte attendeva la sua dipartita.
No, Shiv non l’aveva mai perdonata e non l’avrebbe mai fatto.
Adesso comprendeva che forse, coloro che intendevano uccidere Siohban  in realtà miravano da principio proprio a lei, Bridget Kelly.
Sua sorella voleva ucciderla.
E adesso? Doveva tacere ad Andrew che sua moglie era viva?
Oppure doveva cercarla?
Avrebbe continuato ad essere Siohban Martin ancora per un po’, Andrew non le aveva negato questo, le aveva lasciato la possibilità di scappare, di andar lontano e recuperare, ora che Bodaway Macawi era morto e le accuse a suo nome cadute, la sua identità.
Ma prima voleva guardare sua sorella negli occhi e chiederle perché.
Non pretendeva il suo perdono, non l’aveva mai fatto. Sì, lo aveva desiderato fino a star male, ma non lo aveva mai preteso.
Si era rifugiata prima nell’alcool in modo da affogare i suoi sensi di colpa, poi, quando sua sorella l’aveva definitivamente abbandonata e buttata fuori dalla sua vita prima di sposarsi con Andrew, di cui Bridget all’epoca conosceva a stento il nome, aveva ceduto all’intorpidimento dei sensi che le donava la droga. Tutto ciò l’aveva condotta fino a toccare il fondo del baratro in cui si era lasciata cadere. Poi era morta la sua amica, Bodway l’aveva minacciata, l’agente Machado convinta che sarebbe stata al sicuro una volta assicurato dietro le sbarre quella bestia, così, aveva percorso l’ardua via della disintossicazione, accompagnata per mano da Malcom, prima suo sponsor, poi suo migliore amico, ed infine nel disperato tentativo di rimettere sul giusto binario la vita di sua sorella, aveva continuato ad usufruire della sua identità.
Aveva smesso di farsi del male, proprio perché era stata Shiv per un po’, quella sempre perfetta fra le due.
La gemella con aspirazioni ed obiettivi nella vita.
Quella che, anche dopo la morte di suo figlio era andata avanti, seppur macerando nel dolore e nell’odio, diventando una donna potente.
Bridget era stata invece quella che scappava, che non affrontava i problemi, che cercava sotterfugi e che della sua esistenza non aveva mai fatto nulla di buono fino ad allora, ma stava cominciando, e per questo non  intendeva smettere di esser quella che provava a mettere  le cose al loro posto.
Aveva trionfato laddove sua sorella aveva fallito, incredibile ma vero.
Sì desiderava un confronto con Shiv.
Solo loro due.
L’avrebbe cercata in capo al mondo e le avrebbe chiesto perché adesso.
Perché volerla eliminare adesso dopo anni di silenzio.
Poi sarebbe tornata ad essere semplicemente Bridget Kelly e sarebbe tornata da Henry con il cuore in mano, con la speranza nell’animo e la promessa nel cuore di non mentirgli più.
Sì sarebbe tornata da lui testa alta e avrebbe lottato per dimostrargli il suo amore e la sua devozione.
Non  subito.
Non adesso, era troppo presto.
Ma lo avrebbe fatto a tempo debito.
Intanto abbandonava la via del perdono, oramai on aveva più nulla da farsi perdonare.
La coscienza libera e il cuore leggero.
Adesso era pronta ad amarsi e a credere in lei.
Aveva qualcosa per cui combattere e migliorare.
Aveva qualcuno per cui valeva la pena esser migliore.
Finalmente Bridget Kelly, dopo anni di buio e sofferenze, vedeva una via d’uscita: era ripida, ardua e senza scorciatoie, ma, al contempo, la più bella e luminosa che avesse mai imboccato.
  
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