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Autore: Readme    21/04/2013    5 recensioni
"Ma a otto anni, nessuno ti dirà che cantare è solo un bel sogno. A dieci anni, nessuno ti dirà che ovunque andrai, nulla in te andrà bene. A dodici anni, non ti confesseranno che nessuno crederà nella tua musica, perchè a nessuno interesserà davvero quella. A nessuno interesserà il tuo nome, perchè tu sarai solo la fidanzata di qualcuno, la puttana di turno. A quattordici anni, nessuno ti racconterà che il mondo della musica non è fatto di musica, ma di odio, invidia, cattiveria. A sedici anni, quando quella bambina ti riconoscerà per strada, non penserai che forse quando crescerà ti odierà, ti odierà per essere uscita con il suo idolo. E nessuno, ti chiederà mai ad otto anni, se ne varrà mai la pena".
Taylor lascia il mondo della musica dopo lo SNT. Non è la ragazza forte che tutti si aspettavano. Non dopo averle fatto sanguinare il cuore fino ad ucciderla.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Breaking point.



Primo capitolo.








Adrenalina. Ricordo questa sensazione. Pensavo che ormai facesse parte di me. Che dopo la prima volta sarebbe sparita, assieme al nervosismo, assieme alla mancanza di ossigeno e alle mani che diventavano rosse per coordinarsi alle mie guance. Ho anche creduto che alla fine quelle sensazioni non le avrei mai più dovuta sentire, era quello il prezzo da pagare per la mia libertà.

 

Quando hai otto anni e strimpelli la tua prima chitarra davanti agli occhi lucidi dei tuoi genitori, pensi che lo facciano perché sei semplicemente loro figlia. Quando poi tuo fratello invece di prenderti per stupida, applaude silenzioso, pensi che abbia sbattuto la testa da qualche parte. Quando uno sconosciuto però, schiude la bocca e comincia ad imitare tuo fratello, credi davvero di essere speciale, credi di valere qualcosa, di dover essere qualcos'altro di più importante che una semplice bambina dai capelli ricci e biondi. A dieci anni, quando finisci di scrivere la tua prima strofa pensando al bambino che oggi ha voluto scherzare suoi tuoi capelli assieme a tutta la classe, credi di non volere di nuovo niente. Una stupida bambina riccia. Eppure continui a strimpellare, pensando che forse un giorno, qualcuno vedrà in te qualcos'altro. Quando ad undici anni cominci a crederci, pensi che diventerai una cantante, una di quelle importanti, una di quelle che stringono tra le mani un premio e ringraziano la propria famiglia e i propri fans per il supporto. Già ti ci vedi, in una casa, tra delle tendine gialle, vicino al tuo gatto, pensando a dove posare il nuovo premio ottenuto. A dodici anni, quando finisci la tua prima vera canzone, quando la canti a tua madre, quando per la festa del nove luglio decidi di mostrarla a tutta la tua famiglia, credi davvero di essere una cantante, una vera, con il tuo primo pubblico. Quando decidi di esibirti in un concorso, pensi che nessuno ti noterà, ma nel profondo ci speri davvero. Ed accade. E continui a scrivere canzoni, ci credi ed attendi trepidante di avere i tuoi premi, di essere davanti a qualcuno che canta le tue parole con te. A quattordici anni, invece di piangere sui tuoi sogni, invece di bruciare le foto che ti raffigurano assieme al tuo primo amore, decidi di scriverlo, decidi che quella ferita deve bruciare tra le tue stesse note, deve bruciare sulle bocche di tutti e sul suo cuore, per aver spezzato il tuo. A sedici anni, quando finisci di registrare la tua ultima canzone del tuo primo album, pensi che Abigail uscirà dal nulla per dirti che è tutta una farsa. Ma lei sta lì, dall'altra parte del vetro a sorridere, goffa com'è, a stringere tutti i produttori che trova lì accanto. Quando una bambina per strada chiama il tuo nome, lo chiama forte, tirando la gonna della sua mamma verso di me, pensi di avercela fatta. Ma a otto anni, nessuno ti dirà che cantare è solo un bel sogno. A dieci anni, nessuno ti dirà che ovunque andrai, nulla in te andrà bene. A dodici anni, non ti confesseranno che nessuno crederà nella tua musica, perché a nessuno interesserà davvero quella. A nessuno interesserà il tuo nome, perché tu sarai solo la fidanzata di qualcuno, la puttana di turno. A quattordici anni, nessuno ti racconterà che il mondo della musica non è fatto di musica, ma di odio, invidia, cattiveria. A sedici anni, quando quella bambina ti riconoscerà per strada, non penserai che forse quando crescerà ti odierà, ti odierà per essere uscita con il suo idolo. E nessuno, ti chiederà mai ad otto anni, se ne varrà mai la pena.

