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Autore: Puerto Rican Jane    21/04/2013    2 recensioni
Non poteva essere. Non proprio Fred. Non riusciva a crederci. Era semplicemente impossibile. Fred, sempre così pieno di vita, che sembrava non sarebbe mai invecchiato, figuriamoci morto. Fred, che le aveva insegnato a sorridere alle difficoltà e farsi una sonora risata quando tutti erano nella disperazione, ora era morto. Ripensò a quanto si erano divertiti assieme, a provare le Merendine Marinare, a giocare a Quidditch, a sgattaiolare di notte per prendere uno spuntino dalle cucine. Lui, il suo migliore amico, il ragazzo che aveva sempre segretamente amato, ma non aveva mai avuto il coraggio di rivelarglielo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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WISH YOU WERE HERE
 
 
Jane si svegliò all’improvviso. Non poteva crederci: si era addormentata nel bel mezzo di una guerra magica! Uscì dall’aula in cui aveva dormito e percorse in fretta un corridoio che portava a quello principale: strano, non sentiva nessun rumore, non vedeva nessun lampo di luci colorate. Quando si trovò in mezzo all’ingresso restò a bocca aperta: non c’era nessuno, ma soprattutto, ogni cosa era distrutta. C’erano tracce della battaglia ovunque: colonne che erano state colpite da qualche anatema e ora giacevano a terra, crollate; muri e corridoi franati; armature a terra, distrutte; finestre in frantumi. Percorse quel corridoio nel quale aveva camminato per sette anni  assieme ai suoi compagni, a volte esultanti perché stavano arrivando le vacanze, altre imbronciati, per i troppi compiti. Ma ora tutto era distrutto, andato. Una brezza fresca la avvolse. Voltò lo sguardo di lato: un altro corridoio franato, che lasciava intravedere la Foresta Proibita. Era insolitamente tranquilla: possibile che i Mangiamorte se ne fossero andati?
Proseguì dirigendosi verso l’ingresso; all’improvviso si accorse di un brusio che prima non aveva notato, proveniente dalla Sala Grande. Avanzò lentamente verso la grande porta di quercia, sperando vivamente che i Mangiamorte non si fossero dati appuntamento proprio lì. Aprì lentamente la porta ed entrò. Uno spettacolo straziante la accolse: decine di corpi stesi in una lunga fila, e quello che aveva scambiato per un brusio, era in realtà il pianto sconsolato di chi aveva perso parte della sua vita. Fu come se le avessero fatto ingoiare un mattone, come se avesse un enorme peso nello stomaco. Cominciò a camminare, ansimante e tremante, con uno stretto nodo alla gola. Mille pensieri le affollarono la mente: forse fra quei corpi c’erano persone che conosceva, che aveva salutato nei corridoi, che magari non le erano simpatiche, ma ora quello non importava più, e, forse, persone a cui aveva voluto bene, con le quali si era divertita assieme.
A un certo punto le sembrò di vedere un’indistinta macchia rosso fiamma sulla sinistra. I Mangiamorte? Si voltò di scatto, brandendo la bacchetta. Ma vide che erano solo la famiglia Weasley e i loro capelli fulvi, e si rilassò, ma per poco. Si rese conto che erano tutti inginocchiati e in lacrime attorno allo stesso corpo. C’erano anche Harry Potter e Hermione Granger, amici della famiglia. Si avvicinò in fretta, il nodo alla gola si strinse così tanto da diventare insopportabile. Quando si trovò a pochi metri dal corpo… Tutto si fermò. Era Fred. Si lasciò cadere al suo fianco, inginocchiandosi, dato che le gambe non avevano resistito ad uno shock tale. Gli occhi cominciarono a bruciarle e si riempirono di lacrime che le rigarono il viso, sempre più abbondanti. Non poteva essere. Non proprio Fred. Non riusciva a crederci. Era semplicemente impossibile. Fred, sempre così pieno di vita, che sembrava non sarebbe mai invecchiato, figuriamoci morto. Fred, che le aveva insegnato a sorridere alle difficoltà e farsi una sonora risata quando tutti erano nella disperazione, ora era morto. Ripensò a quanto si erano divertiti assieme, a provare le Merendine Marinare, a giocare a Quidditch, a sgattaiolare di notte per prendere uno spuntino dalle cucine. Lui, il suo migliore amico, il ragazzo che aveva sempre segretamente amato, ma non aveva mai avuto il coraggio di rivelarglielo.
Cominciò a singhiozzare, gli prese la mano, fredda, immobile, morta, e la strinse. Guardò il suo volto, come se stesse cercando di imprimerlo nella mente, in ogni minimo dettaglio: gli occhi azzurri, che un tempo erano sempre gioiosi, ora erano freddi, di ghiaccio; i capelli fulvi, anche ora arruffati come sempre; e la bocca che, cosa sorprendente, era stesa in un’ultima risata, ma c’era qualcosa, non sapeva cosa, che non andava in quel sorriso, come se non avesse l’anima, come se fosse solo lo spettro di una risata. Mentre lo guardava, non lasciò mai andare la sua mano, ne sbatté le palpebre, come se avesse fatto l’una o l’altra cosa Fred sarebbe sparito, per sempre.
Si accorse che qualcun altro, di fianco a lei, stava singhiozzando in modo ancora più disperato, come in preda a degli spasmi: era George. Un moto di infinita compassione la avvolse e gli passò un braccio attorno alle spalle. Lui si girò e la guardò negli occhi: erano disperati, sconsolati, arrossati e pieni di lacrime ancora da versare. Poi riprese a piangere, accasciandosi sul petto del fratello morto. Come doveva essere, pensò Jane, aver perso il proprio gemello? Aver come perso parte della propria anima, del proprio spirito? Come doveva essere non avere più ricordi felici, quando tutti i momenti lieti che hai sono legati a una persona morta, alla persona che hai amato più di tutti, ma che adesso se n’è andata? George doveva sentirsi così: straziato, come se una mano fredda gli avesse perforato il petto e tolto parte del cuore.
Non riusciva a capire che senso avesse continuare a vivere, quando Fred, una persona che le era stata così dannatamente cara e che aveva amato, se n’era andato. Ma poi, un pensiero le attraversò la mente: Fred non l’avrebbe voluto. Non avrebbe voluto che si deprimesse in quel modo, ma che si alzasse e riprendesse a combattere, finché Voldemort non fosse morto. Avrebbe affiancato Harry Potter ovunque pur di aiutarlo a sconfiggerlo, pur di far sì che la morte di Fred fosse stata vana. E poi sorrise, come le aveva insegnato Fred. Solo pochi minuti prima aveva creduto che non sarebbe riuscita a farlo mai più. E, cosa ancora più incredibile, avrebbe potuto giurare che gli occhi di Fred le avessero risposto, ammiccando, ma probabilmente le lacrime le avevano offuscato la vista.
 
