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Autore: Nightingale_92    19/04/2013    4 recensioni
La ragazza avanzava solitaria nella notte, la camicia da notte bianca che le avvolgeva il corpo magro come un sudario. I suoi piedi nudi affondavano nel terreno fangoso della brughiera mentre, senza esitazione, si dirigeva verso la foresta immersa nell'oscurità. Faceva freddo, ma ad Elizabeth non importava. Il bosco appariva quieto e silenzioso eppure foriero di minacce, come un animale ostile. Neppure quello era importante. Non da quando la ragazza aveva imparato come fosse davvero una bestia, anzi la Bestia...
Genere: Horror, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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                                                                                     Le lacrime della bestia

La ragazza avanzava solitaria nella notte, la camicia da notte bianca che le avvolgeva il corpo magro come un sudario.
I suoi piedi nudi affondavano nel terreno fangoso della brughiera mentre, senza esitazione, si dirigeva verso la foresta immersa nell'oscurità.
Faceva freddo, ma ad Elizabeth non importava. Il bosco appariva quieto silenzioso eppure foriero di minacce, come un animale ostile. Neppure quello era importante.
Non da quando la ragazza aveva imparato come fosse davvero una bestia, anzi La Bestia.
Elizabeth ricordava bene la notte in cui il terribile mostro era apparso per la prima volta a Stoneybrooke.
Era stato poco tempo dopo che lei era entrata dentro al Bosco Proibito, ritenendo le vecchie storie che impedivano l'accesso a quel luogo sciocchezze da bambini.
Ah, se avesse potuto sapere allora quali sarebbero state le conseguenze del suo imprudente gesto! Quanta distruzione, quante stragi perpetrate sotto la luce della luna si sarebbero potute evitare!
Ma Elizabeth, forgiata dalla sua educazione londinese e dalla cultura positivista, all'epoca aveva riso di quei racconti che preannunciavano l'arrivo di un terribile mostro se qualcuno avesse osato varcato il confine della foresta e, per dimostrare a suo padre e all'intero villaggio la superiorità della scienza sulla superstizione, aveva infranto il tabù.
In realtà la ragazza non ricordava nulla del suo viaggio all'interno del bosco, era stata ritrovata ai confini del villaggio giorni dopo, in preda alla febbre. E una settimana dopo, alla sorgere della prima luna piena, erano cominciati gli attacchi.
E gli abitanti del villaggio avevano iniziato ad essere fatti a pezzi da una forza bestiale.
Elizabeth era immemore delle sua esperienza, del suo peccato. Tuttavia una sorta di legame doveva essersi creato nella foresta tra lei e la Bestia, perchè dopo i primi attacchi, in cui erano stati sbranati alcuni contadini che si erano imprudentemente allontanati dal villaggio durante la notte, la terribile creatura aveva iniziato a dare una spietata caccia a tutte le persone che lei amava.
Nel giro di due mesi Elizabeth aveva perso entrambi i suoi fratelli maggiori, la sua amica di infanzia Rachel e persino il suo vecchio pretendente Sean, trascinato nell'oscurità da un paio di mani artigliate.
Ecco, era finalmente arrivata.
Camminando immersa nei propri pensieri, la ragazza raggiunse infine il confine con la Foresta Proibita.
Esitando se varcare quel limite, Elizabeth si voltò indietro. Il suo sguardo volò lungo alla collina, in cima alla quale si trovava la villa della sua famiglia e dove in quel momento, si stava svolgendo la veglia funebre per suo padre.
A quel pensiero, gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.
Sir Ethan era stato il sindaco di Stoneybrooke e in quanto tale aveva guidato i suoi compaesani nella caccia alla Bestia, almeno finchè non ne era diventato l'ultima vittima la notte prima...
Elizabeth interruppe sul nascere quel flusso di ricordi dolorosi. Non era il momento di mettersi a piangere, lei aveva una missione da compiere.
La ragazza si terse le lacrime dagli occhi e nel farlo sfiorò il nastro che le teneva discosti i capelli dal volto.
Il tocco del velluto sulla pelle le fece tornare alla mente colui che le aveva regalato quell'ornamento: Joshua, il suo promesso sposo.
Elizabeth amava il ragazzo, lo considerava la cosa più preziosa della sua vita. E non avrebbe mai permesso alla Bestia di portarle via un'altra persona che amava, l'ultima che le era rimasta.
Per questo, quando gli uomini del villaggio avevano portato la salma di suo padre per l'onoranza funebre, aveva finto uno crisi isterica, in modo di essere lasciata da sola.
Per questo, quando Joshua e il dr. Simmons, il medico, l'avevano accompagnata nella sua stanza aveva finto di prendere il sonnifero e di addormentarsi di colpo.
Per questo, quando i due se ne erano andati, lei era sgattaiolata di nascosto nello studio del padre e ne aveva preso la pistola. La stessa arma -caricata con pallottole d'argento, le uniche in grado di uccidere la Bestia- che ora la ragazza stringeva tra le dita mentre si apprestava a varcare ancora una volta la Foresta Proibita.
Elizabeth distolse infine lo sguardo da casa sua e si rivolse verso la selva.
In quel momento non provava più paura, tutto ciò che desiderava era distruggere lo stesso mostro che le aveva rovinato la vita o morire nel tentativo, poichè l'odio che provava le avrebbe impedito per sempre di vivere.
La ragazza sorrise amara al pensiero che quel desiderio di distruzione e morte, non la rendesse poi così diversa dalla Bestia a cui dava la caccia.
In fondo sentiva, stranamente, di riuscire a capire quella creatura.
Non si può odiare veramente, se non hai mai amato qualcuno con altrettanta forza.
E con questa riflessione Elizabeth oltrepassò finalmente il confine.
Sopra di lei, la luna piena era ricoperta da una spessa coltre di nubi, quasi l'astro stesso volesse distogliere lo sguardo da quella notte di dolore e di sangue.

