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Autore: Mistress Lay    09/11/2007    24 recensioni
Tu mi piaci, Sasuke. Quanti significati poteva avere quella frase?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Tu mi piaci, Sasuke -

Tu mi piaci, Sasuke

by Mistress Lay

Sezione: Naruto

Sottosezione: Verde, Shonen-ai

Disclaimer: tutti i personaggi e situazioni appartengono a Masashi Kishimoto e a chi ne detiene i diritti. Sono una mera fanwriter che, per una volta, ha deciso di usare Naruto e Sasuke per quattro parole in croce, per puro divertimento (ovviamente mio, mica dei personaggi!) e che non ci guadagna un solo centesimo

 

Notes: Ebbene sì, approdata anche qui! XD La mia prima SasuNaru nientemeno…

Mi sembrava giusto, dopotutto, la coppia SasuNaru è la seconda mia preferita coppia di Naruto! *.* La prima, ovviamente, è la GaaNaru, e vi avverto già – a scopo puramente intimidatorio (eheh) XD – che una shot su quest’ultima coppia è già bella che pronta.

La qui presente shot invece è una shottina piccina-picciò, scritta per il puro gusto di scriverla, per questo, probabilmente, la troverete un po’ insignificante *mumble mumble* U.U

 

Più che gradito qualsiasi tipo di commento, visto e considerato che è la mia prima fic in questo fandom… -.-‘’

 

 

*

 

 

- Tu mi piaci, Sasuke -

 

Sasuke voltò bruscamente il capo verso il ragazzo che aveva appena pronunciato quelle quattro parole. Quasi perse l'equilibrio dalla placida posa che aveva assunto da quando era salito sopra il ramo dell'albero e si era seduto, riflettendo tranquillamente per i fatti suoi.

Non pensava a nulla in particolare, desiderava solamente silenzio e tranquillità, oltre ad un rifugio dalle sue numerose ammiratrici che non perdevano giorno ad inseguirlo come assatanate. Gemendo, Sasuke aveva pensato a Sakura, l’invidiabile costanza dimostrata dalla ragazza nei suoi inseguimenti era veramente notevole. Se non fosse lui l’oggetto di quei desideri inappagati, Sasuke l’avrebbe ammirata.

Aveva passato lunghi istanti a fissare le foglie dell’albero sul quale era appollaiato, ammirando la luce del sole penetrare tra queste piccole accumulatrici di calore quando il suo delicato sogno di cristallo si era bruscamente frantumato dall’arrivo di Naruto Uzumaki.

Quando questi era arrivato Sasuke lo aveva salutato brevemente con un piccolo cenno di capo per poi tornare a fissare il nulla con le mani in tasca, una gamba piegata contro il petto e una a penzoloni giù dal ramo. Classica posa pensosa.

Naruto lo aveva guardato in silenzio per un po', senza nemmeno ricambiare il saluto, con le braccia incrociate dietro la nuca, e se n'era uscito con quell'affermazione inaspettata. Così, senza preavviso.

 

Tu mi piaci, Sasuke.

 

Quanti significati poteva avere quella frase?

 

Tu mi piaci, Sasuke.

 

Come ninja?

Come amico?

 

Come... qualcos'altro?

 

Sasuke lo guardò sorpreso, tirandosi in piedi dalla posizione accovacciata con la quale era atterrato dopo aver perso l'equilibrio dal ramo.

Naruto era lì, di fronte a lui, nella stessa posizione di prima e non si era mosso di un millimetro, aveva gli occhi azzurri calmi come pozzi limpidi, ingenui, sinceri, era quello di sempre. E lo fissava.

Si aspettava una risposta?

Per la prima volta, Sasuke non sapeva proprio che dire.

Il suo autocontrollo gli impedì di aprire bocca per balbettare qualcosa che poteva assomigliare molto approssimativamente ad un 'C-che... cosa? ... eh?' ma per fortuna era così shockato da quell'assurda situazione nella quale si trovava che nemmeno riusciva a balbettare, risparmiandosi una figuraccia assicurata.

 

Tu mi piaci, Sasuke.

 

Sasuke avrebbe voluto chiedere 'In che senso?', ma la sua mente si era persa in una spirale di dubbi amletici.

E poi… che reazione avrebbe dovuto avere?

Avrebbe dovuto sentirsi lusingato? Ansioso? Schifato?

 

Respira, Sasuke, si redarguì mentalmente, Non dimenticarti di respirare.

