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Autore: xbiebersvoice    19/04/2013    11 recensioni
Sarei dovuto divenire un angelo custode.
Quelli erano stati i miei programmi: completare la preparazione, aspettare che mi venisse affidata un’anima da proteggere e successivamente sorvegliarla dall’alto, dal mio posto nel Paradiso.
E invece cos’ero finito a fare?
Mi avevano spedito giù sulla Terra, a ricoprire un ruolo secondario che sarebbe dovuto invece spettare ad un principiante. Non ad uno come me.
E tutto questo per cosa? Per lei.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heaven doesn’t seem so far away.

 
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Sarei dovuto divenire un angelo custode.
Quelli erano stati i miei programmi: completare la preparazione, aspettare che mi venisse affidata 
un’anima da proteggere e successivamente sorvegliarla dall’alto, dal mio posto nel Paradiso.

E invece cos’ero finito a fare?
Mi avevano spedito giù sulla Terra, a ricoprire un ruolo secondario che sarebbe dovuto 
invece spettare ad un principiante. Non ad uno come me.

E tutto questo per cosa? Per lei.
  
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1.

 

 

 

Intorno a me avevo solo il bianco.
Non che questa fosse una novità, dopotutto in un posto come quello dove mi trovavo io non sarebbe potuto essere altrimenti. Appunto per questo non doveva essere difficile da comprendere per quale motivo, ogni tanto –ovvero quando mi era concesso– mi ritiravo in un angolo di quel luogo infinito e mi prendevo del tempo per me, per dare uno sguardo a ciò che accadeva di sotto.
In primo luogo, lo facevo perché era bello puntare gli occhi su un colore differente dal solito, anche se nulla al mondo sarebbe mai potuto essere più bello di ciò che mi circondava.
In secondo luogo, perché tutto ciò che riguardava il mondo al di sotto del Paradiso era ciò con cui di più interessante avevo mai avuto a che fare. Anche se nel senso proprio del termine, io non ero mai entrato in contatto con esso.
Non mi spettava ancora. 
Non mi era concesso scendere sulla Terra, almeno finché non avrei raggiunto l’apice della mia preparazione. Solo gli angeli completi avevano questo privilegio, e io non ero ancora uno di loro.
Per l’Ordine, io ero stanziato nella fascia dei principianti. Per loro, perché io non mi sentivo affatto così. Possibile che loro dovessero ancora rendersene conto?
Io ero pronto, probabilmente lo ero sempre stato.
Tutto ciò che desideravo era salire di considerazione, in modo che mi venisse affibbiata quella valutazione, e finalmente anche io avrei potuto avere un’anima terrena su cui vegliare.
Gli umani l’avrebbero definita una sorta di promozione, nel campo del lavoro. Me ne intendevo abbastanza sul loro conto: li sorvegliavo ormai da un tempo indefinito e gli angeli maestri ce ne avevano parlato tanto, in modo che potessero esserci conosciuti tanto quanto lo erano le nostre tasche. 
Quindi... sì, volevo essere promosso e ottenere un ruolo più importante e significativo.
Volevo smetterla di essere uno dei tanti angeli principianti, e divenire invece un angelo custode.
Questo era ciò a cui aspiravo, era il ruolo che mi spettava e ciò per cui fin da bambino mi avevano istruito.
Sì, perché io facevo parte di quella tipologia di angeli che nasce in Paradiso. Gli angeli puri; così veniamo definiti. 
E siamo ben diversi dagli angeli bianchi come da quelli anziani. 
Gli angeli bianchi sono gli spiriti delle anime entrate nel Cielo dopo la loro morte. Ovviamente questo non è concesso a tutti gli esseri terreni, quando la loro vita mortale termina. Solo chi è stato particolarmente generoso e altruista può entrare nel nostro Regno, ad un livello superiore rispetto le altre anime a cui spetta il Paradiso. Non si limitano semplicemente alla vita eterna, loro vengono chiamate per servire.
Gli anziani invece sono tutta un’altra cosa. Loro sono stati creati in principio, all’inizio di tutto, e per questo spetta loro una sorta di supremazia.
