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Autore: _Cthylla_    16/04/2013    3 recensioni
[ COMPLETA ]
Se i decepticon decidessero di intervenire per fermare una ragazza per loro potenzialmente pericolosa e rapissero lei e due amiche...che succederebbe?
E se la ragazza in questione avesse una mente deviata e fosse in grado di modellare a suo piacimento la realtà?
"Alzò gli occhi e guardò il cielo, pensando che quello spettacolo se non altro ripagasse la sua “insonnia estiva”.
[...]
Solo a quel punto si accorse che c’era qualcosa che non andava.
E quel “qualcosa” era precisamente un robot gigante nero, con le cromature viola e senza faccia che se ne stava lì immobile a fissarla."

(Avviso del 15/11/2018: sono presenti self insertion -letteralmente! Ci siamo io e qualche amica deviata- elefanti rosa, dialetto perugino, immani str-ehm, avete compreso. Non so cosa mi passasse per la testa nel 2013, la tengo qui solo in memoria del disagio. Per il bene della vostra salute mentale, sconsiglio la lettura. Nel caso non vogliate darmi retta, sarà un problema vostro.)
Genere: Avventura, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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Avviso: quella che state per leggere è una fan fiction puramente nonsense, isterica e nevroticheggiante nonché folle e piuttosto grezza. Ogni riferimento a persone, fatti davvero accaduti o cose realmente esistenti (previa autorizzazione delle persone in questione) è puramente voluto.

Soundwave vs Fiamma - The Writer -



Fiamma si trascinò pigramente giù dal letto, infilando le ciabatte (nere) ed uscendo in terrazza. Era quello il brutto dell’estate, proprio quando avrebbe potuto dormire perché non c’era scuola col gran caldo non riusciva mai ad addormentarsi prima delle tre.
Fuggevolmente diede un’occhiata al suo coniglio, che dimorava proprio in terrazza. Quel testa di cavolo aveva di nuovo rovesciato la ciotola di cibo così, tanto per rompere! O beh, lei non l’avrebbe raccolta di sicuro.
Alzò gli occhi e guardò il cielo, pensando che quello spettacolo se non altro ripagasse la sua “insonnia estiva”. Appoggiò i gomiti sulla ringhiera ed osservò la propria carnagione lattea, messa ancor più in risalto dalla canottiera nera che indossava. C’era poco da fare, non si abbronzava nemmeno passando tutto il giorno in piscina. A tal proposito si mise a pensare che doveva mettersi seriamente a dieta; a volte mentre era in acqua si sentiva una specie di Moby Dick.
“…o ma chissenefrega la vita è una e io voglio mangiare quanto mi pare” si disse poi, come faceva sempre appena nel cervello iniziava a vorticare la parola “dieta”.
Solo a quel punto si accorse che c’era qualcosa che non andava.
E quel “qualcosa” era precisamente un robot gigante nero, con le cromature viola e senza faccia che se ne stava lì immobile a fissarla.
Dopo essere stata impossibilitata a muoversi per qualche istante a causa dello shock, Fiamma rientrò precipitosamente in camera, chiuse il finestrone, tirò le tende, e si lasciò andare ad un’impressionante sfilza di bestemmie ed improperi vari. Di solito non era una che bestemmiava, nonostante il linguaggio “colorito” e prevalentemente dialettale, ma con la strizza che aveva non riuscì proprio a trattenersi!
- …’sta maiala, ‘sta troia, ‘sta zingara!!! - concluse, col cuore che le batteva a mille. Non era possibile che Soundwave fosse lì fuori. Lui non era reale! Nessuno di loro lo era! Erano fottuti personaggi di un fottuto cartone animato!!!
Afferrò la chiavetta USB nera e la strinse forte, con le mani che tremavano. Se Soundwave era lì per il motivo che pensava, ovvero le fan-fiction che aveva scritto, allora era nei guai.
“sono nella merda fino al collo. Anzi, ci sto affogando dentro!” pensò disperatamente. Soundwave era un personaggio che le piaceva da morire, ma come tutti i personaggi che “le piacevano da morire”, nelle sue storie lo faceva tribolare come un matto tutte le volte, sia in quelle pubblicate che non.
Ed ora era lì. E lei era sull’orlo di una crisi isterica.
