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Autore: SavannahWalker    20/04/2013    2 recensioni
"Così comincia un nuovo anno con tanti buoni propositi che non verranno mantenuti e le stesse sfighe. Un po' tutti speriamo che una semplice data possa attuare un cambiamento nelle nostre vite ed io sono la prima. 20 anni della mia vita passati a invocare qualche strana forza suprema, come sto facendo ora, con il mio bicchiere di plastica rossa in mano, seduta in un divanetto alquanto scomodo. Devo essere abbastanza ubriaca per intraprendere questo monologo ma infondo nessuno sta ascoltando i miei pensieri."
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- IL BISCOTTO DELLA FORTUNA -



"Così comincia un nuovo anno con tanti buoni propositi che non verranno mantenuti e le stesse sfighe. Un po' tutti speriamo che una semplice data possa attuare un cambiamento nelle nostre vite ed io sono la prima. 20 anni della mia vita passati a invocare qualche strana forza suprema, come sto facendo ora, con il mio bicchiere di plastica rossa in mano, seduta in un divanetto alquanto scomodo. Devo essere abbastanza ubriaca per intrapendere questo monologo ma infondo nessuno sta ascoltando i miei pensieri."
 

Da quel momento in poi nella mia testa regnò il vuoto, forse avevo smesso di pensare e mi ero lasciata trasportare dall'allegria generale e dai balli di gruppo.
Il giorno dopo mi svegliai in seguito al suonare della mia sveglia e, dopo quella che sembrò un' eternità, riuscii a spegnerla. Con molta, oserei dire moltissima, calma mi alzaii dal letto, schiacciai il tasto play dello stereo e filai in doccia.
 
 

***
 

 “Ooooh! The movie never ends, it goes ooon and oooon and oooon and oooon!”
 

Avete presente quei musical dove i personaggi cantano e ballano per la strada come nulla fosse? Ecco, io stavo facendo la stessa cosa solo che nella realtà ti prendono per una persona con seri problemi mentali.
Mentre facevo una piroetta qualcuno mi venne addosso e mi fece cadere la borsa. Tutti i miei appunti stavano volando sul marciapiede come degli uccellini appena liberati dalla gabbia. Saltellavo di qua e di la cercando di recuperarli ma erano finiti sulle piccole pozzanghere rimaste dalla pioggia della sera prima. Addio appunti, insomma. Mi girai pronta ad inveire contro il mio "agressore" ma vidi soltanto un ragazzo magro che mi guardava con aria di sufficenza, con un sorriso storto stampato in faccia e le mani in tasca.
"La povera ballerina ha perso i suoi scarabocchi, quanto mi dispiace!"
Lo fulminai con lo sguardo, raccolsi un foglio da una pozzanghera e glielo stampai su quella sua faccia strafottente. Sul momento rimase immobile ma, dopo essersi tolto il foglio dalla faccia, fece uno scatto in avanti e cominciai a correre fino a che non fui costretta a svoltare alla mia sinistra in una via... Chiusa.
Mi raggiunse non molto dopo, mi guardò fissa negli occhi e cominciò a scrollarmi violentemente, tanto che la testa faceva avanti e indietro da sola.
"Tu sei pazza! Mi hai praticamente sbattuto acqua sporca in faccia!" urlava, con gli occhi sgranati e i capelli bagnati che pian piano si appiccicavano al viso.
"Se tu non mi avessi urtata e offesa non l'avrei fatto!"
Si fermò per un secondo togliendo le mani dalle mie spalle, portandole lungo i fianchi e abbassando lo sguardo, come se avesse capito di essere in torto marcio.
Si girò dall'altra parte per andersene senza dire nulla. Basita da quanto era appena successo ritornai indietro nella speranza di ritrovare la mia borsa con i pochi fogli che potevano essere rimasti intatti.
Tutta la giornata continuai a pensarci e, non so perché, avevo la convinzione che non sarebbe stata l'ultima volta in cui avrei visto quel ragazzo.
La sera non avevo voglia di cucinare, così decisi di fare una capatina al cinese dove sono di famiglia oramai. Appena entrata mi accolse la mia amica offrendomi come al solito un biscotto della fortuna, lo morsicai e subito ne uscì il bigliettino:

 

È proprio di fronte al tuo naso.

