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Autore: telesette    19/04/2013    3 recensioni
Vitani rifletté attentamente su quelle parole.
Era venuta perché sperava di trovare una risposta ma non conosceva neppure la domanda.
Non era tanto CHI quanto COSA era.
Nello scostare piano la zampa dal terreno, rivelando così un piccolo germoglio verde in mezzo alla polvere, la leonessa vide dissipare tutti i suoi dubbi in un attimo.
Lo spirito aveva detto il vero.
Nessuno può insegnare la vita con le sole parole, rinnegando ad ognuno l'importanza di antiche e nuove esperienze dirette, perché solo le emozioni portano ad apprendere correttamente ciò che si ha intenzione di diventare.
E questo Vitani ora lo aveva capito...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mufasa, Vitani
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia amica Maria Letizia Cardinali, in Bocca al Lupo per l'esame...

Vitani - Destino di una Leonessa

Chi sono io ?!?

Vitani continuava a ripetersi questa domanda, man mano che il cammino si faceva più ripido e incerto.
La via che le aveva indicato il vecchio Rafiki, pur mettendola in guardia dai pericoli, di fatto non era delle più semplici. Raggiungere le pendici del Monte Hatima, un luogo sacro a tutti gli animali, significava spingersi ben oltre i confini della Terra del Branco e delle Lande Desolate. Ad ovest del vecchio Cimitero degli Elefanti, abbandonato dalle iene anni addietro, la strada passava infatti attraverso le paludi melmose e la zona denominata "Valle di Fuoco" ( a causa delle falde laviche e dei gas infiammabili che sprizzavano fuori ininterrottamente dal sottosuolo vulcanico ).
Per giorni la giovane leonessa dovette avventurarsi in quelle terre inospitali, spesso costretta a cibarsi di soli insetti e acqua maleodorante, tuttavia era decisa a trovare la risposta alla sua ossessiva domanda.
Per anni aveva vissuto all'insegna dell'emarginazione, portando su di sé il peso delle colpe di sua madre anziché le proprie, e ancora la sua mente era preda della confusione. A differenza del fratello Kovu che, nell'amore di Kiara, era ben consapevole del proprio destino, Vitani non aveva la più pallida idea di quale fosse il suo.
La sua vita era, in un certo senso, tagliata a metà.
Una parte era ciò che sapeva, o che credeva di sapere, l'altra invece era avvolta da un velo di dubbi e incertezze che nemmeno la saggezza del vecchio babbuino avrebbe potuto sollevare.
La leggenda diceva che, raggiungendo la cima della montagna sacra, ai viaggiatori più audaci sarebbe stato concesso udire la voce dei Grandi Re del passato. Essi avevano senza dubbio il potere di guidare i leoni verso le scelte da seguire, mostrando loro la giusta via, e Vitani si sarebbe affidata a loro per decidere del suo futuro.
Né la fame né gli stenti potevano ostacolare il suo cammino.
Dai tempi dell'infanzia, confinata in esilio assieme al suo gruppo, Vitani era abituata a sopportare.
Stringendo i denti ad ogni passo, arrampicandosi sulle rocce che ancora la separavano dalla meta, si inerpicò su per la montagna con la forza delle sue sole zampe. I muscoli le dolevano per lo sforzo e la fatica, gli artigli quasi non riuscivano ad intaccare la dura pietra, tuttavia la volontà di sapere era più forte di qualsiasi altra cosa.
Stanca e ansimante, respirando finalmente dell'aria più pulita, Vitani raggiunse la cima della montagna.
Qui si accasciò un attimo sfinita.
Il vento prese a soffiare attorno a lei, sollevando ovunque polvere e sassi, cosicché lei riaprì piano gli occhi e si guardò attorno.
Il terreno era privo di vita, i pochi arbusti presenti erano spezzati e rinsecchiti, mentre le sole cose in grado di muoversi erano il vento e le nuvole sopra di lei. Vitani sollevò dunque lo sguardo al cielo, con occhi imploranti e colmi di supplica, pregando silenziosamente le anime dei Grandi Re affinché le dessero un segno della loro presenza.
Come in risposta alle sue preghiere, il sole filtrò attraverso le nuvole, illuminando la vetta con un vivido chiarore. Le nubi presero a vorticare, mutando forma assai rapidamente, e ben presto la leonessa vide una sagoma fiera ed imponente emergere dinanzi ai suoi occhi con grande maestosità.