Aveva più volte scherzato con Adriana, la compagna di banco che aveva un po’contagiato con la sua mezza mania per i TF, su cosa avrebbe fatto se avesse incontrato qualcuno di loro.
“ah, fosse Soundwave lo piglierei per il culo di continuo. Superiore? Ma de che, che non parla e non c’ha manco la faccia? Ma che diavlo vol fa’?”
In quel momento però non se la sentiva proprio di fare una cosa del genere. Non era Delta Ride lei, non aveva poteri sovrumani, non era fatta di Nereon, non era Nefertari con Asphys, Skorpius, Dilers e compagnia bella, ed anche se suo cugino viveva a poca distanza non aveva i poteri di Leo Lopez, e lei non era Fly. L’unica cosa che aveva in comunque con loro era la sua linguaccia, che le aveva procurato diversi guai, quindi non poteva nemmeno tentare di cavarsela alla Spectra Specter style.
Prese il cellulare senza capire bene cosa stesse facendo e chiamò Adriana, incurante dell’ora e del fatto che se le avesse risposto l’avrebbe fatto solo per mandarla a quel paese.
Adriana rispose dopo cinque squilli. -ma perché mi chiami alle tre di notte?!!
- o A…no seriamente quel che sto per di’ non c’ha…è assurdo ma…o insomma! Soundwave è qui!!! Nel giardino di casa mia!!! CAZZO!!!
Dall’altra parte per un paio di secondi non ci fu risposta. - tu sei diventata completamente imbecille!
- A, guarda che so’seria!!! C’è veramente!!! Mi vuole uccidere!!!...cioè a di’ la verità io che diavolo vuole non lo so - disse poi - ma insomma hai capito, c’ho quel coso là fuori, c’è davvero, giuro su la mi’ testa!!!
Temette seriamente che Adriana pensasse che era impazzita, e l’avrebbe pure capita. Invece la sentì trattenere il respiro. - ok. Ti credo - la sua voce suonava strana, strozzata.
- o A, che hai fatto?
- c’è quello fuori dalla mia finestra. Quello brutto - la sentì dire.
- quello brutto quale? - trovò la forza di domandarle.
- Megatron…
La cosa stava diventando sempre più assurda e potenzialmente pericolosa, ma se non altro con “mal comune mezzo gaudio” Fiamma stava allontanando la crisi isterica.
- ma che diavolo vogliono tu me lo devi di’…! - esclamò, per poi accorgersi che la linea era caduta. Telefono muto. Anche il fisso.
Temeva di sapere perché. Di certo era colpa di quello là fuori…ok, ok. Doveva decidere alla svelta che fare, specie perché ora anche Adriana era coinvolta. Si armò di carta e penna.
- “io Fiamma, nel pieno possesso delle mie facoltà mentali”…seh, più o meno…“lascio a mia sorella i miei risparmi, a Chiara smalti e trucchi e tutto il resto a quel ciccione trombone pesta fracassone del mio gatto Macchia. Famiglia vi ho sempre voluto bene. per piacere, qualcuno dica a quel demente del Verme che l’abbronzatura va di moda, ma non l’arancione da autoabbronzante”. Fine - mormorò, posando foglio e penna sul cuscino. E ora?
Ricordò vagamente una conversazione che aveva avuto con un tipo del tutto psicotico che, ne era sicura al 90%, era un alieno, e che amava chiamare “Penny”.
“ma se incontrassi un alieno che faresti?” le aveva domandato. Fiamma aveva tenuto eccezionalmente per sé un bel “quando ho incontrato te che ho fatto”?
“ ma boh, che ti devo di’…gli darò ‘na Coca-Cola ” gli aveva risposto.
Scese al piano di sotto, aprì il frigorifero e prese due lattine di Coca-Cola fregando anche una Kinder Pinguì. Poteva permetterselo , forse era l’ultima che avrebbe mangiato!
Una volta tornata in camera appoggiò la roba sul letto, si rimise gli occhiali e si rifece la coda. Avere una massa infinita di capelli ricci lunghi fino ai fianchi poteva essere una bella cosa, ma non d’estate.
Fatto questo prese un bel respiro, aprì una lattina ed usci di nuovo in terrazza addentando la Kinder Pinguì. Quello era ancora lì, maremma schifa.
