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Autore: _Kiiko Kyah    16/04/2013    4 recensioni
Il titolo dice tutto.
§ Conosciamo davvero tutto di Aphrodi? §
Spaccati della vita di Afuro Terumi, dal primo anno fino al ventiseiesimo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Hera Tadashi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Watch Out!: Nonostante questa fic non sia AU proprio per niente, Atsuya è ancora vivo.



Un anno § Quello si chiama ‘pallone’.

I vagiti allegri e spensierati di un bambino raccolsero l’attenzione del padre, il quale si voltò verso il piccolo biondo di appena dodici mesi.
Il bambino stava a malapena gattonando – forse strisciando è il termine più corretto –, allungando le piccole manine in direzione di una sfera di cuoio, bianca con dei pentagoni neri disegnati sopra.
L’uomo ridacchiò, divertito nel vedere le braccia delicate del piccolo Terumi abbracciare quel pallone da calcio, e i grandi occhi rosso sangue illuminarsi.
“Quello si chiama ‘pallone’ ” lo informa, accucciandosi accanto a lui e accarezzandogli la testolina bionda “Se ti piace, quando sarai più grande sarà tuo” ridacchiò ancora, mentre il figlio vagì nuovamente con allegria, segno che aveva capito.
“Sì, sei il bambino più carino dell’intera Corea...” sussurrò debolmente l’uomo, sollevando lo sguardo sulla donna dalla lunga chioma bionda che, appena entrata nella camera di Terumi, si era appoggiata allo stipite della porta.

Sette anni § Tu sei un ometto!

Terumi mugolò infastidito quando sua zia gli pizzicò ‘amorevolmente’ la guancia.
“Piccolo, sorridi alla zia!” lo rimproverò dolcemente suo padre, accarezzando il caschetto biondo di suoi figlio. Quest’ultimo forzò un sorriso, che ai grandi parve essere vero. Non appena fu possibile, però, si diede alla fuga. Si nascose nel giardino, non senza essersi portato dietro il suo amato pallone. Era suo da quando aveva un anno, e, finora, era il suo unico vero amico.
“Teru-chan?” trasalì alla voce di sua madre, e la vide seduta all’ombra dell’albero di nocciole.
“O-Oka-san...” balbettò “C-Cosa ci fai qui?”
“Potrei farti la stessa domanda” ridacchiò lei “Perché non vuoi stare con la zia?” domandò, e il settenne si mise a palleggiare con il ginocchio.
“Mi tratta come se fossi piccolo. Io non lo sono...” la donna rise di nuovo al broncio del figlio.
“Hai ragione, tu sei un vero ometto, vero?”
Terumi alzò due dita in segno di vittoria ed esclamò, allegro, un poderoso “Esattamente!”

Dieci anni § Sei bello come Afrodite, Afuro-kun...

Erano arrossite. Tutte quante. Una schiera di decenni come lui si erano voltati a guardarlo, e le femmine erano arrossite. Terumi, cartella in spalla e pallone sottobraccio, non diede peso a quegli sguardi: era abituato ad essere osservato in quel modo. Perché lui ‘era carino’, come dicevano tutti. Non che gli dispiacesse più di tanto essere considerato tale.
“Tu sei quello nuovo, Afuro Terumi, vero?” chiese la voce di un maschio.
“Sì!” sorrise radioso, spostandosi dal viso una ciocca degli abbastanza lunghi capelli dorati.
“Benvenuto!” salutarono in coro un paio di ragazzine, e lui ricambiò il saluto con la mano.
Loro arrossirono di nuovo.
“Sei davvero...” mormorò una voce sottile. Il decenne si voltò di scatto, e vide una bambina dalla chioma viola che l’osservava insistentemente “Sei bello come Afrodite, Afuro-kun...”
L’interpellato inarcò un sopracciglio “Afrochi?” domandò senza capire.
“La dea dell’amore greca, Afuro-kun!” precisò allora lei.
Bello... come una dea?

Tredici anni § Io sono Aphrodi, e sono un dio.

“God Knows!” il pallone schizzò in porta, e il biondo atterrò, godendosi la visione del campo devastato dal suo colpo. I suoi occhi vermigli si piantarono in quelli del capitano della Teikoku. Sembrava disperato. Oh, poverino.