 
 
Ciao a tutti!
Questa è la prima fanfiction che scrivo su Harry Potter, ed è stata anche la prima che ho scritto (non la prima che pubblico…). È successo un paio di anni fa: stavo leggendo (per quella che credo fosse la ventunesima volta) “Harry Potter e i Doni della Morte”, nel punto della morte di Fred e, come da copione, ho pianto per l’ennesima volta su quelle pagine che ormai sono quasi illeggibili da tutte le lacrime che ci ho versato sopra (vi sembrerò una bambinetta, ma quando leggo un libro mi immedesimo così tanto nei ruoli che è come se li conoscessi anch’io). Quando poi sono andata a letto mi sono chiesta come dev’essere stato questo dal punto di vista di George. Così ho pensato di buttare giù qualche pensiero, vissuto però dal personaggio di Jane, inventato da me (ecco qualche dettaglio su di lei: Grifondoro, nata nel 1979, quindi hanno un anno in meno di Fred e uno in più di Harry, gioca da cacciatrice nella squadra di Quidditch di Grifondoro, è sempre stata molto legata a Fred e George sin dai primi giorni di scuola, ma nonostante con George ci fosse solo amicizia, era innamorata segretamente di Fred da tempi immemori).
Il titolo è riferito, naturalmente, alla canzone dei Pink Floyd “Wish you were here”: non centra con Harry Potter, ma mentre stavo trascrivendo la storia aveva messo su questo cd e mi sembrava che come titolo fosse perfetto: malinconico fino al punto giusto!
Spero sinceramente che vi sia piaciuta il mio frammento di storia, e si vi va lasciate anche qualche recensione!

Se vi piace il mio modo di scrivere, questo è il link di un’altra mia storia: riguarda la mia più grande passione (e anche il mio primo amore!): Bruce Springsteen! È ambientata alla fine degli anni ’60, in New Jersey ed è una storia d’amore  (non potevate aspettarvi altro da me!): 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1692228&i=1
  
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