NOTE
DELL’AUTRICE: ed eccomi qua di nuovo! Se nella prima storia
di questa serie vi
siete fatti un sacco di domande, ho una bella notizia per voi:
troveranno tutte
– o quasi tutte- risposta! Spero che anche questo mio lavoro
vi piaccia e buona
lettura :)
CAPITOLO
1: EQUILIBRIO PRECARIO
Era passata una settimana da quella notte: Haruka continuava a vivere la sua vita con la sua amorevole famiglia, era tutto perfetto. O quasi. Infatti la guerriera era costantemente assalita dalle domande senza riuscire a darsi una risposta: per quale motivo aveva ricordato la sua vita precedente? Non era una prerogativa esclusiva solo di Setsuna quello di ricordare le vite passate? Cosa era successo? La bionda escluse a priori di chiedere alla guardiana del Tempo: ora che finalmente stava vivendo una vita felice Haruka non aveva il coraggio di riaprire vecchie ferite. “Andrò da lei.”
Di buon ora, mentre le altre si preparavano ad uscire, la guerriera di Urano uscì sul balcone con passo felpato impugnando il suo cellulare; senza farsi notare compose un numero e aspettò che il destinatario della telefonata rispondesse. “Pronto Haru? Che bello sentirti!” Disse una voce squillante dall’altra parte. “Ciao Usagi. Sono felice anche io di sentirti.” Sorrise appena, poi continuò: “Ascoltami: mi è successa una cosa strana e ho bisogno di informazioni. Domani posso passare da te? Magari te e Luna ne sapete qualcosa...” Si appoggiò al balcone e scrutò il bellissimo panorama: il loro appartamento infatti offriva la vista della città di Tokyo in tutto il suo splendore, e in lontananza proprio dritto ai suoi occhi c’era il mare; persa in questa vastità attese una risposta dall’amica. “Ma certo Haruka, sei sempre la benvenuta! E dimmi... Michiru e Setsuna non hanno saputo darti risposta riguardo a questa cosa strana?” Il tono di voce della principessa della Luna divenne incerto ed imbarazzato. “Veramente loro non lo sanno... preferisco non coinvolgerle.” Disse la bionda con tono serio, e Usagi sembrò quasi turbata dalle sue parole. “Ehm ok... ci vediamo domani allora. Ciao Haru!” La telefonata finì, e il senso di tensione che provava la ragazza si allentò.
“E
anche questa è fatta...” Sussultò al
rumore della
finestra che veniva aperta e si girò di scatto: Michiru la
stava cercando.
“Amore
che fai
qua fuori? Dobbiamo andare.” Disse la violinista scocciata,
causando una
risatina nella compagna. “Si, si, ho capito, non ti
arrabbiare. Anche perché ho
promesso di non farlo mai...” Haruka abbassò gli
occhi amareggiata, tormentata
da flash di memorie lontane, lontanissime, ma mai così
vivide nella sua mente. “Come
scusa? Comunque no, non sono
arrabbiata.” La guerriera di Nettuno si avvicinò e
la baciò sulle labbra. “Ma
se facciamo tardi al pranzo con i miei quelli ci uccidono chiaro? E
quando ci
avranno ucciso torniamo in vita e ti uccido io.” Disse calma
e pacata la
ragazza, tanto che Haruka iniziò a sudare freddo.
“Sei terrificante quando fai
così.”
La mattina dopo erano tutte in cucina per la colazione: Setsuna e Michiru chiacchieravano mentre Hotaru guardava i cartoni alla tv; accanto alla piccola, Haruka rimuginava in preda all’ansia e all’angoscia all’appuntamento che aveva preso con Usagi. “Papà Haruka stai bene? Hai una faccia tutta pensierosa.” Incredibile come una bambina così piccola potesse capire al volo una donna criptica come la guerriera di Urano; guardò la bambina come se avesse visto un fantasma e le venne da ridere: Michiru e Setsuna le stavano insegnando proprio bene, pensò che era davvero adorabile.
“No
piccola, sto bene davvero. Ti preoccupi sempre
per il papà vero?” Le rispose dandole un buffetto
sul nasino e la figlia
scoppiò a ridere annuendo col capo. Ad un certo punto le
Outer sentirono
bussare alla porta e Setsuna andò ad aprire, la bionda
sentì una voce famigliare.
“Pu! Sono così felice di rivederti!” Una
voce squillante e allegra riempì la
stanza, dando finalmente tregua ai pensieri turbinosi di Haruka che non
le
lasciavano respiro. “Small lady! Che bella
sorpresa!” La guardiana del Tempo
abbracciò forte Chibiusa e Hotaru corse a salutarla.
“Hota, ciao!” “Chibiusa!” La piccola guerriera di Saturno si gettò letteralmente tra le sue braccia, sorridendo felice come non mai; Haruka e Michiru rimasero a guardare per un momento quel bel quadretto allegro, poi salutarono anche loro l’ospite appena arrivata. Dopo tutti i convenevoli, Setsuna le chiese il motivo della sua visita. “Suna, la mamma mi ha mandato a chiamarti. Devi tornare con me nel XXX secolo.” Quella notizia lasciarono le ragazze perplesse e la bambina continuò: “Ha detto che dobbiamo andare subito. Sembrava preoccupata...” Setsuna annuì lentamente e disse a Chibiusa che sarebbe partita subito non appena avesse preparato le sue cose. “Allora ragazze. Sto via qualche tempo, ce la fate a non distruggere casa?” Disse la ragazza scatenando una risatina generale. “Ma si tranquilla. Finalmente un po’ di pace!” Disse Haruka beccandosi un’occhiataccia da tutte le presenti, ma non ci diede peso.