 

Naruto gli girò le spalle: - Volevo solo dirti questo, nient'altro - il viso paffuto sembrava deluso, gli occhi incupiti. Se ne andò e Sasuke non fece nulla per fermarlo.

E come avrebbe dovuto fermarlo?

Gridando ‘Dobe’? Prendendolo per un polso?

 

Respira, Sasuke.

 

Quando fu finalmente solo, Sasuke arrossì.

Era totalmente una reazione inaspettata che non la registrò se non qualche secondo dopo, quando tornò con i piedi per terra. Ma ormai era solo.

 

Tu mi piaci, Sasuke.

 

Qualsiasi cosa Naruto avesse voluto dire Sasuke ne era lusingato… no, non lusingato ma felice, straordinariamente felice… come non lo sono mai stato… e nel petto sentì dilagare una sensazione di 'calore' come non ne aveva mai provata prima, se non quando... se non quando?

 

Senza perdere altro tempo con le sue elucubrazioni ritardatarie corse dietro a Naruto, confuso, ma ben deciso a chiarire la situazione chiedendo al diretto interessato quale significato si celasse dietro le sue parole.

Lo trovò poco dopo, al chiosco del ramen, assieme a Shikamaru, Kiba e Chouji.

Si fermò a debita distanza e lo fissò.

Apparentemente per riprendere fiato, in realtà per studiare la sua figura.

Lo guardò mentre questi discuteva animatamente con Kiba, ridendo assieme agli amici, lo guardò mentre accarezzava il capo di Akamaru, e mentre gli veniva porta una ciotola di ramen, Kiba lo prese in giro per qualcosa che Sasuke non riuscì a comprendere, poi Shikamaru commentò qualcosa e Chouji per la prima volta smise di mangiare la sua settima ciotola di ramen per dire la sua.

Naruto si impazientì sulla sedia, protestando, e allora Sasuke rivolse tutta la sua attenzione verso di lui, dimenticandosi di tutta Konoha attorno a loro.

 

Tu mi piaci, Sasuke.

 

Perchè, di tutte le persone, proprio lui?

Riflettendo Naruto avrebbe potuto dire quella frase - e tutte le implicazioni che ne conseguivano - a chiunque, verso qualsiasi altra persona. E l'aveva detta proprio a lui, a Sasuke... non si supponeva che dovessero essere rivali?

Facendo una lunga rassegna di persone alle quali Naruto avrebbe potuto dire una cosa del genere... Sakura era sicuramente al primo posto, a Naruto piaceva da tempo immemorabile, no?

E se non proprio lei... forse Hinata? Lei, con il suo sorriso sempre gentile.

No?

Allora forse Shikamaru? No, erano grandi amici, almeno quanto era amico di Kiba o Chouji.

E se fosse Gaara o Neji? Il fascino degli opposti, si chiamava...

Ma no, nemmeno loro.

No, lo aveva detto a lui, a Sasuke Uchiha.

Perchè?

Sasuke era dispiaciuto ma che cosa avrebbe potuto dire a quel usuratongachi? Quale risposta avrebbe potuto dargli?

 

Tu non mi piaci, Naruto.

 

Bugia.

 

Tu sei speciale, Naruto.

 

Sasuke scosse violentemente la testa pensando a quella strana e improbabile confessione, incurante degli sguardi che stava attirando strizzò gli occhi e strinse i pugni, cercando di scacciare quella riflessione. Sì, perché già si era immaginato Naruto sorridere a quella sua risposta, se lo era immaginato con un dolce sorriso, con quelle fossette ad adornargli le guance paffute. Si era immaginato forse il suo rossore. O forse la sua allegra replica ‘certo che lo sono, no, teme?’. E poi a ridere. Si era immaginato un Naruto felice, un Naruto tra le sue braccia…

Ma che razza di pensieri...

E se... fossero quelli giusti?

 

Naruto.

 

Naruto, con quel sorriso che gli illuminava sempre il viso, con quegli occhi azzurri, grandi, allegri, o tristi o determinati, con i suoi capelli color del grano, setosi al tatto senza dubbio, luminosi ai raggi del sole come se si presentassero come lo specchio del sole stesso e quella fascetta con il simbolo del Villaggio della Foglia che spiccava in mezzo ai capelli, raccogliendo un riflesso di sole, che rappresentava il suo vanto.