Joshua continuava a pensare che c'era qualcosa che non andava.
All'inizio non ci aveva quasi fatto caso ma, mentre cercava di seguire la cerimonia funebre, tanti piccoli particolari incongruenti di quella serata avevano continuato a tornargli alla mente.
Per prima cosa il ragazzo aveva trovato strano che Elizabeth, solitamente così forte, avesse avuto una crisi di nervi, per di più in pubblico.
Certo la ragazza aveva appena perso il padre e di recente aveva subito tanti altri lutti, ma il fatto che lei aveva continuamente evitato lo sguardo di Joshua mentre si asciugava le lacrime, lo aveva insospettito.
Il rifiuto di farsi abbracciare da lui e l'insolità docilità con cui la sua adorata Lizzie si era fatta mettere a letto, lo avevano, col senno di poi, allarmato.
Il loro stesso bacio della buona notte aveva avuto il retrogusto amaro dell'addio.
Mentre l'intero villaggio intonavano il Pater Noster, tutti questi dettagli riaffiorarono improvvisamente dalla coscienza e si coagularono nella mente di Joshua sottoforma di terribile presentimento.
Di nascosto, il ragazzo lasciò immediatamente la cerimonia e si diresse verso la camera di Elizabeth, al piano di sopra.
Era certo che la ragazza avesse in mente di fare qualcosa.
Prima non aveva notato i segnali perchè aveva dovuto occuparsi dell'esigenze del villaggio, ma ora ne era terribilmente certo. Joshua aprì con cautela la porta della stanza di Elizabeth. Non aveva voluto bussare, per non svegliare la ragazza nel caso stesse dormendo. Ma le sue preoccupazioni si rivelarono vane, perchè la camera era vuota.
Immediatamente Joshua pensò ad un attacco della Bestia, cercò segni dell'assalto e, non trovandoli, si affacciò alla finestra in preda al panico.
E fu a quel punto che lui la vide.
Ferma sul limitare della Foresta Proibita, vestita di bianco, Elizabeth si stagliava nella notte come un fantasma.
Joshua la chiamò, le urlò di tornare indietro, ma lei era troppo lontana per riuscire a sentirlo.
E nello stesso momento in cui il ragazzo scavalcava la finestra ed atterrava nel giardino della villa, la fanciulla entrò nella selva. Immediatamente Joshua si mise a correre per la breve radura che separava la villa della foresta e, dopo essere caduto un paio di volte durante il percorso, oltrepassò anch'egli il confine.
All'interno della Foresta, le cime degli alberi erano così intrecciate che l'oscurità derivante era totale, quasi liquida.
Joshua perse subito di vista Elizabeth e iniziò a vagare a tentoni, chiamandola.
Tutto intorno regnava un silenzio innaturale, che rendeva la selva completamente diversa dai normali boschi, pieni di vita e suoni anche durante la notte.
Era trascorsa quasi un'ora, quando Joshua sentì un ululato levarsi nella tacita notte, non lontano da lui.
"La Bestia!" realizzò il ragazzo pieno di terrore, voltandosi instintivamente indietro e cercando una via di fuga.
Ma il pensiero che quel mostro potesse essere vicino e fare del male alla sua adorata Lizzie, lo fece rinsavire e il ragazzo si diresse immediatamente verso il punto da cui proveniva il richiamo ferino.