“Ci
vediamo!” Creò un portale dimensionale e prese per
mano la bambina dai capelli
rosa, sparendo davanti alle ragazze. “Chissà cosa
è successo.” Si chiese
Michiru preoccupata e Haruka la guardò perplessa: prima di
qualunque cosa
doveva assolutamente andare da Usagi quel giorno, poi avrebbe pensato
al resto.
“Vedrai che non è niente.” Era diretto
più a sé stessa che alla compagna.
Stava
camminando nel palazzo per incontrare la regina: quella chiamata
improvvisa la
inquietò non poco e si sentiva tesa come un bambino alla
prima recita. “Oh
Chronos, ti prego, fa’ che vada tutto bene.” Neo
Queen Serenity stava guardando
fuori da una finestra in tutta la sua bellezza: il suo vestito candido
e
scintillante si sposavano benissimo con i suoi capelli biondi, sembrava
quasi
eterea. Quando vide arrivare Setsuna abbozzò un sorriso, ma
era in uno stato d’ansia
in modo evidente. “Setsuna, è un piacere
vederti.” Disse la regina cordiale.
“Mia regina.” La guardiana del Tempo si
inginocchiò per poi tornare in piedi;
corrosa dalle domande le chiese cosa desiderava Neo Queen Serenity da
lei. “Ascolta
Setsuna... sono successe delle cose. Devi essere informata... e mi
servirà il
tuo aiuto.” Il cuore tremò: ogni parola
pronunciata dalla regina era una
pugnalata, ogni ‘mi dispiace’ era un colpo
all’anima, tutta quella disgrazia
inaudita era pesante da sopportare, forse troppo.
“… farò il mio dovere. Come
sempre.” Disse la guardiana del Tempo emotivamente distrutta
alla fine della
conversazione, la regina in lacrime. “Se ci fosse un altro
modo Setsuna...
Credimi... Io...” Disse con voce rotta Serenity, ma sapeva
che niente poteva
risollevare la ragazza in quel momento. “Lo so.”
Stava
aspettando da mezz’ora e ancora non si era presentata.
“Li starà salutando...”
Pensò Setsuna abbattuta, poi vide una figura avvicinarsi.
“Ciao Suna.” La
ragazzina le sorrise. “Ciao tesoro. Ce l’hai fatta
allora, eh?” Si sforzò di
sorridere, ma davanti a quegli occhi così innocenti poteva
solo star male.
“Già. Ma devo ammettere che ho avuto
paura.” Setsuna l’abbracciò forte e le
baciò la fronte. “Come stanno?...” La
guardò dritta negli occhi e la piccola si
rattristò subito. “Piangevano. Come la prima
volta... ma non si sono opposti.
Ti salutano.” La ragazzina abbassò lo sguardo ma
si sforzò di continuare a
sorridere; la guardiana del Tempo la guardò con la dolcezza
che soltanto una
madre o una sorella posso dare e cercò di trattenersi dal
singhiozzare.“Ok.
Stai tranquilla, ce la faremo. Te lo prometto.” La bambina
annuì pietosamente,
come un agnellino rassegnato al suo destino; Setsuna aprì il
portale
dimensionale e sparirono nel silenzio del mattino.
Con la scusa
di voler fare un giro in moto, Haruka uscì quel pomeriggio e
andò dritta da
Usagi: forse non la ragazza, ma Luna poteva saper qualcosa di quello
che le era
accaduto. Bussò alla porta di casa Tsukino e subito la
ragazza dai capelli
dorati le aprì sorridente. “Ehi Haru! Vieni
accomodati.” La bionda ringraziò ed
entrò in casa, per poi sedersi sul divano di fronte la sua
amica; Luna corse
dal piano di sopra e si sistemò vicino ad Usagi salutando la
guerriera di Urano
e preparandosi alla domanda che Haruka aveva da esporre.
“Allora... circa una
settimana fa ho fatto una specie di sogno. Non di quelli che facevo di
solito,
sulla fine del mondo. Era più una visione… e ho
visto la mia vita precedente.
Di quando ero principessa e vivevo su Urano.” Usagi e Luna la
guardarono
perplesse, poi la bionda continuò: “Sapete
benissimo che non possiamo ricordare
le nostre vite precedenti a parte Setsuna. Avete idea del come sia
potuto
accadere?”
Guerriera e
gatto sembravano totalmente spiazzate da quella domanda; dopo qualche
minuto di
silenzio fu Luna a rompere il silenzio. “Mi dispiace
Haruka... ma non sappiamo
cosa pensare. Una cosa del genere non è mai
accaduta.” La bionda abbassò lo
sguardo delusa: doveva continuare a sopportare quella situazione
così scomoda,
e la cosa la fece innervosire. “Va bene... fa niente, grazie
lo stesso.” Fece
per alzarsi quando il suo cellulare iniziò a squillare, il
suo come quello di
Usagi; presero i loro telefonini quasi simultaneamente e videro il
messaggio:
era Setsuna. Diceva che era una cosa della massima importanza, e che
Inner e
Outer dovevano recarsi immediatamente al tempio di Rei. Il vento
iniziò a
ululare furioso nella sua mente. “Haru, ci penseremo dopo,
dobbiamo andare.” La
bionda annuì in silenzio e si precipitò alla sua
moto.
“Mamma Michiru... sento che sta per accadere una cosa brutta...” La piccola Hotaru si era recata in camera della violinista assalita dal malessere e, quando entrò, la vide che fissava il suo cellulare.
Guardò la figlia angosciata. “Il mare è
in tempesta.”