Noi angeli puri, invece, non siamo stati creati propriamente con intenzione, né siamo giunti in Cielo in seguito al termine della nostra vita terrena. Noi siamo, più semplicemente, le anime dei bambini mai nati.
Non avendo conosciuto il male, essendo spiriti puliti, veniamo direttamente portati in Paradiso. E qui cresciamo, e fin da piccoli ci viene insegnato ciò che diverremo una volta cresciuti. 
Sono queste le tre forme in cui un angelo può essere creato. 
Sebbene io sia cresciuto qui e il mio corpo sia mutato da un fisico bambino ad uno più adulto –come accade per ogni altro angelo puro–, non posso definire quanti anni io abbia. 
Più propriamente, nessuno di noi quassù ha un’età. Siamo immortali.
Solo coloro che vivono fin dall’inizio dei tempi hanno dei tratti estetici attempati, i sopraccitati angeli anziani. Tutti i restanti hanno un aspetto giovane, che muta di poco a distanza di millenni. Millenni terrestri, perché qui non si ha nemmeno un tempo. 
«Justin» Di colpo mi sentii richiamare, e tanto ero immerso fra i miei pensieri venni colto alla sprovvista, trasalendo.
Distolsi l’attenzione dalla Terra al di sotto di me e la portai nella direzione di quel richiamo, sebbene avessi già riconosciuto quella voce e sapessi perfettamente a chi apparteneva.
Come mi aspettavo, i miei occhi incontrarono quelli di Mihael, e si soffermarono quindi fermi sulle sue iridi azzurre.
Mihael era il mio angelo tutore, ovvero colui che mi aveva cresciuto fin dal mio arrivo in questo Regno. Ero una sorta di figlio per lui –o forse, meglio, un fratello minore– mi aveva sempre trattato con affetto e sempre aiutato nei miei studi per raggiungere il completamento del mio ruolo.
Lì su nel cielo ci si fidava genericamente ognuno dell’altro, ma di lui non potevo far a meno che fidarmi maggiormente.
Era un angelo custode, lui. Uno di quelli completi. Ciò che volevo essere io.
Era, in pratica, sempre stato il mio esempio. Volevo a tutti i costi divenire come lui.
Lui mi stava istruendo per questo, era un prototipo di maestro. Quello che gli umani incontrano a scuola e che abitualmente odiano tanto. Ma io non odiavo Mihael, anzi. Anche perché, era difficile che noi angeli provassimo un sentimento del genere.
Non ero l’unico che educava, altri principianti erano nella mia stessa posizione e subordinazione nei confronti della sua figura, ma io sapevo di certo che per me serbava un simpatia maggiore. 
Mi ero sempre mostrato intenzionato a raggiungere il mio ruolo, ed era davvero quello che volevo.
Anche se in Paradiso ogni angelo è in partenza caratterizzato da un carattere buono, capitano alcuni casi di angeli puri che sono un po’... come direbbero gli umani? Ribelli? Ecco, ribelli, appunto perché non sono stati indirizzati nel Cielo dopo un periodo di vita o creati in principio, ma anzi sono semplicemente anime pulite e genuine ed è difficile per loro stabilire ciò che davvero vogliono.
Alcuni impiegano più tempo di altri a raggiungere lo stadio di completamento, altri non lo raggiungono mai e vengono ‘retrocessi’, inviati insieme alle altre anime a vivere in pace in un livello più basso del Paradiso.
Io non ero uno di questi né avevo intenzione di diventarlo.
Ritornando alla realtà, feci appena un cenno nella direzione dell’angelo dai capelli castani, sia in segno di saluto sia per incitarlo a proseguire. Considerato il tono della sua voce mi sentivo di dire che avesse qualcosa da dirmi. 
«Il Consiglio ti ha convocato e vorrebbe che li raggiungessi al più presto» mi fece difatti presente, in seguito, e il suo sguardo fermo mi diede ad intendere che era meglio che mi apprestassi.
Per quale motivo il Consiglio voleva vedermi? Perché ero stato chiamato?
Prima, mi ero trovato solo un’unica volta al loro cospetto, ovvero quando mi era stato assegnato il ruolo di futuro angelo custode, ma in seguito non avevo più avuto accesso a quella parte del Paradiso. Era un livello ancora più superiore al mio.
