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Autore: Ponytail    12/11/2007    7 recensioni
Essere Esorcisti non è una questione di scelte, ma non tutte le scelte sono possibili quando si è Esorcisti. KandaXAllen
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qua la mia seconda ff, e la seconda su DGM…ma quanto mi piace questo manga?? Ma quanto mi tocca aspettare perché riprendano la pubblicazione??? i___i
Riguardo alla ff…stavolta contiene accenni più o meno espliciti allo yaoi/shounen-ai, quindi, se odiate il genere, semplicemente evitate di leggere ^^
Niente lemon, comunque, per adesso: non credo di esserne capace, non al momento, almeno ^^'''

A proposito: questa scenetta si svolge, in termini di tempo, dopo la missione di Allen e Linalee nella città di Miranda, prima che si rechino al castello di Crowley-chan, dando per scontato che siano passati prima per il Quartier Generale...Buona lettura!





.-.-.-§ * §-.-.-.



MISSION



L'orologio segnò le quattro del mattino nel momento stesso in cui Kanda alzò gli occhi per guardarlo. Il ticchettio della lancetta dei secondi stava diventando abbastanza insopportabile, soprattutto considerando il fatto che ormai da un'ora se ne stava lì, sveglio, ad ascoltarlo, in attesa che qualcuno…bussasse.

Non fece in tempo a formulare la parola nella propria testa che udì dei colpi leggeri alla porta. Poi una pausa. Infine una voce sommessa e chiaramente intimidita che chiamava.

"Kanda-san?"

Un finder, lo capì dal tono, chissà quale tra tutti quelli che giravano per il Quartier Generale…non che avesse importanza, del resto…

Con un mezzo sospiro seccato, scese dal letto, guardandosi intorno in cerca dei pantaloni, che trovò abbandonati ai piedi del letto. Se li infilò rapidamente mentre si avviava verso la porta.
Aprì appena quel poco che bastava per affacciarsi sul corridoio e attese senza una parola.

Il giovane finder lì fuori (Avrà sì e no 15 anni...ma dove li vanno a prendere dei mocciosi simili?), vedendo la porta aprirsi, ritirò rapidamente la mano che stava per bussare di nuovo e scattò quindi in un goffo sull'attenti alla vista di un Kanda in pantaloni e con i capelli scompigliati che aveva dormito chiaramente poco.

"Ehm...Kanda-san...", cominciò, la voce già un tremolio confuso. Non aveva mai avuto a che fare di persona con l'Esorcista giapponese, ma gli erano bastate le storie che aveva sentito raccontare dagli altri finder su di lui e sul suo carattere… particolare. Si schiarì frettolosamente la voce sotto lo sguardo di Kanda che si faceva più tagliente mano a mano che la sua esitazione diveniva palese. Arrossì e distolse lo sguardo.

"Mi manda il mio caposquadra...per avvertirvi che Marie-san, Daisya-san e i finder vi aspetteranno davanti al portone principale...tra mezz'ora..." spiccicò in fretta il messaggio, evitando di incrociare gli occhi con quelli dell'altro. Poi, altrettanto rapidamente, sollevò una rigida valigetta nera che teneva tra le mani e la porse a Kanda, gli occhi sempre scrupolosamente bassi.
"Il...il supervisore Komui-san...il vostro equipaggiamento...e la radio golem..."

(Balbetta pure, adesso, santo cielo!…) Kanda prese rapidamente la valigetta, ansioso di finirla con quella sceneggiata, la cui ripetitività ad ogni nuova missione stava cominciando a seccarlo. Poi emise una sorta di grugnito che doveva essere una risposta affermativa e si voltò chiudendosi la porta alle spalle. Via e tanti saluti.

Il finder aspettò appena che scattasse la serratura per emettere un sospirone di sollievo e fuggire letteralmente via lungo il corridoio.
Mamma mia!, pensò, Speriamo che non tutti gli Esorcisti siano così! Sono solo una recluta…


-*-


Una volta chiusa la porta, Kanda rimase un secondo a fissare la finestra buia davanti a sé. Si partiva quella mattina per andare a recuperare quel dannato vecchio del suo Generale...
Proprio quella mattina.

Soprappensiero, appoggiò la valigetta di fianco alla porta, vicino al sostegno in ebano da dove Mugen riluceva appena nella semioscurità. Poi si voltò, altrettanto soprappensiero, verso il letto alla sua destra e verso il motivo principale del suo attuale (nonché perenne) malumore.

