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Autore: MadnessOnMars    22/04/2013    0 recensioni
"Era sempre stato così fra di loro. Ogni volta la scena si ripeteva con una precisione spaventosa. Un attimo prima camminavano immersi nella loro vita, poi alzavano lo sguardo da terra e i loro occhi finivano immancabilmente con l’incontrarsi."
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Always the same

Era sempre stato così fra di loro. Ogni volta la scena si ripeteva con una precisione spaventosa.
Un attimo prima camminavano immersi nella loro vita, poi alzavano lo sguardo da terra e i loro occhi finivano immancabilmente con l’incontrarsi. Non si conoscevano eppure si riconoscevano sempre. Succedeva per caso, ma sapevano che in fondo non aspettavano altro e il familiare sollievo di quell’imprevisto appuntamento li spiazzava sempre un po’.
Non si salutavano, non parlavano, si guardavano e basta. Un incontro fatto di parole mute e sguardi eloquenti.
L’uno invitava l’altro, che immancabilmente accettava. E di nuovo si trovavano a percorrere la stessa strada, due sconosciuti che camminavano fianco a fianco in silenzio, ciascuno perso nei suoi pensieri, ognuno elemento stonato nella vita dell’altro.
Erano linee parallele che si erano sempre guardate scorrere a vicenda senza dire niente, consapevoli che per definizione non si sarebbero mai dovute incrociare. Però poi avevano scoperto la geometria non euclidea. E da allora quando si incontravano, di comune accordo sospendevano le loro vite per esistere un momento in quella dell’altro, discretamente, senza far rumore. Erano diventati bravi a farlo, si erano allenati apposta per quello.
Si fermarono davanti al portone di un vecchio condominio, le mani ferme nel girare la chiave nella toppa.
Niente ascensore per loro, presero le scale. Volevano assaporare ogni attimo di spasmodica attesa, ogni attimo di evasione dalla soffocante abitudine di gesti scaduti nella banalità.  Aprì la porta dell’appartamento, il numero 193 del condominio all’angolo di Via dei Martiri.
Il caso sapeva fare battute di particolare acume quando voleva.
 
 
Le borse della spesa erano state dimenticate sul pavimento di cotto del corridoio e le arance aveva iniziato a rotolare in giro. Una era finita in bagno, un’altra con loro nella camera da letto, rimanendo intrappolata sotto i jeans scuri di lui.
Si erano spogliati goffamente, con urgenza, nello sgraziato tentativo di non abbandonare mai il corpo dell’altro. Non potevano più aspettare, non ci riuscivano.
Caddero a terra e lo fecero lì, sul pavimento, perché non aveva senso  rimandare oltre. Si baciarono e si baciarono ancora e ancora, con foga,  si rotolarono e si intrecciarono in un groviglio di braccia, gambe e corpi che sapeva di ossessione e di voglia, e si morsero, si graffiarono cercando di farsi del male, poi si consolarono, alleviando il dolore con baci, sussurri e carezze. Fecero l’amore con disperazione, tormentandosi, e lo fecero ancora e ancora, fino a distruggersi. E piansero, perché in fondo sapevano di essere soltanto due sciocchi, due stupidi che passavano la vita a rincorrersi e quando finalmente si raggiungevano scoprivano di avere troppe cose da dire e troppe poche parole per esprimerle.
 
