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Autore: CharlotteisnotReal__    23/04/2013    2 recensioni
«Bene – Esclamò d’un tratto- Abbiamo ventiquattro per uscirne fuori, da adesso». Puntualizzò, scoccando una veloce ed ultima occhiata all'orologio. «Ho altra scelta?». Sbuffò rassegnato il ragazzo, sempre più convito della scarsa sanità mentale di lei. «Allora è andata!». Concordò Nala ardente.
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Louis non sapeva chi fosse quella ragazza, né come fosse finito in quel enorme pasticcio con lei, sapeva solo che doveva uscirne ed il più velocemente possibile e l’unico modo per riuscirci era assecondarla.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

 


We're going at it tonight tonight
There's a party on the rooftop top of the world 
Tonight tonight and were dancing on the edge of the Hollywood sign 


 

Era una soleggiata domenica mattina a Londra.
Gli uccellini cantavano, le foglie degli alberi svolazzavano allegre trasportate dal vento, mentre un ragazzo, Louis William Tomlinson ancora dormiva beato.
Al campus la luce del giorno invadeva la stanza, accecando gli occhi del ragazzo, mentre un ritmato ticchettio metallico continuava a infastidirgli il sonno, aggravando il forte mal di testa che aveva.
La sera precedente lui e i suoi amici erano stati ad una festa universitaria, invitati dalla sorella di Harry e, come al solito, i cinque ragazzi si erano divertirti dandosi alla pazza gioia ed ora Louis ne risentiva di forti postumi da sbornia.

Ormai sveglio, si rassegnò all'idea di doversi alzare e, lentamente provò ad aprire gli occhi.
Quella che gli si presentò attorno, però, non fu la sua camera da letto, bensì un alloggio del dormitorio femminile. Louis ci mise un po' per realizzare il tutto e, in un primo momento, batté più e più volte gli occhi per accertarsi di non avere le visioni, ma no.
Accanto a lui, Nala, palesemente annoiata giocava coi ciondoli dei suoi braccialetti, emettendo così quel fastidiosissimo rumore che aveva svegliato il mal capitato Louis.
Primitivamente, il ragazzo, emise un mugolo di protesta vedendo che la ragazza non accennava a voler smetter di giocare con la sua bigiotteria e, accortasi che il ragazzo si era svegliato, voltò lo sguardo verso di lui e non appena i suoi occhi celesti si posarono in quelli altrettanto chiari di Louis, quest'ultimo non poté far a meno di rimaner spaesato della tanta bellezza di lei.
Portava dei lunghi capelli biondo miele che, scompigliati, le ricadevano sulle spalle.  I lineamenti erano dolci, quasi paffuti ed in generale era una ragazza minuta, nonostante le lunghe gambe. Nala, a differenza di tante altre era di una bellezza semplice ed inconsapevole.