Tsk...un tempismo perfetto, pensò. D'altronde chi se lo sarebbe aspettato uno sviluppo del genere?...

Già...uno sviluppo del genere...

La figura distesa sull'altro lato del letto occupava talmente poco lo spazio da far dubitare che ci fosse davvero. Se ne stava ancora beatamente nel mondo dei sogni, seminascosto tra le coperte, con le lenzuola tirate fin sotto il naso e il viso rilassato affondato nel cuscino; i capelli bianco-argento sparpagliati. Nient'altro di lui era visibile, ma la sua presenza sembrava riempire l'intera stanza, solitamente molto più vuota.

Accostandosi, Kanda si chinò appena, quasi volesse accertarsi che ci fosse davvero, perché la sua presenza in quel momento e in quel luogo gli sembrava sempre meno logica man mano che ci pensava. Provava un certo disagio ad ammetterlo, ma le cose stavano così, e anche se avesse voluto cacciarlo fuori all'istante sarebbe servito a poco...
Una ciocca ribelle di capelli corvini gli scivolò da sopra la spalla a sfiorare una tempia del ragazzino addormentato, subito ricacciata indietro da mani severe. L'altro emise un mugolio incomprensibile, aggrottando appena le sopracciglia. Per un attimo Kanda si aspettò che si svegliasse, ma quello si limitò a stringersi di più nel cuscino, mugugnando qualcosa dal regno dei sogni.

Un moccioso...nient'altro che un moccioso...
Sfrontato e particolarmente irritante.
Si concesse un mezzo sorriso, totalmente involontario e subito represso.
Nessun altro cenno. Era ripiombato in un sonno pesante, le sopracciglia ancora leggermente contratte. Sembrava sfinito...
In effetti, malgrado tutte le buone intenzioni (Ma quali buone intenzioni!…) non c'era andato troppo leggero.
Si chiese se doveva avergli fatto molto male....

Scosse la testa, raddrizzandosi. Basta smancerie.
Moyashi sarà stato anche un moccioso in grado di cacciarsi volontariamente e stupidamente nei guai per un motivo qualsiasi, ma ciò non significava che toccasse a lui fargli da balia. Era capacissimo di decidere per sé.
Anche troppo…, pensò. Si era dimostrato molto poco reticente solo poche ore prima...

Con simili pensieri in testa si dette da fare per raccattare da terra i propri vestiti, sistemando ordinatamente l'uniforme sull'attaccapanni, accanto a Mugen. Si accorse, però, di muoversi in silenzio, quasi con cautela, la stessa che poco prima lo aveva fatto (quasi) correre ad aprire prima che il finder potesse bussare più forte. Grugnì contro sé stesso, mentre afferrava un asciugamano e s'infilava in bagno chiudendosi alle spalle la porta con un tonfo, di proposito.
Urgeva una doccia, decise. Fredda.


-*-


Non fu lo sbattere seccato della porta a svegliare Allen, ma il rumore dell'acqua che scorreva.

Il suono lo raggiunse nelle profondità del sonno, ovattato e piacevole, mescolandosi ad un sogno confuso che stava facendo, pieno di ombre ed enormi batuffoli di cotone....cotone?...°_°
La stessa assurdità del pensiero lo fece pian piano riemergere da sé stesso e nella sua mente assonnata si affacciarono i primi punti interrogativi.

Chi è che si stava facendo la doccia?...in camera sua…?...

Controvoglia socchiuse appena un occhio...c'era qualcosa che non quadrava....il materasso sotto di lui gli sembrava più duro del solito e le lenzuola non avevano il solito profumo...
Chiuse di nuovo gli occhi, inspirando un po' più a fondo, insonnolito...un profumo diverso...profumo di Kanda…

Spalancò gli occhi e la consapevolezza lo investì energicamente, come un'ondata improvvisa: stralci di ricordi di poche ore prima, suoni, odori, sensazioni…
Per un momento, a metà tra il sonno e la veglia, lo afferrò una sorta di panico…cosa accidenti aveva fatto?!…

Poi, lentamente, l'ondata si attenuò, tramutandosi in una piacevole risacca mano a mano che la cosa prendeva contorni meno drammatici e decisamente più gradevoli... L'attimo di smarrimento passò e il timore ingiustificato si ridusse ad un languido tremolio in fondo allo stomaco.

Tuttavia non riuscì a rilassarsi abbastanza da riaddormentarsi. C'era ancora qualcosa che lo disturbava...
Il rumore della doccia....e Kanda che non era più...beh, dove l'aveva lasciato prima di addormentarsi...e fuori dalla finestra era ancora completamente buio...
Si mosse leggermente sotto le lenzuola per sbirciare nella stanza da sopra la spalla.

