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Autore: AKIRAMIMI    23/04/2013    0 recensioni
Sette, un numero misterioso, che nasconde tante cose può esprimere la globalità ,la perfezione, l’ equilibrio divino ,l’ eternità. Nella storia, nella religione si è parlato molto di questo numero dando interpretazioni mistiche e mitologiche. Vi offrirò sette storie ,ognuno indipendente da quella precedente, con una fine incerta, come se fossero incomplete che non avrà nessuno di questi significati ma l’ esatto opposto, il contrario di ciò che realmente esprime.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solitudine 


«Una storia è come un ricordo » disse quella bambina ingenua, con un sorriso stampato in faccia.

Inizia a ridere inconsapevole di quello che volesse dire.
Lei continuo a fissarmi ,con quel sorriso che rendeva nullo ogni mio tentativo ,nel prenderla in giro, di deriderla.
Iniziò a parlare con un espressione tale quale a quella precedente
«Io ti racconterò una storia in cui non vi è un principe che salva una principessa, oppure un amore passionale o folle, nemmeno un gioco mortale dove di sicuro qualcuno morirà, ma un breve racconto che racconta di me »
In quel momento compresi il significato delle parole dette in precedenza.  Con sorriso malizioso la invitai a sedersi  e a raccontare ciò che mi avrebbe fatto ricredere sulla sua presenza in casa mia, inizialmente pareva una bambina stupida, ignara a chi aveva bussato , ma è colei che avrebbe placato la mia noia.
«Racconta….racconta la storia che mi farà divertire »
Apri il suo libro molto vecchio che tendeva a  nascosto dietro la schiena, non possedeva nulla tranne quel manoscritto arcano e impolverato . Iniziò a parlare dopo un lungo respiro, sembrasse che raccontarla fosse una fatica, ma ciò non ebbe importanza, volevo sentirla.
Si racconta tanto tempo fa,  in un epoca reale in cui l’ età non ha importanza, di una creatura senza cuore,  rinchiusa in un mondo che non le apparteneva nonostante fosse umana. Questa era una sua credenza, lei pensava di essere così, ma poteva ridere, amare, odiare come tutti noi ma questo le era sconosciuto. Viveva nella foresta in un luogo dove il sole non batte mai, solo in quel ambiente si sentiva bene o meglio dire a casa. Dopo qualche anno,  le sue sembianze cominciarono a mutare, per la mancanza di tutto ciò  che era considerato  luce . Era diventata un mostro era insensibile al dolore, è perciò iniziò a punirsi da sola per la sua esistenza, benché  fosse una caratura deformata poteva continuare a piangere, nell’occhio che non era stato contagiato dal male. Un giorno di quelli, una bambina abbandonata da coloro che amava,  in quel bosco si perse , e l’ha incontrò.
Non aveva paura, non cerco di allontanarsi, non la ritenne ripugnate, le apparve come una meraviglia, paragonabile ad un angelo  nonostante avesse quel’ aspetto ma ciò  non era credibile le sue ali  o meglio dire ciò che le comparve nella  schiena  erano solo il risultato della sua lontananza dal bene. La prima volta che si incontrarono non si chiesero il nome a vicenda ma la ragazzina glielo disse, Ilenia. Con gli anni , la fanciulla non riuscì a staccarsi dalla creatura decisero di rimanere insieme. Entrambe erano dipendenti dalla figura sconosciuta che decise di  salvarle,  non sapevano niente dell’ una dell’ altra come due estranee . Nessuno pose delle domande, nessuno parlò. Passavano le giornate sotto quell’ albero tenendosi la mano. La bambina  le pose una domanda, una sola.
« Ti prego.. fai in modo che io lo sappia il  tuo nome »  fu questa la domanda che le  rivolse con espressione  preoccupato ,come se fosse una cosa importante
Abbassò lo sguardo, che inizialmente stava fissano gli occhi della bambina rivolgendolo alla melma in cui le  sue mani erano affondate.
«Non ho un nome, ma non mi serve ,non è necessario » con un tono sgarbato che accidentalmente venne rivolto  alla fanciulla.
Ilena annui semplicemente ,senza rispondere. Non sembrava arrabbiata, nemmeno offesa x la risposta.
Inizio a ridere ma dolcemente dedicandole  un sguardo gentile, la sua mano calda come il sole strinse la mia ancora più forte di prima, scaldando quel  palmo ghiacciato. Qualche mese dopo con l’arrivo del terzo inverno il mostro morì , sapeva che primo o poi la sua vita sarebbe finita ma ne era felice. Dio  ebbe pietà i lei concedendole una seconda vita che non avrebbe dovuto sprecare. La fece rinascere come essere nuovo in un epoca, in un età sconosciuta, di questo Ilenia non ne era a conoscenza . Era disperata, non voleva separarsi  da colei che amava di più al mondo. L’entità  distesa, morta su quella terra fredda rappresentava quell’ essere che le diede la speranza quando pensava di morire a causa dell’ assenza della madre e per la paura provocata dal buio della solitudine , ella placò tutto .
La narratrice fermò  la storia x qualche istante rivolgendo  alla presenza posta davanti a lei  «Per ogni storia che si rispetti, la ragazzina si dovrebbe uccidere, è quelle due esistenze  dovrebbero rimanere insieme, legata come il destino scrisse, ma io cambiai tale condizione cercando di dare un futuro diverso a coloro che vorrebbero abbandonare  tutto solo x amore, ma tutti ciò non è amore tra due persone è solamente un legame eterno »
Continuò la sua narrazione…..
La ragazzina vide scorre il sangue dell’ amata  tingere il ghiaccio di rosso era uno spettacolo fantastico ma una allo stesso tempo inquietante. A mani nude scavo nel ghiaccio, cerando una fossa dove deporre la morta. Bacio il viso senza vita è si rialzo, è iniziò a camminare, le lacrime le comparvero negli occhi. Non voleva lasciarla non voleva abbandonarla, ma lo fece spezzando la promessa.
Dopo avermela raccontata la ragazzina apri la porta scomparendo nel  nulla, non riuscì nemmeno a pagarla x la sua storia. Mi ritrovai nella postazione dove in precedenza era seduta un foglio dove vi era inciso:

Creatura perfetta
Incerta su te stessa
Non hai mai odiato
Non hai mai amato
Avevi paura,
Hai preferito  nasconderti sempre di più, ciò ti ha portato alla rovina
fino a quando questa condizione ti fu lieta
Non credere:
nessuno ti ha rifiutato, nessuno avrebbe osato.
Tu non sei diversa da noi. 


 

  
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