Fanfic su artisti musicali > Adam Levine
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Autore: LovebieberStar    20/04/2013    3 recensioni
Ero lì: Grattacielo imponente,10 piani,e finestroni luccicanti davano l'aria di un palazzo importante.
Ed in effetti era così.
Ero davanti la casa del mio idolo,dell'uomo che avevo sempre amato follemente,Adam Levine.
Non so bene perché fossi lì,o come avessi scoperto dove abitava,so soltanto che avevo una voglia frenetica di incontrarlo.
Non avevo pianificato niente;non sapevo come avrei reagito,né cosa avrei detto.
Sta solo il fatto che avevo aspettato 10 anni per quel momento,e non sarebbe stato di certo bloccato da nessuna esitazione.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi allontanai di qualche passo da lui,per ragionare senza essere agitata.
Ma cosa mi stava passando per la testa?
Avevo amato quell'uomo per anni,e ora lui mi stava baciando e io l'avevo rifiutato.
Avevo lavorato 3 mesi per comprare quel dannato biglietto,e avevo passato ore davanti a google maps per capire dove viveva.

Avevo sognato quel bacio ogni millisecondo della mia inutile vita,passata appresso uno stereo.
Cazzo,Kelsey,non lo vedi? È lui,il TUO Adam,colui per quale hai fatto le più grandi cazzate,per cui hai litigato,per cui sei stata picchiata.

Quell'ultimo pensiero mi fece digrignare i denti e stringere i pugni,ricordando la mia figura indifesa a terra,che sputava sangue. Improvvisamente quella scena mi passò sotto gli occhi.

"Quel giorno indossavo la maglia del mio Adam,Adam Levine.
Camminavo in una di quelle stradine delle grandi città per raggiungere scuola.
In lontananza vedo due ragazzi,che ridevano,con un ghigno sulle labbra che mi spaventa.
Il mio cuore velocemente inizia a battere,ma abbasso la testa e continuo a camminare.
Improvvisamente uno dei due si mette davanti bloccandomi il passaggio.
-E così a questa bella ragazza le piace quel frocio di Levine- avvicinandosi velocemente a me.
A quelle parole stringo i pugni e cerco di controllarmi: sapevo nonostante tutto che non sarebbe finita lì.
-dddovrei andare a scuola- cerco di andarmene senza risultati.
-Perché non ti piace stare con me? - guarda il suo amico ridendo.
Quella sua risatina mi spaventa e mi innervosisce allo stesso tempo.
Avrei voluto lanciargli un pugno in pieno viso,ma non potevo.
-Lasciami andare- cerco di non mostrare la mia paura con un sorriso.
-Solo se dici che odi Levine e che è un gay castrato- continua a ridere.
-Gay non è un insulto- balbetto.
-Allora dillo-
-No- fredda dico.
-Bene- riguarda in faccia l'amico e improvvisamente sento un dolore lancinante sulla guancia,il cui impatto mi fa cadere a terra.
Mi tocco la tempia calda e porto le mie mani vicino il viso; sangue.
-dillo!- urla feroce lasciandomi due calci nella pancia.
Mi piego dal dolore e porto le mani sul ventre; nonostante cerco di non piangere,non ci riesco,e crollo.
-ohh la piccolina si è fatta male- ironico sussurra. -Dillo- ridice con quel tono terribilmente spaventoso.
-Odio Adam- sussulto impotente.
-brava, Continua- ribatte lasciandomi un calcio in faccia.
-ed è un gay castrato- sputo con le lacrime agli occhi.
In quel momento mi sentì sporca e infedele; non meritava tutto quello,ma non avrei resistito ad un altro calcio.
-Brava piccola- dice lanciandomi l'ennesimo calcio e calpestandomi la mano.
Sento il sangue rugginoso in bocca,e vengo lasciata lì.
La testa inizia a girare,vedo la vista appanarsi,poi buio."

Chiusi gli occhi velocemente per allontanare quel ricordo così doloroso.
"Vva tutto bene?" Sussurra spaventato.

Eppure mi andava bene; io l'amavo.
Anche se non lo conoscevo,io l'amavo.
Nonostante non avesse mai risposto ad un mio tweet,non mi avesse mai seguito,nonostante tutto,IO L'AMAVO.
Più di me stessa,più della mia vita.

Ricordo quante volte passavo ore in bagno a piangere perché avevo bisogno di lui,perché la sua musica era un calmante a cui mi ero abituata troppo,una droga senza più tanti effetti.

In quei momenti avevo bisogno di lui,di essere abbracciata dalle sue braccia forti,di appoggiare la testa sul suo torace; ma non c'era.
Evitavo di guardare i live perché mi veniva da piangere.
E tutto questo mi uccideva,da dentro.

Mi buttai su di lui,e mi aggrappai con tutte le mie forze.
Preso alla sprovvista strinse le sue braccia attorno la mia schiena e lentamente mi accarezzò i capelli.
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla.

Non mi ero resa conto quanto mi era mancato questi anni,quanto avevo bisogno di recuperare.
Lui non mi conosceva,non sapeva niente di me,ma non era importante.
Avevo bisogno di lui,era il mio ossigeno.

E se non mi conosceva mi avrebbe conosciuto col tempo,chi se ne fotte.
Forse non saremmo stati insieme fin da subito,ma l'importante era che stesse accanto a me almeno per un minuto al giorno.

Avevo bisogno di lui,e se aveva anche lui bisogno di me,non mi sarei mai allontanata.

"Ho bisogno di te" soffocai sulla sua spalla.

In qualche modo lo capì e prese la mia testa fra le sue mani calde.

"Anche io ho bisogno di te,piccola".

Improvvisamente i miei occhi ridivennero lucidi e lo abbracciai con tutta me stessa.

 

 

  
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