Ma che ore sono...?

La stanza era completamente buia, salvo la bava di luce che filtrava da sotto la porta del bagno.
Il suo sguardo vagò sulla distesa scompigliata delle lenzuola...sulla sua uniforme abbandonata sulla spalliera del letto....poi cadde sull'angolo opposto della stanza, dove Mugen riluceva minacciosa da sopra il suo sostegno: lì accanto, ordinatamente appesa all'attaccapanni, l'uniforme di Kanda (che certamente non si trovava lì la sera prima...), gli stivali e, soprattutto, la lucida valigetta nera d'ordinanza degli Esorcisti, contenente il golem e l'equipaggiamento per una missione...

Sentì per un attimo una stretta al cuore. Involontaria, ma chiara.
Una missione?
Respirò a fondo.
Una missione...adesso? Proprio ora?... Ma come?...
Si strofinò gli occhi.

Ah, già...la ricerca dei Generali!...Lui sarebbe dovuto partire alla ricerca del Maestro...e Kanda per cercare il Generale Tiedoll...ma...ma era oggi?...
A quel punto era ormai sveglio, tuttavia rimase a lungo immobile, ad ascoltare lo scorrere dell'acqua e il rimbalzare dei propri pensieri. Il Generale Cross, le lenzuola scombinate intorno a lui, l'uniforme con la Rose Cross...Kanda...
Ma sul serio quel baka aveva intenzione di partire (o meglio, sparire) in quel modo, senza una parola?…senza neanche svegliarlo, dopo tutto...dopo quello che...

Anche al buio, arrossì vistosamente e si ritirò istintivamente più sotto le coperte, chiudendo di nuovo gli occhi, stretti, desiderando quasi con disperazione di riaddormentarsi e che le lancette dell'orologio potessero tornare indietro, anche solo di qualche ora...e quasi ci riuscì.
Poi però sospirò, dandosi mentalmente dell'idiota.

Doveva alzarsi di lì. Per andare dove e per fare cosa non ne era sicuro, ma di certo starsene immobili a letto non sarebbe servito a niente.
Doveva alzarsi...
Sospirò di nuovo, stavolta sconsolato.

Ok, si disse, con calma...
Si mosse lentamente, girandosi con cautela sulla schiena per poi far leva sui gomiti e tentare di sollevarsi a sedere. Come da previsione, una fitta lo percorse all'istante, mentre numerose parti del corpo gli intimavano energicamente di tornare subito sdraiato. Si appoggiò pesantemente al cuscino, respirando a fondo, poi dette un'occhiata all'orologio. Le 4 e 13.
Muovendosi più delicatamente possibile, riuscì a mettersi seduto: le fitte erano forti ma non insopportabili e una volta in piedi sarebbero probabilmente diminuite. Non perse tempo a cercare i propri vestiti che chissà dov'erano, ma si limitò ad afferrare un lembo del copriletto e avvolgerselo sulle spalle e attorno al corpo prima di alzarsi. Ebbe un mezzo capogiro, ma riuscì ad evitare una caduta che sarebbe stata di certo dolorosa, mentre di nuovo muscoli e giunture protestavano. "Stupido bakanda pervertito..." brontolò tra sé. La prossima volta gliel'avrebbe fatta vedere…

Rimuginando su una serie di fantasiose punizioni da infliggere alla prima occasione, si avvicinò alla porta del bagno e si fermò lì. L'acqua aveva smesso di scorrere senza che se ne accorgesse...
E adesso?
Mentre se ne stava in piedi, stretto nel lenzuolo, la mano sollevata, incerto se bussare o meno, la porta si aprì all'improvviso, verso di lui. Preso alla sprovvista, indietreggiò, col risultato di rimanere impigliato nel lenzuolo.

"Ma che...?" fece Kanda, sgranando gli occhi per la sorpresa, trovandosi davanti un Allen in caduta libera e udendo un mugugno assai simile ad un'imprecazione seguito da un tonfo.

"Che fai, moyashi?", chiese chiudendo la porta. "Sbirci la gente dal buco della serratura?"
"Io non faccio cose del genere, stupido!" Gridò l'altro in risposta, arrossendo ulteriormente. Poi distolse bruscamente lo sguardo e fissò il pavimento.