“Oka-san, sono tornato.” chiamò aprendo la porta di casa. Nel corridoio vide apparire la snella figura della donna che l’aveva messo al mondo, e le sorrise.
“Non ti sei neanche tolto la divisa della squadra di calcio” notò lei apparentemente amareggiata “Di nuovo.”
Il biondo distolse lo sguardo “Ti ho già detto che mi piace vestirmi così.”
“Vesti solo di bianco e grigio! Che fine ha fatto il Teru-chan che amava i colori sgargianti?” mormorò sorridendo di un’allegria inesistente.
“Non chiamarmi Teru-chan, sono grande per quel soprannome.” sollevò gli occhi su di lei.
“Tu sei il mio Teru-chan, e lo sarai per sempre.” incrociò le braccia al petto “Non mi interessa chi sei al di fuori di questa casa, ma detesto il tuo atteggiamento, Afuro Terumi.”

Tentò di non sbattere la porta mentre si chiudeva in camera e componeva il numero di Tadashi sul cellulare. Odiava litigare con sua madre, ma lui non era Teru-chan.
“Io sono Aphrodi,” sussurrò a sé stesso “e sono un dio.”

Quindici anni § Questo sei stato tu ad insegnarmelo, Endou Mamoru.

La mamma era così contenta. Stava gioendo al telefono con la zia da quasi due ore, mentre il biondo stringeva una mano intorno al tessuto rosso che ricopriva il suo petto. Guardandosi allo specchio, Terumi sentiva come qualcosa crescere dentro di sé, come se lacrime di felicità stessero premendo per uscire e bagnare il suo sorriso.
Non ebbe tempo di rifletterci su, che sua madre l’abbracciò di slancio, frattanto che suo padre gli pattava il capo biondo dicendogli di essere orgoglioso.
Il cellulare squillò, e lui l’afferrò al volo.
“Tadashi!” chiamò radioso il suo migliore amico.
“Ho saputo che sei stato preso nella nazionale coreana! Sono così felice per te!” esclamò il castano dall’altro capo del telefono.
“Grazie.” mormorò dolcemente l’ex capitano della Zeus. Parlò con Hera per ore, poi fu costretto a chiudere la chiamata per andare a letto.
“Farò del mio meglio, darò sempre il massimo” disse infilandosi sotto lo coperte, poi lanciò un’occhiata al primo pallone che ebbe mai ricevuto “Sai... questo sei stato tu ad insegnarmelo, Endou Mamoru.”

Diciassette anni § Da Afrodite a Cupido?

“Sono felice che tu sia tornato in Giappone.” ammise Hera, prendendo la mano di Terumi.
“Sì, anche io” sorrise il biondo, intrecciando le dita a quelle del suo ragazzo.
Il castano passò l’altra mano fra le ciocche che componevano la lunga e dorata coda di cavallo del suo compagno di classe.
“Ormai non ci speravo quasi pi—“ provò a dire, ma qualcuno lo travolse impedendogli di parlare “Ehi, stupido, fa attenzione!” gridò al rosso che correva dando loro le spalle.
Terumi lo riconobbe subito dal tulipano di capelli color fuoco. Nagumo? Subito dietro di lui, a superarli fu un ragazzo alto e diafano, dalla chioma azzurro-albina.
“Suzuno!” lo chiamò il biondo.
“Oh, Afuro” salutò atono quell’altro “Scusa, devo raggiungere Haruya.” disse solo, prima di ripartire all’inseguimento.
“Non erano tuoi compagni di squadra per il FFI?” inclinò la testa Hera, e il fidanzato annuì convinto.
“Sì” esclamò “E sai, prima di giocare con me si odiavano.” li indicò con un cenno del capo, in modo che Tadashi si girasse.
Quando questi infatti si voltò, vide il rosso e l’albino scambiarsi un delicato bacio sulle labbra.
“Uh...” fu l’inarticolato commento sorpreso del moro, che subito ghignò “Che trasformazione hai fatto, da Afrodite a Cupido?” ridacchiò.
“Ma io non ho fatto niente!” sollevò le iridi al cielo in falso tono innocente, provocando una risata al proprio fidanzato.