Naruto, che tanto aveva sofferto nell'infanzia e tanto soffriva ancora, che nonostante tutto non aveva mai chinato il capo e aveva cercato di diventare più forte. Con ogni stilla di determinazione, contro tutti e tutto.

Naruto, così forte e così fragile.

 

Naruto…

 

E Sasuke decise.

Seguì per una volta il puro e semplice istinto, ignorando quella vocina persistente nella sua testa che gli ripeteva ‘ma che stai facendo? Torna a fregartene di Naruto! Torna ad allenarti se proprio non riesci a stare con le mani in mano!’.

 

Sasuke raggiunse Naruto con il passo veloce e il viso nuovamente impassibile, occhi di ossidiana perforarono Shikamaru e Kiba che si erano voltati verso di lui: - Sasuke! Ti vuoi unire? – Kiba esibì il solito sorriso.

Ma l’Uchiha nemmeno rispose, afferrò il braccio di Naruto, incurante di questi che cercava di mangiare il suo ramen, e se lo trascinò dietro, senza troppi problemi. Naruto, sconvolto, nemmeno ebbe l’accortezza di protestare ma, appena compresa la situazione, cominciò a strepitare veementemente: - Ma che fai, teme? –

L’Uchiha continuò a trascinarselo dietro, incurante delle lamentele del biondo genin, incurante degli sguardi curiosi che la loro insolita coppia attirava e si fermò solo quando furono lontano dalla strada affollata, in mezzo alla vegetazione boschiva.

- Stavo mangiando il mio ramen! – si lagnò Naruto per l’ennesima volta, aveva le labbra ancora sporche. Tenero Naruto.

 

Tenero?

 

Naruto spalancò gli occhioni azzurri, sorpreso dallo strano comportamento dell’altro ragazzo – dicesi strano: lo guardava senza dire niente, mezzo sorpreso e mezzo confuso, un po’ pensieroso e un po’ distratto. Decisamente strano -, incrociò nuovamente le braccia dietro il capo: - Che cos’hai Sasuke? –

- Niente! – esclamò veementemente Sasuke.

 

Tenero?

 

Naruto lo guardò scettico e sospettoso: - Sarà… - gli concesse, senza indagare oltre – ma che cosa volevi? Io voglio tornare a mangiare il mio rameeeeeeen! – piagnucolò.

Sasuke si mise le mani in tasca, cercando di simulare un’indifferenza che non aveva internamente ma, nonostante tutto, riusciva ad imitarla esternamente. Tanto meglio.

- Che cosa intendevi con la frase di prima? – domandò pacatamente.

- Quello che ho detto! – domanda diretta, risposta diretta. Naruto lo guardava senza alcun imbarazzo, come se avesse affermato una cosa del tutto normale, ordinaria, come se fosse abituato a quel genere di dichiarazioni. E non era vero.

Sasuke si trattenne dallo sbattersi una mano sulla fronte per disperazione: - Sai che significato hanno le tue parole? – lo incalzò, sperando di ricevere, da domanda fastidiosamente precisa, una risposta soddisfacente.

Naruto sbattè le palpebre: - Sì – rispose tranquillamente.

, ha risposto in maniera così tranquilla.

 

Ma che sa che significato hanno le sue parole? Veramente?

 

A Sasuke mancarono le parole, quindi quella di Naruto era l’unica verità possibile, sapeva della sua reale realtà palpabile della sua confessione. Sapeva delle implicazioni che potevano portare la sua dichiarazione, perché, dopotutto, era di una dichiarazione che si parlava.

Quindi…

 

Tu mi piaci.

 

‘Piaci’ in che senso?

Sasuke vorrebbe tanto dire qualcosa, vorrebbe chiedere Ma, ‘piacere’ in che senso?, una domanda banale, ma ricca di significati, rivelatrice. Avrebbe voluto fare quella domanda diretta, senza tentennamenti e senza giri inutili di parole.

E soprattutto avrebbe voluto una risposta.

Una risposta gradita- no, aspetta un attimo… ‘gradita’?

 

- Ora posso tornare a mangiare il mio ramen? – domandò Naruto strizzando gli occhi imbronciato.

- No – rispose Sasuke, prese il coraggio a due mani e domandò nuovamente – Ma ‘piacere’ in che senso? –

Naruto spalancò gli occhi, pozze acquamarina di stupore, incrociò nuovamente le braccia dietro la testa, a mo’ di cuscino: - In quel senso – era un gesto che denotava nervosismo? Un gesto stizzito? Annoiato?