Dio mio, che male...
"Avanti, alzati..." proseguì Kanda senza troppe cerimonie, facendo per passare oltre. Ma Allen si irrigidì, strinse i pugni, mordendosi il labbro, e non accennò a muoversi.
Kanda esitò, scrutandolo dubbioso. A giudicare dal colore era arrabbiato, oltre che imbarazzato. Cadendo, il copriletto era scivolato, scoprendogli le spalle e non sembrava stare particolarmente comodo in quella posizione, ma pareva che non riuscisse ad alzarsi...

Poi, finalmente (ricordiamo che il nostro samurai non è dotato di un intuito particolarmente brillante… dispiace ammetterlo, ma lo dice anche Hoshino-sensei Y_Y ndA), capì qual'era il problema e si chinò rapidamente su di lui, facendo piovere tra loro una cortina di capelli umidi (ma è anche per questo che alla fine gli perdoniamo sempre tutto, no? ^^ ndA). Lo afferrò per le braccia, cercando, almeno stavolta, di essere delicato, e lo tirò su da quella scomoda posizione, sorreggendolo. Lui non reagì, sempre rosso, sempre ad occhi bassi, si lasciò sollevare di peso e rimettere in piedi come una bambola. Vacillò un attimo ma le mani di Kanda lo sostennero fermamente. Il dolore si affievolì un poco.
Vi fu un attimo di silenzio, mentre Kanda lo scrutava pensoso.

"Ti ho...fatto male?" chiese infine, il tono appena un po' incerto.

Allen sapeva bene che non si stava riferendo alla caduta e le sue guance assunsero, se possibile, un'ulteriore sfumatura di rosso: stavolta però si concesse anche un lieve sorriso imbarazzato.
"Solo un po'...all'inizio..." mormorò, tenendo ancora lo sguardo basso, fisso sul tatuaggio proprio davanti al suo naso.
L'altro non fiatò, ma Allen, pur senza vedergli il viso, avrebbe giurato che il grande Yu Kanda era arrossito. Il suo sorriso si fece più ampio e vivace.
Kanda si schiarì la gola.

"Non dovresti andartene in giro conciato così..." brontolò bruscamente; le mani allentarono la presa sulle spalle ma parve incerto se lasciarlo andare o no, quasi temesse che potesse cadere di nuovo. Allen se ne accorse e una parte di lui gongolò. Stava per punzecchiarlo con qualche battutina sulle chiocce e sulle infermiere premurose, quando si ricordò della valigetta d'ordinanza e dell'uniforme pronta per la partenza e l'ilarità svanì di colpo.

"Era oggi..." mormorò, pianissimo.
"Nh?"
"Era oggi...il giorno della missione."
Non era una domanda, ma una constatazione. Stavolta Kanda capì subito. Tuttavia non percepì rimprovero nella voce dell'altro, ma solo una nota di lieve amarezza, che a lui suonò tanto come una supplica. Non sapendo come rispondere stette zitto. Anche lui se n'era quasi dimenticato, in fin dei conti. Ma d'altronde la sera prima avevano avuto ben altro in testa.
Pessimo tempismo, ripeté di nuovo tra sé.

"Partiamo tra poco", puntualizzò. Non poteva vedergli gli occhi. "Pare che il vecchio si trovi in Spagna, dalle parti di Barcellona. Trovarlo e riportarlo qui dovrebbe essere cosa di pochi giorni."

"Già." Disse solamente Allen, il tono di voce neutro, ma non accennò a muoversi da dov'era. Gli effetti della sua vicinanza, uniti ai ricordi di poche ore prima, ricominciavano a farsi sentire.
Meglio muoversi, pensò Kanda.
"Mi aspettano giù..." Fece per scostarsi, ma nello stesso istante, la mano sinistra di Allen si sollevò e il ragazzo si sporse in avanti, allacciandogli senza esitazione il braccio attorno al collo… un lembo abbandonato del lenzuolo scivolò inesorabilmente verso il basso. Rapide, le mani di Kanda lo afferrarono per la vita, sostenendolo e trattenendo il tessuto, mentre Allen nascondeva il viso nell'incavo della sua spalla, rimanendo immobile. Preso alla sprovvista, Kanda fece lo stesso.

Eh, no...non adesso, accidenti...
"Non ci provare, Moyashi...", gli intimò, una certa urgenza nella voce. Allen non si mosse, respirando direttamente contro la sua pelle.

"Levati...partiamo tra meno di dieci minuti."
"Anch'io."
"Cosa?"