Foto- Salute a te, figlia coraggiosa della nostra specie!

Vitani sbarrò gli occhi sbalordita, incapace di credere a ciò che stava realmente vedendo. Lo spirito di un grosso leone, avvolto da una meravigliosa luce sfolgorante, stava infatti sopra di lei e la sovrastava con tutta la sua magnificenza.
Subito la leonessa chinò il capo, mostrando all'antico progenitore tutto il suo rispetto, mentre l'altro le si rivolse nuovamente con voce pacata e solenne allo stesso tempo.

- Che cosa si agita nel tuo cuore? - domandò lo spirito. - Quale dubbio ti ha spinta ad affrontare un viaggio simile?

La furia del vento calò improvvisamente, così che Vitani poté riaprire gli occhi senza fastidio e sostenere lo sguardo benevolo del Grande Re defunto.

- Maestà - esalò lei con un filo di voce. - FotoVi prego, voi che osservate e sapete tutto, vi prego: non sono sicura che la lealtà e il mio sangue bastino a lavare via le mie colpe, se sono degna di appartenere ancora al mio branco oppure no, non sono neppure certa del mio ruolo nel Cerchio della Vita... Vi scongiuro, ditemelo voi chi sono!

Lo spirito tacque un momento.
Vitani interpretò assai amaramente quel silenzio, temendo altresì che ciò confermasse le sue paure, tuttavia la risposta che giunse di lì a poco le sollevò il cuore da un peso enorme.

- Il tuo animo è senza ombra - esclamò. - Hai già preso coscienza del sentiero scelto da tua madre, e hai scelto tu stessa il sentiero per il tuo futuro, perciò non hai motivo di dubitare del tuo posto all'interno del Cerchio!
- Ma...
- Nessuno può dirti chi sei - proseguì dunque lo spirito. - Ogni essere vivente deve capire da solo cio che è, senza interrogare nessuno bensì in merito alle proprie azioni, accettando il proprio destino o combattendo per difendere quello che ritiene sia giusto!
- E come posso lavare le colpe di mia madre? - chiese ancora Vitani. - Parte delle sue azioni sono state anche le mie, non posso dimenticarlo!
- Non dimenticare, allora - disse ancora lo spirito, la cui immagine andava ora sfocandosi sempre di più nella luce e nelle nuvole. - Il male che ha segnato tua madre, nel momento in cui ne hai preso coscienza, dev'essere come un monito per te: rammenta quanto dolore può spargere l'odio e la cattiveria, conserva il calore bruciante delle lacrime di gioia e di sofferenza, e su questo apprendi a vivere e ad operare le tue scelte!

Ciò detto, lo spirito scomparve così com'era venuto.
Vitani rifletté attentamente su quelle parole.
Era venuta perché sperava di trovare una risposta ma non conosceva neppure la domanda.
Non era tanto CHI quanto COSA era.
Nello scostare piano la zampa dal terreno, rivelando così un piccolo germoglio verde in mezzo alla polvere, la leonessa vide dissipare tutti i suoi dubbi in un attimo.
Lo spirito aveva detto il vero.
Nessuno può insegnare la vita con le sole parole, rinnegando ad ognuno l'importanza di antiche e nuove esperienze dirette, perché solo le emozioni portano ad apprendere correttamente quello che si ha intenzione di diventare.
E questo Vitani ora lo aveva capito.

FINE

   
 
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