- eeeh…buonasera - sollevò la lattina - salute strano cybertroniano senza volto che non parla…ehm…’na Coca-Cola? La vuoi?
La totale immobilità di Soundwave non le fu di conforto.
- ok niente Coca-Cola. D’altra parte come la bevi…non hai la bocca. Eheh. - lo guardò e fu lei a berne un lungo sorso - quindi…sei uscito da non si sa dove e sei venuto qui. e anche Lord Meggy, ehm, Lord Megatron. Che è a casa di una mia amica e…eh…la domanda è…come mai tutta ‘sta cosa? - gli domandò gesticolando - ah già…non parli, quindi come cazzo mi rispondi? Ahah. Che stupida sono.
Bevve un altro sorso di Coca-Cola. Lattina finita, ma tanto c’era l’altra. - no, seriamente, se me lo dicessi…
- tu sai perché - la interruppe Soundwave con un cupo ringhio.
- …al momento non mi viene in mente, sarà che sono le tre di notte e sono mezza insonnolita…
- tu. Sai. Perché. - ripeté Soundwave - non fare la finta tonta.
- ‘l mi’ cocco…e chi finge? - ribatté Fiamma con una smorfia - alle tre di notte poi di tutto c’ho voglia meno che di fingere…- vedendolo tirare fuori i tentacoli però cambiò decisamente registro, nascondendosi dietro una colonna - cazzo, c’è chi ha scritto di peggio!!! Almeno nelle mie storie non ti fai Prime vestito da Cappuccetto Rosso! Perché te la prendi con me, e che c’entra pure l’Adriana, scusa eh?!! Lei non scrive!!!
Fiamma venne afferrata da un tentacolo, aveva una paura terribile di cadere e/o che Soundwave la buttasse giù. Dio se odiava l’altezza!
- me la prendo con te perché le TUE storie nel mio mondo di avverano! - ringhiò Soundwave - ogni maledetta riga che scrivi si avvera, non so perché ma è così. Quindi sei potenzialmente pericolosa per i decepticon - la stretta aumentò - e decisamente dannosa per me. Soprattutto perché Adriana adesso mi vuole morto perché adora Arcee, che in una tua storia ho Marchiato e tutto il resto!
- e la biasimi pure? - come detto una dei tanti difetti di Fiamma era che la lingua partiva sa sola senza prima consultarsi col cervello. Sentendo la stretta allentarsi Fiamma cercò di correre ai ripari.
- come non detto!!!...chiedo venia!!!...Soundwave superiore, Fiamma inferiore!...seh, e ‘sti gran caz…SUPERIORE, SUPERIORE!!! - strillò, sforzandosi di contenere i vari improperi.
- dimmi un po’, lo pensi sul serio? - ora Fiamma aveva la sensazione che Soundwave la stesse leggermente e minacciosamente prendendo in giro.
- sicuuuuuro…- rispose la ragazza con un sorriso a trentadue denti - Soundwave superiore. L’ho sempre detto…
- “…crrrl’unica differenza tra Soundwave e i mobili della Nemesis? I mobili se fanno i cazzi loro…crrrcavolo, la mi’nonna è meno impicciona di Soundwave il che è tutto dire…crrrsecondo me con quei tentacoli ce fa cose losche e non dico le intercettazioni”.
- ‘azzo sei, uno stalker?!!
- solo uno che si tiene informato.
Fiamma cercò di rimanere lucida, ma era dura. - dimmi chiaro e tondo che vuoi da me. Bada che se è per le storie che scrivo, però…- se era proprio così nella merda tanto valeva giocarsi il tutto per tutto - …se vuoi farmi fuori poi il peggio è per te, perché la tua storia non migliorerà resterà ferma e tu intrappolato in quello schifo.
Soundwave fece partire una registrazione di Megatron. - “la prenderemo e scriverà solo quel che le ordineremo. Non oserà disobbedire, spaventata come sarà dalla minaccia di uccidere lei e le sue due amiche”.
Dopo questa registrazione nient’altro. - ah. Capito - mormorò Fiamma - bell’idea, si. Ma guarda che io per i decepticon tutto so’ meno che ‘na minaccia, c’ho il vostro simbolo attaccato alla porta da quando avevo dieci anni. Sul serio, tutto farei meno che far vincere Prime…
- in compenso fai disastri con tutto il resto. Hai fatto ammazzare mia figlia in due serie e mi hai fatto perdere la testa per donne irraggiungibili, stronzissima umana inferiore - sibilò Soundwave. una sfilza di bestemmie mentali accompagnò lo stringersi dei tentacoli.
