Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |       
Autore: Gan_HOPE326    10/11/2007    6 recensioni
“Mi chiamo Naruto Uzumaki, ho vent’anni, e sono un ninja. Sono fuggito dal mio villaggio. Ho tradito il mio sogno. La febbre mi sta divorando, e forse mi ucciderà. Ma nulla di tutto questo ha importanza per me…
…finché ‘lei’ mi resta accanto.”
Una fuga disperata, una donna misteriosa, un’insana passione. L’ultimo viaggio di Naruto, che lo condurrà alla ricerca del vero senso della sua vita, delle sue origini e della reale natura dell’Eredità del quarto Hokage. Perché anche i sogni più dolci, al mattino, possono avere un sapore sorprendentemente amaro.
Genere: Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia, nelle sue linee fondamentali, l’ho avuta in mente praticamente da quando ho cominciato a vedere Naruto

Questa storia, nelle sue linee fondamentali, l’ho avuta in mente praticamente da quando ho cominciato a vedere Naruto. Con il tempo l’ho affinata e migliorata, e mi sono deciso a scriverla solo negli ultimi mesi. Poiché credo che il mistero sia uno dei suoi punti di forza, non anticiperò nulla sul contenuto.

Ci tengo solo a dire che io ho scoperto Naruto solo attraverso la serie animata trasmessa in TV, e successivamente ho cominciato a collezionare la ristampa del manga. Questo significa che conosco la storia solo fino al volume 24 (uscito proprio oggi), e di ciò che accade dopo non so praticamente nulla. Siccome questa fanfiction si ambienta, invece, parecchi anni dopo il manga, non posso garantire che non ci siano incongruenze (del tipo, il personaggio X nella mia storia è vivo e invece dovrebbe essere morto, o viceversa). Per questo, e solo per questo, ho inserito la nota AU tra le avvertenze.

Direi che è tutto. Buona lettura, e commentate!

Legacy of the 4th

di Gan_HOPE326

1st – Grief and sorrow

These empty days are filling me with pain

After I left it seems my life is only rain

My heart is longing to the better times

When everything was still so fine

Stratovarius – “4000 rainy nights


Dove balla la foglia, arde il fuoco, diceva il Terzo Hokage; ma la pioggia spegne il fuoco, penso io, mentre davanti a me gli ultimi ostinati tizzoni ardenti si smorzano e infine muoiono con uno sbuffo di fumo bianco sotto le tediose e pesanti gocce d’acqua che li colpiscono. La pioggia flagella tutto questo paese ormai da settimane. La terra si impasta con l’acqua e tutto è fango; le case e gli alberi vengono trascinati via dalle alluvioni; il sangue, che non manca mai, viene lavato via, le mani tornano pure, o così sembra.

Mi chiamo Naruto Uzumaki, ho vent’anni, e sono un jonin del Villaggio della Foglia: ma se mi vedeste ora, non mi dareste un soldo bucato. Sto rannicchiato in una coperta, tremante di febbre, bagnato fino all’osso (nemmeno il fuoco mi conforta più con il suo calore, ormai), nel mezzo di una foresta ormai trasformata in pantano, sotto la pioggia che continua a picchiare, e io lascio che faccia come vuole. Ho altro a cui pensare. Alla decisione che ho preso ieri, ad esempio; a ciò che ha comportato, al presente, al futuro, ammesso che ne abbia uno. Ho rinunciato a tutto ciò che avevo, il mio paese, i miei amici, la mia vita.

Quel che è peggio, ho rinunciato al mio sogno, per sempre.

Vorrei, disperatamente, avere qualcuno al mio fianco, qualcuno più saggio di me, a cui chiedere consiglio. Vorrei che Sakura fosse qui; ma lei non c’è, non c’è più, in alcun luogo. Credevo di essermene fatta una ragione – era da tanto, ormai, che non ci pensavo più.

No, io non ho più Sakura, non ho più nessuno.

Ho solo ‘lei’.

- Non ci inseguono più. Si sono arresi.

Lei è appena tornata dal suo giro di ricognizione, eppure non è affaticata, non è sporca. Non lo è mai. Il suo abito lungo, pesante e candido ondeggia fluidamente secondo il ritmo dei suoi passi. I capelli rosso fuoco risplendono di un improvviso bagliore quando un lampo abbaglia il mondo. Lo sguardo deciso si fa improvvisamente tenero quando mi parla:

- Stai bene, Naruto? Tutto a posto?

La febbre si è fatta più forte in questi ultimi minuti. No, non sto bene. Mi sento il sangue bruciare in corpo come metallo liquido, e allo stesso tempo mi sento ghiacciare. Non rispondo nulla, alzo una mano tremante ad indicare il fuoco che si è spento sotto la pioggia.

