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Autore: syontai    19/04/2013    8 recensioni
Violetta si ritrova a dover accettare la missione di catturare le Clow Cards, misteriose entità magiche con poteri straordinari... Il compito è arduo e si rivela più complicato del previsto, anche perché un incantesimo le impedirà di avvicinarsi alla persona che ama. Imprevisti, magia e amore: riuscirà Violetta a diventare la nuova Padrona delle Clow Cards?
'Un’ombra cominciò a disegnarsi dentro la sfera d’acqua, poi lentamente l’immagine si fece più chiara, era una ragazza dallo sguardo dolce, con dei capelli castani lisci e uno sguardo sognante/ “Dimmi il suo nome…” gridò Sakura fissando lo sguardo di pietra della statua di Clow Leed. Si sentì il rumore di un tuono, poi alzò gli occhi e sulla volta notò che le stelle si stavano disponendo per formare un nome: Violetta Castillo.' (capitolo 1)
' Quando riuscì a prenderle il braccio, Violetta si sentì tirare e perdendo l’equilibrio cadde portandosi dietro Leon, che finì sopra di lei. /Il ragazzo le scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le accarezzò la guancia, accorciando sempre di più le distanze.' (capitolo 9)
[Leonetta con accenni Maxi/Ludmilla, Germangie, Fede/Fran]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Un po' tutti, Violetta
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Windy
“Ne è sicura, padrona?” chiese Cerberus con un tono serio. Non poteva accettarlo, non di nuovo. Perdere ancora una volta il proprio padrone: ci aveva messo tanto per fidarsi della nuova erede del grande Mago Clow Leed. “Ti ho già detto che non mi devi dare del lei, Kero-Chan” rispose Sakura facendo un sorriso triste. Sembrava passato un secolo da quando era riuscita a trasformare le carte di Clow in Sakura Cards invece erano trascorsi solo 10 anni; subito dopo si dovette trasferire in Inghilterra per seguire la reincarnazione del grande mago e imparare a controllare il proprio potere magico, le proprie visioni. Li Shaoran l’aveva seguita per amore e l’aveva sostenuta nei momenti di difficoltà. Una notte durante il periodo dell’addestramento ebbe un sogno rivelatore: stava camminando per una via di notte, una via che sembrava non finire mai, ma non le interessava la meta, se anche ce ne dovesse essere una. Continuava a camminare e più andava avanti più una luce intensa si faceva strada arrivando ad accecarla e poi si ritrovò vicino al Sole all’improvviso; alla sua sinistra si trovava la Luna, mentre alla sua destra brillava in tutto il suo splendore una stella. Sakura capì subito di che si trattava: il Sole e la Luna erano i simboli dei Guardiani delle carte, mentre la stella era il suo simbolo magico, il simbolo che mostrava la sua forza magica, che non dipendeva da nessun’altra ma attingeva al proprio essere. Improvvisamente una nuvola oscurò il paesaggio, e sotto di lei fu il vuoto; cominciò a cadere senza però toccare mai il fondo; mentre cadeva si rese conto che la sua mano stava diventando di cristallo, ma questo non la spaventava; il cristallo era limpido e le trasmetteva un calore indescrivibile, la faceva stare bene. Poi vide Li che le porgeva una rosa rossa: anche lui stava cadendo in quel pozzo senza fondo. Sakura inizialmente sorrise ma poi notò che l’immagine del ragazzo si faceva sempre più flebile, e la rosa si stava tingendo lentamente di nero…Si svegliò sudata, e subito Li accorse per tranquillizzarla: era normale per chi era ancora alle prime armi nel campo della magia rimanere turbati dalle rivelazioni, prima o poi ci avrebbe fatto l’abitudine. Sakura raccontò il sogno a Li ancora tremante e lui le disse che prima o poi il significato le sarebbe stato chiaro. Dieci anni dopo quella visione, Sakura si decise di sposarsi con Li ed era felice, perché finalmente era riuscita a