Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: _Misery    17/04/2013    3 recensioni
[La revisionerò, prima o poi]
"[...] Allora estraggo il pugnale dall’obi e ascolto la lama chiamarmi con gli ultimi riflessi del sole.
Il mio nome è Toyotomi Natsuko. Sono l’unica, tanto a lungo attesa figlia del signore di Nagoya Toyotomi Nobunaga, la nipote prediletta del
taiko Toyotomi Hideyoshi e da tredici anni trascorro i miei pomeriggi a contemplare la brevissima distanza che mi separa dal vuoto e dalla pace.
Almeno finché, a sera, il dolore alle ginocchia non mi ricorda della vita che scorre, senza mai appartenermi."

Un anno - una sorta di diario di un corpo vuoto e un'anima malata.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Giappone feudale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

海底
Kaitei


(Sul fondo del mare)






"Tatoeba umi no soko de anata ga ikiteru no nara
Watashi wa nihon no ashi wo kitte sakana ni narou
Fukami e ochiru hodo ni anata ga chikazuku no nara
Hate nai yami wo samayou kage ni nattemo ii ~

If, for example, you lived at the bottom of the sea
I’d cut my feet off and become a fish
If I got closer to you the deeper I sank

I wouldn’t even mind becoming a shadow that wanders through the endless darkness"
Koe, Tsukiko Amano





三月 – Marzo
 
I rumori del grande porto non possono raggiungermi, ma il profumo del mare e i sospiri dei fiumi invadono la mia stanza d’improvviso, come se facessero parte del tramonto. Allora estraggo il pugnale dall’obi e ascolto la lama chiamarmi con gli ultimi riflessi del sole.
Il mio nome è Toyotomi Natsuko. Sono l’unica, tanto a lungo attesa figlia del signore di Nagoya Toyotomi Nobunaga, la nipote prediletta del taiko Toyotomi Hideyoshi e da tredici anni trascorro i miei pomeriggi a contemplare la brevissima distanza che mi separa dal vuoto e dalla pace.
Almeno finché, a sera, il dolore alle ginocchia non mi ricorda della vita che scorre, senza mai appartenermi.

 
 
四月 – Aprile
 
Sembra che a primavera, come in un sogno, tutte le gabbie si schiudano finalmente per permettere anche ai giovani cardellini di gioire dei ciliegi in fiore. La mia è grande cinque tatami e mezzo, le sue sbarre sono carta e le catene variopinte sete cinesi, ma non fa eccezione.
Ieri i wakō di Ryoga e della bella Qiū sono tornati in città, giusto in tempo per l’hanami; come di consueto non si sono presentati a palazzo, ma hanno inviato silenziosi ringraziamenti al loro benefattore Nobunaga-sama e gioielli d’argento a me. Come posso convincere il mio cuore ad essere felice? Come fargli dimenticare che morirei per tenere un coltello tra le labbra, per veder bruciare coste e villaggi?

 
 
五月 – Maggio
 
Com’è triste la stagione dei tifoni – presto il vento spingerà di nuovo lontano le navi e gli alberi perderanno i loro fiori per un anno intero.
Uno dei wakō, Kaito, una volta era il nostro falconiere; avrei voluto salutarlo, trovare il coraggio, partire con lui. Avevo immaginato persino di stringere i denti, giacere al suo fianco e infine chiedere a mio padre il permesso di fare seppuku – a costo di spezzare il cuore di mia madre – ma l’occasione è perduta.
Dunque eccomi: sono quel petalo bianco che le acque del Kiso stanno lentamente inghiottendo; io stessa ho rischiato di annegarvi da bambina e tuttavia non mi sento salvata, perché la mia vita dorme ancora sul letto del fiume, beata, dimentica di me. Tutta la terra sembra impormi di uccidere il mio unico desiderio, invece, e ricongiungermi al karma.

 
 
六月 – Giugno
 
Le preoccupazioni di Nobunaga-sama solitamente mi lasciano di ghiaccio, ma il mattino è foriero di sogni velenosi e cattive notizie. Dei del Cielo, perché mi avete fatta così piccola e vile? Perché il taifun non ha dilaniato il mio corpo vuoto invece della bella nave di Ryoga, perché devo starmene qui a pungere con odio le corde del mio sangen e non tra le onde a cercare, per una sola volta, di salvarmi?
“Senza i wakō abbiamo perso una preziosissima fonte di guadagno” Nobunaga-sama ha detto questo a mia madre, l’ho sentito. “Temo sia giunto il momento di dare Natsuko in sposa.”
Anch’io vorrei liberarmi del mio stesso peso tanto facilmente.
 

