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Autore: maddywatsons    18/04/2013    0 recensioni
L'omicidio ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.
-Marko Hautala.
La vicenda di quattro ragazzi alle riprese per una relazione scolastica "horror".
Si rivela una storia piena di intrighi, e la morte di alcuni degli amici, ma ricordate, l'omicida non è sempre "riconoscibile"
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Dopo essermi rialzato, decisi di avvicinarmi alla motocicletta accanto alla baracca. Avanzai il passo lentamente,senza causare il minimo rumore,quando dietro di me sentii un soffio: non era un ‘semplice soffio’.Era come quando ti stai per alzare dal letto e tua madre scuote avanti a te la coperta, producendo quel ‘vento.’ Mi girai,ma nulla. Non c’era niente, solo il piccolo laghetto nel quale bevvi poco fa. Decisi di continuare il tragitto verso la motocicletta,ma quando mi girai,come tutta la serata che era andata avanti, era sparita: sembrava come se fossi io a far sparire le cose una volta ‘rigiratomi’.
Ero in un vicolo cieco. Di fronte avevo solo quella stupidissima e insignificante baracca, e dietro quell’inutile laghetto. Intanto,non sapevo cosa stava succedendo ad Elizabeth,tanto meno a Susan e Mike. Poco dopo, mi stesi sull’erba ghiacciata. Era quasi l’alba. Vidi il sole cominciare a spuntare e lì, mi venne un lampo di genio. Forse,con un po’ di fortuna, Elizabeth oppure Susan o Mike, potevano essere andati ad est,dove sorge il sole su quella montagna.
Era ancora abbastanza buio,ma man mano che mi allontanavo verso il sole, questo cominciava a diffondersi sempre più e ad illuminarmi la via. D’un tratto, mentre ero in mezzo alla foresta, questa luce si spense; era come se fosse stato tutto uno scherzo, un effetto speciale,perché tutto ridivenne buio. Era strano poiché erano pressoché le sei del mattino, ed era strano che il sole ancora non fosse sorto. Pensai che l’effetto speciale fosse stato proprio quello di rendere buio l’ambiente,ma proprio tanto buio.
Adesso ero davvero in difficoltà. Il cellulare l’avevo perso,e per di più non sarebbe servito dato che per magia, era pure sparita la linea che c’era sempre stata fino ad allora. Ma,nonostante questo,non mi persi d’animo e decisi di tornare indietro e di entrare in quella baracca: forse lì, avrei potuto trovare qualcosa. C’era un vento incredibile,i cespugli di un verde scuro oscillavano di qua e di là, così facevano anche le chiome degli alberi. Mi ritrovai davanti alla baracca,mi avvicinai e appoggiai la mano fredda sulla porta. La spinsi. Dinanzi a me c’era nuovamente l’uomo mascherato che aveva in mano un cellulare,ovvero il mio e non aveva una buona cera.
Il resto della baracca era insanguinata, c’erano dei poster anche loro ricoperti di sangue, e delle vasche lo stesso anche per loro. Non mi sentii tranquillo,per niente. L’uomo si avvicinò e sussurrò al mio orecchio delle parole, delle quali riuscii a capire solo “la vita è dono di tutti,la morte è d’obbligo”. Non capii il significato vero e proprio,ma non sembrava una cosa molto carina da dire. Detto questo, l’uomo svolazzò nell’aria, non lo vidi, come se mi avesse coperto gli occhi e fosse scappato di scatto. Poi aprii gli occhi e mi trovai per terra,sull’erba gelida.
Davanti a me vidi uno schermo,un grande schermo enorme, e sinceramente, non crebbi come potesse uno schermo stare in mezzo ad una foresta. Lo schermo si accese. Comparvero delle scritte del tipo “io sono il Dio” “io son colui che più temi e temerai” “tu sei la vita, io son la tua morte” e cose del genere. Rabbrividii. Fu strano perché una lacrima mi rigò la guancia di scatto, e non era mai successo. Avevo paura sul serio stavolta. Dopo i titoli, frasi etc.., comparvero dei video, delle immagini sfocate che raffiguravano Susan ed Elizabeth completamente nude, legate ad un letto. Urlai,mi alzai e cercai di rompere lo schermo, dopo averle viste,ma lo schermo non si rompeva. Come se non fosse stato fatto di vetro. Dopodiché, la scena ignuda scomparve ed apparve il mio amico Mike che mi sorrideva, o almeno sorrideva ad una telecamera.