coronare il suo sogno d’amore, ma poi accadde; non appena si diedero il bacio per suggellare la loro promessa d’amore, Li sbarrò gli occhi e poi cadde a terra pallido come la morte. “Cosa è successo?” chiese Sakura al suo maestro Erriol, reincarnazione di Clow Leed. “Credo che ci siano delle complicazioni, come pensavo sarebbe accaduto…”. La donna continuò a fissarlo aspettando una spiegazione, temeva il peggio ed aveva ragione. “I tuoi poteri magici sono completi. Nel momento in cui hai baciato il tuo promesso sposo la magia delle Carte ha preso il sopravvento, e ha cercato di uccidere Li; si è salvato solo grazie ai suoi poteri magici, ma è in fin di vita. Le Carte sono gelose nel momento in cui i sentimenti della padrona non sono più incentrate su di loro e tentano di distruggere ciò che le impedisce di essere un tutt’uno con il Possessore. Mi dispiace, ma penso che anche la tua sola vicinanza potrà portarlo alla morte. Dovrai stargli lontano” disse Erriol piano. Una lacrima scese lentamente dal viso di Sakura: doveva essere un incubo. Sarebbe dovuta stare lontana dal suo amore proprio ora che si erano sposati? Non l’avrebbe potuto tollerare; avrebbe rinunciato a tutto per il suo Li, anche alle sue responsabilità come Possessore. Era egoista, ma d’altronde lei non aveva mai scelto quel destino. “Voglio rinunciare alla magia!” esclamò decisa dopo un minuto di silenzio. Il suo maestro tirò fuori un sospiro ricco di preoccupazione per il futuro: “Hai tempo fino a domani per decidere”, poi si alzò e si diresse verso il promontorio dove si stava svolgendo la cerimonia, quindi sollevò il braccio e davanti a lui apparve un cerchio di luce; lo attraversò e scomparve insieme al circolo, come se fosse risucchiato dal tramonto che ormai era visibile in tutto il suo splendore. Sakura si sedette su una roccia a riflettere: lei amava  Li e se quello era l’unico modo per stare insieme a lui, avrebbe fatto di tutto, anche rinunciare alle Carte e al suo potere magico. Prese in mano The Windy, la sua prima carta e la guardò in modo malinconico; perché le dovevano fare tutto questo? Sentì una scarica d’odio e frustrazione fluire dentro di sé: il rancore che le avrebbero portato le Carte sarebbe stato forte e sarebbe durato in eterno.
Il giorno dopo Sakura si presentò nella Sala delle Predizioni, una stanza buia con una volta che ricordava un cielo stellato; al centro si trovava una meravigliosa fontana in marmo, con tre figure in pietra da cui uscivano dei rivoli d’acqua che riempivano la vasca: al centro si trovava un mago anziano con un bastone magico, ai due lati si trovavano una sorta di leone con delle magnifiche ali, le cui rifiniture erano state realizzate con dei frammenti d’avorio che gli davano lucentezza, e un angelo dal cui palmo sinistro aperto scaturiva un globo realizzato con degli zaffiri. I due Guardiani, Yue e Cerberus, e ovviamente al centro Clow Leed con tutta la sua imponenza. “Allora quale decisione hai preso?” chiese Elliott comparendo dietro di lei dall’oscurità. “Rinuncio” rispose la donna con il respiro corto. Aveva paura delle conseguenze ma le avrebbe accettate. “Bene vieni con me” disse lui prendendole la mano e conducendola lentamente vicino alla fontana finché non furono in grado di vedere i loro riflessi. “Prima di tutto, stabilisci delle nuove regole per il nuovo Erede” esclamò con un tono solenne. Nuove regole? Le vecchie andavano benissimo…però avrebbe voluto aggiungere qualcosa, qualcosa per impedire che al futuro Possessore capitasse la sua stessa sorte: “Una volta che il nuovo padrone delle carte avrà accettato la sua missione dovrà stare lontano dall’amore e nel momento in cui darà un bacio sarà trasformato in cristallo per impedire di fare delle vittime a causa del potere delle Carte”. Elliott la guardò un po’ sorpreso, poi annuì