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Autore: Geliantis    17/04/2013    2 recensioni
Breve, ma intenso. Basterà una lotta per rompere il ghiaccio, per far capire a Katara quali sono i sentimenti da seguire. E' amore? Non ne ha idea. Il suo sentimento però viene oscurato da uno più grande: l'amicizia. // os basata sulla coppia 'zutara', hope u like it c:
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aang, Katara, Zuko
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando vidi il suo corpo cadere a terra in preda a violente convulsioni il sangue mi si gelò nelle vene. Il fulmine aveva preso il pieno Zuko, che era saltato nella traiettoria per non farlo ricadere su di me.
«Z-Zuko...», mormorai con voce spezzata. No, no, no.
Provò ad alzarsi, ma era chiaramente in difficoltà. Il cuore aveva preso a battermi all'impazzata, stavo per andare nel panico ma volevo controllarmi. Dovevo restare lucida se volevo salvarlo.
Senza pensarci due volte scattai verso di lui, estrando l'acqua dalla mia borraccia, quando un fulmine mi arrivò davanti all'improvviso. Azula non mollava. Saltò verso di me e me ne scagliò un altro contro. Mi sentii morire dentro, ma capii che non potevo dirigermi subito verso di lui. Resisti, ti prego, pensai dentro di me. Stavo provando ad attaccarla con un colpo di frusta, ma lo scoppio del fulmine sul terreno mi fece inciampare, così con una capriola sul terreno mi ritrovai in ginocchio a terra, fissando sconcertata la figura inquietante di Azula che richiamava a sè un'altra scarica elettrica. Velocemente fuggii da lì, e mi rifugiai dietro ad una colonna, con la testa tra le mani per non crollare emotivamente. Ero spaventata, perchè quella pazza non la smetteva di scagliarmi contro fulmini, anche una minima scintilla avrebbe potuto stordirmi. Poi per un attimo calò il silenzio più totale. Approfittai di quell'attimo per affacciarmi e calcolare la distanza che mi separava da Zuko - che ormai pareva svenuto sul terreno - ma era troppa per gettarmi così senza riguardo. Un altro colpo di fulmine che fece saltare la colonna, fuggii via da lì e mi rifugiai in una più avanti.
Probabilmente ero fuori dal campo visivo di Azula, infatti aveva smesso di scagliare saette a raffica, così mi feci coraggio e affacciandomi alla mia sinistra richiamai a me l'acqua presente nella piccola vasca situata qualche metro più lontana da me e la scagliai sul tetto dove l'avevo vista l'ultima volta.
Sussultai quando vidi la massa liquida deformarsi a contatto con quel punto: Azula era scomparsa.
«Oh no», sussurrai. Il sangue mi arrivò alle tempie.
Quella strega... Dove diavolo era?
Sentii alle mie spalle le sue fiamme bruciare, la vidi arrivare a gran velocità verso di me usando le mani come propulsori. Cercai di ragionare, e corsi immediatamente via da lì, sfruttando delle barriere d'acqua gelata su cui surfare per ondeggiare e sfuggire dal suo mirino immaginario. Continuava a scagliare colpi a raffica, distruggendo la mia pista, poi un fulmine più potente degli altri mi costrinse ad entrare sotto il portico dell'edificio per ripararmi. Barcollai in avanti, trovandomi a terra, faccia a faccia con una ringhiera di metallo che sotto di sè aveva... acqua. Alzai il volto e davanti a me intravidi una catena appesa a una maniglia e mi venne in mente un idea più che folle. Quei due oggetti sarebbero stati la mia salvezza, così mi ci precipitai sopra, attendendo che Azula mi trovasse.
Non attesi molto. Mi venne la pelle d'oca, faceva paura solo a guardarla: aveva un aspetto inquietante.
«Eccoti qua, sudicia contadina», fece barcollando leggermente e avvicinandosi minacciosa verso di me. Le lanciai un occhiataccia e attaccai per prima, con più fruste d'acqua. Lei fece una capriola e arrivò a pochi passi dal mio viso, poi allungò la mano pronta a scagliarmi contro il suo fulmine e io alzai le braccia prendendo una boccata d'aria. Il mio corpo venne travolto da una scarica d'adrenalina, che però non fuoriuscì con un grido, bensì con un ondata d'acqua gelata che immobilizzò entrambe.