- non dovrei dirtelo, ma guarda che se ti dessi una mossa con una delle donne andrebbe diversamente, e quanto a tua figlia in una delle serie è ancora…
- silenzio - la interruppe freddamente il mech - e ritieniti fortunata, se non avessi ordini diversi ti avrei già terminata, maledetta put…
- la tu’mamma - non poté esimersi dal dire Fiamma, ancora una volta lasciando andare la lingua per fatti suoi. Ma porca miseria, quello veniva lì a quell’ora, la minacciava, la insultava…quando è troppo è troppo! - prima di parlare pensa a chi c’avevi in casa nella serie dove c’è Nefertari!
Quando si rese conto di quel che aveva fatto perse quel poco di colore che aveva.
- chiedo venia.
- niente venia.
- no eh?

***


Megatron vs Adriana - The Autobots' Supporter -



Dalla parte di Fiamma era caduta la linea. Che le fosse successo qualcosa? Adriana sperava di no. Cavoli, al capitolo 25 di “Dall’Egitto con amore” Soundwave rivelava di avere un minimo di coscienza in fondo. Poi che continuasse a volere che Fiamma gliene facesse capitare di tutti i colori per come aveva trattato Arcee era un’altra storia.
Al momento comunque Adriana era più preoccupata per sé e la sua famiglia considerando che Megatron là fuori le stava facendo cenno di uscire. Oddio, ma che poteva volere da lei? Non era lei quella che scriveva! Ci aveva pensato, si, ma non aveva mai buttato giù niente; un po’perché non aveva voglia, un po’perché non aveva tempo. Non era mica come Fiamma, che non faceva un cavolo tutto il giorno!
“ecco, se invece che scrivere avesse studiato economia aziendale questi non sarebbero fuori da casa nostra!” pensò, divisa tra la paura e l’irritazione, temporaneamente dimentica del fatto che anche lei aveva contribuito a dare idee per “Dall’Egitto con amore”.
“mamma mia è proprio brutto! MA BRUTTO!” pensò poi, guardando Megatron continuare a farle cenno di venire fuori. Possibile che nessuno lo vedesse? Lei poi abitava vicino alla città!
Ma quella notte tutto sembrava deserto. Perfino sua sorella, di solito col sonno agitato, dormiva in modo tale da sembrare una statua. Probabilmente questo era parte dell’assurdità che aveva portato dei personaggi dei cartoni animati nel loro mondo.
Alla fine Adriana si rassegnò, si vestì, fece la coda, mise gli occhiali e si preparò ad uscire. Megatron probabilmente non avrebbe fatto del male alla sua famiglia, ma era meglio non correre rischi ed accontentarlo andando a sentire che voleva. Un pensiero orribile le attraversò la mente: e se non avesse più rivisto i suoi genitori e i suoi fratelli? Se Megatron l’avesse portata via con sé? Lei non riusciva a pensare di stare senza di loro.
Mentre chiamava l’ascensore pensò che quella (Fiamma) se a venirla a prendere fosse stato un altro decepticon, non si sarebbe curata di niente e nessuno e via! Sarebbe partita senza alcuna remora, senza chiedere perché, per come e senza manco salutare nessuno.
Prese un gran respiro ed uscì dal condominio. Cristo, più gli si avvicinava più il Lord dei decepticon le sembrava brutto! Ma Adriana se non altro aveva abbastanza furbizia da tenere quella considerazione per sé.- che…che vuoi da me? - ebbe il fegato di chiedergli prima ancora che lui le rivolgesse la parola.
- inchinati e mostra il rispetto che mi devi dandomi del “Lei” - la avvertì il Lord - lo fanno i miei simili, e a maggior ragione devi farlo tu.
Fa a causa di quella frase e del temperamento latino americano pieno d’orgoglio di Adriana che fin da subito iniziarono a crearsi quei piccoli attriti che la ragazza inizialmente aveva avuto intenzione di evitare. - e perché…mica sono nel tuo esercito, tu non mi sei niente…non mi inchino - disse testardamente scuotendo la testa - non se ne parla.