e pronunciò un’antica formula magica. Dalla fontana un globo d’acqua si staccò dalla superficie. “Adesso trova il nuovo erede” disse lui tranquillo ma pensieroso. Sakura si concentrò e inspiegabilmente le tornò alla mente il sogno fatto; irruppero nella stanza Cerberus e Yue che, dopo aver tentato inutilmente di farle cambiare idea, restarono per assistere alla cerimonia. Un’ombra cominciò a disegnarsi dentro la sfera d’acqua, poi lentamente l’immagine si fece più chiara, era una ragazza dallo sguardo dolce, con dei capelli castani lisci e uno sguardo sognante. Sakura si concentrò di più per leggere la sua anima: era forte e coraggiosa nonostante all’esterno potesse sembrare fragile, e, cosa più importante, il suo cuore non era mai entrato a contatto con il sentimento d’amore. Era perfetta per quel compito. “Dimmi il suo nome…” gridò Sakura fissando lo sguardo di pietra della statua di Clow Leed. Si sentì il rumore di un tuono, poi alzò gli occhi e sulla volta notò che le stelle si stavano disponendo per formare un nome: Violetta Castillo.
Invisibile. Questo era il primo aggettivo che le sarebbe in mente se mai si fosse dovuta descrivere con una sola parola. Si, perché per Violetta la regola numero uno era passare inosservata. Dopo tanti anni trascorsi dentro casa dopo la morte della madre, finalmente aveva trovato il coraggio di iscriversi a una scuola con il consenso da parte del padre di seguire le orme della famosa Maria Saramego. Nonostante avesse passato le selezioni con voti altissimi, nessuno aveva ancora capito chi fosse quella misteriosa Violetta Castillo che aveva preso addirittura il massimo nella prova di canto, quella più difficile. Lei per conto suo non parlava con nessuno né aveva mai cantato in classe; si sedeva sempre in fondo all’aula per non farsi vedere e osservava gli altri ragazzi esibirsi e divertirsi. Bah, cosa ci fosse di divertente nel doversi mettere in mostra così tanto, glielo dovevano ancora spiegare. Stava chiudendo il suo armadietto ancora assorta in quei pensieri, quando vide un bellissimo ragazzo con gli occhi verdi dirigersi verso di lei ed aprire l’armadietto accanto al suo; si coprì dietro il suo per non farsi notare; non le piaceva essere notata, nonostante non le riuscisse molto bene. Già per tutto lo Studio si parlava della bellissima ragazza misteriosa e taciturna. “Leon!” urlò una ragazza bionda dirigendosi verso il suo compagno di armadietto. Ah, quindi si chiamava Leon…non che le importasse, ovviamente. “Si, Ludmilla?” rispose lui salutandola con un bacio sulla guancia. “Ricordati che oggi mi hai promesso di aiutarmi a fare shopping al centro commerciale, quindi…”; Violetta non sentì altro, perché si allontanò per andare a lezione. Qualcunò però le si parò contro  impedendole di passare; era una ragazza mora con un sorriso rassicurante ed un fiocco viola in testa che le dava un tocco vivace. “Violetta Castillo?” chiese semplicemente dopo averla squadrata per qualche secondo. “Ehm…si” rispose lei un po’ titubante. “Piacere, sono Francesca.Vieni con me” sussurrò Francesca, prendendola per il braccio e trascinandola in uno sgabuzzino. Violetta stava per chiederle perché la avesse trascinata in quel posto, ma non ne ebbe il tempo. “Un posto vale l’altro” disse lei, poi tirò fuori una bacchetta la scosse un po’, ma non successe nulla. “Ok, c’è qualcosa che non va…aspetta un secondo” quindi cominciò a soffiarci sopra, a sfregarla con un lembo della gonna. Un po’ più convinta ripetè il movimento di prima e questa volta dalla punta di quel bastoncino di legno fuoriuscì una luce azzurra. La luce galleggiò al centro dello sgabuzzino e poi emise una scintilla che creò un fuoco scarlatto. Il fuoco le divorò completamente e in tutto questo una sola domanda balenò nella mente di Violetta: che diamine stava succedendo?