Io avevo gli occhi sbarrati puntati verso le sue dita che non erano riuiscite a farmi alcun male. Capii quello che avevo fatto solo quando sentii di non poter respirare.
L'improvvisazione non era mai stato il mio forte, eppure in quel momento mi trovavo in una massa gelata d'acqua con la principessa Azula, ed eravamo entrambe immobilizzate. Espirai, e l'acqua attorno a me si sciolse - sotto lo sguardo frustrato di lei - permettendomi di nuotare in quel piccolo spazio, poi attorcigliai la catena attorno ai suoi polsi e la feci inginocchiare, legando quelle estremità all'anello della griglia di metallo. Era immobilizzata e io al sicuro. Il fiato cominciò a mancarmi, così con un gesto secco delle mani lasciai ricadere l'acqua da dove era venuta, entrambe tossimmo, ansimando. Controllai per un ultima volta di averla legata come si deve, poi corsi verso Zuko. Nuovamente il cuore cominciò a battermi all'impazzata. Lo aiutai a sdraiarsi con il busto verso l'alto, per controllare la ferita. Sentivo il pianto in gola, ma non potevo scoppiare, non in quel momento.
«Okay, okay, ci sono...», feci con voce strozzata. La ferita era grave, era praticamente un profondo squarcio proprio sopra alla bocca dello stomaco, a giudicare dall'espressione sofferente disegnata sul suo volto doveva fargli parecchio male. Mi tremavano le mani, avevo paura di fallire, avevo paura che lui se ne sarebbe andato da questo mondo.
Scossi il capo per allontanare certi pensieri, ormai gli occhi mi si erano appannati di lacrime. Estrassi l'acqua dalla borraccia e la poggiai sulla ferita. Lui non dava segni di alcun tipo.
«Forza>>, feci disperata, con le lacrime che ormai avevano preso a rigarmi le guance. «Forza, funziona! Ti prego.» Un gemito soffocato mi uscì dalla bocca, ma non mi coprii il volto con le mani. Non m'importava niente in quel momento, se non di salvare la sua vita. La sua espressione si contorse di nuovo, lo sentii gemire, così sussultai voltandomi a guardarlo. I tratti lentamente si rilassarono, subito mi sentii più leggera: era salvo ormai.
«Zuko!», esclamai con voce sempre tremolante.
«Grazie, Katara», mi sussurrò lui con voce roca.
Ero felice. Risi di gioia e lo aiutai a mettersi a sedere, poi senza capire cosa mi passò per la mente gli presi il volto tra le mani ancora bagnate e lo portai al mio. Le nostre labbra si modellarono subito una volta a contatto e un piacere indescrivibile si liberò dentro di me. Erano calde, morbide e sapevano di lui. Mi resi conto dopo qualche attimo di quello che avevo appena fatto, così sgranai gli occhi e mi allontanai subito. Avevo il fiatone e mi sentii divampare per la vergogna. Che pessima figura. Riuscii solo a intravedere il suo sguardo stupito, dal momento che avevo chinato il capo vergognandomi da morire.
Deglutii rumorosamente, poi leccandomi un attimo le labbra risposi alla frase di prima: «D-dovrei essere io la prima a dirti grazie» Non lo sentii rispondere, solo le sue mani che mi presero il viso e lo alzarono verso di lui di nuovo. Non ebbi il tempo di reagire che di nuovo le nostre labbra erano unite. Sul momento restai di sasso, perchè pensavo che una volta fissati negli occhi dopo quel mio bacio azzardato ci saremmo messi entrambi a ridere prendendoci in giro a vicenda, ma quando sentii le sue labbra aprirsi con le mie capii che Zuko voleva davvero baciarmi. Così chiusi gli occhi e li riaprii più volte, ci allontanavamo per guardarci, ma ogni volta entrambi avevamo troppa voglia di baciarci ancora, quindi riprendevamo. D'un tratto il grido di Azula ci fece bloccare, restando per qualche secondo con le fronti che si toccavano, poi ci alzammo guardando sconvolti la principessa che sputava fuoco adirata, piangendo e gridando in preda a un chiaro crollo emotivo.
Senza allontanare la mia mano dalla schiena di lui, chinai il capo provando pena per quella scena: tutto ciò che potevo pensare era che si fosse meritato tutte le cose negative che le erano capitate. Io non conoscevo bene Azula, ma in quelle poche occasioni che aveva avuto, era riuscita a mostrarmi il vero tiranno che era.