 

Ho dovuto chiedermelo. Ho risposto che non ne valeva la pena. A mentire ci si abitua, i sorrisi falsi nelle interviste - quelli veri li conservi per i tuoi fans -, il viso abbastanza truccato per non far trasparire il rossore delle guance dovuta alla vergogna di aver mentito, le parole omesse, il fatto di dover essere casta, perfetta, apatica. Perché almeno quello, almeno quello lo puoi mostrare. Ma non ne varrà la pena. Sarai troppo apatica, sarai poco perfetta. Nulla in te sarà giusto, solo le parole con cui sarà associato il tuo nome. Ne vale la pena?

 

-“Taylor, tra tre minuti tocca a te, fatti trovare pronta” - Grida qualcuno abbastanza forte da farmi smettere di pensare. Un bene, visto che dopo quasi due anni di riflessioni la risposta ancora non so darla. Ne vale la pena? Davvero? Sento dal camerino le urla soffocanti del pubblico. Mi batte forte il cuore. Ansia. Ossigeno. Adrenalina. Ne sento quasi l'odore. Gridano per te, ti vogliono. E se invece stessero solo fischiando? Stringo i pugni. - “Tay, ti stavo cercando, tutto bene?” -. Giro la sedia rossa verso la porta semiaperta, la faccia di Louis e metà del suo corpo sono dentro il camerino. Mi guarda accigliato e con un velo di preoccupazione. Sorrido e mi alzo sistemando lo strascico rosso e dorato abbottonato al dietro dei pantaloncini neri. Passo le mani sulla giacca piena di lustrini, mi calza a pennello, è comoda, corta davanti e un po' più lunga sulla schiena. Manca solo il capello. Mi giro nuovamente verso lo specchio e me lo infilo, poi sistemo il rossetto rosso e riguardo Louis. - “Come sto? Immatura? Grassa? Troppo magra?” - Louis non mi da il tempo di finire la frase e mi prende per le spalle scuotendomi. - “Alison, sei perfetta, spacca il culo a tutti là fuori” - Sorride mentre io metto il broncio. Odio che mi chiami con il mio secondo nome. - “Li senti? Aspettano te da più di un anno Swift, aspettano solo te” -.“Non è che stanno solo fischiando per me?” - Chiedo abbassando lo sguardo e torcendomi le mani già madide di sudore.

 

-“Taylor, nemmeno ti dirò quanto tu sia importante per me, perché lo sai. Ma da quando è uscito quella clip sul tuo ritorno, mostrando le tue gambe sul palco di MTV, senza far vedere il tuo volto, il mondo non ha fatto che eccitarsi pensando ad un tuo probabile ritorno in scena” -. Sorrido sincera alle sue parole, facendo aumentare il rossore sulle mie gote. Aveva ragione, lo sapevo. Avevo rilasciato un video di pochi secondi dove annunciavo il mio ritorno in scena, lì sul palco degli MTV Music Awards. Li avrei aperti io, con il mio nuovo singolo dopo un anno e mezzo di silenzio. Lasciare le scene era stata una scelta presa senza davvero pensarci. Ma sapevo che prima o poi avrei toccato il fondo arrivando al mio punto di rottura. Lui, lui era stata solo l'ultima goccia. Lui sarebbe stato lì tra il pubblico e forse nemmeno sarà meravigliato dalla mia presenza o scosso. E non l'ho mai visto arrivare. Annuii distrattamente a Louis, lisciai nuovamente lo strascico e stringendogli semplicemente la mano, uscii dal mio camerino consapevole che alla mia entrata in scena mancava una manciata di secondi.