 
七月 – Luglio
 
Se davvero Ōsaka è fulgida quanto dicono, pure le strade per arrivarci sono polverose e logoranti. Ovunque, fra le tenebre della notte o sotto le ombre dei cedri di giorno, mi pare di scorgere lo sguardo famelico dei rōnin; a volte, presa dalla stanchezza, sogno un loro attacco oppure un tranello di qualche demone dei boschi e vedo le teste dei samurai di mio padre rotolare come buffe pesche deformi e sanguinolente.
Il pensiero mi fa sorridere, ma credo non riuscirei a raccontarlo nemmeno alle mie serve. Il loro cuore è troppo tenero.

 
 
八月 – Agosto
 
Più tempo trascorro ad Ōsaka, chiusa nell’ennesimo castello, più forte e invitante si fa il desiderio di conficcarmi le unghie nella pelle e strappare via tutto. Il caldo mi offusca gli occhi, ma quando apro i miei bauli per cercare un kimono più leggero mi sembra di trovare solo la falsa allegria che mi sono portata dietro; inoltre adesso abbiamo il piacere della compagnia di mia zia, una maledetta vecchia delle nevi dalla pelle grigia e il sorriso di corvo.
Non fa che lamentarsi, di me soprattutto: “Ma è troppo alta per diventare una dama come si deve” ripete, “e la sua faccia è troppo larga e gli occhi troppo chiari per dirsi veramente bella... ma suppongo che l’importante per tuo marito sia che possa generare figli forti e sani, ne, Yoko-san?”
Da brava samurai, tengo gli occhi bassi e attendo che gli inferi si aprano per riprendersela con sangue e dolore.

 
 
九月 – Settembre
 
Sono venuta al mondo da due creature deboli e indecise: non può essere diversamente, perché altrimenti avrebbero combinato le mie nozze già da molto tempo e senza l’aiuto dello zio Hideyoshi. Invece siedono qui, davanti a me, a guardarmi rifiutare con un mezzo sorriso questo o quel daimyō.
Esiste forse cosa più disgustosa di un padre o una madre disprezzati dalla propria figlia, dal più profondo del suo cuore? Di una figlia che scambierebbe il proprio nome con quello del samurai più umile?
Due mesi sono passati dal nostro arrivo ad Ōsaka, persino il taiko è troppo preso dai suoi problemi con i mangiatori d’aglio per ricordarsi di noi e più i miei genitori cercano di occuparsi di me, più mi appaiono piccoli e meschini.

 
 
十月 – Ottobre
 
Questa notte, per la prima volta, dopo un tifone ho visto tornare il lampo: come inchiodata tra le lenzuola, ho lasciato che m’illuminasse.
Mentre prendevamo il cha nel grande parco del castello, la cugina Hotaru ha voluto sfidarmi nuovamente a comporre poesie e, proprio come sua madre, si è lamentata della mia indifferenza. Secondo lei sono solo un animo malato, eppure, guardandola accarezzare con stupida fierezza il suo pancione, ho pensato che non avrei voluto assomigliarle per nulla al mondo.
È fatta: la ragazza dell’estate sposerà Takayama Ukon, signore dell’Hizen, all’inizio dell’inverno. Non l’ho visto che una volta, quando il vento ha scostato le tende che sempre coprono la sua portantina, mostrando la manica di un kimono nero, e so solo che è uno dei più ferventi kirishitan daimyō e che la malattia gli sta mangiando la pelle; ma sono riuscita a convincere mio padre che i vantaggi che gli verrebbero dai rapporti con i cristiani valgono bene il mio sacrificio. È tutto ciò che voglio.
Respiro piano. Hotaru-san non potrebbe mai immaginare quanto mi senta viva in questo momento.

 
 
十一月 – Novembre
 
taifun si allontanano lentamente: li guardo tornare al mare mentre sorseggio il cha, e ripenso ai morti che quest’anno portano via con loro. Non desidero raggiungerli sul fondo degli oceani né, ovunque sia, riunirmi alla mia anima – non più. Ora credo di capire perché, in tutto questo tempo, non mi sono ancora legata le ginocchia e tagliata la gola: per quasi diciassette anni non ho fatto che aspettare il mio signore.
Non lo amo, no, né apprezzo questa fede straniera cui è spaventosamente devoto, tanto da dimenticarsi del resto del mondo; ma, benché per tutti sia “l’Hanshu lebbroso”, io non posso che provare una tale bruciante delizia nel chiamarlo invece mio signore, ancora e ancora!
Mi si prenda per pazza, eppure Takayama-san è l’unica cosa che m’interessi su questa misera terra.