Temendo il peggio, il ragazzo corse a perdifiato fino ad arrivare in un piccolo spiazzo erboso.
Joshua si guardò intorno, ma non vide tracce nè di Elizabeth, nè della Bestia.
Sempre più nervoso, il ragazzo continuò a cercare tra gli alberi finchè non inciampò in una grossa radice, che lo fece cadere.
E fu in quel momento che Joshua la vide : una pistola di piccolo calibro, abbandonata per terra vicino ad un albero.
Il ragazzo la riconobbe subito: era l'arma di Sir Ethan, la stessa che Elizabeth doveva aver preso con sè prima di allontanarsi dalla villa.
Joshua sapeva che la ragazza non avrebbe mai abbandonato la pistola in quel modo e intuì subito che qualcosa di terribile doveva essere successa.
Che la sua Lizzie fosse stata attaccata o peggio, uccisa? No, la mente di Joshua respinse con forza quel pensiero.
In un impeto di rabbia, il ragazzo afferrò la pistola.
"Avanti mostro, fatti vedere!" gridò all'oscurità. "Esci fuori ed affrontami, se ne hai il coraggio!".
Se aveva fatto del male ad Elizabeth, quella maledetta Bestia gliel'avrebbe pagata cara.
Quasi istantaneamente una forma indefinita si staccò dall'oscurità circostante e Joshua fece appena in tempo a intravedere un lampo di occhi ferini, prima che un'enorme mole lo schiacciasse al suolo.
Mentre il montro affondava gli artigli nella carne del suo ventre, Joshua quasi sorrise, perchè da quella posizione era impossibile mancare la terribile creatura.
L'essere aveva un'aspetto orribile, il corpo muscoloso ricoperto di pelo e sormontato da una testa dalle vaghe fattezze lupesche. Con una mano il ragazzo afferrò il capo della creatura, deciso a piantargli una pallottola d'argento in mezzo agli occhi.
Ma tra il pelo della Bestia, le sue dita incontrarono uno strano ostacolo: un nastro per i capelli.
Joshua a quel punto esitò, incapace di accettare la verità e premere il grilletto.
Quell'attimo di esitazione fu fatale.
La bestia smise di infierire sul suo corpo e lo azzannò alla gola, uccidendolo quasi subito. "Elizabeth.." fu l'ultima parola mormorata da Joshua prima di spirare.

Dopo che il ragazzo aveva tremato per l'ultima volta ed era rimasto immobile, la Bestia si era lentamente allontanata e lo aveva osservato.
Mentre la luna illuminava impietosamente quel corpo martoriato, qualcosa di umano affiorò nella coscienza della creatura ed essa provò il desiderio di piangere.
Ma i suoi occhi erano quelli di una Bestia e non erano più capaci di versare lacrime.
In quel momento, la creatura capì finalmente che la vera maledizione non consisteva nel venire trasformati in mostri, ma nel vedere sovvertito tutto ciò che era umano in bestia, le emozioni in istinto, l'amore in odio.
In preda al dolore, la Bestia iniziò ad ululare alla luna piena, unica ed eterna testimone della sua disperazione e della sua sofferenza.


Angolo dell'autrice:

Salve, questa è la mia prima originale horror perciò vi prego di recensire, anche solo per esprimere un parere negativo. Ringrazio chiunque abbia voluto leggere questa storiella partorita dalla mia mente malata. Alla prossima :)

 
  
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