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Autore: FairyFrida    20/04/2013    4 recensioni
« Ricordi quel tempo in cui andavamo a caccia di nidi d’uccelli? » gli chiese Peregrino, dirigendo lo sguardo sul lungo nastro d’acqua che percorreva prati e boschi.
Anno 1484 del Calendario della Contea: il Signore della Terra di Buck e suo cugino il Conte passano Sarnoguardo e posano per l'ultima volta lo sguardo sulla loro verde Contea.
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merry, Pipino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Let them a journey new begin






Il sole di Mezza Estate splendeva alto nel cielo e le ciliegie maturavano in grappoli succosi il giorno in cui il Signore della Terra di Buck e suo cugino il Conte passarono Sarnoguado. Il Calendario della Contea segnava l’Anno 1484, e grazie alla lungimiranza acquisita con l’età e con l’esperienza, i due hobbit avevano intuito che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero attraversato il Brandivino; per questo, in un gesto spontaneo, avevano girato i cavalli e lasciato vagare lo sguardo sulla verde Contea.
Peregrino sapeva che da qualche parte, tra le floride colline a Ovest, sorgeva Tucboro, e sorrise al pensiero di suo figlio Faramir alle prese con la gestione del raccolto su ai Bianchi Poggi. Lanciò un’occhiata al cugino accanto a lui e vide i suoi occhi rivolti verso il panorama ma diretti oltre l’orizzonte visibile. Subito seppe a chi erano rivolti i suoi pensieri, e ne ebbe la conferma quando lo vide infilare una mano nella tasca del panciotto ed estrarne un involto di pelle insieme ad una delle sue pipe. Era quella che Bilbo aveva regalato ad entrambi, in quel giorno lontano a Gran Burrone; era una bella pipa di fattura elfica, con il bocchino di perla e con filetti d’argento lavorato, e quando Merry la fumava la sua mente errava nel ricordo di amici lontani e di battaglie combattute.
    « Ricordi quel tempo in cui andavamo a caccia di nidi d’uccelli? » gli chiese Peregrino, dirigendo lo sguardo sul lungo nastro d’acqua che percorreva prati e boschi.

Meriadoc annuì, sbuffando volute di fumo.
    « L’avresti mai detto, allora, che un giorno saremmo entrati a far parte di un esercito? » proseguì il Conte, passando l’indice sopra al ricamo d’argento con il simbolo dell’Albero che portava sul petto.

    « No » ammise Meriadoc, un malinconico sorriso sul volto. « Ma già avevo previsto che la tua intraprendenza prima o poi ci avrebbe cacciato in qualche guaio serio. »

    « Suppongo di dovermi ritenere soddisfatto per questo » rise Peregrino, guardando il cugino con affetto. « Da imprudente giovane hobbit qual ero, cacciare nei guai me e te era forse l’unica delle mie priorità. »

    « Non che io facessi nulla per impedirtelo » osservò Meriadoc divertito, il ricordo delle scorribande passate ancora vivo nella sua mente. Si intristì un poco, nel pensare a quanti anni fossero trascorsi. « È passato così tanto tempo che non mi capacito di come possa ancora succedermi di dimenticarmi l’età che ho. »

    « Il traguardo raggiunto da Bilbo è ancora lontano » osservò Peregrino. « Possiamo ancora spassarcela per più di dieci anni. »
    « Hai ragione » ammise Meriadoc, e quella strana malinconia passò rapidamente così com’era venuta. Se c’era una cosa che Pipino era sempre stato in grado di fare, quella era decisamente migliorargli l’umore. « Vorrei proprio sapere che cosa combina Frodo, là, oltre il mare. »

   « Anch’io » concordò Peregrino. « A dispetto del mio cognome, sono sempre stato curioso come un Soffiatromba. Tuttavia sospetto che la nostra curiosità non verrà mai saziata; non siamo mai stati grandi beniamini degli elfi, io e te. Ma coraggio, Merry, la Via prosegue senza fine, come diceva il vecchio Bilbo. »

E così si avviarono; i cavalli con andatura cheta ma decisa, e i due cugini ritti sulle selle, in una postura regale che nonostante l’età avanzata ricordava ancora quella con cui avevano fatto il loro ingresso nella Contea diversi anni addietro, quando la loro singolare altezza e le loro brillanti cotte di maglia erano state additate con stupore e ammirazione.





















Frida's corner ~

Ho scritto questa storia basandomi su ciò che nell’Appendice B al Ritorno del Re è scritto riguardo all’anno 1484: “In primavera giunse nella Terra di Buck un messaggio da Rohan: Re Eomer desiderava vedere Messere Holdwine per l’ultima volta. Meriadoc era già anziano (102 anni) ma ancora sano e vigoroso. Si consultò con il suo amico il Conte, e poco dopo ambedue affidarono beni e incarichi ai figli e passarono Sarnoguado. Non furono mai più visti nella Contea.” Essendo stata molto affezionata a Merry e Pipino per tutta la durata della saga, immaginarli abbandonare la Contea da anziani mi ha procurato un’immensa commozione, e ho deciso di scriverci su nonostante il timore di esordire in questo sacro fandom fosse davvero tanto.

Il titolo è un verso della terza versione (quella cantata da Bilbo a Gran Burrone nel Ritorno del Re) di La Via prosegue senza fine. “Curioso come un Soffiatromba” è invece un’espressione da me inventata; ho immaginato che nello stesso modo in cui gli hobbit sentono in modo molto forte l’appartenenza alla propria famiglia, potessero anche esistere caratteristiche che nel corso delle generazioni sono diventate tipiche di una certa famiglia (in questo caso, una curiosità particolarmente accentuata per i Soffiatromba).

Spero che il missing moment vi sia piaciuto e vi ringrazio per aver letto. ♥
Frida

   
 
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