 
 
十二月 – Dicembre
 
La notte è folle e io non posso dormire. Dei, che cosa ho fatto! Il mio signore cerca di tenermi lontana in ogni modo ed io ho dovuto imparare a conoscerlo – quelle rare volte in cui ci siamo incontrati formalmente – dalle inflessioni e dagli abissi della sua voce, dagli improvvisi movimenti delle tende che me lo nascondono, dai suoi silenzi carichi d’astio... ma stasera, cielo! Non ho resistito!
Sapevo che era al castello e ho voluto essere ricevuta – in quanto nipote del taiko, alla fine ha accettato. Ho ancora negli occhi la luce rossa e spettrale delle lanterne e dei ceri, mentre entravo nei suoi appartamenti tremando come per la febbre!
Dietro i suoi veli neri, lui ha stancamente domandato il motivo della mia visita; ho risposto che desideravo vederlo, vederlo in volto... dev’essere rimasto colpito dalla mia scortese audacia – poteva forse immaginare da quanto tempo questo pensiero mi torturasse? – eppure, con una risata invisibile, mi ha invitata ad avvicinarmi. Mi sembrava di fluttuare, e che il cuore fosse talmente gonfio da soffocarmi...
So bene che voleva spaventarmi, allontanarmi una volta per tutte; ma quando l’ho visto, disteso sulla sua lettiga con le mani bendate e la bocca distorta in un perenne ghigno di morte e quegli occhi – quegli occhi! – così scuri e infuocati, non ho provato paura né disgusto. Come potrei temere quest’uomo, che è solo il riflesso del mio cuore?

 
 
一月 – Gennaio
 
Ridono di noi, lo sentiamo. Per Takayama-san è insopportabile, lo rende vecchio molto prima del tempo e morto molto più della malattia; ma io, io rido pure. Rido perché la cugina Hotaru ha appena partorito e adesso dovrà vantarsi di quanto suo figlio cresca bene e in fretta, fingendo di non detestare la sua voce di poppante; rido perché, quando Yoko-sama mi scrive, sembra proprio l’unica madre che si preoccupi per una figlia data in sposa, eppure io non lascerei questa brutta Nagasaki nemmeno se fosse Takayama-san a chiedermelo; e infine rido perché il mio signore mi disprezza come se avessi la lebbra nella testa, e invece non può capire quanto l’abbia voluto, quanto mi sia caro adesso.
Sogno la neve.

 
 
二月 – Febbraio
 
Le nuvole sono arrivate con l’alba ad annunciare il temporale; gli dei devono aver stabilito che su Nagasaki cadesse il silenzio. Io e il mio signore sediamo sulla terrazza più alta del suo castello mentre sale il vento, ma non importa: ora so che egli non solo mi disprezza – mi odia con ogni singola, crudele fibra del suo cuore. Come dargli torto? Sulla collina occidentale della città stanno giustiziando i gesuiti, ed io ho lo stesso sangue dell’uomo che ha comandato questa disonorevole morte.
Le ventisei croci vengono innalzate contro l’orizzonte grigio; l’aria porta un unico gemito. Il mio signore ordina che guardi e gli descriva ogni cosa: trema, lo sento, vuole torturarmi, ma non posso cedere. Stretta nel kimono scarlatto che ho indossato per l’occasione, immagino di essere l’unica fiammella che questi poveri stolti vedranno in lontananza.
 
È quando trafiggono con la lancia il terzo cristiano, il più giovane, che accade: sento il mio spirito sbattere all’improvviso contro il petto, penetrarvi con violenza, come se qualcuno l’avesse appena risvegliato dal suo sonno di fango. Mi grido di non voltarmi, di fermarmi, ma credo di vivere in un sogno; scatto in piedi e spalanco le tende della portantina di Takayama-san prima che lui possa anche solo chiamare le guardie. Oh, per il cielo, che rinneghi il suo dio – che mi faccia pure uccidere! – ma sia salvo! Gli sfioro i piedi, gli tocco il viso e bacio gli occhi in preda al fuoco e al pianto. Il suo destino non può essere quello della croce come il più sporco degli eta!

 
 
三月の最初の日 – Nei primi giorni di marzo
 
Sorrido, ma non riesco a ricordare.
 
C’ero soltanto.
C’ero. Intorno
mi cadeva la neve.
1














Note? Note!