 

-“Allora Taylor, ricapitoliamo, ora canti l'intro davanti al telo, sullo schermo trasmetteremo il video del tuo ritorno a ripetizione, poi finisci, scendi dal parco ed entri dall'entrata posteriore, ti fai il corridoio e arrivi nuovamente sul palco, d'accordo?”- Annuii. Conoscevo bene le mosse che dovevo fare, ci avevo lavorato con Abigail. Volevo fare una grande entrata. Presi il microfono, ancora agitata. Le mani mi tremavano, accanto a me vidi l'assistente di prima ravvivarsi le labbra con un rossetto rosso. Con un semplice 'scusa' glielo rubai e aprendolo, scrissi sulla mia mano il numero tredici. Mi sentii immediatamente come prima. Non era cambiato nulla, solo il mio spirito. Ora ero più forte. Non mi ero mai messa davvero alla prova, dopo lo scandalo che mi ha portato alla deriva, non ero riuscita a leggere nessuna notizia che riguardasse il mio nome. Adesso ero lì. Restituii il rossetto alla ragazza di prima e mi posizionai davanti al telo rosso scuro. Le luci si spensero e vidi Grant strimpellare i primi accordi della base acustica.

 

I'm walking fast through the traffic lights. Busy streets and busy lives. And all we know is touch and go” . Cantai la prima strofa e cercai di non tremare o entrare in una crisi di panico, quando le urla del pubblico incitavano il mio nome o una semplice frase come 'Fatti vedere Taylor'.

Continuai con la base acustica fino al primo verso dove cantavo “This is the golden age of something good and right and real”-, all'ultima parola, girai la testa per far notare al pubblico che i miei capelli da sotto il capello erano completamente stirati. Come immaginavo, il pubblico cominciò a gridare più forte anche se ancora nascosta dall'enorme telo. All'ultimo accordo, le luci dell'intero palco si spensero, ed io corsi via per togliermi il capello, aggiustare i capelli e attraversare i corridoi in tempo per arrivare all'entrata posteriore ed entrare da lì, nel corridoio principale che poi riportava al palco, dove era diviso l'intero pubblico.

 

Arrivai in tempo per sentire la batteria iniziare a suonare. Sospirai pesantemente, vedendo i ballerini entrare prima di me per passare tra i posti dei candidati ai premi della serata e poi con strane capriole giungere sul palco come saette. Poi toccò a me. Entrai in scena. Alzai la mano libera dal microfono al cielo, intonando la prima strofa. Qualche ballerino mi seguiva da dietro imitando i miei movimenti, dettati da una precedente coreografia. Quando anche loro andarono via, cominciai a guardare il pubblico, erano in migliaia, per poco pensai che non avrei avuto la forza di cantare. Al distacco tra la prima e seconda strofa, corsi per tutto il corridoio principale girando come una stupida su me stessa e respirando le loro urla. Alla seconda strofa salii sul palco e ricominciai a ballare assieme ai ballerini. Credo di non sapere realmente come avevo fatto a stare lontano da loro per così tante tempo. Non riuscivo a tenere le mani giù, volevo alzarle per stringere ognuno di loro. Mi avvicinai alla fine del palco per stringere la mano a tutti, vidi che molti avevano notato il tredici sulla mia mano. Penso che il momento più bello è stato quando hanno stretto la mia mano. Ho sentito le farfalle nel mio stomaco. Ed ho trattenuto per quei pochi minuti le lacrime. Non volevo che fossi ricordata per questo. Questa era una serata speciale. Perché ero tornata, tornata per restare. Alla fine dello spettacolo, non riuscii più a trattenermi e mentre l'ultimo colpo di batteria veniva dato, strinsi forte il microfono e cominciai a urlare la parola 'Grazie' ad ogni lato del palco, che arrivasse a tutti, anche a chi mi odiava, anche a chi aveva festeggiato per la mia pausa. Poi, quando la voce mi finì, cominciai a ridere e lì giunse il presentatore di quella nuova edizione degli MTV Music Awards.