Allen fece una pausa, poi mormorò "Anch'io parto in missione. Tra due giorni."
Il braccio attorno al collo di Kanda strinse appena un po' di più, ma il suo respiro era tiepido e tranquillo. Kanda ristette.

"Partiamo io, Ravi, Bookman e Linalee. Andiamo a cercare il Maestro Cross...pare che si trovi da qualche parte in Cina, o forse ancora più a est..." Altra pausa. "Non sarà cosa di pochi giorni..."

Per qualche lunghissimo istante stettero entrambi immobili, ascoltando uno il respiro dell'altro. Poi Kanda aggrottò le sopracciglia.
Stupido Moyashi... Non era proprio il momento di farsi prendere dalle smancerie...
Ma sapeva, nello stesso istante in cui formulava quel pensiero, di avere torto. Non aveva sentito rammarico nella voce dell'altro, nè indecisione, solo, di nuovo, quella nota appena un po' amara e un po' supplichevole.
Nemmeno lui sentiva rammarico o indecisione. Sapeva bene cosa doveva fare, lo sapevano entrambi e non c'era dubbio sul fatto che fosse la cosa giusta.
Niente ripensamenti, non erano ammissibili.

La Missione andava completata. Gli akuma andavano salvati. Ad ogni costo.
Erano Esorcisti. I sentimenti non potevano interferire con questo: c'erano troppe cose importanti in gioco.

Ma proprio per questo...perché è importante...

"Stupido Moyashi..." ripeté, stavolta ad alta voce. Sentì l'altro sorridere e gli sfiorò appena il collo con le labbra. Erano d'accordo.
Allen rispose sollevando finalmente il viso e premendo le labbra su quelle dell'altro. Forte.
Senza neppure un'occhiata all'orologio, che ora segnava le 4 e 25, senza nemmeno sciogliere il bacio, che si faceva mano a mano più impaziente, bramoso, poi addirittura famelico, Kanda lo spinse ad indietreggiare, di nuovo verso il letto disfatto. Quando incontrarono il materasso, il braccio destro di Allen andò a raggiungere il sinistro attorno al collo di Kanda. Il copriletto scivolò a terra, ormai superfluo.

E' importante…


-*-


"...va bene, però stavolta bussi tu..." fece il giovane finder che, ormai quasi un'ora prima, era andato ad avvertire Kanda.
"Io dico di chiamare Marie-san o Daisya-san..." rispose il suo compagno, appena più vecchio, con tono preoccupato. "Non mi va di rischiare la vita a quest'ora del mattino..."
"...ma è strano che Kanda-san sia in ritardo...sono già andato a chiamarlo io, e di solito lui è molto puntuale..."
Una pausa di silenzio mentre entrambi si fermavano davanti alla famigerata porta alla quale nessuno di loro avrebbe mai bussato se non fosse stato costretto. Porta che, per fortuna, tratteneva bene i rumori. Risparmiò così loro ulteriore imbarazzo.
Si guardarono per un istante, sconfortati. Se Kanda-san si era riaddormentato, non volevano certo essere loro a svegliarlo.
"Andiamo a chiamare Marie-san", fece il finder più anziano.
"Sì, è meglio..."
Ed entrambi volarono di nuovo giù per il corridoio verso l'ingresso del Quartier Gerenale.


E fu così che, per la prima volta in vita sua, Yu Kanda partì per una missione con più di mezz'ora di ritardo, e senza che i suoi compagni riuscissero in alcun modo a farsene spiegare il motivo.





.-.-.-§ * §-.-.-.


E anche questa è fatta °_° fiuuuuuuu….ci ho messo tantissimo a finirla e non so perchè ma mi ha sfinito!
Detto tra noi, non avevo alcuna intenzione di scrivere una cosa tanto smielata: le premesse all'inizio erano molto meno dolci, ma alla fine è venuta fuori così! Y_Y Mi viene quasi voglia di scrivere anche la versione "cattiva"…ma in fin dei conti mi sa che è uscita così perché doveva uscire così e basta… Comunque mi piace abbastanza, anche se dopo un po' si è sviluppata come voleva lei e anche se in realtà avrei voluto scrivere un'altra Kanda/Ravi prima di questa ^^''…ma anche l'ispirazione fa un po' quello che vuole!La cosa che mi sono divertita di più a scrivere sono le due scenette con i finder! XD Poverini! Non vorrei mai essere al loro posto!

Spero che a qualcuno piaccia! E se a qualcuno piace, o anche se non piace, c'è un pulsantino, lì in basso, che chiede se volete aggiungere una recensione….cliccate! =*



  
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