Venti anni § Così non hai più motivi per chiamarmi Raperonzolo!

“Non lo trovo affatto giusto, sai?” borbottò Atsuya, scrutando torvo il caschetto di capelli biondi che ricopriva il capo di Terumi, il quale stava seduto in biblioteca a studiare.
“Eh su, Fubuki, mi sono solo tagliato i capelli!” rise quell’altro, mentre Tadashi lo abbracciava da dietro.
“Fubuki, evita di importunare il mio ragazzo, ti va?” intimò scherzoso, e il rosa mostrò la lingua.
“Tienitelo pure, il tuo biondino...” concesse sarcastico “Dico solo che non mi sembra giusto questo taglio capelli, ew.” insistette.
Terumi rise ancora, asciugandosi poi gli occhi dalle lacrime che l’ilarità aveva provocato “Perché dici così, io li ho tagliati solo per te!”
“Seh, Afuro, come no.” roteò gli occhi grigiazzurri, stringendosi nelle spalle.
“Non darmi del bugiardo, Salmone!” finse di offendersi il biondo “E’ vero che li ho tagliati a causa tua!” aggiunse poi, slanciandosi – per quanto fosse possibile – la chioma all’indietro.
“Ah sì?” fece una smorfia Atsuya, sedendosi sul tavolo.
“Certo!” trattenne una risata “Così non hai più motivi per chiamarmi Raperonzolo!”
Il rosato accentuò la sua smorfia “Ma tu puoi continuare a chiamarmi Salmone!” sbottò infastidito.
Terumi non resse la comicità e riprese a ridere forte “E allora tingiti i capelli, no?”
Dovette correre per tutto il campus dell’università per non farsi raggiungere dal rosa, ma ne era davvero valsa la pena.

Ventiquattro anni § Ai suoi ordini, Holy Emperor dei mie stivali.

“Afuro.” lo accolse il tono caldo e tranquillo di Gou—Ishido. Si sbagliava sempre...
Terumi avanzò in direzione del ‘trono’ dell’altro biondo, attorcigliandosi le poche ciocche blu dei suoi capelli intorno alle dita. “Ai suoi ordini... Holy Emperor dei miei stivali.” sorrise quando l’altro fece una smorfia.
“Afuro...” provò a cominciare quest’ultimo, tuttavia fu interrotto.
“Sì, lo so, devo far finta di non essere tuo amico” alzò le spalle “Ma siamo soli adesso, quindi non preoccuparti troppo, okay?” serrò una palpebre in segno di intesa, e si beò del sospiro esasperato di Shuuya, che sfociò però in un sorriso.
“Come va alla Kidokawa?” domandò l’Holy Emperor del Fifth Sector.
“Benissimo, i giocatori sono davvero bravi e motivati.” replicò sistemandosi la cravatta.
“Felice di sentirlo,” palesò l’altro “perché la prossima squadra che affronterete sarà la Raimon, e sai benissimo cosa vuol dire.”
Il coach della Kidokawa fece un evasivo cenno della mano “Sì, sì lo so, stai tranquillo. Sai benissimo che non ti deluderò... Holy Emperor della domenica.”
“Insomma, la vuoi finire?”
“Sai, quel taglio di capelli ti sta bene” cambiò argomento fingendosi molto serio “Comunque alla porcospino stavi meglio... mi ricordo che, quando ho giocato per un po’ nella Raimon, tu—“
“Afuro, puoi andare” tentò di apparire serio l’altro, il quale però non riuscì a trattenere un accenno di risata al modo così particolare di essere dell’altro.
“Ai suoi ordini...” ridacchiò questi, congedandosi con un cenno della mano.

