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Autore: KcherryB    23/04/2013    5 recensioni
Questa ff è il seguito di "Noi siamo per sempre..." .
Non ho idea di come proseguirà, di quanti capitoli avrà... so solo che dovevo scriverla...
E poi... Kate it's ready ....
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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ONE YEAR LATER ....





Ad Ange... grazie per esserci sempre... (e grazie per supportarmi durante i miei scleri nell'attesa del nuovo episodio e nel post episodio "oddio perchè le ha detto solo: andiamo in camera da letto????? o.O"
Ad Ilaria.. perchè mi ascolti anche quando ti parlo per ore ed ore di Castle e Stana Katic... sei la migliore amica che si possa desiderare... <3
A Sophie.... c'è un letto che ti aspetta qui in Italia.. *.* Ed una sorella che ti sta aspettando  (io!!!!!!!).. Welcomeee!!




  Era passato un anno.
Un anno da quando il cancro era scomparso. Due da quando le era stato diagnosticato.
Era tutto così strano ...
Quella maledetta malattia non era stata solo un male.
Ecco! Pensò Beckett passandosi una mano tra i capelli, è esattamente di questo che sto parlando. La cinica, pessimista Kate Beckett era scomparsa.
Il cancro le aveva fatto apprezzare la magia del mondo ed ora non poteva più farne a meno: vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno.
Era meraviglioso vedere il mondo sempre a colori e non più solo in bianco e nero.
Kate si strinse di più la coperta addosso, mentre una folata di vento marino si intrufolava sotto la maglietta che aveva rubato a Castle.
Era dicembre, mancavano due settimane a natale e Castle l’aveva portata negli Hamptons per una piccola vacanza rilassante.
Kate non aveva ancora ripreso il lavoro. I medici gliel’avevano proibito, avrebbe dovuto aspettare un altro intero anno per accertarsi che il tumore non si sarebbe ripresentato e l’anno successivo avrebbe potuto fare solo lavoro d’ufficio, “Non si è mai troppo cauti Ms. Castle..”.
Ed in fondo non le dispiaceva troppo. Adorava alzarsi tardi la mattina, svegliata dal profumo del caffè e dei pancakes che Castle le cucinava ogni mattina.
O fare lunghe passeggiate, mano nella mano per le vie di New York. Viveva in quella città da sempre e non si era mai accorta di quando fosse bella.
Oppure le lunghe sessioni di yoga che lo obbligava a fare con lei, o meglio corte sessioni di yoga che si concludevano sempre sotto le lenzuola, tra risate e gemiti.
O i pomeriggi passati abbracciati sotto un albero a Central Park, osservando la gente che passava.
Adorava quella tranquillità, se la voleva godere finchè avesse potuto.
Ma la sua nuova vita le lasciava anche tanto tempo per pensare, ad esempio quando Castle scriveva.
Lei solitamente si raggomitolava sul divano in compagnia di Coltrane e di un buon libro, ma sempre più frequentemente si ritrovava persa nei suoi pensieri.
Bè, un pensiero a dire il vero.
Circa quattro mesi  prima, durante uno dei loro pomeriggi a Central Park, mentre se ne stavano abbracciati sotto una quercia ad osservare come i raggi del sole giocassero a nascondino con le foglie, un bambino aveva tirato la palla troppo lontano prendendo Castle in pieno viso.
Il piccolino ed il suo papà erano corsi subito a vedere come stesse lo scrittore, mentre Beckett si rotolava dalle risate, osservando la faccia sorpresa e sporca di terra del suo uomo.
“Tranquillo piccolino, è tutto ok..” aveva rassicurato il bambino che sembrava sull’orlo delle lacrime “Ho la testa dura io!!” Aveva scherzato.
Il piccolino gli aveva fatto un sorrisone e l’aveva trascinato a giocare a pallone con lui.
Beckett era rimasta incantata a guardare suo marito giocare a calcio con quel bambino di sei anni, li aveva guardati rotolarsi sull’erba e ridere come matti.
Il padre del bambino gli era stato molto grato di aver giocato con il figlio per un’oretta, dandogli modo di passare un po’ di tempo con la moglie, che sedeva su una panchina poco distante.
E da quel giorno un pensiero si era insinuato nella testa e nel cuore della detective, senza che lei potesse ignorarlo o cancellarlo.
Un figlio. O una figlia, certo. Da Castle. Un piccolo Caskett...