«Finalmente, ce ne hai messo di tempo prima di svegliarti!» Ironizzò la ragazza, vedendo l'espressione confusa sul viso di Louis e, con un rapido scatto, gli sedette di fronte, incrociando le gambe. «Ma dove sono?». Chiese allora il ragazzo, più confuso che mai. «Sei al campus, nel dormitorio femminile. Io sono Nala, anche se non so se mi son presentata o meno ieri sera o se te ne ricordi... - blaterò- Piacere, comunque». Si presentò, porgendogli la mano -stranamente- sinistra. Senza pensarci Louis le diede a sua volta la mano ma, quando fece per porgergliela il castano si accorse che il suo polso era legato a quello della bionda. Inizialmente non ci fece caso, ancora troppo frastornato dalla sbronza di quella stessa notte, poi si accorse che ciò che legava i due non era un semplice bracciale ma un paio di usurate e lucenti manette.
«Ma che diavolo sono queste?». Domandò spaventato il ragazzo. Nala, in tutta la sua ingenuità, non fece altro che ridere di Louis e delle strane pieghe che aveva preso il suo volto. «Ti credevo più perspicace». Ironizzò lei, prendendo un po’ in giro il ragazzo, che di certo non aveva voglia di scherzare. «Sono delle manette, comunque». Sorrise poi, addolcendo il ragazzo.
«E cosa ci farebbero delle manette attorno ai nostri polsi, di grazia?». Chiese retorico lui, sperando che la ragazza avesse avuto una risposta a quella domanda, ma così non era. Nala scosse amareggiata il capo; si era risvegliata già ammanettata al ragazzo e propri non si ricordava nulla della sera precedente, troppo annebbiata dall’alcol e dalle pastiglie ingerite. «Perfetto! ». Esclamò alquanto irritato il ragazzo, alzandosi bruscamente dal letto, non ricordandosi di esser legato alla bionda che, strattonata, cadde rovinosamente a terra, portandosi con sé il biondo.
«Ahi! Sta’ più attento!». Lo rimproverò dolorante Nala, che si massaggiava con veemenza una coscia. «Scusami. –Disse il ragazzo- È che la cosa mi ha sconvolto!». Ammise poi, rialzandosi aiutando la ragazza a reggersi. «Ora cosa dovremmo fare?». Domandò sconsolato Louis, che si passava imbarazzato una mano fra i capelli, non sapendo cosa fare. «Beh, non ne ho idea, so solo che io domani alle undici ho l’esame più importante di tutto il semestre, e di certo non posso presentarmi in aula con te legato al mio braccio!». Sbuffo Nala, ormai quasi preda della disperazione. «Mi spiace per te, ma qui non sei l’unica ad aver un problema, lo sai? Si da al caso che io domani a mezzogiorno devo trovarmi su un volo prima classe diretto a New York». Esclamò scocciato il ragazzo, che solo sbiancava al pensiero di perder l’aereo che l’avrebbe riportato dalla sua amata Eleanor.

Nala si perse a guardare la sua stanza nel dormitorio, era un vero e proprio caos, ma era certa che da sola non sarebbe mai riuscita a renderla così inguardabile e di certo c’era stato anche lo zampino della sua coinquilina Gemma, con la quale si sarebbe spartita gli incarichi di pulizia. Ormai nei suoi pensieri la ragazza fece vagare i suoi chiari occhi per tutta la stanza, facendo un quadro generale della situazione e solo quando si accorse che la sveglia ai piedi del suo letto segnava le undici meno dieci si ricordò del ragazzo al suo fianco, che la guardava spaesato.
«Bene – Esclamò d’un tratto- Abbiamo ventiquattro per uscirne fuori, da adesso». Puntualizzò, scoccando una veloce ed ultima occhiata all’orologio. «Ho altra scelta?». Sbuffò rassegnato il ragazzo, sempre più convito della scarsa sanità mentale di lei. «Allora è andata!». Concordò Nala ardente. «E queste, come le togliamo?». Domandò Louis, riportando l’attenzione della ragazza sulle manette ai loro polsi. «Potremmo andare dal ferramenta, o dai pompieri…». Aveva sussurrato pensierosa la ragazza che, a differenza di Louis, si scervellava alla ricerca di una soluzione al problema. «Oddio, i pompieri! Ma sei un genio!». Esclamò allegro Louis, felice che quell’incubo nel quale si era risvegliato sarebbe presto finito.
Louis non sapeva chi fosse quella ragazza, né come fosse finito in quell’enorme pasticcio con lei, sapeva solo che doveva uscirne ed il più velocemente possibile e l’unico modo per riuscirci era assecondarla.



 

 

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«Allora è andata!».


 

Salve!
Eh sì, proprio non ce la faccio a mordermi le mani e star ferma, quindi eccomi qui con un'altra storia che sicuramente porterò avanti con la velocità di un elefante in sedia a rotelle! :D
Anche se può sembrare, questa storia non è stata scritta per via di un raptus di follia seduta stante, ma cela nei meandri del mio pc da mesi e mesi e l'ho postata solo per il fatto che mi dispiaceva dover rinunciare al banner di Egg___s :)
Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate!
Carlotta.

  
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