- Capisco. Ci penso io.

Lei raccoglie poca legna, umida e verde, e ci posa sopra la mano. Il fuoco scoppia subito incredibilmente alto e vivace.

Inutile negarlo, è lei il motivo di tutto questo. E’ a lei che mi sono affidato, ciecamente, anima e corpo, senza pensare, né conoscerla davvero, senza sapere se è realmente chi dice di essere. Mi lega a lei qualcosa di diverso da quello che dovrebbe.

Eppure, quello che mi sta accadendo non manca di ironia, e all’inizio mi riusciva persino di sorriderne: perché tutti i miei problemi sono cominciati proprio in quello che avrebbe dovuto essere il giorno più felice della mia vita. Per la precisione ieri mattina, quando, poco dopo l’alba, a me, Naruto Uzumaki, è stato offerta la carica di Sesto Hokage di Konoha.

Il consiglio annunciò la decisione di eleggere Naruto Uzumaki al seggio di Hokage al sorgere del sole, dopo una lunga riunione notturna.

C’era la guerra, allora – c’è sempre la guerra. In quell’epoca era contro il Villaggio della Nuvola. Le forze di Konoha avevano battagliato a lungo con quelle nemiche nei territori di confine, cercando di arginarne l’avanzata. La Quinta Hokage si era gettata nella battaglia assieme a tutti gli altri. Curava i feriti, aiutava i combattenti in difficoltà. Chi la vide lottare, con forza furiosa e disperata, assalita da mille nemici, giurava di aver visto le sue ferite rimarginarsi all’istante svanendo come per magia. Alla fine, i ninja della Nuvola fuggirono, terrorizzati da quell’avversaria imbattibile; ma ci fu poca gloria in quella vittoria. Quando la riportarono al villaggio, su una barella, Tsunade era in fin di vita. Aveva esaurito tutto il chakra e rigenerato le sue cellule fino allo stremo. Incapace di mantenere il controllo della propria tecnica, era tornata al proprio vero aspetto, quello di una donna di quasi sessant’anni, dalla pelle cadente e le labbra esangui. La trasportarono lungo la strada principale mentre tutti gli abitanti del villaggio assistevano in silenzio a quella sfilata. Fu come un funerale: la portavano alla sua dimora, perché potesse morire in pace. Una mano pietosa le aveva steso un velo sul viso. Nessuno vide il suo volto anziano e provato, e tutti la ricordarono bella e fiera. Ma c’era la guerra: in guerra c’è poco tempo per piangere. La notte stessa, mentre ancora il Quinto Hokage agonizzava per gli ultimi momenti nel proprio letto, si riunì il consiglio degli anziani per eleggere il suo successore. E prima che nascesse il nuovo giorno la scelta era stata fatta.

La pioggia batteva sulla tettoia del chiosco di ramen di Ichiraku, con un ticchettio continuo e invadente, poi gocciolava via, unendosi al fango della strada.

- Maledetti jonin della Nuvola. – brontolò il vecchio che cucinava – Loro e le loro tecniche. E’ da quando è cominciata questa stupida guerra che non fanno che buttar pioggia e temporali sul nostro paese. Come diavolo faranno, poi…!

- C’è poco da fare. – disse rassegnato Shikamaru, che seduto al bancone sorseggiava un tè caldo. – Sembra che ci sia il Raikage in persona, ai confini del nostro paese. Usano il chakra per modificare il clima della regione e abbattere il morale degli avversari.

- Beh, per quanto mi riguarda, ci stanno riuscendo.

Il cuoco entrò nella dispensa, continuando a brontolare contro la Nuvola, contro i ninja e contro la guerra.

Naruto, seduto accanto a Shikamaru, non aveva detto neanche una parola. Fissava la ciotola di ramen davanti a sé. Rifuggiva ogni pensiero, inseguendo con lo sguardo gli strani vortici dei tagliolini che si rimescolavano lentamente, o le pigre volute di vapore che si levavano dal brodo caldo.

- Tu non sei il solito Naruto. Sei qualcun altro che ha preso il suo posto con la Tecnica della Trasformazione.

Naruto alzò lo sguardo e sorrise pallidamente.

- Rassegnatici, Shikamaru. Sono proprio io.

- Dici? Ma il Naruto che io conosco non avrebbe mai esitato così tanto a mangiare un ramen. Un ramen che gli è stato offerto per festeggiare la sua elezione ad hokage, poi!

- Hokage, già.

Shikamaru afferrò l’altro per una spalla e fece ruotare lo sgabello, in modo da averlo di fronte, e poterlo guardare negli occhi.