Megatron digrignò i denti. Deboli umani insolenti…era proprio perché erano così inferiori che solitamente li lasciava stare, ma alcune volte era dura! Sperò (per lei) che l’altra ragazza, quella che aveva messo su casino col potere di far avverare le storie che scriveva, sarebbe stata abbastanza furba da non fare arrabbiare ancor di più Soundwave, che era nero già di suo.
- voi umani avete il brutto vizio di essere impudenti - borbottò - cosa voglio da te? È facile. Devi venire con me, sarai l’incentivo che farà si che la tua amica scriva quel che voglio io!
- eh?
- già, non lo sai…le storie della tua amichetta da noi si avverano tutte. Potrebbe essere un pericolo per i decepticon, e comunque TU vuoi morto il mio tecnico!
Adriana lo guardò allibita. Ecco perché erano lì allora…ma se era così Fiamma era nei guai davvero, e lei idem. - guarda, per i decepticon non c’è pericolo, non farebbe mai vincere gli autobots purtroppo, ma…
- come “purtroppo”?!
- io tifo gli autobots mica te e gli altri - affermò Adriana. Mentalmente Megatron apostrofò lei e Primus con i peggiori epiteti.
- questo non migliorerà la tua condizione lo sapevi?
- facile prendersela con qualcuno quando si è alti venti metri…- borbottò Adriana. Un borbottio udibilissimo in quel totale silenzio.
- mi auguro per loro che le tue amiche siano più ragionevoli di te.
“Le sue” amiche? Che voleva dire? la faccenda riguardava solo lei e Fiamma, chi altri?
- che significa LE mie amiche?
- c’è un’altra che ha letto di noi e che Fiamma ha registrato come sorella in quella cosa che chiamate Facebook. Due ostaggi sono meglio di uno.
Ad Adriana stava venendo un dubbio. Chi era che Fiamma aveva registrato come sorella ed aveva letto le storie? Un momento…
- aspetta. È una bionda, per caso?
- proprio - sogghignò Megatron.
Adriana si mise le mani nei capelli. Oh cielo, già Chiara normalmente aveva atteggiamenti piuttosto “da diva”, figurarsi cosa avrebbe fatto trovandosi davanti un robot gigante che parlava! Avrebbe dato di matto. Sclerato tanto da farsi sentire fino in Cile. Si sarebbe lamentata che gli abbinamenti di colore della corazza del robot in questione erano fatti male!
- povero…chi hai mandato da lei?
- Knock Out.
- povero Knock Out - Adriana scosse la testa - poverino.

***



Knock Out vs Chiara - The Diva -



Knock Out iniziava ad avere il timore che la sua testa sarebbe esplosa in mille pezzi. Ma quanto accidenti urlava quella? Da quando se l’era trovato davanti (lei era di rientro da una delle tante feste a cui andava praticamente tutte le sere) Chiara aveva iniziato a strillare con tutto il fiato che aveva in gola e a chiamare freneticamente Michael, il suo ragazzo, che preso dalla stessa “magia” per la quale i familiari di Adriana e Fiamma dormivano senza accorgersi di nulla chiaramente non le rispondeva.
- Michael!!! C’è un robot gigante davanti a casa mia!!! - era il decimo messaggio che gli lasciava in segreteria - RISPONDI CAZZO SE NON LO FAI GIURO CHE TI LASCIO CAPITO?!!!
- eh…umana?
Chiara urlò ancora come una matta. - STAI ZITTO NON VEDI CHE STO AVENDO UNA CRISI ISTERICA?!!! - si mise le mani sul viso, strillò ancora chiudendo gli occhi e fece una corsetta sulle decolleté rosse tacco quindici che trovava più comode delle ciabatte .
- ma vuoi starmi a senti…- Knock Out fu interrotto dall’ennesimo strillo - INSOMMA SMETTI DI STRILLARE!
- non alzare la voce con me, sei tu che ti sei presentato davanti a casa mia quindi strillo quanto mi pare perché qui l’unica che ha il diritto di strillare sono IO!!! - gridò Chiara guardandolo malissimo - ma perché non mi sentono?!! Mi devono sentire!!! Ma dov’è Michael?! Perché non richiama? IO VOGLIO MICHAEL!!! E tu vai via!!! VIA!!! VIAAAAAA!!!