“Oka-san...” mormorò sedendosi accanto a sua madre, sdraiata nel grande letto a baldacchino.
“Oh, ciao Teru-chan.” salutò lei, prendendogli una mano.
“Ti ho detto tante volte di non chiamarmi così, oka-san...” sorrise dolcemente, accarezzando concentricamente la pelle chiara della donna.
“E io ti ho sempre risposto che tu sarai il mio Teru-chan per sempre”
Il biondo sorrise, emettendo un verso divertito. “Va bene” sussurrò con un fil di voce.
“Lavori ancora per quel tuo amico?”
“Eh già” annuì appena.
“Se ti piace come lavoro, sono contenta per te” ricambiò il sorriso “E Hera-chan? Come sta Hera-chan?” domandò ancora, allegra.
“Oh, sta molto bene, è a lavoro adesso” rispose con delicatezza.
“Non ho dormito stanotte, sono molto stanca” sbadigliò sua madre “Ho scambiato il turno di lavoro con la mia collega... ti spiace lasciarmi un po’ sola?”
Il ventiquattrenne si alzò di scatto “No, non c’è alcun problema. Riposati, eh!” raccomandò prima di uscire.

Ventisei anni § Io Afuro Terumi prendo te, Hera Tadashi, come mio legittimo sposo, per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.

“Raperonzolo?”
“Non avevi perso l’abitudine di chiamarmi così?”
“E’ colpa tua e dei tuoi capelli dorati, cara
“Li taglio di nuovo?”
“No!”
“Calma, scherzavo!” ... “Salmone?”
“Cosa c’è?”
“Ho un po’ paura.”
“Come sei cretino...”
“A chi stai dando del cretino?! Guarda che è normale avere paura il giorno del proprio matrimonio!”
“Seh, scommettiamo che al mio io sarò calmissimo?”
“Prima devi dire a Gouenji che sei innamorato Yuuka...”
“Ehm...”
“Tranquillo, è normale avere paura di un fratello assassino.”
“Cretino.”
“Che ci vuoi fare, si fa quel che si può.”
“Vah dal tuo futuro marito, prima che io possa cambiare idea...”
“Oh, Salmone, sei carino quando arrossisci.”
“Peccato che io non sia gay, vero? E ora smamma.”
“Sì, sì...” ... “Atsuya.”
“Cosa c’è ancora?”
“...sono felice che sia tu il mio testimone di nozze.”
“...”
“Ah, sei arrossito di nuovo!”
“Vedi di morire, Afuro.”
“Sì, anch’io ti adoro!”
“Forza futura signora Hera, cammina!”  
“Oh, non te l’ho detto, la testimone di Tadashi è Yuuka...”
“Non sei divertente.”

“Io Hera Tadashi prendo te, Afuro Terumi come mio legittimo sposo, per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”
“io Afuro Terumi prendo te, Hera Tadashi, come mio legittimo sposo, per amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”


“Ehi, testimone, vuoi firmare questa testimonianza oppure vuoi fissare la tua controparte ancora per qualche ora? Sai, non abbiamo certo fretta...” squittì Hera, incrociando le braccia, e i due testimoni arrossirono.
“E tu intanto muori, vero Hera?” fu l’acida risposta, accompagnata da un rapido gesto di mano per la firma.
“Forse non avremmo dovuto scegliere proprio Yuuka” commentò il biondo quando il suo migliore amico gli si affiancò.
Tu dici?!” sbottò quell’altro “Ringrazia che oggi è il giorno più bello della tua vita.”
“Oh, grazie Afrodite!”
“Tu preghi solo lei?” inarcò un sopracciglio.
“Beh, è la mia somiglianza a lei che mi ha concesso di conoscere Hera, te lo sei dimenticato?”
“Che cretino.”
“Faccio quello posso, non scordarti anche questo mi raccomando!”





§ Angolino §

Squarci di vita di Afuro Terumi.
Aphrodi-sama è il mio sensei, il mio mentore, il protagonista della mia storia ad OC   e anche il mio dio, yay v.v
E infatti la "bambina dalla chioma viola" altri non è che Kyamoto Hana, ovvero mois (?), cioé, il mio alter ego.
Perché io sono una seguace di Cupido e ormai tutti l’abbiamo capito.
Ovviamente la sua propensione a fare da Cupido che ho mostrato nei suoi diciassette anni è un headcanon mio, ma anche di Raven Cullen.  
Oh, ed ecco a voi la mia fonte di ispirazione, nonché il mio nuovo sfondo del desktop, la fanart grazie alla quale quest’idea mi ha folgorato ---§ click me §---

  
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