Per caso, quella sera, mentre aspettavano l’inizio di Temptation Lane, avevano visto una pubblicità progresso, che chiedeva di adottare un bambino a distanza.
Kate si era ritrovata a guardare Rick con occhi da cucciolo. Non ne avevano nemmeno dovuto parlarne, era stata una discussione silenziosa, sostenuta solo dagli occhi ..
Il giorno dopo avevano chiamato il numero verde e gli avevano inviato dei fascicoli di bambini che avevano bisogno di cure mediche urgentemente.
La scelta era caduta su una bambina ugandese di 3 mesi, nata prematura alla 24 settimana di gestazione. Aveva grandi problemi all’intestino ed aveva bisogno di un’operazione molto costosa per tentare una riparazione. Non aveva padre, che aveva abbandonato la madre appena aveva scoperto della gravidanza.
Kate se n’era subito innamorata. Quegli occhioni color cioccolato, quei pugnetti che era sicura si stessero agitando per afferrare la macchina fotografica nel momento in cui era stata scattata la foto. Quel sorriso sdentato..
L’avevano adottata a distanza insomma.
Ogni mese le mandavano cinquanta dollari per cibo e cure mediche, in realtà avrebbero dovuto mandarne trenta, ma Castle aveva insistito per mandargliene cinquanta.
“Mettete da parte i soldi che avanzano, le serviranno un giorno o l’altro..” aveva detto alla responsabile delle adozioni, che tentava di protestare.
 “Ma è…è troppo signor Castle..” aveva detto.
Lui le aveva preso le mani e le aveva detto: “No, non è nemmeno abbastanza, ma intanto è qualcosa.. li prenda”.
La piccola donnina era scoppiata in lacrime, abbracciandolo: “Grazie.. grazie ad entrambi.. non sapete cosa significhi per loro!!” aveva singhiozzato.
Sia Kate che Castle si erano letteralmente innamorati della piccola Jasmine, così si chiamava la bambina, ed ogni settimana aspettavano con ansia che i responsabili del centro gli scrivessero, inviandogli delle foto.
La madre era analfabeta, scrivevano, ma gli era infinitamente grata perché stavano dando una chance di vita alla sua piccola bimba.
Ma nemmeno adottare un bimbo a distanza aveva spento quella smania che Kate sentiva crescere in lei ogni giorno. Quel pensiero…
Era la prima volta che prendeva in considerazione l’idea…
La prima volta che pensava ad avere figli in vita sua.
Quando era morta sua madre aveva 19 anni, era giovane e non pensava a mettere su famiglia, voleva divertirsi con i suoi amici.
E poi mentre gli anni passavano e tutte le sue amiche si sposavano ed avevano dei bambini, a lei non era nemmeno passato per la mente.
L’omicidio della madre era una delle cause, ma anche il lavoro pericoloso che faceva, gli orari impossibili …
E poi non aveva trovato l’uomo giusto. Insomma, Josh Davidson come padre dei suoi figli??? No, non direi proprio!! (piccole soddisfazioni personali!! Ahahah xP)
Ma ora.. ora era sposata, con l’uomo che era sicura essere la sua anima gemella.
Aveva sconfitto un cancro ed era felice.
Era pronta.
Era sbocciata finalmente, non era più un germoglio impaurito da mondo, ora era un bellissimo fiore di ciliegio che abbracciava la vita, apprezzandone ogni secondo.
Beckett sorrise, chiudendo gli occhi ed inspirando l’aria del mare, che profumava di vita.
Era pronta per un baby Caskett.


Angolo dell'autrice:
Ed in tempo di record.. here I am!!
Non so quando aggiornerò o come si svolgerà questo seguito di noi siamo per sempre.. però vi garantisco che non rimarrà incompleta!!
E..... avete visto la 5x21?? "Dove stiamo andando?" "In camera da letto..." perchè? Perchè le ha risposto così?? per paura che lei fuggisse da lui? :S
Fatemi sapere cosa ne pensate..
Un bacione a tutte..
S.

 
 
 
  
  
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