Si ritrovarono in una stanza a forma di esagono completamente bianca. Per curiosità Violetta sfiorò le pareti e si rese conto che vi erano incastonate delle perle. Al centro c’era un grande tavolo rotondo, anch’esso bianco, dove poggiava un mappamondo. “Perfetto siamo in anticipo, c’è solo Stefan” esclamò allegramente Francesca indicando un ragazzo seduto. Non si era proprio accorta della sua presenza, anzi era quasi sicura che fino a due secondi fa nella stanza non ci fosse nessuno. Era un ragazzo dagli occhi azzurri con i capelli di un grigio argenteo. “Bene, il Custode del Sud America” sussurrò Stefan piano. Poi comparirono quattro luci, una viola, una rosa, una arancione e una gialla. Le luci si diffusero nell’ambiente creando una sorta di arcobaleno che aumentava di intensità anche a causa di quelle pareti bianche. Violetta chiuse un secondo gli occhi; quando li riaprì vide cinque individui seduti intorno al tavolo. Francesca facendole cenno di avvicinarsi si sedette anche lei. “Allora Stefan lo conosci già, è il Custode dell’Asia, poi c’è Thomas,Custode del Nord America, Federico che si occupa dell’Europa, Broadway invece è da poco stato assegnato all’Africa e poi c’è Nata, che sovrintende all’Oceania. Ok, ora che ho fatto le presentazioni, andiamo al punto” disse Francesca in fretta. Ma quale punto? Violetta ancora non ci stava capendo nulla; soprattutto non voleva sbagliarsi, ma finora le era sembrato di aver capito che fossero degli esseri magici. “Ovviamente sa già perché è stata convocata, quindi saltiamo tutti i convenevoli, è appena stato liberato un sigillo di un’antica maledizione a Hong Kong, non ho tempo da perdere” disse Stefan cominciando a giocherellare con il Mappamondo al centro. “Veramente io non so niente. So solo che dovrei essere in uno sgabuzzino a quest’ora e invece sono qui” esclamò Violetta cercando di essere più chiara possibile. I cinque Custodi fissarono Francesca con disapprovazione. Tipico di Francesca. “Non ci posso credere, l’hai fatto di nuovo! Quindi non sa nemmeno chi siamo” esclamò Nata spazientita. “Ehm…già” rispose Violetta sempre più confusa. “Ok…le spiego tutto io” disse Federico tranquillo. “Allora questo è il Consiglio dei sei Custodi, che è stato fondato 10 anni fa in seguito alla catastrofe che si stava per abbattere sulla terra in Giappone a causa delle carte di Clow” cominciò il ragazzo. “Non era ancora sotto la mia giurisdizione” sottolineò Stefan scocciato. “Si, lo sappiamo” ribatté Federico “Comunque dopo quel disastro la padrona delle Carte con la sua magia riunì tutti gli esseri magici in quello che venne chiamato il Raduno. Lì venne presa la decisione di fondare un’organizzazione per tenere sotto controllo e fermare i fenomeni magici che si abbattevano costantemente nel mondo. In particolare colui che sarebbe stato scelto come successore avrebbe potuto avere un aiuto per catturare le Clow Cards (ormai diventate Sakura Cards) senza dover scomodare i due Guardiani, Cerberus e Yue. Ovviamente saprai tutto sulle Carte”. Violetta continuò a fissarlo senza avere la più pallida idea di cosa rispondere. “A quanto pare no!” disse Thomas ridendo. “Allora le Carte di Sakura, dette anche Sakura Cards (un tempo erano chiamate Clow Cards) sono delle carte magiche. Ognuna di esse ha un potere unico ed inimitabile. Come ormai è diventata tradizione, quando il Possessore decide che è giunta la sua ora oppure non è più in grado di portare il peso della magia dovuto alle Cards, viene eletto un successore e vengono liberate le Carte. Il prescelto, o prescelta