 

-“Taylor, eri, sei e sarai sempre uno schianto. Non credete?” - Chiese al pubblico rubandomi il microfono. Una lacrima fuggi dal mio occhio sinistro e l'asciugai velocemente, ma non abbastanza per non essere notata. Mi ero dimenticata come, ogni tuo gesto, fosse messo al centro dell'attenzione. - “Taylor, adesso piango anche io” -. Lo guardai balbettando qualcosa di incomprensibile, poi lo abbracciai forte, avevo bisogno di stringere qualcuno a me. - “Taylor, non hai nient'altro da dire?” - Rise, ed io risi con lui. Afferrai il microfono. - “Taylor è tornata!” - mentalmente aggiunsi il 'Bitch' di Britney, ero eccitata fino ad un certo punto. Il corpo di ballo stava rientrando ed io dovevo fare lo stesso, diedi la schiena a quello spettacolo. E sentii il mio cuore battere più di prima per la paura che come quella notte allo Speak Now Tour fosse l'ultima volta. Conscia che stessero presentando i candidati al primo premio della serata, corsi indietro, accolta dallo stupore del presentatore e del pubblico. Corsi per tutto il confine del palco e toccai tutte le loro mani. Poi inchinandomi davanti a loro, corsi dietro le quinte. Grant era lì, pronto ad abbracciarmi assieme all'intera band. Gridammo tutti insieme per la soddisfazione. Ed io risi. Risi come mai avevo fatto in quei anni.

 

-“La fottuta perfezione signori e signore” - La voce di Louis arrivò stordendomi, corsi ad abbracciarlo, ma mi fermai non appena vidi l'intera band degli One Direction assieme a lui. Louis al contrario non si fece intimorire e mi abbracciò, mi staccai da lui velocemente e sorrisi. - “Taylor, sei stata meravigliosa, non sai da quanto aspettavo un tuo ritorno in scena!” - Niall si fece spazio tra me e Louis e cercò di abbracciarmi, ma mi rifiutai. - “Ti ringrazio, ma sono tutta sudata” -. Ridacchiai nervosa e lui sorrise. Niall, era sempre stato gentile con me. Anche Zayn e Liam mi fecero i complimenti e giuro, avrei fatto di tutto per non assistere a quella scena. Avere un'altra me per queste occasioni. - “Ragazzi, siete fantastici, ma devo andare a cambiarmi, Selena mi aspetta” -, stoppai il loro chiacchiericcio e mi voltai, cercando il mio camerino, non volevo assistere ai suoi falsi ringraziamenti. Arrivata, sospirai sollevata. Mi cambiai, rinfrescandomi in bagno. Appoggiato sulla sedia rossa di prima, c'era il mio vestito. Lo avevo scelto assieme ad Austin. Lui diceva che era troppo per me. Credo che lo abbia scelto proprio per questo. Cosa si aspettava il mondo da Taylor Swift? Capelli ricci, colori pastello e gonne lunghe. Bene. Io ho fatto il contrario. Il vestito era lungo. Aveva uno stupendo scollo a cuore e lasciava le spalle scoperte ed anche la schiena, senza essere volgare. Era nero, faceva contrasto con la mia pelle chiara. La parte speciale era il sotto. Trasparente nei punti giusti, faceva intravedere le mie gambe e le scarpe alte e dorate che coordinava con il finale della gonna, che dal forte nero, andava sul dorato. Rifinii il rossetto rosso e l'eyeliner nero. Sistemai i capelli e fui pronta per uscire. Selena mi aspettava davvero.

 

Il fatto è che non me lo aspettavo appoggiato sul muro accanto alla porta del mio camerino. Era lì, con gli occhi chiusi, qualche riccio che copriva volontariamente le sue palpebre ed ancora il mio cuore, freddo, tra le sue mani. 


















Angolo dell'autrice :

Salve (?) Ho questa storia in mente da molto. Avevo 'paura' di metterla per iscritta. Ci ho messo due ore a farlo.
Sarà, ovviamente, una storia Haylor. Le date saranno un po' capovolte. Secondo la mia storia Taylor ed Harry si sono sconosciuti alla fine dello Speak Now Tour.
Red non è mai uscito, poi spiegherò meglio con i nuovi capitoli. Vi prego, se non vi piace la coppia, non commentate insultando. Questa storia non parlerà della coppia Haylor come è stata vista nella realtà, ma come la immagino io. Sarà una storia MOLTO OCC, andrà fuori dai caratteri che sembrano avere i personaggi nella realtà.
Cosa posso dire? Spero di non fare fiasco. Scialla :)

Oh, su twitter sono @onesposide

  
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