- Insomma, si può sapere che cos’hai? E’ da quando avevi dodici anni che ci hai fatto a tutti quanti una testa così a furia di ripetere che saresti diventato hokage, e ora che ci sei riuscito fai il broncio? Voglio dire, a quanti capita di riuscire davvero a realizzare il proprio sogno, e poi un sogno così ambizioso! Nel nostro tipo di vita…

E lasciò la frase a metà, accorgendosi di stare per toccare un tasto dolente.

- …la maggior parte delle persone muore senza realizzare nulla di ciò che sognava, dico bene? – concluse al suo posto Naruto.

- Sì. Più o meno. Quello che voglio dire è che proprio per rispetto a chi ha perso i propri sogni mi aspetterei che tu fossi più… entusiasta.

- Forse hai ragione.

Naruto tacque per un lungo istante, mentre un tuono rimbombava cupo tra cielo e terra.

- Ma non so perché, non ho proprio voglia di festeggiare nulla. Forse è per via di Nonna Tsunade, o perché questa responsabilità è un grosso peso, in un tempo di guerra come questo.

- Oppure perché i sogni, al mattino, lasciano un sapore amaro in bocca.

- Può darsi, Shikamaru. Sei più saggio di me.

Finalmente, prese in mano la ciotola di ramen e sorseggiò un po’ di brodo.

- Avrebbero dovuto scegliere te, come nuovo hokage.

- Per carità! – esclamò l’altro, inorridito. – E’ già abbastanza complicata così, la mia vita. Non mi servono altre rotture di scatole!

Naruto rise e mise mano alle bacchette. Dimenticata la tristezza di prima, pescò un fascio di tagliolini dalla ciotola, cominciando a mangiare avidamente. Sentiva il sapore pieno e salato della carne sulla lingua, se lo rotolava in bocca. Quel sapore, che lui aveva sempre amato, ora portava con sé anche tanti ricordi, si tingeva di nostalgia. Il vecchio maestro Jiraiya, che lo portava a quello stesso chiosco a ristorarsi dopo gli allenamenti. Kakashi, le missioni, il vecchio gruppo sette. Sasuke. Sakura.

La tristezza ritornò.

- Tu devi essere Naruto.

Naruto e Shikamaru si voltarono insieme verso la strada, da dove era venuta quella voce. Una voce femminile e melodiosa; calda, e insolitamente seducente,

- E tu, invece, chi sei? – chiese Shikamaru.

La donna si fece avanti a passo lento. Camminava sotto una pioggia torrenziale con assoluta disinvoltura, anzi con solennità. Appariva giovane, ma i suoi occhi tradivano un’età maggiore di quella che dimostrava. Occhi profondi e castani, di un colore tanto caldo da sembrare quasi arancione.

La vidi allora per la prima volta, e tanto mi bastò. I suoi occhi, al primo sguardo, mi si conficcarono nell’anima; i suoi capelli rossi e ondeggianti mi attiravano come la fiamma una falena; non avevo mai provato niente di simile. Non era attrazione o passione. Era una possessione. Nient’altro che la certezza, immediata e lancinante, che lei sarebbe stata la mia vita e la mia morte, che portava con sé tutto ciò di cui avevo bisogno, che ci legava qualcosa di profondo e inevitabile, un legame deciso fin da quando il mondo era stato creato, e prima ancora.

La vidi, e capii che lei era il mio destino.

- Ti ho trovato, alla fine. – disse, anzi cantò.

Si diresse subito verso Naruto, che la fissava ipnotizzato, senza la forza di parlare. Ferma davanti a lui, lo fissò dall’alto in basso, poi afferrò con una mano il suo volto, sotto il mento. Come una carezza, eppure con forza. Lo portò davanti ai propri occhi, per scrutarlo in ogni particolare.

e le sue dita, sulle mie guance, bruciavano come fuoco. Il cuore stava per esplodermi in petto…

- E’ incredibile. – mormorò la donna, affascinata. – Quanto gli somigli… quanto…

Per un attimo stettero entrambi fermi, a guardarsi, magnetizzati l’uno dall’altro. Poi Naruto trovò il modo di riscuotersi, mentre l’altra lasciava la presa sul suo viso.

- Perché non rispondi al mio amico? – chiese, cercando di assumere un tono brusco. – Dicci chi sei. Non puoi andartene a spasso per il villaggio se sei un’estranea. Siamo in guerra.

La donna lo guardò sorpresa, come se non si aspettasse nemmeno una domanda del genere. Poi sospirò e abbassò lo sguardo con tristezza.

- Immagino che tu abbia ragione. Ovviamente, non puoi conoscermi. E nessuno ti ha mai mostrato una mia immagine.

Si sedette su uno sgabello accanto a Naruto e lo guardò in un modo in cui non era mai stato guardato prima. Con affetto, e con tenerezza.

- Io sono tua madre, Naruto. – disse infine. – Mi chiamo Yume.

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Gan_HOPE326