Dunque ritorno nello storico dopo la breve fase egizia di ques'estate! Il motivo mi è del tutto ignoto però XD
Avevo un sacco di note in testa ma puff, se ne sono volate via tutte, perciò cercherò di essere breve (cosa in cui puntualmente fallirò). Stavolta, grazie alla mia decisione di riprendere la lettura dei russi, non sono riuscita a raggiungere uno stile "orientale", con una sintassi un tantino più semplice... in effetti non c'ho nemmeno provato però, ho buttato giù tutto come mi veniva XD
In pratica l'ho scritta tutta su un block-notes, mi sembra che le idee mi vengano più facilmente così che non stando davanti ad uno schermo *distrazioni, distrazioni everywhere*... per poi passare il pomeriggio a ricopiare tutto su word (dove "quelle che avrebbero dovuto essere drabbles" sono apparse magicamente più corte e più sgrammaticate/scollegate/senza senso. Perché T__T). Inizialmente avevo cominciato a scrivere la ff incentrandola tutta nel mese di febbraio, con l'esecuzione dei cristiani, ma poi veniva piena zeppa di flashback e riflessioni random... e dato che non ho la pazienza di scrivere una long, ho sviato così.
Era da un po' che pensavo ad un soggetto del genere. Intendo una ragazzina apparentemente normale, abbastanza indifferente, ma... un po' ossessiva, malata, ecco, per l'esattezza marcia. Non in senso prettamente negativo, però... va bé, la smetto ché sto ingarbugliando tutto eh? XD
Passando alle note un po' più specifiche *saltatele per la vostra incolumità! vi avverto!*, dirò subito che in alcuni casi mi sono presa qualche libertà, sono stata volutamente (ma anche no) imprecisa; per esempio con l'aggiunta dei suffissi a nomi e cognomi, diciamo che li ho messi dove mi suonavano meglio. Siamo nel  1596-97 se non sbaglio; il "dittatore" Toyotomi Hideyoshi, sempre se non sbaglio, da kanpaku è ora taiko (reggente ritirato, per dirla alla Wiki) da un po'. Ad essere sincera non so se avesse un fratello, perciò Nobunaga è un tizio di mia invenzione e il suo nome è preso dal predecessore di Hideyoshi, Oda Nobunaga (fantasssia). Non so nemmeno se la città di Nagoya abbia avuto un signore, ma Hideyoshi nacque lì e diciamo che ci ho lasciato parte della sua famiglia XD Ora, non credo si possa dire che Natsuko sia una vera samurai - per nascita è un gradino più su - ma è come se fosse la sua aspirazione. I tatami sono considerati una sorta di unità di misura per le stanze giappe, i 
wakō erano pirati che infestavano i mari cinesi (per quanto tra di loro spesso ci fossero anche cinesi e uomini provenienti da altre regioni vicine) ma che per la maggior parte delle volte intrattenevano rapporti con i signori giapponesi. Il seppuku, vabbé, è il suicidio che per le donne consisteva nel legarsi i piedi e tagliarsi la gola, così da rimanere in una posizione decente a morte sopraggiunta; molte volte, però, bisognava chiederne il permesso al capo del proprio clan, e questo è uno dei motivi per cui Natsuko non si decide a morire XD
I taifun sono i tifoni, la cui stagione andava approssimativamente da maggio a novembre; il sangen è il progenitore dell'odierno shamisen, il tipico strumento a tre corde. Poi mi verrebbe un po' lungo dire cosa fossero esattamente i rōnin, perché non sono proprio i nostri banditi e io ne ho un po' peggiorato la figura; possiamo chiamarli samurai decaduti, forse. I daimyō sono i nostri signori feudali, circa, anche se più avanti compare il termine Hanshu che è più specifico; i "mangiatori d'aglio" sarebbero i Coreani, che Hideyoshi tentò di soggiogare per ben due volte (la famosa tolleranza nipponica XD). Takayama Ukon è realmente esistito, per quanto non lebbroso, porello XD (la figura del daimyō lebbroso e cristiano fino al fanatismo la trovai in "Shōgun" di Clavell e da lì m'ha sempre affascinato *v*) basti sapere che fu battezzato all'età di undici anni e fu poi esiliato per-non-so-cosa nel 1614. Io l'ho reso pure signore di Nagasaki, per quanto in realtà questa città a un certo punto (prima di Hideyoshi sicuro, credo) fosse stata lasciata totalmente nelle mani degli europei e dei gesuiti (puah U.U). Solo che proprio qui, nel febbraio del 1597, furono crocifissi 26 cristiani (giapponesi, europei, gesuiti o francescani che fossero); per quanto la morte arrivasse poi per le ferite delle lance dei soldati, era considerata l'esecuzione più vergognosa per i giapponesi (era riservata, per esempio, a chi era considerato talmente vile da non esser nemmeno degno del suicidio). Gli eta, infine, stavano proprio all'ultimo gradino della società.
Per una volta la fonte non è stata Wikipedia ma il mio libro di storia del Giappone *-* e niente, chiedo scusa per la prolissità e la puntigliosità, molte cose sicuramente già si sapevano, ma ci prendo proprio gusto ad essere precisa, dato che la mia conoscenza del giapponese è ancora da matricoletta XD
Un grazie enorme a chiunque voglia leggere :3

1 Haiku di Kobayashi Issa (per quanto autore del Settecento/Ottocento). Volevo scriverne uno da sola, come se fosse uscito in realtà dalla mente stanca di Natsuko... ma boh, poi non mi andava XD

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: _Misery