Da quello che sapevo però, era la norma. Difatti, la seconda volta che venivi convocato, a meno che non avessi compiuto qualche sgarro, era perché avevano visto dei notevoli miglioramenti in te e ritenevano che fossi ormai pronto per passare al ruolo di angelo completo. 
Il mio sguardo non poté non accendersi, perciò, nell’avvertire quelle parole.
La mia mente viaggiò subito e l’idea lampante che immediatamente oscurò ogni altro possibile pensiero fu quella che, probabilmente, avrei finalmente ottenuto quel ruolo a cui ambivo fin dalla mia nascita.
Forse mi ritenevano pronto per divenire un vero angelo custode.
Non mi accorsi neanche del sorriso che veloce prese ad occupare il mio viso, ma anzi subito annuii e mi mossi nella sua direzione, che era tra l’altro anche quella che avrei dovuto prendere per raggiungere il Consiglio.
Troppo entusiasta, non cercai nemmeno una traccia di felicità sul suo viso, emozione che lui avrebbe dovuto provare siccome, se era davvero come pensavo e davvero mi avrebbero promosso, sarebbe dovuto essere fiero di me.
Lo sorpassai abbastanza di fretta e mi diressi velocemente dove ero stato richiesto.
Quando mi ritrovai al cospetto di una scalinata inequivocabilmente bianca, presi un grosso respiro e cercai di contenere l’entusiasmo, salendo  a due a due i suoi gradini. Passavo lì davanti ogni giorno, ogni volta sperando che qualcuno mi giungesse incontro e mi dicesse che gli angeli del Consiglio mi stavano cercando. E ora era proprio così.
Non c’era nessun lucchetto a mantenere chiuso quell’imponente cancello che avevo ora in mio cospetto. Praticamente, uno dei pochi elementi di quel regno a non essere bianco. Un altro motivo che aveva sempre fatto sì che il mio sguardo venisse attirato su di esso: era oro.
Ad ogni modo, non era una novità che, al di fuori dei due angeli guardiani posti ai lati del cancello, non ci fosse nessuno che avesse il compito di aprirlo e assicurarsi che non entrasse gente sbagliata. Quel varco semplicemente non si apriva, a meno che tu non fossi stato chiamato.
Posai il palmo su una delle due ante, notando solo con questo gesto come questo stava tremando, e successivamente la sospinsi un poco, con il terrore che non si sarebbe mossa di mezzo millimetro.
Non fu così, si aprì uno spiraglio e anche quando mi bloccai per realizzare la situazione, questa proseguì nel suo movimento, fino a bloccarsi quando mi venne creato abbastanza spazio per poterla superare.
Mi inoltrai al di là, superando quella leggera nebbiolina bianca che non mi aveva mai permesso di vedere, attraverso i varchi delle inferiate, cosa ci fosse oltre. 
Andavo solo di ricordi, riportando alla memoria quel lungo tavolo posto a semicerchio dietro il quale avevo trovato seduti molteplici angeli anziani, la prima e l’unica volta che ero stato lì. Erano ad un piano leggermente rialzato rispetto a dove mi trovavo io, erano parsi così maestosi. Mi avevano provocato un leggero timore, anche se era stato infondato poiché si erano poi rivolti con simpatia a quel me ancora bambino.
Avevo gli occhi ridotti a due ristrette fessure e stavo camminando allo sbaraglio. Sbattei le palpebre più volte e, alla quinta volta, finalmente riuscì a vedere qualcosa in tutto quel chiarore.
Dopodiché, di colpo, mi si presentarono davanti le medesime stesse figure che avevo visto ancora tempo prima. Non era cambiato nulla.
«Noto che sei venuto praticamente subito, Justin» esordì una voce all’improvviso, non dandomi nemmeno tempo di abituarmi a quello spazio che mi circondava. «Ti ringraziamo per questo.»
Non dissi una sola parola. Non ero solito sentirmi in soggezione al cospetto di qualcuno, ma ovviamente in questo caso non poté essere diversamente.
Probabilmente a poco avrei ricevuto la notizia più bella della mia vita.