Sasuke non lo sapeva, ma disperatamente voleva cercare di carpire quale fosse lo stato d’animo di Naruto attraverso la sua gestualità, visto che Naruto sembrava, per il moro, troppo criptico nelle risposte verbali.

 

O forse sono io che mi aspetto qualcos’altro.

 

- Quale? –

Naruto si concesse un sorriso, così lieve da sfiorare appena le sue labbra infantili, innocenti, come la creatura che è.

- Sei mio amico, uno dei pochi. Tu, Kakashi-sensei, Iruka-sensei e Sakura-chan siete un po’ come la famiglia che non ho mai avuto – confessò il biondo – Siete stati i primi ad accettarmi. Ti ricordi… mi hai detto, quando affrontavo Gaara, che gli amici non si abbandonano mai… mi hai fatto così felice, Sasuke! – sorrise apertamente questa volta.

 

Sasuke è indeciso se buttarsi a terra per la disperazione o prendere per le spalle Naruto e scuoterlo fino a quando questi non trovasse una risposta accettabile. Perché la risposta di Naruto è ‘gradita’ se si parlava di compagni di squadra, se si parlava di amici. Ci sarebbe stato bene se Sasuke avrebbe annuito con il capo, avrebbe accennato un sorrisetto… ma loro non…

 

No… un attimo…

 

Perché, lui e Naruto che cos’erano?

Sasuke ebbe l’impressione che la sua testa fosse sul punto di scoppiare.

 

- E allora? – lo incalzò – Che c’entra ‘piacere’? perché ti piaccio? – gesticolò, assurdamente a disagio, ansioso di sapere.

- Perché sei mio amico, no? -

Ed ecco la risposta, chiara, semplice, che distrusse il castello di speranze di Sasuke nemmeno si era accorto di star costruendo.

 

Mi piaci come amico.

 

Sasuke infilò nuovamente le mani in tasca, il suo viso perse l’agitazione che lo aveva contraddistinto in questi ultimi istanti, tornò ad esibire quella maschera indifferente che adorava e che gli era così congeniale.

 

Mi piaci come amico.

 

- Ah -

Naruto lo guardò sorpreso da quel cambiamento di espressione: - Che hai Sasuke? –

- Niente. Puoi tornare a mangiare il ramen se vuoi. Non ti disturberò più -

Naruto mise il broncio, crucciato: - Potevi dirlo subito, no? Certo che sei strano Sasuke! –

 

Carino.

Naruto è carino.

 

E’ speciale.

 

Sasuke cercò di strapparsi di dosso quei pensieri totalmente fuori luogo. Ok, aveva appurato che Naruto lo considerava un amico, un amico speciale. Bene. Sasuke dovrebbe essere contento.

Però…

Che cos’era quello strano e scomodo turbamento al cuore?

 

Assomigliava vagamente ad una certa forma di… delusione?

 

Osservò la schiena di Naruto, di lui che si allontanava per la sua strada e per tornare al chiosco di ramen.

 

Sempre il solito.

 

Però quella confessione ancora gli bruciava, ora che ha avuto quella risposta non ne è soddisfatto, vorrebbe qualcosa di più, un esito diverso, ancora qualche speranza.

Speranza per cosa, poi?

Perché aveva sentito quella calda stretta al cuore quando Naruto gli aveva rivelato che gli piaceva?

 

Ero felice.

 

Sasuke continuò a fissare la schiena di Naruto che si allontanava, la sua felpa arancione sgargiante, i suoi capelli biondi al vento.

 

Che senso ha?

 

Sasuke voleva tornare ad allenarsi, a pensare in santa pace ma, per la seconda volta quel giorno, improvvisamente, i suoi piedi si mossero da soli, guidati dal puro e semplice istinto. Corse per raggiungere Naruto, lo afferrò per il polso, e Naruto si girò, sorpreso, chiedendosi, forse, che diavolo fosse preso a Sasuke stavolta.

E poi le sue parole, quelle che sconvolsero Naruto e gli diedero libertà di sorridere apertamente, felice e di arrossire persino.

 

- Tu mi piaci, Naruto – disse Sasuke con serietà e poi ci tenne a chiarire, a scanso di equivoci futuri – E non come amico -

 

 

.ThE eNd.

 

 

Che ne pensate?

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Miss

  
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