come in questo caso, le deve catturare tutte e sigillarle nuovamente per renderle inoffensive” . E ancora una volta Violetta pensò che non ci stava capendo niente…che c’entrava lei? Insomma si stava ancora chiedendo dove fossa finita la Scuola. Questi suonati le stavano raccontando una bella storiella, ma quel’era il punto? Dove volevano arrivare? Francesca lesse questo stato d’animo dipinto sul suo volto e cominciò a parlare: “Insomma non facciamola tanto lunga. Violetta accetti l’incarico e il sigillo magico così da adempiere al compito di Cattura-Carte?”. “Ma così scompare tutta l’atmosfera misteriosa!” disse Nata, leggermente irritata dal comportamento della collega. Ah, quindi era lì che volevano arrivare fin dall'inizio! Beh, che dire? “Ma neanche per sogno!” ribatté Violetta cercando di essere il più chiara possibile. “Forse non hai capito bene la situazione…” cercò di dire Broadway. “Non me ne importa nulla, cercatevi un altro Cattura-cose, io non ci sto!” lo interruppe incrociando le braccia per mostrarsi irremovibile. “Non si può! Sei stata scelta dal precedente Possessore, inoltre avvertiamo che i tuoi poteri magici, anche se non sei erede di Clow Leed, hanno la giusta forza per reggere un compito del genere…nemmeno noi potremmo farcela!” esclamò Stefan stufo di continuare quella conversazione. La storia si stava facendo davvero troppo lunga per i suoi gusti. “Ah, poi c’è da dire che lasciare le carte in giro provocherebbe una catastrofe che arriverebbe a distruggere il mondo e bla,bla,bla…” parlò Thomas giocando il loro unico asso nella manica. Ecco, questo non lo doveva dire, adesso Violetta si sentiva con le spalle al muro; avrebbe dovuto accettare per forza; ci pensò un attimo: ma si in fondo cosa c’era di male? E poi avrebbe ricevuto l’aiuto di Francesca se aveva capito bene. Tempo una settimana e forse si sarebbe tutto concluso bene. “Va bene, accetto” sussurrò lei non del tutto convinta. “Un’ultima cosa però. Ci sono due regole nuove aggiunte da poco: innanzitutto non dovrai farti scoprire mentre usi i tuoi poteri magici per una questione di sicurezza, poi…” ma Thomas non seppe continuare; quella regola era così crudele, non riusciva a credere che Sakura Kinomoto, la ragazza più dolce sulla faccia della Terra, avesse imposto una legge tanto assurda. L’amore per Li l’aveva accecata completamente. “Poi devi evitare l’amore come se fosse la peste. La magia delle carte ha bisogno che il Possessore sia in completa sintonia con loro , questo vuol dire che non puoi permetterti di amare nessuno. Se ti innamori di qualcuno le carte cercheranno di distruggerlo. La seconda regola dice appunto proprio questo: ‘Nessun bacio dovrà essere dato o ricevuto, altrimenti il Possessore verrà trasformato in cristallo’. Accetti entrambe le condizioni?”  Violetta rimase in silenzio per riflettere: la prima era dura da rispettare: non farsi vedere da nessuno, non poter rivelare la propria forza magica…ma la seconda era davvero impossibile! Come avrebbe fatto a mantenere quel patto? In realtà lei non amava nessuno, nel suo cuore non aveva mai conosciuto quel sentimento tanto bello chiamato amore. Si sarebbe dovuta sacrificare, ma alla fine per lei era davvero un sacrificio? Non sarebbe mai piaciuta a nessuno per il semplice fatto che era invisibile agli altri, e a lei stava bene così. E poi c’era la questione della catastrofe…se era davvero l’unica salvezza, non poteva tirarsi indietro. Anche se continuava a pensare che avessero sbagliato persona; lei era davvero la meno indicata per compiere azioni