 
Si portò una sigaretta alle labbra.
“Mi passi l’accendino?”
Senza dire una parola la donna lo lanciò sul letto e tornò a vestirsi.  Lui si accese la sigaretta e inspirò a pieni polmoni godendosi il pizzicore ormai familiare del fumo che gli scendeva in gola. Il primo tiro era sempre il migliore.
Si sedette contro la testiera del letto e la guardò allacciarsi il reggiseno di pizzo, sempre dandogli le spalle. Era sempre così fra di loro. Finivano da fare l’amore e lei subito iniziava a vestirsi, senza indugiare un minuto di più fra le sue braccia , fra le lenzuola sfatte. Si vestiva, si infilava le scarpe e senza parlare usciva dalla stanza, dall’appartamento e dalla sua vita. E il suo passaggio non lasciava mai traccia, se non un lieve sentore di cannella sul cuscino che spariva nel giro di una giornata. Fece un altro tiro e dalla bocca buttò fuori il fumo misto ad un sospiro.
“Primo cassetto della cassapanca. C’è dell’incenso.”
“Cosa dovrei farci con l’incenso?”
“Accendilo per me.”
Lo accese e lo lasciò a bruciare sulla sedia nell’angolo.
“Chiudi la porta quando esci.”
Niente parole inutili, niente frasi di circostanza vuote nella loro vana sterilità, niente saluti, solo il pacato rumore dei tacchi che battevano sul marmo tirato a lucido e lo scatto di una serratura.
Rimase seduto sul letto sfatto, circondato dal silenzio mentre lento l’aroma di cannella si spargeva per la stanza, coprendo anche l’odore di sesso e di sigaretta. Fece un altro tiro, lasciando che il fumo gli bruciasse la gola prima di espirare.
Si rimise i boxer abbandonati ai piedi del letto e si avvicinò alla finestra. Non la vide uscire dal portone. Era già sparita.
L’orologio segnava le 18.07 di una domenica pomeriggio di fine estate e lui chiuse le imposte della finestra.
Nel buio della stanza si sedette sul letto ascoltando il sordo baccano del silenzio. Nel buio della stanza avvertì sulla pelle il freddo calore delle lenzuola vuote. Nel buio di quella stanza tutto quello che riusciva a sentire era l’aroma di cannella.
E si mise a ridere.  
Rise perché era patetico. La lasciava sempre andare via senza dire niente, poi cercava di riempire la sua assenza con un profumo fuligginoso che impregnava l’aria per poche ore. Tremendamente patetico.
Aveva bisogno di un’altra sigaretta.



Ciao a tutti, Gente!! :D
Era da un sacco di tempo che non pubblicavo niente, ma in questo periodo non ho quasi avuto tempo per dormire, figuriamoci scrivere!!
Ad ogni modo, oggi ho intenzione di tediarvi un po' nel mio Angolino Autore!! Spero non vi dispiaccia troppo :) Se però vi dispiace, potete saltare il resto e andare direttamente a lasciare un commento! (Oh, ci ho provato! :P) Comunque vi ringrazio per aver letto!!

Per chi invece volesse conoscere i miei intrip mentali, continuate pure a leggere!!
Allora, prima di tutto vorrei precisare che in questo momento mi sento un po' iperattiva, quindi non spaventatevi se l'angolo autore oggi è un po'... come dire? Schizzato, ecco. Sono molto su di giri, un po' perché l'adrenalina aumenta con l'aumentare del terrore dovuto all'esame, un po' perché sono molto felice e triste al tempo stesso e la cosa mi provoca dei gravi scompensi ormonali. A dirla così, sembro un grave caso di bipolarismo, ma vi posso assicurare che sono normale entro i limiti del lecito :) Però qui stiamo iniziando a divagare. La verità è che volevo farvi notare come nelle mie storie nessuno finisca mai per essere felice e contento. (A parte le OSs a rating rosso, si intende) Però forse lo avevate già notato e sono solo io che me ne accorgo ora... Anche perché voi avete visto solo parte della produzione emo-depressiva che ho iniziato e mai finito sul mio Pc, quindi la cosa ai miei occhi appare ancora più preoccupante, ora che la vedo!! Il problema è che davvero non riesco a farle finire bene. Insomma, anche nella vita reale le possibilità di riuscita sono così esigue che fanno scappare da ridere, allora perché dovrebbe essere diverso nelle storie inventate?? Mi fa sentire davvero sfigata il fatto che a loro (che sono frutto della mia testa, per di più!) le cose possano andare bene, mentre a me vadano come effettivamente vanno. Ok, ora che mi sono sfogata con voi poveri capretti sacrificali che avete avuto il coraggio di continuare a leggere, aggiungo l'ultima cosa, giuro!
La storiella (chiamiamola così) è molto corta perché era nata come un modo per occupare il mio diario durante le ore di lezione, quindi l'avevo scritta un po' così, per intrattenimento mio e delle mie compagne di classe. L'ho revisionata un po' ma non me la sono sentita di modificarla in modo significativo, anche perché mi piaceva già così com'era, ero riuscita a farle dire tutto quello che volevo :)
Bene con questo ho davvero finito!! Gioite!!
Grazie mille per aver letto la storia e ancora di più per aver letto i miei viaggioni mentali!!
Lasciate un commentino se vi va, sapere il vostro parere mi fa sempre piacere!! 

Peace & Love 

Mars
 
  
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