«Immagino ti starai chiedendo perché sei qui. Ma non allarmarti, non hai compiuto niente di male» proseguì la voce precedente ed ora, scrutando i visi delle figure sedute dietro quel massiccio tavolo, più in alto a me, compresi fosse l’angelo centrale quello che si stava rivolgendo a me. «Sei qui per un motivo ben preciso. Notevolmente importante.»
Avvertire quelle parole non fece altro che far aumentare la fibrillazione nel quale ogni millimetro del mio corpo era stato coinvolto. La mia mente continuò a viaggiare per la sua strada, tanto che non riuscii a frenare la lingua quando le mie speranze premettero per uscire.
«Volete promuovermi? Diventerò finalmente un angelo custode, vero?» 
La mia voce uscì estremamente fiduciosa ed ottimista. Strinsi le dita in due pugni per trattenere l’entusiasmo, lasciando che le unghie si conficcassero nei miei palmi.
Probabilmente non avevo mai avuto prima, sul viso, un sorriso tanto radioso come quello che doveva esserci dipinto ora.
L’angelo anziano non rispose sul principio, ma i suoi occhi si accesero quasi di sorpresa. In seguito, gli angoli delle sue labbra si incurvarono appena, in un’espressione più simile alla compassione che a ciò che avrei voluto invece vedere.
«Oh, no. Non è per questo motivo che sei qui, è ancora presto.»
Quel sorriso raggiante che avevo sul volto fino ad un attimo prima scomparve in un istante, per lasciare invece posto alla delusione più totale.
Come? Cosa intendeva dire? Era uno scherzo? No, perché non era divertente.
Mi sentii avvolgere dallo sconforto, mentre spostavo più volte gli occhi su ogni membro del Consiglio presente, nella speranza che qualcuno di loro se ne saltasse fuori velocemente chiarendomi la situazione. 
Nessun’altra motivazione, se non la mia promozione ormai andata in fumo, mi vorticava nella mente, per spiegarmi quindi perché mi trovavo qui. Non avevo nemmeno supposto nient’altro, estremamente sicuro che si trattasse del mio avanzamento.
E invece no.
«E allora... per cosa sono...?» Il mio fu solo un farfugliare confuso, e in tutta onestà non mi compresi nemmeno io, quindi supposi che facilmente neanche loro l’avevano fatto.
Dal loro sguardo, immaginai che loro si erano già aspettati un mio simile pensiero.
E allora perché non avevano potuto bloccarmi sul principio? Così avrei evitato questa figura, anche se al momento l’imbarazzo era ben l’ultimo mio pensiero.
«Ti spetta un compito molto importante, Justin» prese di nuovo parola l’angelo anziano nel centro, con una profonda voce che risuonò nello spazio attorno a me, nonostante non riuscissi a vederne la fine e probabilmente fosse illimitato. 
Assottigliai lo sguardo, ansioso e forse anche leggermente intimorito. Cosa stava succedendo?
«Dovrai scendere sulla Terra e vegliare, in forma umana, un’anima terrena.»
I miei occhi si spalancarono immediatamente. 
Che cosa?!

 


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Ok, parto con il presupposto che questa idea mi è sorta sotto la doccia.
Sono consapevole del fatto che sia una tematica un po' strana, però ho posato le dita sulla
tastiera e questo è ciò che è venuto fuori.
Ho sempre reputato per davvero Justin come un angelo, il mio, il nostro,
quindi mi sono chiesta: ma se facessi una ff dove Bieber è un angelo custode?
Questo è quello che ne è uscito.

Vi parlo onestamente...
Sono insicura al massimo su qualsiasi cosa io scriva, le poche anime pie che

hanno mai letto qualcosa di mio possono facilmente confermarvelo.
Quindi, una recensione anche se per dare un parere negativo o una critica
è sempre ben accetta.

Avrei tantissime idee riguardo questa ff, avrei già scritto qualche altro capitolo
ma come sempre le paranoie mi bloccano.
Se potrebbe interessarvi anche solo un minimo, mi lascereste una piccola recensione?
È la mia prima ff su efp, e gradirei qualsiasi sorta di parere.

Grazie mille se leggete e lasciate un segno del vostro passaggio.
Per me è davvero importante.

@_xbiebersvoice
   
 
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