Mamma mia che incubo! Questo era troppo per la pazienza del medico decepticon, che digrignando i denti tirò fuori la sega circolare.
- o stai zitta o ti taglio la testa, vedi tu!
- MA COME TI PERMETTI, CHI SEI TU PER MINACCIARMI!!! Io non so nemmeno chi sei e che vuoi e TU arrivi QUI e minacci ME ma chi cazzo sei?!! - avanzò verso di lui e sciaguratamente un sasso rovinò il tacco della scarpa destra, rigandolo.
- NOOOO i miei tacchi rossi! Erano l’ultimo paio!!!colpa tua!!! Hai rovinato i miei tacchi!!! - strillò iniziando a lanciare a Knock Out tutto quello che le capitava in mano - non ce ne sono più in negozio, erano l’ultimo trentasette! Brutto idiota che non sei altro!!!
- ma io che c’entro, sei tu che…
- STAI ZITTO NON PROVARE A DARE LA COLPA A ME!!! Vai via!!! Non ne voglio sapere niente di te! Non ti voglio vedere!!! Michael perché cazzo non rispondi?!!
Alla fine Knock Out afferrò la ragazza con forza e la sollevò davanti al proprio viso. - adesso stai zitta e mi ascolti! Gli ordini che ho sono di prenderti e portarti nella Nemesis, senza farti del male, e se la tua amica collabora non ti accadrà niente anche se io avrei voglia di farti fuori per quanto strilli!
Quelle parole parvero calmare le urla isteriche di Chiara almeno un po’. - che amica?!
- la tua amica Fiamma. Le storie che scrive da noi si avverano e Lord Megatron la ritiene una potenziale minaccia per noi decepticon. Gli ordini sono di prendere te ed una certa Adriana in ostaggio così che Fiamma scriva quel che vogliamo noi.
- QUINDI SE HO UN MOSTRO DAVANTI A CASA È COLPA SUA!!! Ma io l’ammazzo! La meno!!! le strappo tutti i capelli!!! Non è possibile!!!
- non sei la sola che vorrebbe farlo, credimi, ma considerando che a prenderla è andato Soundwave non se la sta passando bene…
- e io che c’entro?! A stento so chi siete!!! - riprese a strillare Chiara.
- o senti gli ordini che ho sono…
- NON ME NE FREGA NIENTE DEGLI ORIDNI CHE HAI!!! Adesso tu mi lasci e basta!
- non è da te che prendo ordini - ringhiò il decepticon.
- cioè io adesso devo farmi rapire per colpa di Fiamma?! - Chiara prese a botte la mano di Knock Out - NO! NO, NO, NO, NO E NO!!!
“ma se le dessi una botta in testa?” pensò Knock Out.
- e invece si. dimmi un po’ - cercò di cambiare discorso - la mia corazza è o non è splendida?
Chiara si calmò di botto, guardandolo con occhio critico. - i colori sono abbinati bene e sei lucido, ma - indicò il punto preciso - hai una macchia oscena!!!
- dove?! - esclamò Knock Out trovando la macchia e pulendola subito.
- l’unica cosa buona è che hai un po’di stile - borbottò Chiara - se fossi stato uno tutto pieno di graffi mmmh, che orrore!!! Ma comunque sei un idiota perchè mi-hai-rigato-i-tacchi!!!
- alla Nemesis vuoi arrivarci sveglia o svenuta?
- ma io non ci voglio arrivare proprio!!! Almeno fammi prendere le scarpe i trucchi ed i vestiti! Devo fare le valigie, non posso venire via solo con quel che ho addosso!
Knock Out fece un sospiro. - va’ a fare quel che devi fare basta che la smetti di strillare perchè mi stai facendo esplodere i recettori uditivi! - disse, mettendola giù. Chiara gli diede un’occhiata.
- in che ti trasformi?
- Aston Martin - rispose Knock Out con solennità.
Chiara tirò fuori la patente, fresca fresca di rilascio. - ma allora ti fai guidare si?
- scordatelo! Vai a fare le valigie e muoviti, perché mi sto scocciando.
- TU NON HAI DIRITTO DI SCOCCIARTI!!! - strillò la ragazza, rientrando in casa per fare le valigie sbattendo la porta.


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