 

Ecco, quello era il momento in cui mi sentivo decisamente presa in giro e perdevo tutta la fiducia nella poca filosofia che trovavo in quei bigliettini dall'aspetto così simpatico. Nel frattempo la mia cena era pronta, pagai e girandomi sbattei la faccia contro il petto di qualcuno. Alzai la testa e... Non ci volevo credere. Lui, di nuovo. In questa occasione mi son ritrovata a che fare con il suo naso. Notai che era proprio un bel naso, cioè proprio bello grande!
"Chi non muore si rivede!"
Lui rimase zitto per qualche secondo, poi elargì con un "Se."
"Scusami tanto eh, non avrei mai voluto rivolgerti la parola per recarti il mozzamento della lingua!"
Di tutta risposta allungò il braccio e mi spostò per passare avanti. Pensai che non era caso sprecare altro tempo con una persona del genere e di andare a casa.
Le due settimane sucessive furono un susseguirsi di piccoli incontri con questo simpatico individuo. Ad un certo punto mi chiesi se mi pedinava, forse ero solo un po’ fissata, o semplicemente frequentavamo gli stessi luoghi. Se fosse così l’avrei notato prima, credo, visto il suo bel caratterino.
Parlarne con le amiche è stata la cosa peggiore che potessi fare. Sono le tipiche ragazze che vivono la loro vita basandosi sulle favole che hanno come protagonisti cavalieri impavidi tutti muscoli, principesse in fin di vita e draghi da sconfiggere. Naturalmente dopo aver raccontato loro le mie “piccole avventure” si sono subito date alla sceneggiatura di scene romanticissime.
“Oh, di sicuro è un segno del destino! Vi immagino già sposati!”
“Lo sai che io non cr...”
“Ovviamente! E’ il tipico ragazzo duro ma che sotto sotto ha gran sentimenti!”
“Se aveste visto la faccia non dir...”
“L’ eroe coraggioso che sconfigge il male per salvare la sua principessa!”
“Ragazze, non esager...”
“Avrete cinque figli!”
Non potevo resistere oltre. Mi alzai, le salutai e mi avviai verso il parco.
Finalmente un po’ di pace e di silenzio! Sentivo ancora le loro voci rimbombarmi in testa. Una storia d’amore basata sul nulla! Tsk, meglio schiacciare play va.

 

 “Because I'm truly, truly in love with you girl! I'm truly head over heels with your love.
I need you and with your love I'm free! And truly, you know you're alright with me!”
 

 Oh certo, ora ci si mettono pure le canzoni! Maledetta quella volta che ho deciso di comprarmi un lettore mp3. L’unica cosa che prometteva bene in quell giornata era il cielo, azzurro con qualche nuvola bianca qua e là. E’ una cosa già sentita ma ricordavano molto la panna che ero solita mettere sopra le fragole quando stavo da nonna. Già, bei tempi quelli. Non mi piaceva perdermi in quei ricordi anche se, inevitabilmente, lo facevo sempre. In un certo senso ero fortunata a ricordarmi solo quelle poche immagini che riuscivano ad alleviare il peso di tutta la situazione che si creò pochi istanti dopo. Smisi di pensarci quando qualcuno si sedette al mio fianco, mi girai di scatto e un sorriso mi si stampò in faccia: era il mio migliore amico tornato dopo un periodo d’assenza troppo lungo per i miei gusti. Avevo bisogno di parlare con lui perché era l’unico che mi capiva veramente e non si faceva problemi a dirmi le cose come stavano. Gli raccontai di come andava la mia vita in generale e anche di quel ragazzo strambo.
“Da come ne parli sembra che non ti sia poi così indifferente sai?”
“Cosa vorresti dire?”
“Il colorito delle tue guancie cambia appena entri nel discorso”
“Per forza, è così arrogante che mi fa arrabbiare!”
“E non sai nemmeno il suo nome...”
“Cosa?”
“Niente, pensavo”
Mi sorrise mentre cercai di giustificarmi perché sapevo quello che pensava, ma si sbagliava di grosso! Il tempo di bere un sorso d’acqua e se n’era già andato. Fa sempre così, chissà quando lo rivedrò. Ormai s’era fatto tardi ed era ora di tornare a casa. Per strada mi resi conto che tutti gli appunti persi dovevo recuperarli in una sera... Perché rimando sempre i compiti importanti? Accidenti a me e a quel ragazzo. D’ora in avanti lo chiamerò Mister X, dubito che conoscerò mai il suo vero nome quindi tanto vale inventarsene uno. Più ci pensavo più la voglia di picchiarlo cresceva ma sarebbe rimasta insoluta. Entrai in casa e sentii la mia conquilina sbraitare al telefono, probabilmente contro i tizi del conservatorio, nulla di diverso dal solito. Mi vide e accennò un saluto con un’ espressione tutt’altro che felice, i capelli uscivano in modo disparato dalla treccia laterale e giurai di vedere una piccola vena che pulsava sulla fronte. Al che capii che avevano di nuovo spostato il suo concerto. Come biasimarla, si dava sempre molto da fare, la musica è tutto quello che ha. Presi un po’ di caffè dalla caraffa e diedi uno sguardo alla mia scrivania dove vi erano le mille scartoffie che dovevo sistemare. Sospirai e decisi di mettermi all’opera, si prospettava una lunga nottata.

   
 
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