Alzai il volto, vedendo Zuko fissare serio la sorella. Chissà cosa stesse pensando in quel momento. Non osai fargli alcuna domanda, mi limitai a fissarlo fino a che non incrociò il mio sguardo. Subito mi sorrise quasi dispieciuto e imbarazzato, ricambiai con lo stesso risultato. Appena lasciai cadere la mano al mio fianco, la strinse nella sua.
«Andiamo», disse deciso, strattonandomi leggermente verso una direzione che mi sembrò a caso, poi però Appa comparve dal nulla tra le nuvole del cielo rossastro. Corremmo verso il bisonte volante finchè non si fermò precisamente davanti a noi, montammo - lui alla guida, io seduta al suo fianco - e volammo via da lì. Aang stava ancora combattendo contro il Signore del Fuoco Ozai da quel che diceva il tempo. C'era una strana attmosfera tutta intorno a noi, mi dava la pelle d'oca.
«Non preoccuparti.» Zuko non staccò gli occhi neanche un attimo dal panorama mentre parlava di Aang. «Lui è l'Avatar, e per quel che mi riguarda... E' il più grande dominatore che abbia mai conosciuto.»
Quelle parole risultarono forzate, quasi sapevano d'invidia. Mi strinsi nelle spalle puntando gli occhi verso la pelliccia di Appa. «Da quel che ho capito oggi siete voi quelli invincibili», mormorai preoccupata per il nostro amico. «Spero solo ne esca illeso.»
Zuko annuì. «Ce la farà, vedrai.»
Mentre volavamo tra di noi calò nuovamente il silenzio. Volevo chiedergli di quel bacio, di cosa significasse per lui, ma mi vergognavo troppo per attaccare il discorso. Nella mia mente immaginai chissà quante prove di inizio conversazione, nessuna di quelle riuscì a convincermi. Stavo per aprire bocca e rischiare, quando un fascio di luce azzurra proveniente dal fondo della valle - all'incirca un po' prima dell'inizio del mare - mi fece sussultare. «Accidenti, guarda!», esclamai come ammagliata, arrampicandomi sulla sella di Appa e portandomi in piedi per vedere meglio. Era un fascio accecante, ma non volevo distogliere lo sguardo. Era bellissimo... Poi però un altro rosso vi si contrappose, e lentamente andò a coprire quell'eleganza azzurra. Scossi la testa, il terrore che cresceva dentro di me: Aang era in pericolo. Dentro di me lo sentivo. Quella luce... Era lui, lo sapevo, non sapevo il motivo di quella mia sicurezza, ma ero sicura.
Feci qualche passo verso il bordo della sella, inciampai a terra e poggiai le mani al bordo.
«Katara!» Zuko gridò il mio nome preoccupato, lasciando le redini e venendo a prendermi per le spalle. Il mio respiro si era fatto irregolare, avevo uno sguardo preoccupato. Il fascio azzurro... Stava svanendo. No, doveva resistere.
«Aang!», gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
Come se l'eco della mia voce avesse fatto reazione con chissà quale processo mistico, la luce azzurra scoppiò da lontano, abbagliando tutti. Gridai mentre l'onda d'urto ci travolgeva, Zuko mi fece da scudo col suo corpo.
Immediatamente ogni filo di vento cessò, e non appena alzai di nuovo gli occhi in quella direzione, realizzai che la mia mano stava stringendo quella del dominatore del fuoco, ma non m'importava più dell'imbarazzo. Solo una cosa avevo in mente in quel momento: Aang ce l'aveva fatta.



spazio autrice;
hola chicooooos!
eccomi con una nuova OS su "THE LEGEND OF AANG". io amo quel cartone, sul serio.
bè, che dire, dopo quasi tre mesi d'inattività (forse sono esagerata, proprio tre no lol), ho postato qualcosa per dimostrarvi che sono ancora vivaaaa!
non so quanti miei lettori apprezzeranno, dato che fin ora ho postato solo storie sui Oned, però spero davvero che
questa mini-storiella sia di vostro gradimento! *--*
ovviamente, come avete notato, è sulla coppia zutara. l'ho trovato mentre vagavo tra le cartelle quasi per caso..lol
comuuuuuunque, penso che un giorno (quando avrò tempo) scriverò qualcosa su questa coppia, magari una storia per bene c:
per adesso, vi saluto. non odiatemi! çç
xoxo



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