Cercai di rasserenarmi dopo aver visto Mike sorridere,ma d’un tratto,il sorriso del mio amico scomparve in un mare di sangue,cadde morto sull’erba. Dallo schermo, vidi solo l’uomo con la maschera sorridermi dicendomi “tu sei la vita,io sono la tua quarta morte”. Cosa voleva mai dire “quarta”? Perché mai proprio il numero “quattro”?. Lo schermo si spense ed io rimasi fermo,impalato pensando e ripensando a quella strana frase. Ero molto triste. Avevo visto il mio più grande amico morire davanti a me, non potevo davvero crederci. Questo compito era diventato un vero e proprio incubo, nel quale c’erano andati a finire quattro studenti innocenti.
Con precisione, in quel momento non sapevo che ore erano,ma sapevo solo che quell’effetto speciale, se lo era, era continuato per un bel po’ e infatti di luce non se ne vedeva proprio. L’unica cosa che potevo fare era accendermi un focherello e aspettare che quell’uomo fosse ritornato da me, o che quel buio si fosse tolto. Mi accorsi di una cosa; l’uomo aveva lasciato il cellulare per terra,sull’erba, e lo sapevo perché l’avevo appena trovato. Lo accesi e, come per magia, la linea ritornò,ma avevo quasi esaurito la batteria.
Velocemente feci il numero del cellulare di Susan, ma nessuno rispose. Feci quello di Elizabeth,ma ancora una volta, nessuno mi rispose. Ero in preda al panico, una corsa contro il tempo, contro il tempo della batteria del cellulare. Non era mai successo,ma allora come allora, tutto stava succedendo e quindi era molto improbabile che qualcosa fosse andato nel verso giusto.
Provai e riprovai ancora, in cerca di una risposta. Poi, qualcuno dal cellulare di Elizabeth, mi rispose. Aveva una voce cupa,ma femminile, e diceva “se verrai a salvarle, ti ritroverai tu ignudo e legato a un letto”. L’uomo con la maschera non poteva essere,ma davvero non sapevo chi mi aveva parlato in quel modo, e soprattutto, come faceva a sapere che Susan e Elizabeth erano svestite e legate a un letto.
La cosa cominciava ad essere ancora più strana e “misteriosa” per via di quella donna. Non ero molto sicuro fosse una donna, ma con quel che avevo capito lo era. Cominciai a pensare e pensare su dove potessero essere le ragazze, e non so come, avevo voglia di ritrovare anche l’uomo mascherato. Camminai in cerca di qualcosa, qualche indizio che mi potesse aiutare. Poi,mi accorsi che la luce del sole cominciava a spuntare. Quella sensazione di buio era sparita, e potevo proseguire il mio atteso cammino alla ricerca delle ragazze.
Molti pensieri mi turbarono durante il cammino, ad esempio cosa potesse essere successo prima che le ragazze fossero state legate, oppure cosa stesse succedendo su quel letto, o nel luogo in cui si trovavano Dopo aver riflettuto a sufficienza, decisi di correre molto velocemente, perché questi pensieri cominciavano ad assillarmi e non ne potevo più.
Giunsi, dopo un lungo cammino, di fronte a una grande casa, sembrava una villa.
Prima di quest’ultima, c’era un lungo giardino che sembrava un labirinto, ma per arrivare alla grande casa dovevo per forza percorrerlo. Quando ebbi terminato la corsa, arrivai alla porta della villa e velocemente, aprii la porta. Non c’era niente,solo una lunghissima scala a chiocciola che portava,secondo il mio punto di vista, al piano superiore oppure al terrazzo.
Prima di salire, decisi di controllare le stanze del piano inferiore: c’era la camera da pranzo,la cucina e un grande salone molto decorati nei particolari. Sembrava una casa raffinata e ben curata,ma in tutte le stanze c’erano dei poster come quelli della baracca,che raffiguravano dei film horror oppure delle persone insanguinate. Decisi,con passo felpato, di salire al piano di sopra e di perlustrare le stanze. Erano simili a quelle del piano inferiore,ricche di poster, solo che in una stanza, i poster c’erano addirittura per terra. Nel bagno, per esempio, i poster erano tappezzati addirittura nella vasca,nel lavandino e infissi sullo specchio.
Solo dopo, entrai in un’ultima stanza,davvero l’ultima e guardai in alto. Poi, il mio sguardo ritornò frontale e vidi, infine, come una soddisfazione.





_____spazio autrice
Salve giovani lettori. Scusate il ritardo della pubblicazione, ma ho avuto molti impegni in questo periodo.
Spero che la storia continui ad intrigarvi, e voglio solo dirvi che il prossimo capitolo cercherò di farlo a breve,il prima possibile.
Alla prossima, e buona lettura.
Maddy.
   
 
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