tanto eroiche. “Ci sto!” rispose Violetta cercando di allontanare tutti i suoi dubbi e le sue paure. I sei Custodi la guardarono sorpresi e le sorrisero: nessuno avrebbe mai accettato tali condizioni, inoltre quella ragazza non si era mostrata spaventata di fronte a questa missione, di fronte alla scoperta della magia. Era davvero incredibile… Poi misero le mani sul mappamondo da cui scaturì una luce bianca abbagliante. Ed ecco comparire lui: il simbolo del Sole che domina la Terra e il Fuoco. Un leone alato irruppe nella stanza per fermarsi di fronte a lei, rivolgendole uno sguardo severo; “E’ lei?” chiese semplicemente alla fine. “Si, Cerberus, si tratta della prescelta per diventare la nuova padrona delle Carte di Clow” disse Thomas facendosi serissimo tutto d'un tratto. Quel leone doveva essere davvero importante…”Bene, anche se non vorrei farlo…” disse Cerberus, poi si avvicinò a Violetta e dal rubino che portava sulla fronte venne fuori una luce scarlatta. La ragazza chiuse un secondo gli occhi abbagliata, quando li riaprì si ritrovò uno scettro in mano, un bastone lungo metallico di colore rosa, con una sorta di becco in cima. Ai lati del becco si trovavano due piccole ali bianche. “Questa te la manda Sakura…” concluse quindi facendo un ruggito. La prima impressione fu che si trattasse di un angelo: era un giovane ragazzo con delle meravigliose ali bianche e possenti. “Yue, l’hai portata?” chiese il leone con uno sguardo fiero. Il secondo Guardiano annuì, poi porse a Violetta una carta; non appena la ragazza la prese sentì una scossa che le arrivava dal profondo. Quella carta era magica, ma come era riuscita a rendersene conto? La girò con delicatezza, come se fosse il tesoro più prezioso del mondo, e si rese conto che sul retro erano disegnati dei simboli: una stella di un giallo dorato al centro, e ai lati un sole e una luna. Rigirò di nuovo la carta studiandola con attenzione: una figura di donna con gli occhi chiusi come se stesse dormendo era avvolta da un manto che sembrava fosse fatto di vento; in basso c’era scritto “The Windy” (letteralmente “Il ventoso”). “Questa è la carta del vento!” esclamò Francesca sorpresa come tutti gli altri Custodi: era stata la prima carta catturata da Sakura, la precedente Padrona. Doveva essere una sorta di segno. “Possa essere il tuo compito portato a termine” disse Yue baciandole la mano. Violetta arrossì: non le era mai capitato che delle persone contassero a tal punto su di lei. Francesca quindi le prese il braccio, e salutando gli altri, la trascinò via, facendo comparire una porta scarlatta; lentamente la aprirono, e si ritrovarono di nuovo nello sgabuzzino. “Preparati, il bello deve ancora iniziare” esclamò l’amica sorridendo.



ANGOLO DELLE CARTE: Ciao a tutti!!! Allora questa storia è un pò particolare...un crossover che mi è venuto in mente e ho deciso di seguire questa mia ispirazione per dare vita a tutto ciò...Allora non so che dire xD Innanzitutto avviso subito che questa storia procederà un pò a rilento, visto che darò la priorità all'altra mia ff ("Volar sin tenere alas") fino alla fine. Comunque ho voluto pubblicare questo capitolo per sapere che ne pensate voi lettori. Se avete consigli, suggerimenti, lamentele, commenti da dare non sono accetti, di più!!!! Grazie a tutti quelli che mi sopportano con le mie recensioni da schizzato e buona lettura!!! :D
P.S: a sinistra The Windy,la carta del vento; a destra Sakura e Li a 14 anni con Sakura che tiene in mano lo scettro magico 

  
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